7.5
- Band: XENOMORPHIC CONTAMINATION
- Durata: 00:29:50
- Disponibile dal: 04/15/2016
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Fanno tutto da soli, Davide Billia e Max Santarelli, ma davanti a tali risultati non si sente davvero la mancanza del contributo di una line-up classica o del supporto di una casa discografica. Il celebre batterista piemontese (Septycal Gorge, Hour Of Penance, Antropofagus, Beheaded, ex Putridity) e il chitarrista/cantante lombardo (Precognitive Holocaust Annotations, Clitoridus Invaginatus, ex Vomit The Soul e Modus Delicti) sono musicisti attivi nell’underground ormai da parecchi anni e in tutto questo tempo il loro contributo alla causa death metal di rado è passato inosservato. Xenomorphic Contamination è un progetto che, come accennato, vede i ragazzi auto-prodursi e collaborare a stretto contatto, uniti da una passione per il death metal più moderno e oppressivo che evidentemente è lungi dall’estinguersi. Il sound del duo non tradisce per nulla le loro origini: è presente l’approccio tecnico tipico di certe band di Billia, la pesantezza e l’ignoranza cara agli ultimi Vomit The Soul e un fascino dark che permea tutta la produzione e che sembra appunto arrivare dalle correnti più moderne del genere. Il groove ed una certa orecchiabilità di fondo sono tutto sommato onnipresenti e l’espediente di un concept horror/fantascientico contribuisce a creare un vero e proprio velo di freddezza e paranoia che ricopre suoni e e melodie. Se si è in cerca di un disco con cui abbattere i muri di casa a volume altissimo, allora “Colonized from the Inside” potrebbe essere quello giusto. Gli otto pezzi volano via in neanche mezz’ora, ma il ricordo che lasciano è decisamente soddisfacente. La foga e la determinazione che i ragazzi sfogano sugli strumenti arrivano subito a destinazione: il riffing di chitarra è dinamico ed ispirato e le strutture risultano ben presto intelligenti e di facile assimilazione. Gli Xenomorphic Contamination, del resto, non concedono troppo a quella tendenza alla ripetizione che spesso soffoca il songwriting di certe realtà affini: le parti più serrate non vengono tirate allo spasimo, mentre i breakdown si dimostrano espressivi e ben dosati; nel mezzo soluzioni più dinamiche, su ritmiche frastagliate e qualche sfoggio di tecnica, come se Origin e Wormed scendessero a patti con gli Abominable Putridity. Si respira esperienza durante l’ascolto e i fan del filone dovrebbero ritenersi avvisati: già ad una prima fruizione, “Colonized from the Inside” non mancherà di rivelarsi un disco fresco e diretto, che svolge appieno il compito di presentare il progetto al mondo e di svelarne le ampie potenzialità. Gli Xenomorphic Contamination dimostrano che questo tipo di death metal è ancora in grado di offrire interessanti chiavi di lettura e interpretazione. Si tratta solo di possedere equilibrio e maturità.