DREAM THEATER: Lost Not Forgotten – Official Bootleg Series

Pubblicato il 29/10/2022

A cura di Carlo Paleari

I live album sono una di quelle categorie che tendono a dividere il pubblico: c’è chi li considera accessori, utili giusto ad assolvere obblighi contrattuali, e chi invece li considera il perfetto biglietto da visita per conoscere una band e una fotografia preziosa di un momento storico ben preciso (al netto di manipolazioni e post-produzione). Posizioni sensate in entrambi i casi, che lasciano ampio spazio alla sensibilità di ciascuno. Chi vi scrive, tanto per chiarirci, ricade senza ombra di dubbio nella seconda categoria di ascoltatori: godersi un buon live, soprattutto di formazioni che sanno lavorare sugli arrangiamenti, improvvisare e sparigliare le carte in tavola, sera dopo sera, magari cambiando scaletta e stupendo il proprio pubblico, rappresenta a tutti gli effetti il miglior surrogato possibile di una vera esperienza dal vivo. I più ossessionati, poi, non si limitano a questo, ma si buttano felici anche nell’infinito mare dei bootleg, ufficiali o meno. I Dream Theater, attraverso la loro etichetta Ytse Jam, avevano già pubblicato diversi reperti d’archivio, materiale dal vivo e in studio che oggi trova nuova vita grazie a queste riedizioni pubblicate da Inside Out. In questo articolo, dunque, vi presentiamo una panoramica di tutti gli official bootleg dal vivo già disponibili nel catalogo Inside Out.

IMAGES AND WORDS – LIVE IN JAPAN, 2017

Tracklist: Pull Me Under / Another Day / Take the Time / Surrounded / Metropolis – Part 1: “The Miracle and the Sleeper” / Under a Glass Moon / Wait for Sleep / Learning to Live

Questo nostro viaggio tra le performance dal vivo dei Dream Theater non può che partire così, con il disco più conosciuto e, probabilmente, più amato della band. Nel 2017, il quintetto americano decise di portare sul palco tutto “Images And Words”, mandando in visibilio la propria fanbase. In questo live, dunque, troviamo una registrazione catturata al celebre Budokan di Tokyo, per una performance di altissimo livello che rende giustizia al capolavoro del 1992. Chiaramente la formazione dei Dream Theater non è quella storica e diventa quindi interessante anche vedere l’interpretazione fatta da Rudess e Mangini delle parti di Moore e Portnoy, così come la resa dei componenti storici a distanza di venticinque anni dalla performance originale. Possiamo quindi gustarci un Petrucci particolarmente ispirato nel lungo assolo di “Take The Time”, la passerella ritmica di Mike Mangini nel mezzo di “Metropolis pt.1”, fino ad arrivare agli svolazzi pianistici di Rudess che si ritaglia una bella introduzione prima della delicata “Wait For Sleep”. Tutto sommato buona anche la resa canora di James LaBrie, che tornerà spesso come pomo della discordia in questo nostro excursus, ma a cui dobbiamo necessariamente concedere delle attenuanti, vista l’oggettiva difficoltà di alcuni passaggi su uno strumento, quello delle corde vocali, che per forza di cose è quello più esposto all’usura del tempo. Restano invece immortali le canzoni, che diventano ancora più convincenti ascoltate una di fila all’altra: solo in questo modo è possibile apprezzare a pieno l’equilibrio di un lavoro che ha davvero sintetizzato tutte le caratteristiche che hanno reso celebre la band americana.

A DRAMATIC TOUR OF EVENTS – SELECTED BOARD MIXES

Tracklist: Under A Glass Moon / Forsaken / Peruvian Skies / Endless Sacrifice / Drum Solo / YtseJam / The Great Debate / Another Day / Through My Words / Fatal Tragedy / To Live Forever / Learning To Live / The Count of Tuscany / As I Am

Il secondo capitolo di questa raccolta ci fa fare un piccolo balzo indietro nel tempo: torniamo al 2012 e al tour di supporto ad “A Dramatic Turn Of Events”. Il live album, però, non contiene estratti da quell’album, ma si concentra invece sul resto della scaletta di quell’anno, attraversando gran parte della carriera dei Dream Theater. Dal passato remoto della band viene recuperata “To Live Forever”, un brano che risale ai tempi del debutto, lo strumentale “Ytse Jam”, sempre entusiasmante nei suoi incastri degni di un orologio di alta fattura, fino ad arrivare a classici assoluti come “Under A Glass Moon”, “Another Day”. “Learning To Live” o la splendida “Fatal Tragedy”. La performance strumentale della band è sempre stellare, mentre James LaBrie appare un bel po’ in difficoltà sui brani più sfidanti, trovandosi invece molto più a suo agio in brani come “Forsaken” o “Endless Sacrifice”. Nella scaletta trova spazio anche la mastodontica suite “The Count Of Tuscany”, mentre l’arrivo del nuovo batterista Mike Mangini viene celebrato con un lungo drum solo (a dir la verità piuttosto superfluo). Essendo composto da brani sparsi raccolti lungo tutto il 2012, la progressione di questi non rappresenta la scaletta media di quell’anno e quindi, contrariamente ad altre uscite, il tutto si avvicina molto di più ad una sorta di ‘best of’ dal vivo: una scelta che i puristi dei live album potrebbero non apprezzare. Un esempio pratico è il primo brano proposto, “Under A Glass Moon”, che in realtà veniva suonata all’epoca come encore, con tanto di “goodnight!” urlato al pubblico. Piccoli dettagli, ma contano anche quelli.

MASTER OF PUPPETS – LIVE IN BARCELONA, 2002

Tracklist: Battery / Master Of Puppets / The Thing That Should Not Be / Welcome Home (Sanitarium) / Disposable Heroes / Leper Messiah / Orion / Damage, Inc.

A partire dal 2002, i Dream Theater diedero il via ad una serie di date speciali, che diventarono celebri e che, lo ricordiamo bene, fecero fremere non poco i fan della band. In occasione di date in cui la band si trovava a suonare per due sere consecutive nella stessa città, capitava, in maniera piuttosto casuale, che i quattro scegliessero di omaggiare un grande album del passato, suonandolo nella sua interezza. A dare il via a questi eventi fu “Master Of Puppets”, suonato per intero a Barcellona, il 19 febbraio del 2002: oggi possiamo riascoltare questa performance anche su disco. Questa esibizione – è importante sottolinearlo – è un vero e proprio omaggio, non una rielaborazione o una reinterpretazione: il classico dei Metallica viene riproposto in maniera molto fedele, pur dovendo sottostare a delle limitazioni date dalla diversa formazione. James LaBrie si trova piuttosto a suo agio nel range vocale di Hetfield, e naturalmente tutti gli strumentisti sono perfettamente in grado di suonare l’album nota per nota – anche se, bisogna dire, la pennata di Hetfield non è facilmente riproducibile, anche per un maestro come Petrucci. Non stupisce trovare la tastiera in secondo piano, con Rudess che si limita a sopperire all’assenza della seconda chitarra, mentre ci è parso molto sottotono il basso di Myung, penalizzato in parte da una registrazione che rientra comunque nella sfera dei bootleg (per quanto ufficiale). Un’uscita interessante e gustosa, comunque; più coinvolgente e unica per chi l’ha potuta vivere dal vivo e certamente non imperdibile su disco, ma comunque capace di incuriosire chi volesse ascoltare i Dream Theater in un contesto diverso dal solito.

LIVE IN NYC – 1993

Tracklist: Metropolis – Part 1 (The Miracle and the Sleeper) / A Fortune in Lies / Under a Glass Moon / Surrounded / Ytse Jam / Drum Solo / To Live Forever / Take the Time / Eve / Pull Me Under / Another Day / Another Hand / The Killing Hand / A Change of Seasons / Wait for Sleep / Learning to Live

Se dovessimo incoronare il miglior live album di questa selezione, senza ombra di dubbio la nostra scelta cadrebbe su questo concerto, registrato a New York nel marzo del 1993. La fotografia che ci troviamo fra le mani è quella di una band all’apice, per ispirazione, capacità strumentale ed energia. Il tour era quello di “Images And Words”, che viene proposto nella sua interezza. Già questo sarebbe sufficiente per rendere appetibile l’acquisto, ma il tutto diventa ancora più interessante grazie ad una serie di chicche come “Eve”, “To Live Forever” ed “Another Hand”. Naturalmente non possono mancare alcuni tra i momenti più interessanti del debutto, come “The Ytse Jam” o “A Fortune In Lies”, ma il picco viene raggiunto con l’esecuzione integrale della prima versione di “A Change Of Seasons”, la celebre suite che venne poi pubblicata solo due anni dopo, nel settembre del 1995. La stratosferica performance di tutti i musicisti coinvolti, la scaletta praticamente perfetta ed una qualità sonora di tutto rispetto, rendono questo live un appuntamento imperdibile per i fan della band. Col passare del tempo i Dream Theater sono diventati sempre più divisivi, spaccando la propria fanbase tra chi ha continuato a seguirli nelle loro evoluzioni e chi ha visto sparire progressivamente il sogno, in favore di formalismi intellettuali talvolta sterili. Qui, però, non c’è traccia di tutto questo: se cercate qualcosa che possa accontentare chiunque, dai fan storici delusi ai più fedeli appassionati, la scelta non può che ricadere su questo concerto.

WHEN DREAM AND DAY REUNITE (LIVE)

Tracklist: A Fortune in Lies / Status Seeker / Ytse Jam / The Killing Hand / Light Fuse and Get Away / Afterlife / The Ones Who Help to Set the Sun / Only a Matter of Time / To Live Forever / Metropolis – Part 1 (The Miracle and the Sleeper)

Arriviamo alla quinta pubblicazione live ed ancora una volta si tratta di un’occasione speciale. Nel 2004, a Los Angeles, i Dream Theater decisero di omaggiare il loro album di debutto, “When Dream And Day Unite”, suonandolo per intero. A parere di chi vi scrive, il primo album della band rappresenta uno di quei lavori ingiustamente adombrati da successori di maggior successo ed importanza storica: se è vero che un lavoro come il più volte citato “Images And Words” rappresenta ancora oggi uno dei vertici dell’intero movimento prog metal, è altrettanto vero come i Dream Theater fossero una band di invidiabile bravura fin dagli esordi. Con questo bootleg, possiamo quindi riascoltare brani che non venivano proposti dal vivo da tantissimo tempo, come “A Fortune In Lies”, “Status Seeker” o “Light Fuse And Get Away”. Tra i momenti degni di nota, segnaliamo sicuramente la sempre entusiasmante “Ytse Jam”, per arrivare in conclusione agli encore, prima “To Live Forever”, cantata assieme al primo frontman del gruppo, Charlie Dominici, e poi la classicissima “Metropolis pt.1”, che vede, oltre al già citato Dominici, anche la presenza di Derek Sherinian. Ci spiace essere ripetitivi, ma anche in questo caso, l’anello debole della catena risulta essere LaBrie, che fatica a portare a casa un risultato dignitoso, sintomo di un calo di performance già presente in quei primi anni del nuovo millennio.

THE NUMBER OF THE BEAST (2002)

Tracklist: Invaders / Children of the Damned / The Prisoner / 22, Acacia Avenue / The Number of the Beast / Run to the Hills / Gangland / Hallowed be thy Name

Dopo aver omaggiato “Master Of Puppets”, è il turno di un secondo classico immortale dell’heavy metal. Parliamo ovviamente di “The Number Of The Beast” degli Iron Maiden, registrato durante la tappa parigina del tour del 2002. Cercheremo di non ripeterci, ma sostanzialmente le considerazioni che abbiamo scritto per “Master Of Puppets” possono essere replicate quasi parola per parola anche per questa uscita: anche in questo caso abbiamo a che fare con un omaggio sentito e onesto, fatto per dare un taglio diverso ad una serata e che sicuramente avrà infiammato la platea. Le partiture dei Maiden non sono certo una sfida per una band del calibro dei Dream Theater e la band suona nota per nota il disco senza sforzo. Eppure basta ascoltare la versione originale o le registrazioni dal vivo successive per accorgersi di come gli Iron Maiden avessero un tiro dal vivo che a conti fatti finisce per adombrare la performance precisa dei Dream Theater. Anche in questo caso abbiamo un Jordan Rudess in secondo piano, utile a sopperire l’assenza di una seconda chitarra e a ritagliarsi qualche assolo, ma il grosso del lavoro resta comunque nelle mani di Petrucci e nella batteria di Portnoy. Non male il cantato di LaBrie, che certamente non è Bruce Dickison, ma porta comunque a casa un risultato dignitoso, andando in sofferenza giusto nei passaggi più acuti di “The Prisoner” o di “Run To The Hills”. Segnaliamo infine un’anomalia in questa serie di omaggi, rappresentata da “Gangland”, l’unico episodio che non viene suonato in maniera fedele, ma che viene invece trasformato in una sorta di blues jazzato, con Jordan Rudess al piano che, finalmente, può prendersi il suo spazio, correndo sui tasti d’avorio.

…AND BEYOND – LIVE IN JAPAN, 2017

Tracklist: The Dark Eternal Night / The Bigger Picture / Hell’s Kitchen / The Gift Of Music / Our New World / Portrait Of Tracy / As I Am

Abbiamo già parlato in apertura del tour del 2017, con la sua riproposizione integrale di “Images And Words”, torniamo ora al medesimo tour con il disco che contiene invece il primo set di quel concerto, registrato sempre al Budokan di Tokyo. Inutile girarci intorno, tra i due dischi, sicuramente quello con “Images And Words” risulta più interessante e gustoso, ma anche “…And Beyond” ci regala qualche chicca di grande interesse. Se siete tra coloro che apprezzano anche la carriera più recente della band, qui troverete diversi estratti da “The Astonishing”, “A Dramatic Turn Of Events” e “Dream Theater”; chi vi scrive, invece, ha trovato molto più gustose le riproposizioni di brani come “The Dark Eternal Night”, giustamente messo in apertura, “Hell’s Kitchen”, da quel gioiello di “Falling Into Infinity”, fino ad arrivare ad “As I Am”. Quest’ultima, già di suo fortemente influenzata dai Metallica, offre in questa versione una citazione diretta di “Enter Sandman”, un omaggio doveroso che si armonizza perfettamente nella trama strumentale del pezzo. Interessante, infine, l’inclusione dell’assolo di basso di John Myung, che omaggia il maestro Jaco Pastorius con la sua “Portrait Of Tracy”. Una buona uscita, quindi, che unita a quella iniziale dedicata al classico per eccellenza della band, va di fatto a costituire l’intero concerto al Budokan, con la ‘sola’ eccezione della suite “A Change Of Seasons”, all’epoca proposta come encore.

LIVE IN BERLIN (2019)

Tracklist: Untethered Angel / A Nightmare to Remember / Fall into the Light / Peruvian Skies / Barstool Warrior / In The Presence of Enemies, Pt. 1 / Scene Seven: I. The Dance of Eternity / Lie / Pale Blue Dot / As I Am

Siamo quasi alla fine di questo excursus nell’archivio dei Dream Theater e torniamo ad una data recente: era l’estate del 2019 e la band stava girando l’Europa con una serie di concerti di supporto a “Distance Over Time”. Trattandosi di date estive, come spesso accade in questi casi, la band puntava su una scaletta più corta, adatta al contesto dei festival, che anche in Italia abbiamo potuto apprezzare nell’edizione di quell’anno del Rock The Castle. La data registrata per l’occasione è quella di Berlino e le dieci tracce che compongono questo disco coprono l’intera setlist proposta. Protagonisti sono ovviamente i brani dell’ultimo album, da cui vengono estrapolati ben quattro brani su dieci, mentre il resto della selezione, può vantare una potentissima “A Nightmare To Remember”, un’elegante versione di “Peruvian Skies”, l’eccezionale “Lie”, per chiudere poi con “As I Am”, un brano che anno dopo anno è riuscito a ritagliarsi un ruolo primario nella discografia dei Dream Theater, diventando uno degli appuntamenti fissi nelle esibizioni della band. Il punto più alto, però, arriva con l’unico estratto da “Scenes From A Memory”, ovvero “The Dance Of Eternity”, vero e proprio compendio della visione artistica della band americana. Un buon capitolo degli archivi perduti, che però perde il confronto con un’altra uscita ufficiale della band: nello stesso anno, infatti, i Dream Theater si imbarcarono, a partire dall’autunno, in un tour mastodontico che vedeva la perfomance di tutto “Scenes From A Memory”, pubblicato poi in un lussuoso artbook intitolato “Distant Memories”, che vi abbiamo presentato anche in una delle puntate dei nostri unboxing.

MADE IN JAPAN – LIVE (2006)

Tracklist: Highway Star / Child in Time / Smoke on the Water / The Mule / Strange Kind of Woman / Lazy / Space Truckin’

E’ possibile coverizzare un live album, invece che un disco in studio? Certamente, soprattutto se questo live album risponde al nome di “Made In Japan”, un disco seminale, uno dei più influenti live album di tutti i tempi ed una vetta artistica per i Deep Purple. L’importanza della band inglese nella formazione dei Dream Theater è evidente e non stupisce vedere la band americana rendere omaggio ad un lavoro di questo tipo: i Deep Purple rappresentavano in quegli anni il massimo in termini di tecnica, esecuzione e virtuosismo, e i loro live set erano un concentrato di genio, improvvisazione, padronanza degli strumenti ed un catalogo di canzoni semplicemente perfetto. Diventa interessante, quindi, ascoltare questa rilettura di “Made In Japan”, che riesce ad essere fedele eppure totalmente opposta alla sua versione originale. Non parliamo della sequenza di note, ma di qualcosa di più profondo: come abbiamo detto, i concerti dei Deep Purple erano delle istantanee irripetibili, ogni sera era diversa dalla precedente e i musicisti sul palco, Blackmore in primis, lasciavano libero sfogo alla propria creatività. Assistere ad un loro concerto equivaleva a vedere nascere sul palco qualcosa che, fino a pochi istanti prima, non esisteva. La versione dei Dream Theater, invece, punta ovviamente ad altro: lo stupore dell’ascoltatore è più simile a quello di chi osserva il ritrattista capace di riprodurre volti e paesaggi, nel dettaglio e con (apparente) facilità e naturalezza. Date le premesse, dunque, evitiamo il più possibile di fare paragoni tra le due performance: si tratta comunque di un omaggio rispettoso, e come tale lo prendiamo. Ogni altra considerazione rischierebbe di diventare impietosa e fuori contesto.

Ci fermiamo qui, dunque, In attesa dei prossimi capitoli dagli archivi dei Dream Theater, che immaginiamo continueranno ad essere pubblicati grazie al supporto di Inside Out. Il materiale è abbondante, adatto a tutti i gusti: fan di vecchia data parzialmente delusi, fedeli seguaci del Teatro del Sogno, o più anche solo appassionati di Iron Maiden, Metallica e Deep Purple curiosi di sentire una versione diversa dei propri album preferiti. A voi la scelta!

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