7.5
- Band: ZEBRAHEAD
- Durata: 00:45:15
- Disponibile dal: 08/03/2019
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Immarcescibili Zebrahead: sono passati quasi vent’anni e dieci album da quando spopolavano su MTV nel video con le conigliette, ma questi eterni Peter Pan (o Benjamin Button, vista la capacità di ringiovanire invecchiando) sono ancora in giro con il loro carrozzone pop-punk-rap-core, giunto alla tredicesima tappa che, diciamolo subito, risulta come la migliore dai tempi di “Phoenix”. Licenziato dalla band stessa attraverso la loro MFZB, “Brain Invaders” parte subito forte con “When Both Sides Suck, We’re All Winners”, spinta da un riff in stile Death By Stereo (non a caso sia il produttore Paul Miner che il chitarrista Dan Palmer vengono da lì): se pure il pezzo poi si apre nella classica alternanza rap-clean, l’intento di aumentare il gain è chiaro, e viene confermato anche dall’hardcore (poco) melodico di “Ichi, Ni, San, Chi”, così come dalle più tirate “Party on the Dancefloor” e “Bullet On The Brain”. Nel mezzo, come da tradizione, non mancano le party-song, perfette per accompagnare l’arrivo della primavera: dal pop-punk del primo singolo “All My Friends Are Nobodies” (bello anche il testo) e “All Die Young” allo ska-punk di “You Don’t Know Anything About Me”, passando per il cazzeggio rap-ludico di “Chasing the Sun” e “Up in Smoke” c’è sempre di che divertirsi con i cinque di Orange County; e anche quando le atmosfere si fanno più malinconiche, come in “Take A Deep Breath (And Go Fuck Yourself)”, resta sempre uno smile sullo sfondo. Per chi già li segue da tempo un acquisto pressochè obbligato, per tutti gli altri un buon modo di approcciarsi, ai piedi di un ipotetico podio completato dal già citato “Phoenix” e dal più datato “MFZB”.