INTERVISTA ALLA BAND
Mikael Åkerfeldt: “Ci è voluto un po’ più di tempo del previsto per trovare un accordo con l’etichetta. Non era scontato sin dall’inizio che sarebbe stata la Peaceville a pubblicarlo. Abbiamo sondato il terreno e solo in un secondo momento ci siamo accordati con loro… c’erano altre label interessate. Ma con la Peaceville sapevamo che le cose sarebbero state gestite nella giusta maniera: loro investono parecchio nelle loro band, basta vedere la confezione che hanno realizzato per questo DVD. Siamo quindi contenti di averlo pubblicato tramite loro… ci è voluto un po’ di tempo, ma tutto è bene quel che finisce bene”.
Mikael Åkerfeldt: “A dire il vero, devo anche vedere tutta la versione finita del concerto… questa sera sarà una premiere anche per me! Ma quello che ho potuto vedere tempo fa mi è piaciuto molto. Inoltre, come ti dicevo, sono assai soddisfatto della confezione”.
Mikael Åkerfeldt: “Non molto… mi piacerebbe dirti che si è trattato di un concerto speciale, ma in realtà per me non lo è stato affatto. Ero molto nervoso e spesso mentre suonavo mi sono ritrovato a pensare a come ci stavamo comportando. Non avevo la mente sgombra, quindi non mi sono divertito come altre volte. Credo che la prossima volta filmeremo più concerti di fila, in modo da non avere addosso tutta questa pressione. Quella sera non potevamo proprio permetterci di sbagliare, quindi non è stato molto divertente stare sul palco…”.
Per Wiberg: “Concordo con Mikael… anche per me è stato molto stressante. Filmare più show sarebbe stato più salutare! Ma alla fine tutto si è comunque risolto per il meglio… penso che quella sera la gente si sia divertita!”.
Per Wiberg: “Abbiamo cambiato qualcosa per non proporre troppe canzoni che erano già state incluse nel vecchio DVD. Non avrebbe avuto senso. Questa volta abbiamo cercato di coprire più album possibile e credo che la setlist si sia rivelata ben equlibrata. Volevamo suonare un altro paio di pezzi, a dir la verità, ma purtroppo non c’è stato tempo. Abbiamo dovuto fare le cose un po’ di fretta…”.
Mikael Åkerfeldt: “Sì, per quanto mi riguarda non è una cosa da sottovalutare. Oggi abbiamo un nuovo grande chitarrista nella persona di Fredrik, ma sono molto legato a Peter e a tutto il periodo in cui abbiamo suonato insieme. Il DVD è un bel modo per ricordare quelle esperienze…”.
Mikael Åkerfeldt: “Sì, non ci abbiamo ancora pensato. Nei prossimi mesi saremo in tour, quindi se ne riparlerà a 2009 inoltrato…”.
Mikael Åkerfeldt: “Conosco il manager dei Cynic e in pratica mi ha chiesto se potevamo portarli in tour. Sono una band che certamente ha dei fan in comune con gli Opeth, quindi mi è parsa una scelta logica. Dei The Ocean conoscevo poco o niente sino a un paio di mesi fa… poi un amico mi ha fatto ascoltare un loro album, che mi è piaciuto, e allora abbiamo scelto loro come opener. Nel complesso, si tratta di un bill solido e più meno improntato sulle stesse sonorità. Abbiamo da poco terminato un tour americano dove invece abbiamo suonato con gruppi diversi dal nostro, fra cui High On Fire e Baroness… è stata una bella esperienza e ti confesso che mi piacerebbe ripeterla più avanti”.
Mikael Åkerfeldt: “È sempre molto divertente suonare nei Bloodbath. Non sono per niente coinvolto nella stesura dei brani, mi limito a urlare, ma ogni tanto è salutare lasciarsi andare in quella maniera. I ragazzi hanno fatto un gran lavoro per l’ultimo album… credo che sia il migliore della carriera dei Bloodbath. Puro death metal in your face!”.
Martin Axenrot: “Anch’io sono molto contento di aver suonato su ‘The Fathomless Mastery’. Sono un grande fan dei Morbid Angel e a tratti su questo disco sembriamo quasi una loro cover band… e la cosa ovviamente mi sta benissimo!”.
Martin Axenrot: “Io e Mike saremo molto impegnati con gli Opeth l’anno prossimo, ma posso anticiparti che come Bloodbath prenderemo parte ad almeno due festival open air. Un tour invece penso sia da escludere… quando torno a casa da un lungo tour con gli Opeth l’unica cosa che davvero voglio fare è passare del tempo con la mia famiglia”.
THE ROUNDHOUSE TAPES 2CD
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THE ROUNDHOUSE TAPES DVD
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LIVE REPORT: OPETH + PARADISE LOST – 09/11/06
A cura di Luca Pessina
Grey
Hallowed Land
Erased
Redshift
Embers Fire
No Celebration
Shadowkings
Pity The Sadness
As I Die
One Second
Forever After
Eternal
Say Just Words
C’è ben poco da dire che non sia già stato detto su un concerto degli Opeth. Il gruppo svedese negli ultimi anni è andato in tour spessissimo ed è diventato praticamente perfetto sotto ogni punto di vista. Gli ultimi arrivati Per Wiberg e Martin Axenrot si sono inseriti alla grande nella band e il leader Mikael Akerfeldt ha affinato sempre più le sue doti di frontman, non limitandosi più a suonare e cantare, ma spendendo sempre anche qualche frase per annunciare ogni brano e per intrattenere la folla. Già di norma ogni concerto degli Opeth è visto come una sorta di evento da tutti i loro fedelissimi fan, quindi potete immaginare la tensione che si respirava questa sera all’interno della Roundhouse di Londra, il luogo scelto dal quintetto per filmare il suo nuovo DVD. Ci si chiedeva che brani i nostri avrebbero proposto, se ci sarebbe stato spazio per qualche sorpresa, oppure se il palco sarebbe stato allestito in una maniera particolare. Per fortuna, una volta terminato l’ottimo show dei Paradise Lost, il cambio palco è stato breve e alcune delle curiosità sono state immediatamente soddisfatte. Contrariamente alle aspettative, il palco non presentava alcuna scenografia ad eccezione di un maxi schermo, sul quale in seguito sarebbero state proiettate delle suggestive immagini legate ai titoli dei brani e ai rispettivi album. Batteria e tastiere ovviamente erano state posizionate in fondo, una vicino all’altra, mentre al centro capeggiava il microfono di Akerfeldt, pronto a diventare uno dei protagonisti della serata. Come dicevamo, il tempo intercorso tra lo show dei Paradise Lost e quello degli Opeth non è stato lungo: dopo appena venti minuti le note dell’intro hanno iniziato a fuoriuscire dagli amplificatori e, ancora con le luci accese, i cinque hanno fatto il loro ingresso, salutando calorosamente la folla. Il ruolo di opener dello show è toccato alla magnifica “When”, uno dei brani migliori del capolavoro “My Arms Your Hearse”. Si è notato subito che i suoni erano calibrati in modo eccellente e che il pubblico era stra-entusiasta, tanto che spesso capitava che i cori quasi coprissero la voce di Akerfeldt. Non male davvero, come inizio. Ma il bello doveva ancora arrivare, perchè, dopo l’esecuzione della nuova “Ghost Of Perdition”, gli Opeth hanno dato spazio a composizioni fra le più ricercate della loro discografia! Stiamo parlando di “Under The Weeping Moon”, di “Face Of Melinda” e, soprattutto, di “The Night And The Silent Water”… quest’ultima non suonata in sede live da circa dieci anni! Onore agli Opeth per essere stati tutto fuorchè prevedibili nello scegliere le song da proporre: essendo ancora in tour per promuovere “Ghost Reveries”, sarebbe stato comodo puntare su quest’ultimo o sui dischi appena precedenti, invece i nostri hanno dimostrato di avere ancora a cuore la loro vecchia discografia e di non volerla affatto dimenticare. Oltre ai succitati brani, c’è stato spazio anche per “Bleak” e “Blackwater Park” – più recenti, ma non sempre suonati negli ultimi tempi – e per “Windowpane” da “Damnation”, unica parentesi totalmente soft dello spettacolo. Dopo oltre un’ora e mezza di concerto, gli Opeth si sono dunque cimentati nel classico siparietto dei finti saluti, abbandonando il palco per poi ricalcarlo un paio di minuti dopo tra gli applausi. Anzichè annunciare subito un altro pezzo, Akerfeldt ha però speso un po’ di tempo nel presentare i suo compagni della band e solo dopo una decina di minuti i nostri hanno ripreso in mano gli strumenti, salutando il pubblico con una versione decisamente brutale di “Demon Of The Fall”. Durante l’esecuzione di quest’ultimo, gli astanti si sono davvero scatenati, arrivando anche ad esibirsi in alcuni stage-diving, cosa alquanto insolita per un concerto degli Opeth. A brano concluso, si sono sprecate le richieste per un nuovo bis, ma il tempo a disposizione del quintetto questa volta era proprio esaurito. Le luci si sono accese e i cinque svedesi hanno giusto fatto in tempo a ringraziare i fan e a stringere qualche mano prima di essere anch’essi allontanati verso i camerini. D’altronde, a Londra le cose vanno in questa maniera ai concerti: se alle 23 si deve finire, alle 23 si finirà… senza guardare in faccia a nessuno!
Ghost Of Perdition
Under The Weeping Moon
Bleak
Face Of Melinda
The Night And The Silent Water
Windowpane
Blackwater Park
Demon Of The Fall