GAMMA RAY: 30 Years Of Amazing Awesomeness

Pubblicato il 28/08/2020

A cura di Carlo Paleari

Pur essendo circondati da formazioni che hanno (comprensibilmente) provato a percorrere la strada del live streaming per affrontare quest’annata priva di concerti, fino ad ora non ce n’eravamo ancora occupati con un articolo dedicato. Chi vi scrive, ad esempio, non ha passato questi mesi rincorrendo esibizioni arrabattate con chitarre acustiche nel salotto di casa, oppure, nella migliore delle ipotesi, con 4-5 webcam in splitscreen per riunire componenti chiusi nelle proprie abitazioni, preferendo piuttosto aspettare con pazienza l’arrivo di tempi migliori, che potranno consentirci nuovamente di vivere le vere emozioni della nostra musica dal vivo. Abbiamo però fatto un’eccezione in occasione della performance che i Gamma Ray hanno tenuto nella giornata del 27 agosto 2020 per celebrare il loro trentennale. I motivi per non perdersi questo evento erano molteplici. In primo luogo, perchè la band aveva sospeso la propria attività a causa della reunion di Kai Hansen con gli Helloween, che, per quanto graditissima, ha lasciato a bocca asciutta i numerosi fan dei Gamma Ray. Hansen e soci, inoltre, hanno deciso per l’occasione di fare le cose in grande, salendo sul palco dell’ISS Dome di Dusseldorf con una produzione completa: luci, maxischermi, proiettori, un palco decisamente ampio e otto telecamere a seguire ogni movimento dei musicisti. Se a questo aggiungiamo la presenza di Ralf Scheepers in veste di ospite speciale, diventa evidente come la serata fosse una di quelle da non perdere.

Ci colleghiamo al portale WorldWideLive pochi secondi prima dell’inizio del concerto, con le note di “Induction” ad accompagnare l’ingresso della band. Il tempo di regolare volume e qualità dello streaming ed eccoci subito catapultati in una doppietta composta dalla veloce “Dethrone Tyranny” e da una possente “New World Order”. Al centro del palco un sempre sorridente Kai Hansen, che appare un po’ appesantito da questi mesi di inattività, ma che compensa con quella sua giocosa capacità di coinvolgere il pubblico, seppur di fronte ad un’arena vuota. Michael Ehré picchia con energia dietro le pelli, Dirk Schlächter non si risparmia confermandosi la figura più coinvolgente sul palco dopo lo stesso Kai, mentre, come sempre, resta più defilato il buon Henjo Richter, che macina riff e assoli nelle retrovie. Ad affiancare Kai alla voce, infine, abbiamo ancora Frank Beck, ormai fondamentale per mantenere uno standard di qualità che il chitarrista non potrebbe più sostenere anche dietro al microfono.
La prima parte dello show dei Gamma Ray scorre via liscia, senza particolari picchi, complice la scelta di prediligere la sua produzione più recente, con brani come “Avalon”, “Master Of Confusion” ed “Empathy”. Questo però ci permette di fare qualche considerazione sulla performance e sulla resa sonora del concerto: il gruppo è compatto, la regia professionale e dinamica, sebbene la qualità delle immagini non sempre sia perfetta. Qualche problema in più, invece, lo riscontriamo nell’audio, con un mix non sempre bilanciato, che penalizza tantissimo la chitarra di Richter, letteralmente sovrastata da quella di Hansen. Apriamo invece una parentesi su Frank Beck, artista professionale e umile, che però continua a non sembrarci la soluzione ideale per i Gamma Ray. E’ evidente come Kai Hansen sia (e voglia essere) il vero frontman della band, con Beck che finisce per forza di cose ad essere relegato ad un ruolo di poco superiore ad un corista anarchico, certamente non vincolato all’immobilità dietro ad un’asta del microfono sullo sfondo, ma nemmeno libero di essere veramente protagonista della performance. Beck, infatti, pur essendo certamente un buon cantante, manca di quel carisma capace di fare davvero la differenza e la cosa appare ancora più evidente quando, conclusi due grandi classici come “Rebellion In Dreamland” e “Land Of The Free”, sul palco sale l’ospite speciale della serata, Ralf Scheepers.
Il cantante catalizza subito l’attenzione su di sè, interagendo con il resto della band e regalandoci un tuffo nel passato dei Gamma Ray con brani come “Lust For Life” o la splendida “One With The World”. Pur non essendo più un giovincello, Scheepers rende ancora alla grande sul materiale del Raggio Gamma, affidandosi giusto a qualche delay per sorreggere gli acuti più arditi. Manca ovviamente quell’affiatamento figlio di anni passati a condividere lo stesso palco, ma sia Ralf che Kai sembrano contenti di essersi ritrovati, anche se solo per una sera, e un brano delicato ed emozionante come “The Silence” è il modo migliore per celebrare questo nuovo incontro. Il finale del concerto, invece, è ad appannaggio di un paio di lunghe composizioni: prima “Armageddon” e poi la mastodontica “Heading For Tomorrow”, che vede nuovamente salire sul palco Mr. Scheepers, prima di congedarsi definitivamente con una energica “Send Me A Sign”.  Con una durata complessiva di un’ora e quarantacinque minuti, gli spettatori possono dirsi soddisfatti, anche se, bisogna dirlo, aver ignorato completamente “Somewhere Out In Space” e “Insanity And Genius” in un concerto celebrativo della carriera dei Gamma Ray è una scelta che grida vendetta. Kai, intanto, ringrazia tutti coloro che hanno partecipato, con la speranza di ritrovarci il prima possibile in un vero contesto live.

Prima di concludere, non possiamo esimerci dal tirare le somme su questa anomala tipologia di fruizione. Partiamo dalla considerazione più ovvia: un concerto in streaming non potrà mai eguagliare l’esperienza dal vivo, indipendentemente dalla qualità della tecnologia impiegata. Non è paragonabile per il pubblico e non lo è nemmeno per la band, che non potrà mai restituire la stessa energia che assorbe da una vera folla di fan in delirio. Emblematica (ma simpatica), in questo senso, la scenetta finale, quella dei saluti, con Kai che finge di buttare plettri in mezzo ad una platea invisibile, consapevole dell’assurdità della situazione. Al tempo stesso, però, se adeguatamente utilizzate, questo genere di piattaforme potrebbero anche trasformarsi in una risorsa per le band, non per soppiantare (per carità!) l’esperienza dal vivo, ma magari per rendere raggiungibile un evento unico o particolare, come è stato questo dei Gamma Ray, a persone provenienti da tutto il mondo. Per il momento questo ci ha permesso di vedere nuovamente Kai Hansen e Ralf Scheepers condividere lo stesso palco: chissà che da questa celebrazione non scatti quella scintilla che porti a qualcosa di più duraturo. Una cosa è certa: se mai ci sarà questa occasione, noi preferiremmo assistervi schiacciati contro le transenne che non in panciolle buttati sul divano.

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