7.0
- Band: WOLFHEART
- Durata: 00:41:30
- Disponibile dal: 10/04/2020
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Batte. Forte. Sempre. Prendiamo in prestito il claim di una celebre catena di elettronica al consumo, che nel caso specifico ben si adatta anche al cuore da lupo di Tuomas Saukkonen, giunto con puntualità nordica al quinto sigillo discografico in poco più di sette anni con i suoi Wolfheart. Dopo aver trovato finalmente la quadra con il precedente “Constellations Of The Black Light”, il quartetto capitanato dal roccioso cantante/chitarrista si ispira da un punto di vista concettuale alle vicende storiche della Carelia (terra di confine tra Finlandia e Russia, contesa a cavallo della seconda guerra mondiale), perfetto sfondo lirico per accompagnare il poderoso ‘winter metal’ di cui sono ormai tra i protagonisti, ovvero il classico melodic death in salsa finnica condito con un pizzico di melo-black sinfonico. Detta così il profumo di già sentito è percepibile anche ad un orecchio raffreddato, ed in effetti l’innovazione non è certo il principale pregio di “Wolves Of Karelia”, ma il tutto è suonato e prodotto in modo decisamente convincente, riuscendo a sopperire ai limiti di originalità e regalando quaranta minuti di piacevole immersione nella terra dei laghi. Nello specifico, se la doppietta iniziale “Hail Of Steel” e “Horizon Fire” strizza l’orecchio agli Insomnium, la successiva “Reaper” riprende le coordinate più simil-black degli esordi, mentre “The Hammer” è l’ideale punto d’incontro tra le due correnti. Se la strumentale “Eye Of The Storm” serve a tirare il fiato, il trittico finale prosegue su coordinate ‘business as usual’, facendosi comunque apprezzare per il buon utilizzo delle orchestrazioni (“Arrows Of Chaos”) o per la vena più malinconica (“Ashes”). Tirando le somme, una piacevole conferma per i Wolfheart, anche se siamo ragionevolmente certi che alla prova del tempo “Wolves Of Karelia” perderà qualcosa rispetto al suo predecessore.