6.5
- Band: WOODEN THRONE
- Durata: 00:32:29
- Disponibile dal: 30/09/2021
- Etichetta:
- Purity Through Fire
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Diciamo subito che i Wooden Throne sono un solo project di un artista finlandese che conosciamo già molto bene: M. Lehto (degli October Falls e Burial Choir). Talvolta, come in questo caso, il nome è già una garanzia: M. Lehto, anche sotto le spoglie di Wooden Throne, è riuscito a creare una release suggestiva. Si rimane sempre nel mondo affascinante del black metal atmosferico, ma il mood ovviamente non è il medesimo che ritroviamo ad esempio negli altri progetti musicali dell’artista, October Falls in primis. L’artista finnico spesso intende le sue canzoni come un unico stream e lo fa anche qui su questo suo nuovo progetto. I Wooden Throne sembrano emergere dagli anni ’90 per via delle atmosfere, del modo di strutturare i brani, per l’uso minimale dei synth, per il mood che viene creato con il ritmo lento. Lo stile e le sonorità sono familiari, si possono citare decine e decine di band di allora, dai connazionali Vorven, passando per gli Empyrium fino ai primi Dimmu Borgir, anche se questo progetto ha la caratteristica di restare in pratica sempre su ritmi pseudo doom. Mentre con i suoi October Falls l’artista M. Lehto si è sempre soffermato sulle sensazioni trasmesse dalla Natura che possiamo toccare con mano, in questo caso invece volge lo sguardo ed il cuore alle profondità celesti, alle stelle del cielo notturno, alla Luna attraente. Pertanto tutto cambia: il modo di porsi davanti a certi eventi influenza e determina lo stato d’animo riflesso nella musica stessa di “Under The Moon They Wander Util Fading Away”. Qui non c’è la tristezza nel vedere l’autunno che porta via la vita, piuttosto ritroviamo il mistero della vastità della volta celeste, qui troviamo il misticismo, il perdurare del il rapporto Uomo – Natura, ma in questo disco è spiegato e vissuto musicalmente in modo differente. Anche un brano come “Return Into Shadows” ha nel suo intimo una vena poetica che non fa mai cadere il mood nella tristezza e disperazione, ma lo tiene a galla dal tracollo sentimentale. Ovvio, c’è una sottile linea malinconica che attraversa tutto l’album, ma è il fascino delle stelle lontane a creare l’atmosfera e le emozioni che ognuno di noi ha già provato dinnanzi ad uno spettacolo simile. M. Lehto, se vogliamo, è un pittore che con la propria musica dipinge grandi quadri intriganti in cui viene voglia di perdersi per carpirne tutti i segreti. Il progetto è al debutto e dunque giovanissimo, lasciamolo crescere e potrà diventare col tempo veramente qualcosa di affascinante: quella cara scuola finlandese capace di far emozionare e vibrare l’animo, dai Thy Serpent a questi Wooden Throne, è un bene prezioso che va preservato.