Nel corso di una nuova intervista con Danielle Bloom (all’interno del “The Danielle Bloom Podcast”), al bassista degli EXODUS Jack Gibson è stato chiesto quale consiglio darebbe ai musicisti che stanno appena iniziando a suonare, come pure a quelli che, forse, si sono un po’ disillusi a questo punto della loro carriera.
“Non so cosa dire ai giovani musicisti di oggi, perché sono stanco. E non è solo questo, è che non esiste più un business musicale. Quando ero giovane, c’era un percorso, c’erano dei passi da fare: mettevi insieme la tua band, mettevi insieme la tua musica, iniziavi a cercare concerti e se riuscivi ad attirare persone, il passo successivo era che le etichette si sarebbero interessate a te. Gli fornivi il tuo pacchetto promozionale e poi cercavi di farti mettere sotto contratto, di fare dischi e venderli. Ora quei passi non esistono più. Ora il percorso è avviare una band, o addirittura una vera band non serve. Serve diventare virali. Non so come si fa. Non chiedermi come cazzo si fa. Ho più di cinquant’anni. Non so come fare quella roba. È un mistero per me. Non so come le cose diventino popolari ora, a parte la fortuna. Quindi non lo so.
Qui a Nashville, dove vivo ora, i giovani musicisti, me lo chiedono sempre. E mi sento un po’ uno stronzo quando rispondo ‘Ragazzi, non lo so.’ Non so cosa faccia funzionare le cose. Non so perché questa o quell’altra band sia diventata popolare. E non sto dicendo che non siano brave; semplicemente non so perché quelle siano quelle che si distinguono dalle altre in questo momento. Mi sembra tutto più o meno uguale. Immagino che sia perché sono semplicemente vecchio. Ma non so che direzione dare a nessuno.
Non c’è più business. Una volta che hanno iniziato a regalare la musica, non c’è stato più business. Non vendiamo un cazzo di disco. Se non usciamo e vendiamo magliette, non facciamo soldi. Io sono un venditore di magliette. Non sono un musicista. Sono letteralmente un venditore ambulante di cianfrusaglie. Questo è quello che facciamo. Suoniamo musica per cercare di portare la gente al banco e vendere loro la nostra fottuta roba con qualcosa stampata sopra. Questo è il business. Se non riesci a riempire un locale e avere certi numeri su Internet, allora non sei nessuno. E da un giorno all’altro, perderemo tutti il lavoro a causa di questi fottuti robot. Una volta che l’intelligenza artificiale capirà come fare musica che piace alla gente, nessuno ci pagherà più per fare un cazzo”.
Quando infine, Bloom ha espresso la sua convinzione che le persone saranno sempre interessate a vedere musica dal vivo eseguita da esseri umani, Gibson ha spiegato:
“Beh, è vero. Ma in questo momento la maggior parte del business musicale non è questo; la maggior parte riguarda licenze e jingle commerciali, editing musicale e registrazione musicale… Ci saranno cinquanta persone là fuori che faranno musica che interessa alla gente e che non potrà essere riprodotta. E poi il resto… Tipo, chi pagherà qualcuno per scrivere musica per un film? O pagherà un’orchestra, pagherà sessanta persone per venire a eseguirla quando un tizio può semplicemente inserire qualche comando in un computer? E non ci accorgeremo della fottuta differenza. Le cose stanno cambiando così velocemente che non so davvero cosa dire”.
Gli EXODUS intraprenderanno un tour europeo a partire dal prossimo 26 luglio. La band farà tappa anche in Italia, in occasione della Festa di Radio Onda d’Urto, a Brescia, lunedì 19 agosto .