WOMBBATH – Agma

Pubblicato il 28/12/2021 da
voto
8.0
  • Band: WOMBBATH
  • Durata: 01:12:36
  • Disponibile dal: 31/12/2021
  • Etichetta:
  • Transcending Obscurity

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Chiudere l’anno con i classici botti pirotecnici è ormai consuetudine, ma chiuderlo con un’esplosione nucleare di questa portata è tanto insolito quanto strabiliante. Un bagliore accecante all’orizzonte è il presagio di una deflagrazione assordante dalla quale riemerge il nome altisonante dei Wombbath. I deathster, ad un anno esatto da “Tales of Madness”, riaccendono la miccia su un nuovo ordigno chiamato “Agma”. In un’ora e una decina di minuti il quintetto svedese mette a lucido tutto il suo arsenale sonoro che luccica sin dai primi anni novanta. I sedici brani, incastonati in una produzione pressoché brillante, sono grezze pietre preziose estratte dalle buie cavità di un death metal vecchia scuola a cui i Nostri hanno aggiunto sperimentazioni graffianti che ne modernizzano l’indole granitica. I riferimenti più eclatanti di quanto appena detto si rispecchiano in sezioni melodiche, create anche con l’ausilio di un violino, ed in sovrapposizioni vocali clean che rendono l’opera apprezzabile anche ai più scettici. “Agma” parte alla grande: ritmi scoppiettanti, un growl profondo e chitarre indomabili che si aggrovigliano al cuore dei più nostalgici. La seconda traccia “At the Giant’s Feet” mostra i primi segni innovativi apportati dalla band in questo nuovo full-length: l’introduzione di discontinuità sonore sormontate da vocalizzi acuti che rimandano ai brani più moderni dei Cattle Decapitation, peculiarità che si ripeterà durante l’ascolto dell’intero disco. Una combo decisamente efficace che stempera le difficoltà di concentrazione vista la notevole durata dell’album, durata che diventa croce e delizia a seconda di come ci si approccia ad un’opera così imponente. “A World of Destruction” è un roccioso bassorilievo di death metal svedese, scolpito a furia di colpi calibrati, doppia cassa e riff deliziosi accompagnati da un growl melmoso. “Agma” è un’opera possente, una specie di Olimpo dal quale si ergono suoni indemoniati e vigorosi che raggiungono vette altissime come nel caso di “Breathe in the Flames”, pezzo magistrale dai mille volti. Nel calderone fluttuante dei Wombbath fermentano elementi sonori dal profilo epico tracciato dal suono dei violini e da arrangiamenti melodici che dipingono, con colori tenui, desolanti paesaggi di abbandono. A tutto ciò, in “In Decay They Shall All Fester”, la band aggiunge un tono di teatralità nel ritornello di una canzone già di per sé camaleontica. Ogni traccia, in realtà, subisce mutazioni sonore più o meno rilevanti con lo scopo di diversificare l’ascolto, di rendere dinamico e divertente il flusso ondoso di questo mare in tempesta. Il trittico finale composto da “Departure from the Light”, “Scorned Existence” ed “On a Path of Repulsion” è estremamente piacevole per i nostri timpani: un ottovolante di ritmiche trascinanti che accelerano in curva e perdono potenza sulle ripide pendenze armoniose per poi guadagnare velocità negli avvitamenti a sei corde. “Agma” è la degna conclusione di un anno che, oltre a numerose conferme, ha visto proliferare interessanti realtà in campo metal. I Wombbath, nella loro lunga carriera, hanno saputo adattarsi al presente, hanno osato e ci hanno sorpreso sfornando uno tra i migliori album death di questo 2021. Non ci sarà bunker che tenga.

TRACKLIST

  1. The Law of Everything
  2. At the Giant’s Feet
  3. The Seventh Seal
  4. Inquisition Reborn
  5. Blindly They Follow
  6. A World of Destruction
  7. Misantropi och förakt
  8. Breathe in the Flames
  9. The Age of Death
  10. Oh Fire of Hate
  11. In Decay They Shall All Fester
  12. Divine Pain
  13. The Dead and the Dying
  14. Departure from the Light
  15. Scorned Existence
  16. On a Path of Repulsion
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