WYTCH HAZEL – IV: Sacrament

Pubblicato il 01/06/2023 da
voto
7.5
  • Band: WYTCH HAZEL
  • Durata: 00:42:57
  • Disponibile dal: 02/06/2023
  • Etichetta:
  • Bad Omen Records

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A tre anni di distanza dal precedente “III: Pentecost”, prosegue il viaggio dei Wytch Hazel con il nuovo “IV: Sacrament”, un lavoro che porta avanti con coerenza il percorso artistico della band. Il quartetto si cimenta in un interessante heavy metal dalle tinte vintage, che affonda le sue radici nella tradizione dell’hard rock britannico d’alta scuola: canzone dopo canzone, ci immergiamo in un mondo che guarda con ammirazione a formazioni come Angel Witch, Thin Lizzy, Wishbone Ash, Blue Öyster Cult e Jethro Tull.
I Wytch Hazel disegnano trame elettriche energiche e vitali, ma mai eccessivamente dure, strizzando l’occhio anche a sonorità folk, che non disdegnano l’uso delle chitarre acustiche o di discreti tappeti di tastiere. Da un punto di vista lirico, invece, la band potrebbe essere inserita nel filone del cosiddetto ‘christian metal’, per quanto in maniera meno marcata rispetto, ad esempio, ad una formazione come gli Stryper.
Il precedente lavoro in studio aveva raccolto un meritato e diffuso consenso e rappresentava un ottimo esempio di come sia possibile portare avanti una traduzione nobile, senza per questo risultare una macchietta fuori dal tempo. “IV: Sacrament” è forse meno sorprendente, ma rimane comunque un disco molto godibile, con una selezione di canzoni di valore, a partire dall’iniziale “The Fire’s Control”, che stabilisce in maniera chiara il campo d’azione della band: grandi melodie, chitarre gemelle a profusione, ed un incedere a metà fra l’epico e il fiabesco. La qualità si mantiene costante per la durata dell’intero album, ma ci sono comunque alcuni picchi che meritano una menzione speciale: sicuramente “Deliver Us”, caratterizzata da una vena melodica particolarmente azzeccata nel ritornello, che vi troverete a canticchiare a lungo anche dopo aver spento lo stereo; oppure “Digging Deeper”, la canzone più stratificata e lunga del lotto, in cui tutte le influenze della band trovano un perfetto equilibrio. Infine, per chi apprezza questo stile – come chi scrive – non possiamo non citarvi anche la luminosa “Future Is Gold”, una canzone in cui la componente folk diventa predominante, con tanto di mellotron a disegnare paesaggi da sogno, in una sorta di punto di incontro tra i Led Zeppelin acustici e gli Uriah Heep.
Recentemente abbiamo avuto modo di elogiare i Tanith, un’altra formazione capace di raccogliere un’eredità così importante e calarla in maniera credibile nei nostri giorni: lo stesso vale anche per i Wytch Hazel, che con il loro nuovo album hanno dimostrato come sia possibile omaggiare il passato senza esserne schiacciati, mantenendo viva un’attitudine che continua a fare proseliti anche a cinquant’anni di distanza.

TRACKLIST

  1. The Fire's Control
  2. Angel Of Light
  3. Time And Doubt
  4. Strong Heart
  5. Deliver Us
  6. A Thousand Years
  7. Gold Light
  8. Endless Battle
  9. Future Is Gold
  10. Digging Deeper
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