5.0
- Band: XANDRIA
- Durata: 00:52:02
- Disponibile dal: /08/2005
- Etichetta:
- Drakkar Records
- Distributore: Audioglobe
Succede sempre così: qualcuno inventa o rispolvera una formula disuccesso e subito iniziano a spuntare gruppi-clone come funghi dopo lapioggia. È capitato con il black metal sinfonico dei Cradle OfFilth/Dimmu Borgir, il revival del power metal di qualche anno fa e,adesso, è la volta dei Nightwish, la cui formula inizia ad esserecopiata da decine di band. Presumibilmente le etichette discografichesuppongono che il pubblico sia formato per lo più da pecoroni checomprerebbero qualunque cosa possa vagamente somigliare alla ‘newsensation’ del momento. Per fortuna non è così e, dunque, siamo ingrado di renderci conto che i tedeschi Xandria sono solo una band checerca di cavalcare l’onda del successo di altri gruppi (Nightwish eWithin Temptation in primis), senza però avere le doti per farlo inmaniera personale. Dopo due album più vicini al gothic tradizionale, laband dà alle stampe quello che dovrebbe essere una sorta di conceptorientaleggiante, intitolato “India”. Non lasciatevi ingannare, però,dal titolo esotico dell’album: le atmosfere indiane vengono evocatequasi esclusivamente a parole, dato che a livello musicale il tutto sipuò ricondurre alle solite influenze sinfoniche e celtiche. Date lepremesse, descrivere le composizioni sarebbe quasi inutile ma, perdovere di cronaca, diciamo che si tratta di brani saturiall’inverosimile, con le chitarre ribassate e corpose a fare da sfondoalle pesanti pseudo-orchestrazioni di tastiera; di tanto in tanto laband gioca la carta della modernità, semplicemente usando dei padelettronici di dubbio gusto; e infine abbiamo la voce di LisaSchaphaus, che si rivela la cosa più gradevole dell’album. Il risultatosono dei brani in cui tutto è confuso, un frullato dove a fatica siriescono a distinguere gli strumenti e le melodie: non è un caso,dunque, che le uniche composizioni capaci di raggiungere la sufficienzasiano un paio di momenti più rilassati, come “Like A Rose On The GraveOf Love”, che sembra unire Enya, la colonna sonora di “Braveheart” e iBlackmore’s Night; e “Who We Are”, malinconica power ballad dalle bellelinee vocali. Troppo poco, comunque, perché “India” possa rivelarsi diqualche interesse, anche per gli amanti di queste sonorità.