IRON MAIDEN: Flight 666

Pubblicato il 26/03/2009
A cura di Fabio Galli
 
 

 
E il metal arrivò sul grande schermo: protagonisti di questo primato gli Iron Maiden, la storica metal band britannica che con il nuovo “Flight 666” irrompe, seppur per un solo giorno, nei cinema italiani. Immersione e coinvolgimento ai massimi livelli nelle quasi due ore di durata del documentario, dove Sam Dunn e Scot McFadyen sono chiamati a seguire la vergine di ferro e la loro troupe nella prima parte dello spettacolare tour “Somewhere Back In Time”. E’ un tour da record, e lo si può intuire dai numeri tirati in ballo: 80.000 km percorsi, mezzo milione di fan presenti ai 23 show dislocati in 21 città dell’Asia, Australia, America del nord, centrale e del sud. Un viaggio lungo ed estenuante che ha legato in modo indissolubile le vite dei sei inglesi e della loro troupe, che hanno viaggiato per quasi due mesi a bordo del “tappeto magico” inglese: l’Ed Force One. Un Boeing 757, opportunamente modificato per stipare al suo interno l’imponente palcoscenico, che ha trasportato i ricordi del gruppo e dei fan alle faraoniche scenografie proposte quasi venticinque fa durante il World Slavery Tour. Emozione, orgoglio e ovviamente un pizzico di incredulità: queste le emozioni espresse da Bruce Dickinson, chiamato a ricoprire un nuovo ed inedito ruolo durante questo nostalgico tour. Non semplicemente la primadonna e mattatore indiscusso del palco, ma anche il pilota che ha avuto un ruolo determinante per la riuscita dell’azzardato esperimento intrapreso dalla band: è palpabile e sincera l’emozione del singer inglese durante il decollo che dà il via all’inizio del tour e che segnerà in modo indelebile la vita dei suoi partecipanti. Churchill Speech introduce, come da copione, “Aces High”, colonna sonora ideale per l’ingresso a Mumbai, prima ed affascinante tappa del tour, immersa nel suo suggestivo paesaggio e degna cornice per presentare il vero protagonista dell’intero lavoro: il pubblico. Il risentimento iniziale per non aver incluso nel film la seconda parte del tour si spegne nel contemplare il calore e l’affetto dimostrato dai fan nei confronti dei loro beniamini: persone nullatenenti, gente che ha lasciato il lavoro per un giorno per poter assistere per una volta nella vita allo show dei loro idoli, lacrime di commozione per aver assistito ad un evento atteso da sempre. Abbandonata la Malesia, ecco l’Australia a fare capolino tra le destinazioni pianificate nel tour, dove la band mostra il proprio lato umano, lontano dai riflettori del palco e dalla fama di rockstar: souncheck interrotti per attacchi di dissenteria, la tensione prima dello show, la vita parallela condotta da ogni membro della band tra una data e l’altra. Esseri umani, lontani dagli eccessi e della vita al limite che ci si aspetta da ogni celebrità, persone coscienti e motivate a dare il massimo per non deludere i propri fan. Svelati gli hobby di ogni membro: ecco quindi comparire Adrian Smith nella veste di tennista, le sfide a golf tra Nicko e Dave Murray, ed un paterno Steve Harris incapace di separarsi dai propri familiari tanto da scegliere di portarli con sé in tour. Il tempo è tiranno e i Maiden, seppur riuscendo a stemperare la tensione nel poco tempo libero a disposizione, fanno tappa in Papua Nuova Guinea per raggiungere la terra del Sol Levante. Incredibile il livello di fanatismo dei supporter giapponesi, che tributano il loro calore sin dall’arrivo in aeroporto dei loro beniamini. Sulle note di “The Trooper” si raggiunge poi Los Angeles, dove fanno capolino artisti del calibro di Tom Morello, R.J. Dio, Kerry King e Lars Ulrich, pronti a rendere merito alla band inglese e, nel caso del batterista dei Metallica, di rendersi partecipe di qualche divertente battuta sulle eccessive dimensioni della batteria di Nicko. Variopinta e toccante la parte del tour che tocca il centro ed il sud America: le note di “Wasted Years” e “Can I Play With Madness” sono il quadro perfetto per le esibizioni messicane dei Maiden, dove Bruce per l’occasione indossa un quanto mai ingombrante sombrero nella splendida ambientazione dello stadio di Città del Messico. Dopo una immancabile visita alle piramidi Maya, Bruce è certo che lo spostarsi al sud dell’America non farà altro che aumentare il calore (e la follia) della gente che presenzierà ai loro concerti. Difficile, se non impossibile, esprimere con parole proprie l’ardore e le emozioni espresse dalle popolazioni della Costa Rica e della Colombia, letteralmente in fibrillazione per lo show e che non mancano di cantare ogni singola parola di “Powerslave” e “Run To The Hills”. Il calcio diventa protagonista tra i passatempi della Vergine di Ferro durante la data di S.Paolo, in Brasile, dove Bruce non può che tornare a rimarcare l’importanza avuta nella storia del combo il concerto di Rock In Rio nel 1985, presenziato da centinaia di migliaia di presenti. Divertente e bizzarra l’apparizione di Marcos Motolo, fondatore del fan club Piece Of Maiden, che non perde la ghiotta occasione di mostrare al pubblico il suo corpo, interamente ricoperto di tatuaggi dedicati ai suoi diletti. “Fear Of The Dark” fa da colonna sonora alla data Argentina del tour e preannuncia un lato serioso e apprensivo di una band che sta per atterrare nelle lande più calde e scalmanate dell’intero tour: Chile e Porto Rico. Tangibile la preoccupazione che attanaglia Bruce prima dell’inizio dei due concerti in sud America: irrequieti e amanti dell’eccesso, i fan manifestano tutto il loro affetto durante il tragitto dall’aeroporto fino all’arrivo in hotel, dove rimangono incollati alle porte dell’ingresso intonando cori e incitando i propri idoli. Rimasto in ombra fino ad ora, ecco apparire Eddie in versione futuristica durante l’esecuzione della sempreverde “Iron Maiden” a Santiago del Chile, sempre pronto a infastidire i membri della band ed entusiasmare i fan stipati dietro le transenne. Una veloce apparizione in New Jersey, presenziata nel backstage da Doro, ed ecco spuntare l’ultima tappa del tour: Toronto. Suggestivo il paesaggio, totalmente avvolto dalla neve e in netta contraddizione con il clima caldo e umido che ha contraddistinto le precedenti date del tour. Ecco chiudersi dunque sulle note di “Hallowed By Thy Name” la parentesi cinematografica degli Iron Maiden, cui deve essere dato il merito di essere riusciti a creare un documento autentico e schietto del loro modo di essere e di vivere la vita on the road. Una vita lontana da quella dura e incerta degli esordi, ma non per questo semplice e scontata: è giusto tributare alla band la capacità di aver trovato il giusto equilibrio che ha reso possibile la coesistenza di sei elementi tanto diversi e capaci di creare dei tasselli indelebili nella storia dell’heavy metal. Degno di nota anche il lato puramente tecnico del film, dove brilla l’ottimo montaggio e realizzazione audio e video del documentario, in grado di rendere partecipi tutti i presenti durante le spettacolari riprese dal vivo, rese ancora più intense dal magnificente utilizzo del Dolby Digital. Inaspettata ed apprezzata la presenza dei sottotitoli in lingua italiana, che rendono comprensibile ed apprezzabile da chiunque la visione del film. Un documento importante non solo per i fan ma per tutto l’ambiente heavy metal! Up The Irons!
 
Eccovi i tre cinema italiani che parteciperanno al Maiden Day del prossimo 21 Aprile con la proiezione di “Flight 666”:

UCI Cinemas Bicocca

Viale Sarca, 336 angolo via Chiese
20126 Milano

UCI Cinemas Casoria c/o Centro Multibit
Via San Salvatore – Circonvallazione esterna
80026 Casoria (NA)

UCI Cinemas Meridiana
Via Aldo Moro, 14
40033 Casalecchio di Reno (BO)

Il film sarà proiettato presso tutti e tre i cinema una volta sola, alle ore 21.00 di Martedì 21 Aprile.

Queste le modalità di prenotazione attive dal 26 Marzo:

Direttamente alle casse dei cinema
Tramite internet collegandosi a www.ucicinemas.it
Tramite call center 892 960

 
 

  
 

PROSSIMI CONCERTI

5 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.