7.0
- Band: ZZ TOP
- Durata: 00:48:12
- Disponibile dal: 25/07/2022
- Etichetta:
- BMG
Spotify:
Apple Music:
“That Little Ol’ Band From Texas”, per chi non lo conoscesse, è un documentario uscito in America su Netflix che tratta i mitici ZZ Top, band divenuta famosa grazie ad un mix irresistibile di rock, blues e southern e che ancora oggi dopo cinquant’anni continua a calcare i palchi di tutto il mondo; questo “Raw” nasce come colonna sonora di questo documentario. Il trio ha scelto come location la Gruene Hall, la più antica sala da ballo texana ed al suo interno Billy Gibbons e compagni si sono lanciati in una sorta di concerto/jam dove hanno reinterpretato i loro classici del passato. L’aspetto più interessante è che la musica suona grezza, diretta, molto sanguigna e piena della classe tipica degli ZZ Top: è un piacere riascoltare per l’ennesima volta una “La Grange”, una “Gimme Al Your Lovin’” o una “Brown Sugar” anche perché il disco in questione diventa purtroppo l’occasione di ascoltare per l’ultima volta una performance del compianto Dusty Hill, lo storico bassista del gruppo deceduto il 28 luglio dello scorso anno. A livello di suoni, il lavoro non è proprio il massimo di pulizia; la nostra supposizione è che la band abbia volutamente deciso di ritoccare e pulire il meno possibile le registrazioni per lasciare intatte le tipiche atmosfere di una jam session o di una semplice suonata tra tre amici di lunga data. La già citata “Brown Sugar”, insieme a “Just Got Paid” ci regalano un mix di blues rock molto sanguigno e ruspante, essenziale, ma che arriva dritto al cuore. “Tush” spinge a ritmo di rock’n’roll blueseggiante di vecchia scuola, il marchio di fabbrica dei texani è sempre presente in ogni nota di questo concerto. Dal profondo sud arriva “Certified Blues”, con il suo ritmo scandito ed avvolgente per farci assaporare, come un buon whiskey invecchiato, le venature del sound più southern della band. Per chi si avvicina per la prima volta alla band texana, “Raw” potrebbe non rappresentare la scelta più idonea, prima sarebbe meglio puntare su ben altri dischi, ma per gli estimatori più scafati quest’ultima pubblicazione potrebbe piacere per il suo taglio squisitamente live. Se poi pensiamo che il documentario ha ottenuto una nomination ai Grammy, di certo questo è un segno di buona qualità. Non sappiamo se Gibbons e Beard, orfani di Hill, decideranno di ritornare in studio a scrivere nuova musica inedita, d’altro canto nella storia del rock il “mai dire mai” rappresenta uno dei dogmi più consolidati, nel frattempo godiamoci quest’ultima occasione di ascoltare insieme un trio che per oltre mezzo secolo ci ha regalato tantissima buona musica.