8.0
- Band: WORK OF ART
- Durata: 00:52:22
- Disponibile dal: 22/02/2008
- Etichetta:
- Frontiers
- Distributore: Frontiers
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La bella sorpresa dell’anno appena iniziato, per il sottoscritto, sono gli svedesi Work Of Art, al debutto discografico su Frontiers Records. Basta lasciar parlare la musica di questi tre strepitosi musicisti, ed ogni parola si rivelerà irrimediabilmente superflua. Ma partiamo dalla storia di questa band, storia che ha inizio addirittura nel 1992, quando il chitarrista Robert Säll ed il batterista Herman Furin decisero di intraprendere una avventura musicale dedita al melodic rock. Da qui sono iniziati i sogni, ma anche i problemi, in quanto si è rivelato praticamente impossibile trovare un cantante che fosse quantomeno decente. Il miracolo è avvenuto con l’incontro di Lars Säfsund, produttore e ottimo cantante, che dopo aver sentito alcune delle song di “Artwork” ha deciso di prestare la sua voce stupenda a questo progetto. Nasce e si sviluppa quindi un album strepitoso, fortemente (o qualcuno direbbe eccessivamente) debitore della scuola dei Toto in primis, seguiti da Kansas, Journey, Survivor, Chicago e così via. Ma a lasciare interdetti è proprio la bellezza delle composizioni, semplici e dirette come si conviene, e la voce di Lars, dotata di un incredibile carisma, della giusta estensione e di un timbro che evidenzia perfettamente le melodie cristalline per lui composte da Robert Säll. Un uso sopra le righe delle tastiere dona quella patina di intoccabilità a tutti i brani, specialmente ai classici annunciati “Why Do I?” (perfetta!!), la Toto-oriented “Camelia”, o la ballad “Once In A Lifetime”. La percezione che abbiamo dell’album come di un’unica entità è accentuata dalla coesione dei pezzi, nessuno simile all’altro ma legati fortemente da una classe serpeggiante, che si manifesta ogni qualvolta i Nostri decidano di sferrare l’attacco, basti ascoltare la profondità di “Too Late” o della più moderna ed ottimamente mixata “Cover Me” per avere un’idea esaustiva. Come è possibile risultare così convincenti pur rappresentando una sorta di ‘tributo ai grandi’ è un mistero, fatto sta che dal ricevimento del promozionale lo stereo del sottoscritto si è ritrovato spesso a suonare le note di “Artwork”, a dimostrazione che quando le cose si fanno bene, ci sono sempre delle orecchie pronte ad ascoltarle con interesse.