PROGRAMMA E CREDITI
PROGRAMMA GODS OF METAL 2010
Venerdì 25 giugno
Apertura porte: 10.30
12.00-12.30 – 36 Crazyfists – palco 1
13.00-13.30 – Unearth – palco 1
13.35-13.55 – Death Army – palco 2
14.00-14.45 – Job For A Cowboy – palco 1
14.50-15.10 – Dragonia – palco 2
15.15-16.15 – Atreyu – palco 1
16.20-16.40 – Amphitrium – palco 2
16.45-17.45 – As I Lay Dying – palco 1
18.15-19.15 – Fear Factory – palco 1
19.45-21.00 – Devildriver – palco 1
21.30-23.30 – Killswitch Engage – palco 1
Sabato 26 giugno
Apertura porte: 10.30
12.00-12.30 – Ex Deo – palco 1
13.00-13.30 – Sadist – palco 1
13.35-13.55 – Kaledon – palco 2
14.00-14.45 – Orphaned Land – palco 1
14.50-15.10 – Subhuman – palco 2
15.15-16.15 – Behemoth – palco 1
16.20-16.40 – Nashwuah – palco 2
16.45-17.45 – Exodus – palco 1
18.15-19.15 – Raven – palco 1
19.45-21.00 – Amon Amarth – palco 1
21.30-23.30 – Lordi – palco 1
Domenica 27 giugno
Apertura porte: 10.30
11.00-11.30 – Sabaton – palco 1
12.00-12.30 – Labyrinth – palco 1
13.00-13.45 – Devin Townsend Project – palco 1
14.00-14.30 – Anvil – palco 2
14.45-15.15 – Van Canto – palco 2
15.30-16.15 – Saxon – palco 1
16.45-17.30 – U.D.O. – palco 1
18.00-19.00 – Cannibal Corpse – palco 1
19.15-20.00 – Soulfly – palco 2
20.15-21.30 – Bullet For My Valentine – palco 1
22.00-23.30 – Motorhead – palco 1
CREDITI
Gestione Stand (in rigoroso ordine alfabetico)
Alessandra Sacco
Alessandro Corno
Marco Gallarati
Matteo Cereda
Maurizio ‘Morrizz’ Borghi
con il prezioso supporto di Gennaro ‘Dj Jen’ Dileo
Fotografie
Francesco Castaldo
Giacomo Astorri
Report in diretta
Alessandro Corno (Death Army, Exodus, Amon Amarth, Sabaton, U.D.O.)
Gennaro ‘Dj Jen’ Dileo (Raven, Anvil, Motorhead)
Marco Gallarati (Unearth, Atreyu, As I Lay Dying, Fear Factory, Ex Deo, Orphaned Land, Nashwuah, Devin Townsend Project, Van Canto, Cannibal Corpse)
Matteo Cereda (Kaledon, Lordi, Labyrinth, Saxon)
Maurizio ‘Morrizz’ Borghi (36 Crazyfists, Job For A Cowboy, Devildriver, Killswitch Engage, Sadist, Behemoth, Soulfly, Bullet For My Valentine)
Le nostre scuse a Dragonia, Amphitrium e Subhuman, di cui è presente solo il photoreport.
36 CRAZYFISTS (25/6 – 12.00-12.30)
MySpace: 36 Crazyfists
I 36 Crazyfists hanno l’onore di aprire l’edizione 2010 del Gods Of Metal, quando il Sole già arroventa l’asfalto dell’arena e ustiona le fronti, facendoci sudare persino lo scroto. Il gruppo dell’Alaska non sarà abituato né ad essere buttato giù dal letto a quest’ora, né a simili temperature, ma si conferma un’ottima live band, ben rodata e capace di attirare davanti al palco un discreto numero di persone. “At The End Of August”, vicina al finale del set, è di sicuro il climax dello show, dante la possibilità ai mosher di agitarsi a dovere. Curioso il nuovo ingresso al basso, che sembra scippato agli Amon Amarth (capelli e barba lunghissimi con tanto di bracciali di cuoio), che si è davvero prodigato per fornire una performance esemplare. Un buon sound sin dall’inizio e un gigantesco wall of death per inaugurare al meglio la giornata. Promossi!
Maurizio ‘Morrizz’ Borghi
UNEARTH (25/6 – 13.00-13-30)
Provenienza: STATI UNITI
MySpace: Unearth
Con gli Unearth, se mai ci fossero bisogno di ulteriori conferme, si capisce definitivamente che la giornata odierna sarà all’insegna del massacro totale a 35 gradi all’ombra. L’intro affidata al riff tastieroso di “The Final Countdown” degli Europe è solo una finta, perché così, di primo impatto, i ragazzi di Boston scaraventano sul già corposo pubblico “The Great Dividers”, probabilmente il loro brano più famoso e devastante. Chi scrive non ha esitazioni e si butta nel mosh incalzante. Inarrestabili nel loro metal-core d’assalto, gli Unearth non si fermano un secondo e nella loro mezzora di tempo riescono a creare continuamente circle-pits e poghi spontanei. I ragazzi nel pit paiono apprezzare di più i brani più recenti proposti e forse non è un caso che si arrivi alla conclusiva “Black Hearts Now Reign” – allungata anche un po’ ed impreziosita da un salto poderoso di Buzz McGrath dagli ampli – con il pubblico ormai stremato, soprattutto dal caldo bruciante dell’ora di pranzo!
Marco Gallarati
DEATH ARMY (25/6 – 13.35-13.55)
Provenienza: ITALIA, Milano
MySpace: Death Army
Tocca alla epic folk symphonic metalband milanese Death Army inaugurare il minuscolo Stage 2 del Gods Of Metal 2010. Quello che potrebbe essere dunque un onore (vista la caratura di altre band che si esibiranno sullo stesso palco nei giorni successivi) palesa presto i suoi svantaggi. Il suono difatti non è paragonabile a quello dello Stage 1, non essendo ben definito, soprattutto considerando il sound ricco di elementi del gruppo; gli spazi sono ristretti e anche il pubblico in platea è piuttosto scarso, complice pure il diverso stile delle altre band presenti in questa giornata. Arpa, tastiera, due voci liriche, una voce maschile, due chitarre, un basso e una batteria meriterebbero dunque una cura decisamente superiore da parte di chi sta al mixer, ma la band mette ad ogni modo tutte le sue forze per cercare di coinvolgere il pubblico. Nei venti minuti a disposizione esegue i suoi brani più rappresentativi pescando un po’ da tutta la propria carriera, passando dalla epica e articolata “Arischild”, eseguita in apertura, alla chiusura con la più allegra e coinvolgente “Skoal”, sulla quale il cantante Igor incita il pubblico a più riprese. L’esecuzione, a parte l’imprecisione di alcuni passaggi di chitarra solista, è discreta e ci consente di esprimere un giudizio complessivamente positivo per uno show a dir poco limitato dalle pecche sopra indicate. Da rivedere.
SETLIST:
Arischild
Ragnarok
Beowulf
Skoal
Alessandro Corno
JOB FOR A COWBOY (25/6 – 14.00-14.45)
Provenienza: STATI UNITI
MySpace: Job For A Cowboy
Dimenticatevi la scialba prova all’Alcatraz di Milano, oggi i Job For A Cowboy hanno potuto sfoggiare tutto il loro brutale impatto grazie a un mixaggio degno di tal nome. Di sicuro il brutal death metal delle giovani promesse (i JFAC sono etichettati da molti come il futuro del genere) paga in fatto di numeri il fatto di essere la proposta più estrema della giornata (in molti hanno approfittato per farsi una pausa), ma c’è comunque un certo numero di appassionati che sostiene la band e non si lascia spaventare dal caldo. E’ tuttavia evidente come la pesantezza sonora vada di pari passo con una difficile assimilabilità da parte delle orecchie meno abituate a growl ultra gutturali e pig squeals. Il picco della setlist? Ancora la vecchia “Entombment Of A Machine” sicuramente, che trova i maggiori consensi del pubblico. Per concludere possiamo dire che i JFAC hanno tenuta di palco invidiabile e mantengono le potenzialità per un futuro roseo progredendo un passo alla volta.
Maurizio ‘MorrizZ’ Borghi
DRAGONIA (25/6 – 14.50-15.10)
Provenienza: ITALIA, Firenze
MySpace: Dragonia
ATREYU (25/6 – 15.15-16.15)
Provenienza: STATI UNITI
MySpace: Atreyu
Dopo aver seguito i Job For A Cowboy e ora gli Atreyu, iniziamo a chiederci se gli Unearth non meritassero una posizione in scaletta più dignitosa. Non che la band di Alex Varkatzas abbia demeritato, ma certo il coinvolgimento del pubblico è stato nettamente inferiore alle attese. Vero anche che il metal-core dolciastro e melodico del gruppo ormai è un po’ in fase calante, ma la band non ha proprio entusiasmato. Solo verso la fine dell’esibizione, i ragazzi hanno esaltato un minimo l’audience, diciamo da “Right Side Of The Bed” in poi. Buoni e ben coordinati i movimenti delle tre asce sul palco, anche se a tratti stucchevoli e troppo ‘da rockstar’. La cover di “You Give Love A Bad Name” dei Bon Jovi non è servita di molto a tirare su l’impatto degli Atreyu quest’oggi, non male in definitiva ma anche un bel po’ anonimi. Ora attendiamo l’entrata in scena dei big della giornata, a cominciare dagli As I Lay Dying…
Marco Gallarati
AMPHITRIUM (25/6 – 16.20-16.40)
Provenienza: SVIZZERA
MySpace: Amphitrium
AS I LAY DYING (25/6 – 16.45-17.45)
Provenienza: STATI UNITI
MySpace: As I Lay Dying
Il New England Hardcore And Metal Fest…ops, scusate…il Gods Of Metal 2010 continua con la calata sul palco dei christian-corer As I Lay Dying, che sicuramente forniscono la miglior prestazione della giornata, almeno finora. La partenza al fulmicotone di “94 Hours” fa subito scattare la Babele di mani, piedi e gambe volanti che anima il moshpit in un microsecondo, ma non è solo l’incipit del concerto a definire la qualità dello show degli AILD. Tim Lambesis, Jordan Mancino e soci sono in formissima e, tra i nuovi pezzi tratti da “The Powerless Rise (non molti per la verità) e i loro travolgenti cavalli di battaglia, davvero diventano autori di una performance notevole. Il finale, poi, dove nell’ordine si susseguono “Meaning In Tragedy”, “Confined”, “Nothing Left” e “Forever”, rasenta la perfezione. Ci attendono i Fear Factory, simpaticamente mai nominati nei ‘saluti fra loro’ delle band della ‘cricca’ metal-core…
Marco Gallarati
FEAR FACTORY (25/6 – 18.15-19.15)
Provenienza: STATI UNITI-MESSICO-CANADA
MySpace: Fear Factory
Leggermente fuori contesto nella ‘fiera del metal-core’, i Fear Factory hanno dimostrato la loro classe sopraffina fornendo una prestazione non impeccabile – come al solito – ma ben corroborante, forti di un repertorio che davvero ha fatto la storia degli anni ’90. Solo il quartetto finale dedicato a “Demanufacture” – title-track, “Self Bias Resistor”, “H-K (Hunter-Killer) e “Replica” – è valso la presenza sotto il palco durante lo show della Fabbrica della Paura. Una setlist non molto differente da quella suonata durante la data di Milano del marzo scorso, ovviamente tranciata di qualche brano per motivi di tempo, ha svolto il suo dovere nel fomentare un’audience ormai devastata dal caldo e dalle tante birre bevute. L’asfalto dell’arena non ha pietà dei tanti inciampati a terra, ma per il Dio Metallo questo e ben altro! Da segnalare, purtroppo, l’ormai cronica instabilità della voce di Burton C. Bell, sopperita per fortuna dalla qualità dei brani a sua disposizione.
Marco Gallarati
DEVILDRIVER (25/6 – 19.45-21.00)
Provenienza: STATI UNITI
MySpace: Devildriver
Pensando a Dez Fafara la prima parola che ci viene in mente è carisma: il frontman dei DevilDriver non perde l’occasione, finalmente in una posizione in cartellone degna del loro nome, di dimostrare di cosa è capace la sua creatura, nutrita amorevolmente in un percorso in crescita verticale. La band soffre di suoni leggermente impastati nella prima metà dello show, ma il trademark inconfondibile emerge lo stesso ed esalta il pubblico, completamente in mano al magnetico singer. La svolta è segnata da “Clouds Over California”, dove il mixaggio viene aggiustato e i pezzi vengono vomitati nella loro forma migliore. Nessuna incertezza da parte dei musicisti e un pubblico molto reattivo che si prodiga in un circle-pit mastodontico (“NO fucking kung fu kicks and punches, I HATE that shit” – ammonisce Dez), alzando le corna al cielo in ogni occasione. Una incomprensibile pecca è l’esclusione di moltissimi pezzi dell’ultimo “Pray For Villains”, a parere di chi scrive il disco migliore dei californiani. Poco importa in ogni caso, la missione può dirsi compiuta. Un meritato applauso finale e la palla agli headliner Killswitch Engage!
Maurizio “MorrizZ” Borghi