7.0
- Band: WOMBBATH
- Durata: 00:31:59
- Disponibile dal: 21/08/2015
- Etichetta:
- Pulverised Records
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Formatisi a Sala, piccola cittadina svedese, nell’ormai lontano 1990 i Wombbath diedero alle stampe un solo full length, nel 1993: “Internal Caustic Torments”, un album piuttosto gradevole per la verità, ma che passò piuttosto inosservato al ‘grande’ pubblico del metallo nordico. Diciamo che il periodo in cui sono riusciti a pubblicare il loro debutto discografico non era più quello fervente ed entusiasmante tra l’89 e il ’92, in cui nella penisola scandinava hanno preso forma autentiche pietre miliari del metallo della morte e dove nascevano più gruppi death metal che frutti sugli alberi. Di fatto, i quattro ragazzi di Sala accantonarono il loro progetto, alcuni di loro formarono altri gruppi (cantante e chitarrista gli In Thy Dreams ad esempio) e di fatto i Wombbath sono rimasti chiusi in un dimenticatoio per qualcosa come ventidue anni. Poi un giorno la rinascita, il chitarrista Håkan Stuvemark decide di rifondare il gruppo, di ripartire da zero, nuovi membri ma suono esattamente identico a come lo avevamo lasciato: duro e puro Swedish Death Metal. Non ci sarebbe bisogno di dire molto di più per la verità perché con la definizione di cui sopra abbiamo già detto tutto ciò che c’era da dire: chitarre a motosega, un bel riffing sinceramente sporco, genuino, abbastanza orecchiabile per la verità nel loro caso e non claustrofobico o opprimente, aggiungete un po’ groove a rendere la proposta bella grassa e stimola-headbangers, voce cavernosa, batteria in mid-temponi galoppanti, qualche sfuriata di blast beat ma non molte variazioni sul tema… E poi Nihilist, Dismember, Entombed, Grave, Unleashed, che sono solo le influenze più ovvie e scontate dato che di fatto il suono è quello, l’ignoranza becera e senza compromessi pure. Così vuole essere la musica di Stuvemark e soci: pertanto non si muove di un millimetro da tali coordinate stilistiche che sono esattamente quelle con cui egli è divenuto oggi un adulto, con evidentemente la voglia di tornare un po’ il ragazzino che buttava la testa in basso e squassava la chioma a ritmo di death metal; giustamente lo ha fatto riportando in auge questo gruppo per la gioia di coloro che letteralmente sbavano per sonorità del genere. E dunque il consiglio per questi ultimi è ovviamente quello di non lasciarsi assolutamente sfuggire questo disco che potrebbe effettivamente far scoprire loro un gruppo che magari gli era sfuggito, che nulla aggiunge e nulla toglie ma ‘chissene’. Ovviamente parliamo di un qualcosa che si rivolge solo ed esclusivamente ai fanatici e completisti della scena sopra menzionati, tutto il resto del mondo può passare tranquillamente oltre.