METALITALIA.COM PLAYLIST: ascolta su Spotify la nostra nuova playlist “Post metal pillars”

Pubblicato il 20/10/2020

Nuovo appuntamento con la nostra playlist di Spotify. Ricordandovi che potete sempre trovare le precedenti disponibili sul nostro profilo, questa volta tocca a Davide Romagnoli, che introduce così la sua selezione:

Siamo ormai soliti identificare molta della sperimentazione odierna in ambito di musica estrema con il cosiddetto termine di post-metal. Già, un termine che ancora oggi nasconde una storia e una contingenza specifica, a cui molto spesso non si guarda più, probabilmente in favore di una più facile ed efficace catalogazione immediata. Ma non è sempre, dopotutto, il problema di tutte le classificazioni, più o meno forzate?
Bene (o male, dipende), tentando di tirare le somme, però, il cosiddetto post-metal viene oggi ampiamente considerato come la volontà di innestare nel metal, soprattutto quello più estremo (tendenzialmente il doom, il black e il death), idee compositive, di suono e di struttura diverse da quelle più tipche: il che ha portato il genere ad essere legato naturalmente ad un certo grado di sperimentazione che lo ha avvicinato a folk, musica classica, jazz, ambient, psichedelia e molto altro. Le derive post-rock e post-hardcore hanno reso il genere sempre più dedito alle atmosfere e agli esistenzialismi del caso, da un lato, con brani lunghi, strutturalmente complessi e piuttosto divagatori, ma ne ha favorito anche un impatto più assordante, rumoristico e dedito all’avanguardia più spinta. Alcuni direbbero “libertà”. Che ci si creda o meno, che sia ancora opportuno questo termine, se mai lo sia stato veramente, non importa molto. E’ comunque di ampio uso, e così lo vogliamo intendere in questa sede.
Abbiamo dunque provato ad offrire un piccolo viaggio in quelle che sono state le più emblematiche finiture di questo genere, sia da un punto di vista funzionale (è sempre una playlist, non un saggio accademico!) che da un punto di vista più legato al nostro gusto e alla fortuna critica e di pubblico di certe band. Che abbiano la barba laccata o selvaggia, con un tatuaggio dei Motörhead o con un libro di Whitman sul comodino non importa poi molto. Non pretendiamo certo di esaurire tutte le guglie e le volte di questa grande cattedrale che è divenuta l’etichetta post-metal, ma -perché no?- provare a definirne dei pilastri, delle colonne portanti, questo si.
Un piccolo breviario, dunque, di brani per cuori post-metallari. Armati di oscurità d’animo, un pizzico di snobismo artistoide, qualche chicca nascosta, qualche hit immancabile e un orecchio sempre pronto a nutrirsi di nuovi suoni.

L’immagine di copertina è di Sara Sostini (Savageartworks)

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