7.5
- Band: XANDRIA
- Durata: 01:03:48
- Disponibile dal: 24/02/2012
- Etichetta:
- Napalm Records
- Distributore: Audioglobe
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Pare che nell’ultimo periodo vadano di moda i gruppi clone dei Nightwish. Dopo un breve periodo in cui ad essere seguite erano più le gesta di Within Temptation con il loro suono più radiofonico e moderno (citiamo i Nemesea), o quelle degli Epica, con le loro tentazioni più aggressive (esempio, i Voices Of Destiny), adesso sono di nuovo le sinfoniche costruzioni dell’ex gruppo di Tarja Turunen a spopolare tra le band minori. E dire che gli Xandria di ‘band minore’ non dovrebbero avere proprio niente! Attivi dal 2003 e con quattro album alle spalle, certo non si certo può dire che siano novellini e che abbiamo bisogno di un modello da imitare; ma per questa volta vi chiediamo di fare una specie di temporaneo vuoto mentale e di cancellare il passato degli Xandria dai vostri ricordi. Con l’avvicendamento tra la cantante Lisa Shaphaus e la nuova arrivata Manuela Kraller sono infatti cambiate molte cose e il sound ne ha risentito in pieno, shiftando in maniera piuttosto brusca dal gothic metal crepuscolare di “Salomè – The Seventh Veil” allo strabiliante symphonic metal di marca Nightwish che possiamo ascoltare su questo “Neverworld’s End”. Appoggiandosi senza nessuna riserva sull’incredibile timbrica della nuova cantante, gli Xandria mutano quindi completamente il proprio aspetto e si pongono all’alba di questo 2012 come il più incredibilmente aderente clone della band finnica che possiamo immaginarci, ma contemporaneamente anche come il più dotato. La somiglianza con “Century Child” e “Once” è incredibile! Basta ascoltare il singolo “Valentine”, una “End Of All Hopes” riproposta nel 2012, oppure l’opener “A Prophecy Of A World To Fall” per rendersene conto. A questo punto, si aprirebbe il discorso su come vadano valutate quelle band che così spudoratamente si ispirano ad altri gruppi, ma questa volta vi avvisiamo che si tratta di sabbie mobili nelle quali cui non ce la sentiamo di infilarci. Preferiamo piuttosto rendere atto alla bravura compositiva e strumentale della band tutta, tralasciando l’aspetto originalità, e sopratutto preferiamo rimanere stupiti dalla prestazione della Kraller, senza dubbio considerabile come ‘la nuova Tarja’. Parliamoci chiaro, lo split dei Nightiwish con la bella finlandese è stato uno shock per tutti i fan della band, ed in molti non stanno apprezzando Anette come vocalist; sotto questo punto di vista, la Kraller è la risposta perfetta a tutti coloro che non riescono a smettere di ascoltare i dischi da “Wishmaster” in poi. Lo diciamo senza remore, ma “Neverworld’s End” è il disco che ci sarebbe piaciuto sentire al posto di “Dark Passion Play”, e quindi cassarlo per l’assoluta mancanza di originalità sarebbe comunque ipocrita da parte nostra. Qui di buona musica ce ne è tanta, questo è un dato di fatto, e “Neverworld’s End” risulta un disco equilibrato e bilanciato, costantemente spinto in avanti dai pezzi più freschi e frizzanti (i due brani già citati e la notevole “Lost Elysion”) ma che si prende anche il suo tempo per mettere in piena luce la bravura della Kraller tramite divagazioni più rilassate in un paio di soavi ballad (“Forevermore”,”The Dream Is Still Alive”) o che cerca di sorprenderci con qualche pezzo più meditato e dal più ampio spettro di influenze (“Call Of The Wind”). In definitiva, non possiamo non promuovere questo cambio di stile, accettando il fatto che a noi questo tipo di musica piace, e che quindi poco importa se sulla copertina del disco c’è scritto Xandria invece di Nightwish. La band di Tuomas ora si occupa (con impegno e con successo) di qualcosa di più ‘impegnativo’ ed hollywoodiano, ed i fasti dei loro album centrali sono relegati alla semplice riproposizione live. Gli Xandria ci riportano la magia della migliore era Nightwish su disco, e di questo gli siamo grati.