BRUTAL TRUTH: (r)Evolution Calling

Pubblicato il 27/01/2009

BIOGRAFIA

A cura di Luca Filisetti

 
La storia dei Brutal Truth, a differenza di quella di molte altre band, non è ricca di episodi entusiasmanti o di aneddoti divertenti. La storia dei Brutal Truth è per forza di cose breve e concisa, come la maggior parte dei loro brani. Il gruppo si forma ufficialmente nel 1990, grazie ad un’intuizione del bassista Dan Lilker. Per le quattro persone che non conoscessero il personaggio in questione, giova ricordare che Lilker è stato una sorta di re Mida del metal newyorkese degli anni ottanta e, prima dei Brutal Truth, ha contribuito a fondare tre band del calibro di Anthrax, S.O.D. e Nuclear Assault, spingendo ogni volta un po’ più in là i limiti della musica estrema. E’ proprio con i Brutal Truth che il nostro si cimenta per la prima volta con il grindcore propriamente inteso, e lo fa avvalendosi del fondamentale aiuto del singer Kevin Sharp, del batterista Scott Lewis e del chitarrista Brent McCarty. All’atto di uscita del primo demo della band nel 1990, il grind è un genere musicale relativamente nuovo, sebbene alcuni dei capolavori della prima ora siano già stati dati alle stampe: ovviamente parliamo di “Scum” e “From Enslavement To Obliteration” dei Napalm Death, di “Reek Of Putrefaction” e “Symphony Of Sickness” dei Carcass e di “World Downfall” dei Terrorizer, forse la maggiore fonte di ispirazione dei nostri. Lilker aveva già provato a giocare (con scarsi risultati) la carta del grind con gli Extra Hot Sauce ma il progetto prese la forma di una sorta di divertissement piuttosto che di una band vera e propria. Nel frattempo il grind cominciava a prendere forme e coordinate diverse, grazie ai primi lavori di Extreme Noise Terror e Repulsion. Questa è l’atmosfera nella quale Dan e Kevin Sharp formano il loro sodalizio destinato a durare per anni. Inutile dire che, dopo i primi due demotape, la band fu subito contattata dalla Earache, ai tempi label di punta nel campo grind. Appena l’etichetta inglese diede la notizia dell’imminente uscita dell’album d’esordio dei Brutal Truth (preceduto dall’EP “Ill Neglect”), nei grind maniac l’attesa si fece spasmodica: gran parte di queste aspettative risiedevano nel fatto che Lilker era il primo big “convertitosi” alla causa del grind, mentre i membri di Napalm Death, Carcass e via discorrendo erano tutti dei perfetti sconosciuti al di fuori della strettissima cerchia di appassionati. “Extreme Conditions Demand Extreme Responses” mette d’accordo un po’ tutti grazie ad un songwriting ispirato e a degli interpreti eccellenti, con Sharp sugli scudi grazie alla sua timbrica particolare. L’aderenza ai canoni del genere è pressoché totale, però i Brutal Truth dimostrano sin da subito di avere tutte le carte in regola per porsi come gruppo di primissima fascia della scena. Bisogna aspettare un paio d’anni prima di ascoltare il capolavoro “Need To Control”, album che, pur rimanendo nel campo del grind tout court, inizia ad inserire partiture noisy e a diversificare le varie composizioni tra di loro. Il lavoro gode di un successo insperato e parecchi grind freak iniziano a considerare la band statunitense superiore ai Napalm Death (rei di essersi discostati troppo dalle coordinate iniziali con “Utopia Banished” e “Fear, Emptiness, Despair) e ai Carcass (dopo la svolta “melodica” di “Necroticism…”) Da segnalare anche il primo cambio di formazione che vede l’uscita del drummer Scott Lewis e l’ingresso dell’ottimo Rich Hoak. La band inoltre ritiene che la Earache non faccia più al caso loro e si affida alla giovane ma promettente Relapse Records, per i quali usciranno una serie di split e, soprattutto, l’EP “Kill Trend Suicide”, accolto come la manna dal cielo e il controverso “Sounds Of The Animal Kingdom”, rivalutato solo dopo lo scioglimento del gruppo. Scioglimento che avviene nel 1999, con l’uscita del live album “Goodbye Cruel World”. L’ultima uscita della prima parte di carriera dei Brutal Truth è il live in studio “For Drug Crazed Grindfreaks Only!”, poi più nulla fino al 2007. La reunion è assolutamente casuale e dovuta alle conseguenze del disastroso uragano Katrina. A seguito della tragedia si è deciso di compilare una sorta di “tributo in vita” ai grandissimi EyeHateGod e viene chiesto anche ai Brutal Truth di partecipare. Lilker e Sharp ne parlano e basta poco per far scattare in loro la scintilla. A seguire i ragazzi iniziano a suonare della date dapprima negli States e in Giappone, successivamente anche in Europa. Della partita non fa più parte Brent McCarty, sostituito da Erick Burke dei Total Fucking Destruction, con i quali i nostri negli ultimi anni condividono più di uno split. Alla Relapse non pare vero di riavere nel roster una band leggendaria del calibro dei Brutal Truth e si prepara in grande stile al loro rilancio, dapprima con la ristampa del raro “For Drug Crazed Grindfreaks Only!”, poi con l’annuncio in pompa magna dell’uscita del nuovo album, anticipato da quattro brani inediti presenti sulla compilation “This Comp Kills Fascists Volume 1”, che ci mostrano una band in grandissimo spolvero ed ispirata come ai tempi d’oro. Ora non rimane che attendere l’arrivo del nuovo “Evolution Through Revolution” perché il massacro riprenda ufficialmente da dove si era fermato una decina di anni fa.
 
NB: Per la recensione di “Sound Of The Animal Kingdom” che trovate in questo speciale abbiamo utilizzato la ristampa uscita per la Relapse nel 2006 e già presente negli archivi di Metalitalia.com!

INTERVISTA CON DAN LILKER

 
CHI HA AVUTO L’IDEA DI RIMETTERE INSIEME LA BAND?
“Ci è stato chiesto di partecipare ad un benefit album a favore degli EyeHateGod, che avevano perso il loro equipaggiamento durante l’uragano Katrina. Una volta che ci siamo trovati insieme abbiamo deciso di continuare la carriera della band”.

COSA DOBBIAMO ASPETTTARCI ORA DAI VOSTRI LIVE SHOW?
“Fondamentalmente quello che facevamo prima, ovvero uno show pazzesco e malato. Total grind senza pretese, solo un durissimo attacco musicale. La risposta della folla è stata sempre incredibilmente entusiasta, specialmente in Italia la scorsa estate”.

RIGUARDO ALLE DATE ITALIANE, AVETE SUONATO CON I CRIPPLE BASTARDS: CHE ESPERIENZA E’ STATA E COSA NE PENSI DELLA BAND ITALIANA?
“Gli show settembrini con i Cripple Bastards sono stati esaltanti, sono dei ragazzi eccezionali ed è un piacere vederli suonare. Sono consapevole del fatto che in Italia molti li criticano per certi atteggiamenti ma per la mia esperienza con loro posso dire che sono tutti ragazzi a posto e normali. Ricorda, io ero membro dei S.O.D., quindi quando una band ha testi, artwork o atteggiamenti che fanno incazzare la gente per me non c’è nulla di nuovo. E’ solo provocazione”.

E’ ANCORA SEMPLICE PER VOI SCRIVERE CANZONI DOPO TUTTI QUESTI ANNI?
“E’ semplice soprattutto per merito del nostro nuovo chitarrista Erik Burke, che è un grande songwriter. Oltretutto viviamo tutti nella stessa città, quindi è facile trovarsi per comporre. Abbiamo già anche registrato gran parte del nuovo album e tutto si è svolto senza intoppi”.

QUALE SARA’ IL TITOLO?
“Per ora abbiamo optato per ‘Evolution Through Revolution'”.

CI SARANNO DIFFERENZE TRA IL NUOVO ALBUM ED I SUOI PREDECESSORI?
“Il nuovo materiale è più veloce nelle partiture prettamente grind, in più i riff di Erik ci offrono un’ulteriore nuova dimensione se combinati con quello che ho scritto io. Mi dispiace, ma per capire appieno quello che sto dicendo dovrai aspettare di ascoltarlo”.

PUOI ALMENO DESCRIVERCI A GRANDI LINEE LE CANZONI CHE AVETE COMPOSTO?
“Non sono tanto lontane da quanto fatto su ‘Sounds Of The Animal Kingdom’, ma sono anche differenti…è difficile da spiegare a parole, ma prometto ai fans dei Brutal Truth che adoreranno il nuovo album”.

ED I TESTI? AVETE MANTENUTO LA VOSTRA ATTITUDINE SOCIALE?
“Questo è argomento per Kevin, non per il sottoscritto. Non ho ancora letto i testi, ma sono sicuro che saranno nello stile tagliente di Kevin e tratteranno argomenti di carattere sia personale che sociale, spesso piuttosto profondi e di libera interpretazione”.

PENSI CHE IL NUOVO ALBUM POSSA CONTRIBUIRE A CREARE UNA NUOVA GENERAZIONE DI GRIND MANIACS?
“Sembrerebbe che la scena grind stia andando molto bene così com’è al momento, ma è certamente possibile che se una band leggendaria come i Brutal Truth immettano sul mercato nuovo materiale, potrebbero portare nuova gente ad interessarsi al grind. Brindiamo a questa ipotesi…”.

COSA NE PENSI DELLA RISTAMPA DEL VOSTR EP “FOR DRUG CRAZED GRINDFREAKS ONLY!”?
“E’ una buona cosa che quella registrazione così estrema possa ancora essere disponibile per la gente. E’ un live in studio registrato in Nuova Zelanda e risalente al 1998, quando tenemmo il nostro ultimo tour; contiene del materiale incredibilmente veloce. Niente di nuovo quindi ma la velocità di esecuzione è davvero pazzesca”.

COSA STAI ASCOLTANDO ULTIMAMENTE?
“Solamente i passaggi ritmici delle nuove tracce dei Brutal Truth e Beethoven”

QUAL E’ STATO L’ALBUM CHE HA AVUTO MAGGIORE IMPATTO SULLA TUA GIOVINEZZA?
“Sicuramente il greatest hit dei Black Sabbath che mi sono regalato come regalo per il diploma nel giugno 1979”.

NEGLI STATI UNITI SIAMO GIUNTI AD UN PUNTO DI SVOLTA: PENSI DAVVERO CHE OBAMA POSSA CAMBIARE LE COSE NEL TUO PAESE?
“Assolutamente si! Gli ho dato il mio voto. Sembra molto intelligente, colto e preparato, a differenza dell’idiota che avevamo al potere prima di lui. Spero solo che non venga ucciso da un redneck (termine intraducibile che indica un abitante del sud degli Usa, generalmente zotico, razzista e conservatore, ndR.)”.

COME VORRESTI ESSERE RICORDATO?
“Come uno che musicalmente ha sempre fatto ciò che voleva senzaa preoccuparsi di diventare ricco o di cosa pensasse la gente”.

ABBIAMO FINITO, GRAZIE PER L’INTERVISTA. VUOI SALUTARE I TUOI FAN ITALIANI?
“Con piacere. Grazie mille a tutti i fottuti grindfreakers italiani che esprimono il loro entusiasmo con una passione ineguagliata…the italian way! Ancora una volta vi prometto che adorerete il nostro nuovo album in uscita quest’ anno. A presto ragazzi, ciao!”.

BRUTAL TRUTH – EXTREME CONDITIONS DEMAND EXTREME RESPONSES

BRUTAL TRUTH - Extreme Conditions Demand Extreme Responses
“Extreme Conditions Demand Extreme Responses” ha creato un certo scompiglio nella scena estrema quando uscì nel 1992 ed ancora oggi rappresenta un ottimo esempio di grind sicuramente canonico ma composto e suonato come Dio comanda, con una ferocia che non è mai fine a se stessa ma è frutto di un intelligente lavoro di songwriting. La fase uno del grindcore si stava spegnendo, i Terrorizer erano solo un ricordo, i Napalm Death ed i Carcass stavano iniziando a sterzare dalle coordinate originarie, quindi l’esordio dei Brutal Truth ha rappresentato una vera manna dal cielo per i grindfreak sparsi per il globo. Le coordinate stilistiche della musica dei nostri sono piuttosto semplici ma non per questo poco efficaci: alternanza di blast beat velocissimi e rallentamenti molto pesanti; vocals al vetriolo, sia growl che scream; niente fronzoli e testi tesi alla denuncia dello stato esistente delle cose ed antisistemici. Dan Lilker è sinonimo di qualità e attorno a sé riesce a costruire una formazione che risulterà estremamente congeniale alle sue idee musicali. Ad emergere prepotentemente è il singer Kevin Sharp, con il suo stile che coniuga il death ed il grind, il suo growling catarroso che contrasta con lo screaming ficcante del bassista. L’album scorre via in maniera ottimale, senza perdere nemmeno un colpo per strada ma, unico neo, senza nemmeno una traccia che spicchi con prepotenza sulle altre; certo, brani quali “Birth Of Ignorance”, “Ill-Neglect” o la violentissima “Walking Corpse” rimarranno nella storia del genere, ma è tutto il lavoro a godere di una robustezza tale che è giusto considerarlo nel suo insieme. La matrice hardcore non è preponderante ma è ben udibile, soprattutto in certe ritmiche ed in determinati passaggi di batteria ad opera di Scott Lewis: sono soprattutto i Discharge e la scena newyorkese le principali influenze extra metal dei nostri. Da segnalare anche i quattro secondi di “Collateral Damage”, rimasti famosi in quanto la band ebbe la fulminante idea di farne un videoclip che è stato inserito nel Guinness Book of Records come clip più breve della storia. In definitiva “Extreme Conditions Demand Extreme Responses” può essere a tutti gli effetti considerato come una pietra miliare del grind, anche se i ragazzi, solamente due anni più tardi, riusciranno addirittura a fare meglio con il monumentale “Need To Control”.

BRUTAL TRUTH – NEED TO CONTROL

BRUTAL TRUTH - Need To Control
Dopo essere stati osannati per il loro esordio “Extreme Conditions Demand Extreme Responses” i Brutal Truth, con un coraggio da leoni, invece di continuare sulla strada che li ha resi famosi, mischiano le carte in tavola e se ne escono con “Need To Control”. Correva l’anno 1994 e, per i tempi, questo lavoro era realmente rivoluzionario. Le basi grind sono ancora ben presenti nel suono dei nostri, ma vengono arricchite da sonorità che vanno dal noise all’industrial, passando per lo sludge. In apertura troviamo infatti la magnifica “Collapse” brano di oltre cinque minuti lento e pesantissimo che ha lasciato interdetto be più di un fan. Dalla successiva “Black Door Mine” ritroviamo la band incazzata e violenta dell’album precedente, se possibile ancora più carica e con la componente crust core che prende decisamente il sopravvento su quella prettamente metal. In “Need To Control”, oltre alla già citata opener, vi sono dei brani letteralmente leggendari, quali “Godpalyer”, “I See Red” e “Choice Of A New Generation”. In “Godplayer” i ragazzi giocano con il noise e con il death metal e producono un brano cadenzato e maligno che si tramuta poi nella canonica sfuriata grind. “Choice Of A New Generation” è diventata una sorta di hit per la band ed in effetti, pur essendo un brano velocissimo, riesce a risultare quasi orecchiabile posto nel contesto dell’album! Il vero capolavoro però è “I See Red”, dove i newyorkesi riescono a mischiare grind e punk in maniera strabiliante, che ancora oggi colpisce per la modernità della proposta. Da segnalare anche dei brani prettamente industrial che contribuiscono ad aumentare il senso di angoscia generato dalla musica dei Brutal Truth. Ogni traccia ha una sua propria logica all’interno di “Need To Control”, perfino la cover dei The Germs “Media Blitz” che vede la presenza di Mike Williams dei grandissimi EyeHateGod dietro il microfono; la coesione generata dalle singole tracce, unita ad un artwork meraviglioso e ad un concept che essenzialmente preferisce guardare alle miserie dei singoli che non a quelle della collettività rende questo secondo capitolo della discografia di Lilker e soci una pietra miliare della musica estrema e il sicuro picco della ancor breve carriera della band.

BRUTAL TRUTH – SOUNDS OF THE ANIMAL KINGDOM / KILL TREND SUICIDE

BRUTAL TRUTH - Sounds Of The Animal Kingdom / Kill Trend Suicide
“Still not loud enough, still not fast enough”: con queste parole si apre il mastodontico “Sound Of The Animal Kingdom”, ultimo full length pubblicato dai grandissimi Brutal Truth nell’oramai lontano 1997 e qui ristampato dalla Relapse insieme all’EP “Kill Trend Suicide”, risalente ad un anno prima. Senza fare sciocca dietrologia, si può tranquillamente dire che i Brutal Truth sono stati uno dei gruppi più importanti ed influenti degli anni ’90. Creati da Dan Lilker, già membro di Anthrax, S.O.D. e Nuclear Assault, i nostri, grazie ad un songwriting sempre ispirato e ad una foga distruttiva che all’epoca aveva pochi rivali, riuscirono in poco tempo a conquistare pubblico e critica con la loro miscela violentissima di grind, death e hardcore, partorendo capolavori come “Extreme Conditions Demands Extreme Responses” e “Need To Control”. Bene ha fatto la Relapse a dedicarsi al qui presente lavoro, essendo a tutti gli effetti l’album più completo della band. Ai tempi della sua uscita, vuoi per la copertina non eccellente, vuoi perché ai tempi il black riscuoteva maggiori consensi in campo estremo, “Sound Of The Animal Kingdom” non ebbe la risonanza che meritava, finendo per essere considerato da più parti come un album minore. E’ qui invece che la musica di Lilker e compagnia si completa naturalmente, aggiungendo ad un songwriting sempre estremamente brutale degli elementi jazzati e noise in precedenza appena accennati. In questo lavoro non c’è una nota fuori posto, dai riff di chitarra di Jody Roberts alla sezione ritmica con il basso dell’istrionico Dan spesso in primo piano e la batteria di Rich Hoak a fargli da spalla ideale, fino ad arrivare alle corde vocali affilate di Kevin Sharp, grande growler e maestro dello screaming. Riascoltando adesso il lavoro si resta impressionati dalla freschezza di tracce quali “Dead Smart” o “Jemenez Cricket”, tanto per citarne un paio, e se ci si ferma a pensare vengono in mente tanti nomi divenuti celebri negli anni che devono tanto a questo lavoro. A chiudere poi quella mazzata sulle gengive che risponde al nome di “Kill Trend Suicide”, vera e propria perla death grind anch’essa da riscoprire. Se non fosse una ristampa sarebbe in lizza per uno dei primi tre posti della classicissima classifica di gradimento di fine anno. Enormi e fondamentali.

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