
Artista: Judas Priest I Fotografo: Simona Luchini I Data: 6 aprile 2024 I Venue: Mediolanum Forum I Città: Assago
Il chitarrista dei JUDAS PRIEST, Richie Faulkner, ha rivelato di aver avuto un ictus. Ricordiamo che nel 2021 Faulkner si trovava sul palco del festival americano Louder Than Life, quando ebbe un malore causato da una dissezione aortica e venne sottoposto d’urgenza ad un intervento di sostituzione dell’arco aortico.
Il musicista ora rivela a PremierGuitar:
“Tornai in tour nel 2022 e da allora non mi sono più fermato ma ho riportato dei danni collaterali. Forse in pochi lo sanno, soprattutto le persone a me più vicine e care, ma circa un mese dopo quell’episodio, tornai a casa dall’ospedale e mentre passeggiavo col cane nel vicinato assieme alla mia fidanzata Mariah e nostra figlia Daisy, sentii che arrivava… lo sentii e mi colpì il volto. Non riuscivo più a parlare e Mariah era lì con me. Prese il cane e mentre teneva la bambina, reggeva anche me.
Era passato circa un mese dall’intervento chirurgico e dovetti tornare in ospedale. Era l’ultima cosa che volevo. Mi dissero che avevo avuto un TIA, un ictus transitorio, una sorta di ictus più leggero. Mi diedero delle medicine. Piu è saltato fuori che era stato un vero ictus. Può capitare che dopo dei TIA o una serie di TIA ti venga un ictus vero e proprio ed è quello che è successo. Dopo la dissezione aortica ricordo che avevo avuto dei mancamenti. Una volta ero in bagno e mi sentii svenire. Quando uscii col cane, mi venne l’ictus e fu come se un peso mi tirasse verso il basso. Sarei caduto se Mariah non mi avesse tenuto su.
Da quel momento in poi smisi di avere quegli episodi. Ebbi un altro problema circa un anno dopo, per via di una perdita di sangue e dovettero sottopormi ad un altro intervento a cuore aperto. Poi tornai in tour e credevo che tutto fosse a posto ma qualcosa non andava alla mano destra. Credevo fosse per via degli stupidi anelli che portavo, quindi li tolsi e cambiai anche i plettri ma c’era qualcos’altro. Una mattina mi stavo lavando i denti e pensai: ‘C’è qualcosa che non va nella mia mano destra’ e c’era qualcosa che non andava anche nella gamba destra e nel piede destro. Feci degli esami e videro che avevo una lesione al lato sinistro del cervello che si riflette sul lato destro del corpo. Per fortuna non suono col piede e posso cavarmela”.
Circa l’impatto che l’ictus ha avuto sulle sue capacità di suonare, ha affermato:
“E quando suoniamo con i PRIEST, penso: ‘Come andrà stasera?’ E non è tanto per gli assoli, perché quelli in qualche modo li puoi adattare. È la ritmica, i pattern ritmici coordinati e cose del genere. Devono essere perfetti. E sentivo che in una band come i PRIEST, deve essere roba di livello mondiale e io non mi sento di livello mondiale. Andavo sul palco sentendomi un impostore, perché la gente non lo sapeva, forse. Pensavo: ‘Ma un giorno lo scopriranno. Qualcuno lo scoprirà, qualcuno dirà che non sto suonando allo stesso modo’.
“Per ‘Invincible Shield‘, siamo andati a registrare le chitarre nel mio studio privato e non riuscivo a suonare quello che c’era sulle demo di un anno prima. Nel 2023 sono andato in tour con il mio progetto parallelo ELEGANT WEAPONS. Pensavo: ‘Non ce la faccio. Cosa sta succedendo?’ E più mi esercitavo, peggio andava. Quando ti eserciti, si spera di migliorare ma invece peggiorava.
Mi sento più a mio agio a parlarne… forse ‘parlarne’ è la parola sbagliata, direi più ‘aprirmi’ al riguardo. So che ci sono molte persone in giro che suonano, cantano, qualunque cosa facciano, e si sentono come se non fossero abbastanza bravi e questo influisce sulla tua salute mentale. Voglio che sappiano che non sono soli. Tutti noi, probabilmente più persone di quante crediamo, lottiamo contro qualcosa. Non siete soli.
E l’altra ragione per cui voglio parlare di questa cosa e renderla pubblica, è che ogni volta che facciamo un soundcheck sul palco, le persone [che pagano un extra] sono dove ci sono le telecamere e sono proprio lì di fronte a noi. Io penso: ‘Se ne accorgeranno, diranno che non sto suonando ‘Painkiller‘ nel modo giusto’. Ribadisco, sono più i le ritmiche che altro. Ho pensato: ‘Se in qualche modo lo rendessi noto, a quel punto la verità si saprebbe e sarebbe quella che è’.
Le cose stanno così. Suono ancora, componiamo ancora dischi, suoniamo più che possiamo ma ci sono piccole cose che devo fare. Ogni sera in tour penso… A volte scendo dal palco e chiamo a casa e dico: ‘Non ce la faccio, cazzo. Non ce la faccio. Non ce la faccio.’ Prima pensavo a una cosa e riuscivo a suonarla al volo. Ora invece sono lì a faticare per suonare un pattern ritmico. Mi dico: ‘Non ce la faccio. Non ce la faccio. Smetto. Non ce la faccio’. E poi invece suono bene. E’ così che va, questa è la verità, ed è con questo che lotto. Questo è il danno collaterale.”