INTRODUZIONE
5 e 6 giugno 2004, due date che non scorderete facilemente, infatti in quei giorni si terrà l’ottava edizione del GODS OF METAL, sicuramente l’evento metal più atteso dell’anno nella nostra penisola. Quest’anno vi attendono due giornate di fuoco (non per la temperatura), riff selvaggi, una valanga di watt che ogni anno registra la presenza di decine di migliaia di discepoli del metal. Quest’anno il GODS OF METAL ha deciso di cambiare location spostandosi all’Arena Parco Nord – Made In BO a Bologna e sul palco passeranno ben venti bands! Poteva mancare uno speciale di Metalitalia.com su un evento del genere ? assolutamente no! Infatti nelle prossime pagine troverete: il programma delle giornate per non perdervi nemmeno una band, l’elenco di tutte le band presenti (con una piccola introduzione per ognuna di esse), i prezzi dei biglietti e le rispettive prevendite (non vorrete per caso rimanere senza biglietto?), tutte le indicazioni per arrivare al luogo del concerto, alcune informazioni sui luoghi di riposo per le vostre povere, stanche membra sfinite dai concerti (ma siete sicuri di voler riposare?). NON CI RESTA QUINDI CHE AUGURARVI UNA BUONA LETTURA, E UN DEVASTANTE CONCERTO!IL PROGRAMMA
Sabato 5 giugno 2004
Arena Parco Nord, Bologna
GRUPPO | SHOWTIME |
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JUDAS PRIEST | 21.30-23.30 |
STRATOVARIUS | 19.50-21.00 |
U.F.O. | 18.25-19.25 |
NEVERMORE | 17.10-18.00 |
SYMPHONY X | 15.55-16.45 |
ANATHEMA | 14.40-15.30 |
RAGE | 13.45-14.15 |
TBA | 12.50-13.20 |
INTO ETERNITY | 12.00-12.25 |
DARK LUNACY | 11.15-11.40 |
Domenica 6 giugno 2004
Arena Parco Nord, Bologna
GRUPPO | SHOWTIME |
---|---|
ALICE COOPER | 21.30-23.30 |
TESTAMENT | 19.50-21.00 |
MOTORHEAD | 18.25-19.25 |
TWISTED SISTER | 17.10-18.00 |
WASP | 15.55-16.45 |
THE QUIREBOYS | 14.40-15.30 |
SODOM | 13.45-14.20 |
NAGLFAR | 12.50-13.20 |
STORMLORD | 12.00-12.25 |
DRAGONFORCE | 11.15-11.40 |
LE BANDS DEL 5 GIUGNO
JUDAS PRIEST
Site Web Ufficiale – http://www.judaspriest.com/
Dopoil fallimentare “Demolition” del 2001 erano incominciate a circolare leclassiche voci di corridoio riguardanti il rientro di Rob Halford.Conseguentemente, dopo un paio d’anni, il “Metal God” è rientrato nellaband britannica, al fine di riconquistare la notorietà di un tempo.Forti di un rinnovato contratto con la Columbia Records, un nuovo albumin cantiere e un tour mondiale, i nostri faranno di tutto per nondeludere le aspettative dei numerosissimi fan sparsi per il globo. Epensare che l’inizio carriera dei Priest non fu esaltante a livelloeconomico, e dopo il debut “Rocka Rolla” del 1974 – un discreto rockalbum impregnato di blues – i nostri sfornarono due anni dopo ilmagnifico “Sad Wings Of Destiny”, contenente classici intramontabilicome “Victim Of Changes”, “The Ripper” e “Tyrants”. Nel 1977 uscì “SinAfter Sin”, un buon disco di heavy metal nel quale spicca la fantastica”Sinner”. L’anno seguente è la volta di “Stained Class”, un lavoromaggiormente vigoroso dei precedenti, contenenti delle chicche come”Exciter”, poderosa speed song esaltata dallo screaming inarrivabile diHalford, e l’emozionante semi ballad “Beyond The Realms Of Death”.”Killing Machine” irrompe nel 1979 con una serie di canzonipregevolissime, come la tirata “Hell Bent For Leather”, l’accattivante”Delivering The Goods”, la granitica “Running Wild” e la profondaballad “Before The Down”. I Judas hanno conquistato una fama notevole eil tutto viene coronato con lo storico live “Unleashed In The East”,una pietra miliare nel genere. Le canzoni scelte sono di primissimoordine e sono eseguite con assoluta energia dal quintetto inglese,soprattutto dagli axemen Glenn Tipton e K.K.Downing che macinanoun’impressionante cascata di riff potenti che danno ulteriore vigorealle track eseguite in studio. Il 1980 si apre con un’altra pietramiliare, ossia: “British Steel”. Un lavoro formalmente perfetto,compatto e potente. Le anthemiche e catchy “Breaking The Law”, “LivingAfter Midnight”, “United”, sono l’esatto contrario delle veloci “RapidFire”, “Metal Gods”, “Grinder”, e “Steeler”, accontentando sia idefender sia chi ama sonorità più melodiche. Ed è proprio su queste chesi basa il successivo e controverso “Point Of Entry”. Controverso nonperché maggiormente melodico, ma perché sembra che la band abbia persolucidità nel comporre delle song degne del glorioso recente passato.Certo, non tutto è da buttare e “Heading Out To The Highway”, “DesertPlains e “Hot Rockin'” fanno la loro giusta figura nella discografiadei Priest, ma tuttavia questo lavoro rimane un episodio minore. IPriest capiscono di aver parzialmente sbagliato e l’anno seguentesfornano l’ottimo “Screaming For Vengeance”. Il sound della band tornasu territori a loro maggiormente congeniali e il risultato è diprimissimo livello. “Electric Eye”, la title track, “You’Ve Got AnotherThing Coming” sono brani duri e fantastici – pur non perdendo il sensodella melodia – amati tuttora dai fan di tutto il mondo. Intantol’heavy metal è esploso a livello planetario, e band come Iron Maiden,Motorhead, Metallica, Saxon e tante altre si sono imposte sul mercatodiscografico con dischi di altissima qualità, e i Judas Priest nel 1984sfornano il grandioso “Defenders Of The Faith”. “Frewheel Burning” è daantologia, con i suoi riff sparati a mille sorretti da una ritmicafuriosa e con la voce del “Metal God” sempre più potente. “Jawbreaker”e “Sentinel” sono canzoni splendide, valorizzate da refrainirresistibili e memorabili. Il 1986 è la volta di “Turbo”, un disco chespiazza totalmente i fan della band inglese: molti kids gridano altradimento, mentre i nostri cercano di allargare il target di pubblico,mirando a chi l’heavy metal lo ascolta poco o nulla. A nostro avvisol’album è un altro tassello irrinunciabile della band, pur essendoimprontato su sonorità catchy e iper effettate. La title track, “LockedIn” e “Out In A Cold” dimostrano la bontà del songwriting, dove ognisingola nota è studiata nei minimi dettagli al fine di raggiungere unsuccesso più vasto. Obiettivo centrato, visto che il tour di “Turbo” èun successone sull’onda del quale esce, l’anno seguente, l’ottimo livealbum “Priest Live”. Nel 1988 “Ram It Down” irrompe sul mercato,accontentando i metallari più conservatori, visto che torna a viaggiaresu sonorità classiche. Questo è il disco che dei Priest, assieme a”Demolition”, piace meno, vuoi per alcune song forzate e poco ispirate(“Heavy Metal”, “Love Zone”, “Hard As Iron”), vuoi per una coverreinterpretata in modo non eccellente (“Johnny Be Good”). Si salvanosolamente la velocissima title track e la splendida “Blood Red Skies”,una track anthemica di quasi otto minuti, dotata di uno dei migliorirefrain mai scritti dalla band. Finiscono gli anni ’80 e il batteristaDave Holland (in seno alla band da “British Steel”) lascia la band,sostituito dal mostruoso Scott Travis. Il nuovo decennio si apre con”Painkiller” e il risultato è meraviglioso. Una serie di canzonisplendide che partono dall’immortale title track, per passare allagranitica “Hell Patrol”, fino ad arrivare alla killer song “MetalMeltdown” e all’epica “Touch Of Evil”. I riff e gli assoli di chitarrasono di pregevolissima fattura, il lavoro dietro le pelli di Travis èinumano, e Halford spinge oltre il limite le sue capacità vocali. Ma,dopo il capolavoro, ecco la doccia fredda: Halford abbandona i Priest!La band si prende sette anni di riflessione prima di far uscire sulmercato il criticatissimo “Jugulator”, con il nuovo (e bravissimo)cantante Tim “Ripper” Owens. Innanzitutto quest’ultimo non è mai statoaccolto alla grande da tutto il pubblico, abituato alle acrobazievocali del Metal God. Per quanto mi riguarda egli interpreta le canzonicon ottimi risultati, pur avendo una voce diversa dallo storicocantante e “Blood Stained”, “Burn In Hell”, “Bullet Train” e “CathedralSpires” sono delle song riuscitissime e coinvolgenti. L’anno successivoesce il doppio discreto live “Meltdown ’98”, e bisogna pazientare finoal 2001 per ascoltare un nuovo lavoro da studio. “Demolition” si rivelaun disastro sia a livello commerciale, sia a livello artistico,gettando un’inquietante ombra sul futuro della band. Infatti, nel 2002esce un nuovo album dal vivo intitolato “Live In London”, che segna lafine della militanza di Tim Owens nei Judas Priest. Ora con il vecchiocantante nuovamente in formazione assisteremo sicuramente a live showdi altissimo livello: attendiamo con trepidazione il nuovo album,sperando che si tratti di un nuovo capolavoro e non di una manciata dicanzoni autocelebrative che affosserebbero le aspettative dei metal kidsparsi per il globo.
STRATOVARIUS
Sito Web Ufficiale – http://www.stratovarius.com/
U.F.O.
Sito Web Ufficiale – http://www.ufo-music.info/
Lastoria dei leggendari U.F.O. inizia nel 1969, quando il cantante PhilMogg, il batterista Andy Parker, il chitarrista Mick Bolton ed ilbassista Pete Way formarono la band, “rubando” il nome ad un famosoclub di Londra. Negli anni Settanta la band si è subito fatta notaregrazie ad il suo stile inconfondibile e ad un hard rock capace dipartorire album quali “UFO 1”, “Flyinf” e “UFO Live”. La svolta per laband arrivò nel 1973, anno che vide l’ingresso in line-up dell’exScorpions Michael Schenker. Con questa formazione la band diede allaluce dischi che ancora oggi sono considerati storia: parliamo di“Phenomenon”, “Force IT” e “No Heavy Pettin’”. Tali lavori contengonohit come ”Doctor Doctor” e “Shoot, shoot”, due autentiche perle di hardrock entrate di prepotenza nella storia della musica. La stessa sortetoccò al live “Strangers n The Night”, universalmente riconosciuto comeuno dei migliori dischi dal vivo mai usciti. Negli anni successivi, icontinui dissapori e gli scontri tra le personalità di Mogg e Schenkerdivennero insostenibili, così il chitarrista lasciò per la prima voltala band. Fu così che gli U.F.O. continuarono a sfornare dischi con unaline-up instabile fino a quando, nel 1995, la band tornò alla classicaformazione Mogg, Schenker, Way, Raymond e Andy Parker con il disco“Walk On Water”. Tale sodalizio durò solo un paio di release, tra cuiricordiamo il discreto “Sharks”, ed ancora una volta Schenker decise difare i bagagli. Pochi mesi fa gli U.F.O. sono tornati alla ribalta conil disco “You Are Here”, ed alla storica coppia Mogg/Way si sonoaggiunti il famoso guitar hero Vinnie Moore ed il batterista JasonBonham, figlio del ”bonzo” dei Led Zeppelin.
NEVERMORE
Sito Web Ufficiale – http://www.nevermore.tv/
Natiall’inizio degli anni ’90 dalle ceneri dei Sanctuary, band a ragionericonosciuta tra le fondatrici di una certa corrente power metalamericana, i Nevermore di Warrel Dane rappresentano ad oggi uno dei piùriusciti e felici connubi tra metal classico americano e tentazionithrash moderniste. Ad aprire alla band la strada della notorietà fu ilfortunato album “The Politics Of Ecstasy”, che seguiva un full lenghtdi debutto ed un EP, prodotto da Neil Kernon e sponsorizzato dallaCentury Media; questo lavoro di Dane e compagni, datato 1996, permiseai Nevermore di farsi notare dal pubblico europeo, all’epoca espostoalla rinascita del power metal neoclassico, costituendo di fatto una“terza via” legata tanto ai suoni tradizionali quanto allasperimentazione. Con gli album successivi (“Dreaming Neon Black” e“Dead Heart In A Dead World”) i Nevermore hanno affinato le proprieabilità compositive, mettendo in luce una vena malinconica, legatasoprattutto alla drammaticità interpretativa di Dane, che ha dato modoalla band di sviluppare soluzioni armoniche sempre più personali. Conl’ultimo “Enemies Of Reality”, i Nevermore hanno consolidato la proprianotorietà ed il proprio status di band trasversale presso le piùdisparate fazioni di fan.
SYMPHONY X
Sito Web Ufficiale – http://www.symphonyx.com/
Habituésul palco del Gods Of Metal, tornano gli amatissimi Symphony X dopo dueanni di assenza. La band newyorkese si esibirà durante la primagiornata, probabilmente facendo una sorta di “best” dei brani passati,dato che l’ultima fatica in studio resta il bellissimo “The Odyssey”,uscito nel 2002. Niente nuovo materiale, dunque (o forse qualcheinedito in anteprima…), ma ugualmente tante garanzie per uno show disuccesso. Sei album molto riusciti alle spalle, un power/prog che sagiostrarsi con classe tra aggressività e parti sinfoniche, un front-mancapace come Russel Allen, il talento dell’axe-man Michael Romeo(richiestissimo collaboratore di molte realtà attuali della scena).Alla perizia tecnica i Symphony X hanno sempre associato la capacità diemozionare, estraniandosi dalla sterilità virtuosistica di molte altreband. Questa qualità è valsa al combo una considerazione semprecrescente e un seguito di fan affezionato e partecipe. I cinqueamericani sapranno non deludere, trascinando il pubblico con le melodiedi “The Accolade” da “The Divine Wings Of Tragedy”, con “Smoke AndMirrors” e “Church Of The Machine” da “Twilight In Olympus”, fino allapiù recente “Fallen” (tratta da “V”), o “The Odyssey”, solo per farequalche nome. E chissà che non decidano di sorprendere recuperandobrani ancora più datati, magari dal disco omonimo d’esordio. Uno showda non perdere, per chi cerca la tecnica e il cuore.
ANATHEMA
Sito Web Ufficiale – http://www.anathema.ws/
Trai padri, insieme a Paradise Lost e My Dying Bride, del movimento gothic(death) doom inglese agli inizi degli anni Novanta, gli Anathema deifratelli Cavanagh avranno l’arduo compito di scaldare il pubblico inattesa delle band ben piu’ metalliche che da li’ a poco calcheranno ilpalco dell’ottava edizione del Gods Of Metal. Autori di almeno duedegli album piu’ belli usciti nei Nineties, ovvero il disperato “TheSilent Enigma” e il sognante “Eternity”, i cinque inglesi negli ultimianni hanno spostato il tiro verso un rock dalla tinte psichedeliche emalinconiche, fortemente debitore dei maestri Pink Floyd e Radiohead,confezionando buoni album come il recente “A Natural Disaster”, “A FineDay To Exit” e soprattutto “Judgement” e “Alternative 4”, quest’ultimoforse il loro disco piu’ riuscito degli ultimi anni. Ormai legati allascena metal solo ed esclusivamente per il proprio passato, i nostrisicuramente cercheranno in quel di Bologna di sciorinare i propri pezzipiu’ diretti ed energici per non risultare troppo fuori luogo, tirandomagari fuori dal cilindro – proprio come pochi mesi fa al TransilvaniaLive di Milano – qualche chicca dai primi lavori… su tutti “Sleepless”,il brano piu’ famoso del loro pesantissimo debutto del 1993,”Serenades”. Staremo a vedere!
RAGE
Sito Web Ufficiale – http://www.rage-on.de/
Liavevamo potuti ammirare solamente un anno fa, di supporto agliHelloween in quel di Milano, ed eccoli tornare per una nuova calataitalica: i Rage di Peavy Wagner sono di nuovo tra noi, pronti amostrarci la potenza del vero power metal teutonico, quello sì ricco dimelodie, ma che fa della sua vera arma vincente la potenzad’esecuzione: forte dell’ultimo “Soundchaser” (nonché dell’assolutocapolavoro a nome “Unity”, che con l’ultimo disco sopra citato hasegnato l’ingresso della band teutonica in una nuova era), il gruppo diPeavy, Victor Smolski e Mike Terrana è pronto a lanciare sul pubblicorecenti song di successo come “War Of Worlds”, “Down”, “All I Want” e”Straight To Hell”, insieme a classici di successo, mai dimenticati daifan della band, come le stupefacente “Higher Than The Sky”, “Shame OnYou” e la storica “Don’t Fear The Winter”, da sempre croce e deliziadelle esecuzioni della band. E se queste sono le premesse, unite allecompetenze tecniche dei singoli, ci sarà, ancora una volta, dadivertirsi…
DOMINE
Sito Web Ufficiale – http://www.truemetal.org/domine
Coming soon…
INTO ETERNITY
Sito Web Ufficiale – http://www.intoeternity.com/
GliInto Eternity provengono dal Canada, una nazione che, nonostantel’ampiezza del suo territorio, poche volte si è fatta notare dal grandepubblico metallaro, a volte frenata dall’imponenza del mercatostatunitense, a volte proprio per mancanza di idee dei gruppi indigeni.Voivod e Strapping Young Lad rappresentano due entità che sicuramentesono riuscite ad emergere da questa sorta di anonimato e, a talebinomio, potrebbero aggiungersi anche i promettenti Into Eternity,fautori di un death metal molto accattivante, pregno di tecnicismi efinezze strumentali, impostato su un’accurata ricerca melodica, matendente comunque ad un’aggressività primordiale e senza freni. Dopo ildebutto omonimo, risalente al 1999, ed il successivo “Dead Or Dreaming”(2001), la band è riapparsa sulle scene nel corrente anno, facendouscire il buonissimo “Buried In Oblivion”, contenente dieci tracce disolido metallo mortale, progressivo e brutale in ugual misura, ecoronato da superbe interpretazioni vocali di quasi tutti i membridella band. La partecipazione al Gods Of Metal sarà un’ottima occasioneper verificare le capacità live del quintetto, il quale dovràdimostrare di riuscire a riproporre la maestria strumentale udibile neilavori in studio anche sul palco. Staremo a vedere.
DARK LUNACY
Sito Web Ufficiale – http://www.darklunacy.com/
Quest’annoal Gods Of Metal ci sarà anche una delle band-rivelazione dell’annopassato: gli emiliani Dark Lunacy. E sì che possiamo parlare dirivelazione perché, pur essendo già una bellissima realtà nostrana, iDark Lunacy si sono superati e hanno dato vita ad un ottimo “Forget MeNot”, il miglior album gothic/death italiano del 2003! La band nondovrebbe avere problemi a calcare questo prestigioso palco poiché inostri hanno una vasta esperienza live e le loro prestazioni sonosempre sinonimo di qualità, una qualità in cui atmosfere malinconiche estruggenti vengono stese in maniera ottima su una base metal moltocompatta e d’impatto. I Dark Lunacy riescono anche a riproporre in sedelive le parti di violino che ormai li contraddistinguono. Una band chemerita questo palco e che, soprattutto, ha le carte in regola perdimostrarsi una delle rivelazioni della manifestazione. Da non perdere!
LE BANDS DEL 6 GIUGNO
ALICE COOPER
Sito Web Ufficiale – http://www.alicecooper.com/
Vincent Damien Furnier (a.k.a. Alice Cooper) è un’icona del rock and roll. Questo è un dato di fatto, visto che dopo trentacinque anni di carriera il nostro non ha ancora perso il vizio di dedicarsi anima e corpo alla causa del rock and roll continuando a sfornare buoni dischi e intraprendendo tour impegnativi e sempre coinvolgenti. Alice debutta nel mercato discografico con “Pretties For You” nel 1969 con la benedizione del Maestro Frank Zappa. Il lavoro è sperimentale, e difficilmente potrà piacere ai puristi dell’hard’n’heavy. Stesso discorso vale per il successivo “Easy Action”, uscito nel 1970: i risultati commerciali non sono buoni, quindi Vincent decide di cambiare pelle e, grazie al grandioso produttore Bob Ezrin (che in seguito realizzerà delle pietre miliari del rock come “Berlin” di Lou Reed, “Destroyer” dei Kiss e “The Wall” dei Pink Floyd), realizza l’ottimo “Love It To Death” nel 1971, contenente la mitica “I’m Eighteen”, coverizzata dagli Anthrax in “Fistful Of Metal”. “Killer” è il passo successivo e il grintoso riff di “Under My Wheels” fa capire la bontà delle composizioni della band, cosicché il successivo “Schools Out” diviene una pietra miliare del rock grazie all’immortale title track, dotata di un refrain che segnerà indelebilmente la storia del genere. Alice è in forma strepitosa e l’anno successivo pubblica il meraviglioso “Billion Dollar Babies”, dotato di una set list di altissima qualità contenente l’emozionante “Hello Hooray”, la beffarda “Raped And Freezin'”, la goliardica “Elected”, l’accattivante title track, la rude “No More Mr.Nice Guy” e la macabra “I Love The Dead”, song maledettamente oscura che chiude il lavoro lasciando esterrefatto (soprattutto per la qualità del songwriting) chiunque sostenga che la musica sia pesante solo se ci sono chitarre ultracompresse e drumming al cardiopalma. Alice in quegli anni è diventato un’icona per gli adolescenti americani, che adorano i suoi spettacoli conditi con effetti speciali truculenti di vario tipo. Ma, allo stesso tempo, abusa pesantemente dell’alcool e il buon “Muscle Of Love” fa da preludio al licenziamento dei componenti della band. Egli confida nelle sue forze e con l’ausilio del fido Bob Ezrin dà alle stampe l’immortale “Welcome To My Nightmare” contenente delle perle di rock teatrale come la title track e “Only Women Bleed”. “Goes To Hell” esce nel 1976 e si rivela l’ultimo successo discografico a causa del netto peggioramento delle condizioni di salute di Alice per via l’alcool. Infatti “Lace & Whiskey” e “From The Inside” sono due album rilassati che non reggono il confronto dei capolavori passati. Il 1980 si apre con “Flush The Fashion”, album che tenta di seguire il trend della new wave con risultati scarsi, soprattutto a livello commerciale. Da questo momento in poi inizierà il declino artistico sino a “Dada”, che sembra determinare la morte artistica di un personaggio che aveva messo a ferro e fuoco gli anni ’70. Ma, come l’Araba Fenice, il nostro risorge dalle sue stesse ceneri, e nel biennio 1986/87 dà alle stampe due buonissimi album di hard rock commerciale che lo riportano al centro dell’attenzione dei fan e dei media. “Trash” perfeziona il discorso intrapreso dai due precedenti album, rivelandosi un prodotto ricco di hit come “Poison”, “House Of Fire” e “Bed Of Nails”. Nel 1991 è la volta di “Hey Stoopid”, un altro ottimo platter, leggermente più commerciale del precedente, ma ugualmente irresistibile grazie a due riuscitissime track: ovvero la title track e la teatrale “Feed My Frankenstein”. Tre anni dopo fa la sua comparsa il discreto “The Last Temptation”, contenente le belle “Sideshow” e “Stolen Prayer”. Passano ben sei anni prima che Alice dia alla luce un nuovo lavoro di inediti. “Brutal Planet” apre il 2000 alla grande, rivelandosi un gran bel disco. Sonorità pesanti, claustrofobiche e oppressive mai come prima, che tendono ad abbracciare sonorità industrial che regalano delle chicche assolute come la title track, “Sanctuary”, “Gimme” e la strepitosa ballad “Take It Like A Woman”. L’anno successivo “Dragontown” tenta di bissare il successo del precedente album, ma il tentativo fallisce, visto che l’album è qualitativamente altalenante. “Triggerman” e “Sex Death And Money” sono le due song meglio riuscite del platter. “The Eyes Of Alice Cooper”, come già sottolineato in sede di recensione, torna su territori di stampo “detroitiano” rivelandosi piacevole all’ascolto ma sicuramente non fondamentale nella discografia dell’artista. Ora attendiamo la sua prova al Gods Of Metal, sicuri di assistere a un paio d’ore di grande musica.
TESTAMENT
Sito Web Ufficiale – http://www.testamentlegions.com/index2.htm
Reduci dal successo del No Mercy 2003, che ha segnato il loro ritorno sulle scene, i Testament del redivivo Chuck Billy, ormai alle soglie di un nuovo album (che darà seguito all’acclamatissimo “The Gathering”, risalente ormai a ben cinque anni fa) si ripresentano al GOM (dopo aver presenziato all’edizione del 2000 al Brianteo di Monza) per sciorinare sul pubblico, con quanta più potenza possibile, il loro thrash metal ad assalto frontale, fatto di vocals ruvidissime (con un Chuck Billy che, con il passare del tempo, sembra acquistare cattiveria nel cantato), riff monolitici e distruttivi e un drum-set veramente assassino. C’è da aspettarsi veramente un bello show, perché le premesse, da “Into The Pit” alle più recenti “True Believer” e “D.N.R.” sembrano esserci tutte, e, viste le capacità dei membri della band (ai quali si è aggiunto recentemente l’ex-Halford ‘Metal’ Mike Chlasciak) c’è da attendere un vero massacro sonoro sotto il palco… riusciremo a sopravvivere?
MOTORHEAD
Sito Web Ufficiale – http://www.imotorhead.com/
Sorti a metà degli anni ’70 per volontà di Lemmy Kilminster, già transitato per le spire galattiche degli Hawkwind, i Motorhead nascono con la volontà di coniugare l’immediatezza e la libertà formale del punk con il plumbeo incedere dell’heavy metal. La formula musicale che ne deriva è esplosiva: velocità e brutalità unite ad una carica nichilista davvero inedita per quegli anni. E’ sotto questi auspici che nasce il primo, omonimo, album della band, seguito dalla trilogia, ancora oggi ritenuta il picco compositivo dei Motorhead, composta da “Overkill”, “Bomber” ed “Ace Of Spades” e culminata nell’incendiario live “No Sleep ‘Til Hammersmith”. L’inossidabile coerenza mostrata negli anni ’80 e ’90 ha consacrato i Motorhead nell’olimpo delle band fondamentali per comprendere e studiare l’heavy metal, ed il tributo in termini di ispirazione e devozione versato da ogni parte dell’intera scena heavy ed hardcore al gruppo di Lemmy è la testimonianza della fondamentale importanza che i Motorhead rivestono nello sviluppo delle frange estreme del rock contemporaneo.
TWISTED SISTER
Sito Web Ufficiale – http://www.twistedsister.com/
Capitanati dal talentuoso e carismatico singer Dee Snider, i Twisted Sister esordirono sulla lunga distanza con “Under The Blade” nel 1982, che include una manciata di brani di puro hard’n’heavy. L’opener “What You Don’t Know Sure Can Hurt You”, “Destroyer” e la title track sono i punti di forza di questo lavoro, canzoni valorizzate da ottimi riff di chitarra di Eddie Ojeda e Jay Jay French, e da ritmiche vigorose scandite dal basso di Mark Mendoza e dalla batteria di A.J.Pero. Ciò nonostante il lavoro non è privo di difetti sia in fase di produzione (troppo grezza, che penalizza il sound delle chitarre e della batteria), sia in fase di songwriting come le scontate “Bad Boys Of Rock’n’Roll” e “Day Of The Rocker”. L’anno seguente la “sorella schizzata” compie un grosso salto di qualità con “You Can’t Stop Rock’n’Roll”, platter sanguigno contenente episodi stupendi di puro heavy metal come l’accattivante “The Kids Are Back”, l’anthemica “Ride To Live Live To Ride”, la rocciosa “Like A Knife In The Back” e la scatenata title track corredata da un video clip assolutamente esilarante. Gli show sono spettacolari sia musicalmente sia visivamente e, pur avendo la band sfornato un ottimo lavoro, si sente che manca quel quid necessario al salto di qualità. Nel 1984 esce infatti “Stay Hungry”, un disco imperdibile nel genere, contenente nove song una più bella dell’altra. “I Wanna Rock” e “We’re Not Gonna Take It”, sono un esempio lampante di quanto detto: il perfetto incontro tra i riff heavy di chitarra e i refrain ultra catchy che garantiscono a queste due canzoni un successo strepitoso negli Stati Uniti. Ovviamente anche i video di queste canzoni sono passati alla storia, grazie alle improponibili vicende di un professore e padre di famiglia perbenista che tenta in tutti i modi di dissuadere suo figlio e gli alunni dal morbo del rock and roll. Ovviamente i “Rock’n’Roll Saviors” (con tanto di costumi da scena ultra kitsch) contrastano colpo su colpo le mosse del professore vincendo la loro battaglia contro il bigottismo. Nel disco è presente anche una ballad spettacolare intitolata “The Price”, insieme a pezzi di puro heavy metal come “Stay Hungry e “Burn In Hell”, che non fanno altro che aggiungere ulteriore qualità a questo disco epocale. Nel 1985 è il turno di “Come Out And Play”, un altro colpo vincente nella discografia dei Twisted Sister che alterna pezzi furiosi, come la stessa “Come Out And Play”, a divertenti rock’n’roll tune, come “Be Crool To Your School” (nel sanguinolento video fa la sua comparsa il mitico Alice Cooper) e “Leader Of The Pack”. Passano ancora due anni ed è la volta del loro ultimo lavoro da studio, il sottovalutato ma ottimo “Love Is For Sucker” che vira maggiormente sul pop metal, stemperando i furiosi riff di chitarra dei platter precedenti. “Wake Up The Sleeping Giant”, “Hot Love” e “Love Is For Sucker” sono gli episodi migliori di questo lavoro che chiude provvisoriamente la carriera dei Twisted Sister, che scompaiono dalle scene per ricomparire solo da un paio d’anni a questa parte: i nostri si sono riformati, dunque, partecipando a svariati tour per il mondo, e per essere acclamati calorosamente dal pubblico che non ha mai smesso di amarli. Effettivamente dal vivo sono fantastici, non risentono affatto del peso dell’età e Dee Snider è un signor cantante che non ha perso un filo di voce e di fiato proponendo spettacoli altamente coinvolgenti e adrenalinici. E’ per questo che consigliamo a tutti di non perdere il loro show quest’anno a Bologna. Siete avvertiti. The Kids Are Back…
WASP
Sito Web Ufficiale – http://www.waspwarriors.com/
“The Neon God” segna il ritorno sulle scene di uno dei più eccentrici personaggi della scena metal, ovvero quel tale che risponde al nome di Blackie Lawless e, sebbene potrebbe esserci qualcosa da dire sul livello qualitativo del disco in questione, chi ha ancora negli occhi la prestazione dei W.A.S.P. al Gods Of Metal di tre anni fa (e, ne sono sicuro, sono in molti), ricordano sicuramente lo spettacolo offerto dalla band, con una prestazione eccelsa a livello sonoro ed uno spettacolo pirotecnico veramente interessante, se si considera la pochezza di mezzi messi a disposizione per la band. Blackie è quello di sempre, non perde un colpo e, nonostante nell’ultimo disco offra una prestazione vocale al di sotto delle sue reali possibilità, avrà l’occasione di rivalutarsi appieno in quel di Bologna; e, fossimo in voi, prenoteremmo un posto in prima fila per vedere lo spettacolo che i quattro pazzi americani ci offriranno, scorrendo tutta la loro scaletta, dalla storica “Animal” fino alle recenti produzioni che hanno comunque offerto molto materiale degno di essere riportato in chiave live.
QUIREBOYS
Sito Web Ufficiale – http://www.quireboys.com/
SODOM
Sito Web Ufficiale – http://www.sodomized.info/
Li avevamo lasciati al GOM di due anni fa, in compagnia dei loro ‘compagni di viaggio’ Kreator; da allora nulla è cambiato, e i Sodom sono sempri i più fieri sponsorizzatori del thrash metal teutonico senza compromessi, quello che ti arriva in faccia dritto come un pugno alla velocità di un treno in corsa, senza lasciare spazio alla melodia e ai momenti riflessivi. Sempre forti del loro ultimo ed eccellente “M-16”, ma alle soglie di una nuova pubblicazione, la band è pronta a tornare in terra italica per ricevere l’ovazione del pubblico nostrano, pronto a ricambiare la fedeltà della band al genere con un furioso mosh sui pezzi-manifesto del gruppo (ovviamente, ci si riferisce alle varie “Outbreak Of Evil”, “Sodomy And Lust”, “Agent Orange”), ed appoggiato nella sua voglia di devastazione dai bassi tonanti, enfatizzati da una corposa distorsione, del basso di Tom Angelripper, storico leader della band, e dalle sfuriate chitarristiche e batteristiche degli ex-Crows Bernemman e Bobby. I Sodom stanno arrivando, pronti a mietere nuove vittime: preparatevi alla guerra!
NAGFLAR
Sito Web Ufficiale – http://www.naglfar.net/main.html
Dopo cinque lunghi anni di silenzio, lo scorso anno i Naglfar sono tornati con il loro terzo full length, intitolato “Sheol”. Gli svedesi Naglfar sono senza dubbio tra le migliori band nel settore black/death metal, capaci di stupire tutti nel lontano 1995 con “Vittra” e di sapersi ripetere con il devastante “Diabolical”. Sembravano poi essere scomparsi, ma invece gli infernali Naglfar si sono dimostrati più vivi che mai e la loro partecipazione al Gods Of Metal ne è chiara dimostrazione. La band è chiamata a sfatare il tabù che vede le black metal band a disagio su un palco molto grande, magari senza l’aiuto delle tenebre. Di certo però la furia incontrollata di questo quintetto diabolico saprà incendiare il pubblico anche se l’esibizione dei nostri non avrà luogo sotto la luce di una luna funerea. Una scommessa da fare, un’occasione per vedere come una ‘piccola’ grande band possa raccogliere consensi ad un concerto così eterogeneo. Ex inferis!
STORMLORD
Sito Web Ufficiale – http://www.stormlord.net/new/index.html
Gli Stormlord nascono verso la fine del 1991 dalla mente di Cristiano Borchi (voce e basso) e Claudio Di Carlo (chitarra). Dopo aver reclutato il batterista Riccardo Montanari, la band si dedica inizialmente a suonare cover, per poi dedicarsi a pezzi propri: nel 1992 vede così la luce il primo demo, “Demo ‘92”. L’anno successivo è invece la volta di “Black Night”, lavoro in quale si inizia a percepire tutto l’amore della band per le sonorità epiche e maestose. Nel ’94 Di Carlo lascia la band e viene sostituito da Dario Maurizi, con cui gli Stormlord scrivono il brano “The Spirit Of The Storm” (mai pubblicato). La label italiana Metal Horse si interessa agli Stormlord che, dopo alcuni restauri sulla line-up, pubblicano l’ep “Under The Sign Of The Sword”. La musica degli Stormlord viene accolta bene nella scena, ma sfortunatamente la Metal Horse non riesce a garantire alla band una distribuzione sufficiente. A causa di ciò la band firma un deal con la Last Episode, tramite la quale esce un mini ed il primo full lenght, “Supreme Art Of War”. Dopo un tour europeo, la band si separa dalla Last Episode e firma per l’italiana Scarlet Records, con cui pubblica un EP e gli ultimi “At The Gates Of Utopia” ed il recentissimo “The Gorgon Cult”. La line-up attuale della band comprende Cristiano Borchi (voce), Pierangelo Giglioni (chitarra), Giampaolo Caprino (chitarra), Francesco Bucci (basso), Simone Scazzocchio (tastiere) e David Folchitto (batteria).
DRAGONFORCE
Sito Web Ufficiale – http://www.dragonforce.com/
La seconda giornata del Gods Of Metal trova, tra i suoi partecipanti, l’ormai nota formazione britannica dei DragonForce. Al six-piece londinese tocca il compito di esibirsi durante le prime battute del lungo 6 giugno, svegliando l’audience a colpi di “Extreme Power Metal”. Non fatichiamo a credere che i DragonForce sapranno dare buona prova di sé, considerando la già ben rodata esperienza live che li ha affiancati a band del calibro di Virgin Steele, Rob Halford, Stratovarius e ora W.A.S.P. Attivi sulla scena dal settembre 1999 con il nome di DragonHeart, presto mutato nel monicker attuale, i DragonForce propongono un classico mix di power metal melodico e di speed metal, sostenuto da tempi portati a velocità parossistiche. Sicuramente materia dello show saranno i brani del loro secondo full-length, uscito il 19 aprile su Sanctuary/Noise Records e intitolato “Sonic Firestorm”. Certamente la band londinese non deluderà gli appassionati del genere, regalando momenti epici e grande coinvolgimento, come ha saputo fare in molti paesi scalando le classifiche e arrivando ai primi posti.
I BIGLIETTI
Il costo è di 40 euro + prevendita per il giorno singolo e di 70 euro + diritti di prevendita per l’abbonamento ai due giorni.
I biglietti possono essere acquistati Ticketone.it epunti collegati. I biglietti saranno disponibili anche nella abituali prevendite.
COME ARRIVARE
In auto:
Dai caselli autostradali il MADE IN BO si raggiunge immettendosi nella tangenziale.
Da Sud
Autostrada A1 Firenze-Roma, uscita Bologna Casalecchio; percorrere la tangenziale fino all’uscita 8 (Fiera-Via Michelino).
Dall’autostrada A13 Venezia-Padova
Casello Bologna-Arcoreggio, direzione S. Lazzaro; prendere la tangenziale fino all’uscita 7 bis.
Da Milano
Autostrada A1, uscita Borgo Panigale; prendere la tangenziale, uscita 7 bis oppure 8.
Da Rimini
Autostrada A14, uscita al casello di San Lazzaro; prendere la tangenziale, uscita 7 bis oppure 8.
In treno:
Stazione FS di Bologna; all’uscita della Stazione prendere la linea dell’autobus numero 25.
Mezzi Pubblici:
Linea 410, Linea 25 da Piazza Maggiore, fermata in Via Stalingrado.
Inoltre la Live in collaborazione con GDLS Communication, pullmann dalle maggiori città d’Italia per Gods Of Metal 2004. I pullman partiranno da numerose città, tra cui:
Milano – Bergamo – Brescia – Varese – Monza – Lecco – Como – Verona – Venezia – Mestre – Padova – Treviso – Belluno – Bolzano – Torino – Novara – Genova – Imperia – Alessandria – Cagliari – Nuoro – Sassari P. Torres – Olbia – Palermo – Catania – Messina –Taranto – Bari – Foggia – Pescara –Salerno Napoli – L’Aquila – Roma – Perugia – Ancona – Livorno – Firenze.
LE QUOTE DI VIAGGIO COMPRENDONO:
Viaggio Pullman GT di Andata e Ritorno. Biglietto di Ingresso per 2 giorni al GODS.
Per info costi modalità di pagamento e prenotazione Viaggio
TOUR MUSIC LIVE IN EUROPE – BUS SERVICE
gdlscom@hotmail.com
info@gdls-communication.com
http://www.gdls-communication.com
Tel: 347.4971106
DOVE ALLOGGIARE
L’Arena Parco Nord – Made In Bo è direttamente collegata con il:
Camping Città Di Bologna
Via Romita, 12/4
40127 Bologna (BO)
Tel. :051.325016
Info
Piazzole: 120
Bungalow: 50
Servizi Generali
Bagni per disabili, Telefoni Pubblici, Camper Service, Bar
Carte di credito accettate
American express, Bancomat, Carta Si, Mastercard, Visa
Inoltre la Live In collaborazione con Frigerio Viaggi offre il seguente pacchetto:
Hotel 3 stelle + prima colazione + ingressi Gods Of Metal
QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE
camera quadrupla | camera tripla | camera doppia | camera singola | |
1 notte 1 ingresso | € 86 | € 89 | € 90 | € 110 |
1 notte 2 ingressi | € 126 | € 130 | € 132 | € 150 |
2 notte 2 ingressi | € 156 | € 160 | € 165 | € 204 |
3 notti 3 ingressi | € 185 | € 192 | € 200 | € 256 |
LA QUOTA COMPRENDE: Sistemazione in camere con servizi privati in hotel 3
stelle vicino al Parco Nord* trattamento di pernottamento e prima colazione *
ingressi “gods of metal” * garage o posto auto gratuito * assicurazione
medico/bagaglio * materiale di cortesia *
LA QUOTA NON COMPRENDE: pasti * ingressi a mostre, musei, monumenti * mance *
extra personali e facoltativi in genere e tutto quanto non specificato alla voce
“la quota comprende”
Organizzazione tecnica Frigerio viaggi Bologna
PER PRENOTARE:
Frigerio viaggi Via Calori, 3 Bologna
Tel. 051.52.82.620 – fax 051.64.93.273