DEATH ANGEL – INTERVISTA A MARK OSEGUEDA
E anche i Death Angel sono tornati!!! E’ un vero onore per noi della redazione di Metalitalia.com poter ospitare sulle nostre pagine un’intervista a una delle band più rappresentative e valide della storia del thrash metal. Gli statunitensi Death Angel sono la dimostrazione vivente che la classe non è acqua, e che gli anni non possono assolutamente scalfire quanto di buono viene realizzato nella carriera di una band. “The Ultra Violence”, “Frolic Through The Park” e “Act III” erano dischi grandissimi all’epoca della loro uscita, e lo sono anche oggi. E lo stesso si può dire dei concerti della band, una vera forza on stage, capace di far impallidire la concorrenza (nomi di spicco e ben più blasonati compresi… vero, Testament?) e di coinvolgere il pubblico in modo incredibile, lasciando chiunque a bocca aperta, ai limiti della commozione. Un nuovo lavoro sta per essere registrato e sicuramente alla sua uscita seguiranno altre serie di show… e noi tutti non possiamo che esserne felici. Con i Death Angel di nuovo in pista, la scena metal ha solo da guadagnare.
DIREI DI INIZIARE L’INTERVISTA PARLANDO SUBITO DELLA VOSTRA ATTESISSIMA REUNION, AVVENUTA, SE NON MI SBAGLIO, IN OCCASIONE DEL GIA’ MITICO “THRASH OF THE TITANS”…
“Proprio così, siamo stati contattati per suonare a quel festival ed inizialmente ci era sembrato quasi uno scherzo. Ma sapevamo benissimo che i proventi sarebbero stati utilizzati per una nobile causa e così abbiamo deciso di partecipare. Il bello è che non ci saremmo mai sognati di suonare così bene, il responso dei fan è stato grandioso e ci siamo accorti che il nostro affiatamento on stage non era andato perduto negli anni. E’ poi arrivata la chiamata del Dynamo e ci siamo detti: ‘vediamo cosa pensano di noi laggiù in Europa’! La folla è impazzita anche più che al TOTT, lasciandoci esterrefatti. Inizialmente volevamo realizzare un live album e salutare tutti una volta per tutte, ma poi sono arrivate altre richieste, decine di email e cose del genere… sino all’offerta fattaci dall’organizzazione del No Mercy festival. I concerti sino ad allora erano andati tutti bene, quindi abbiamo deciso di prendere parte anche a quel tour. E se tu eri presente avrai visto come è andata… la gente ci ha accolto quasi come se fossimo degli eroi! Noi abbiamo acquistato ancora più fiducia ed ora eccoci qui, non solo a far concerti ma anche pronti a registrare un nuovo album… incredibile!”.
COME VI SENTITE AD ESSERE DI NUOVO NELLA SCENA AL 100%?
“E’ davvero esaltante, non avrei mai immaginato che la gente attendesse un nostro ritorno in questa maniera… tutti sembrano fuori di testa quando saliamo sul palco, sembra che vederci on stage sia lo scopo della loro vita (ride, nda)!”.
CHISSA’ COSA SUCCEDERA’ QUANDO IL VOSTRO NUOVO ALBUM SARA’ NEI NEGOZI…
“Mi accontenterei di ricevere la metà dei responsi positivi che stiamo ottenendo con questi tour. Inizieremo a registrare a dicembre in uno studio piuttosto vicino a casa nostra. Il nuovo materiale suona come un incrocio tra quello di ‘Act III’ e quello di ‘The Ultra Violence’, noi ne siamo molto contenti, stiamo cercando di realizzare un prodotto realmente valido, non qualcosa che faccia rimpiangere le vecchie pubblicazioni. Credo che la marcia in più del nuovo disco sarà la varietà: tutti siamo cresciuti molto come musicisti negli ultimi anni e il songwriting non è stato riservato solo ad alcuni. Si è trattato di un vero lavoro di squadra, e penso che si sentirà”.
SO CHE INTANTO AVETE FIRMATO PER LA NUCLEAR BLAST…
“Sì, in occasione del No Mercy festival abbiamo ricevuto moltissime offerte da parte delle più note label del settore. Abbiamo deciso di firmare per la Nuclear Blast perché ci sembra che credano veramente in noi e in quello che facciamo. Sono molto professionali e non è un caso che la maggior parte delle band più in vista della scena metal incida per loro. Credo che la collaborazione sarà per entrambi molto vantaggiosa”.
ANCHE VECCHIE GLORIE COME ANTHRAX E EXODUS HANNO FIRMATO PER LORO…
“Infatti, ed entrambe le band si sono espresse in termini molto positivi nei loro confronti. Direi che siamo in buone mani!”.
COSA NE PENSATE DELLA SCENA ATTUALE?
“La troviamo in ottima forma, ci sono tante band dotate di grande personalità e che hanno le potenzialità per fare grandi cose. Ad esempio i Darkane, che sono in tour con noi e che hanno fatto una bella figura anche al No Mercy festival”.
QUINDI VI PIACCIONO LE BAND MODERNE…
“Certamente, ma non troppo quelle nu metal. Credo che molti di quei gruppi suonino senz’anima e mischino elementi che hanno ben poco a che fare gli uni con gli altri. Inoltre quelli realmente innovativi son ben pochi, gli altri seguono sin troppo le orme dei padri del genere. Questo ovviamente accade anche nel metal ma secondo me lo si fa con ben altro gusto”.
E CHE NE PENSI DELL’ULTIMO ALBUM DEI METALLICA DEL VOSTRO AMICO KIRK HAMMETT?
“Tutto sommato lo trovo un buon lavoro, certi pezzi mi annoiano un po’ ma ce ne sono altri che considero i migliori che i Metallica abbiano scritto da diverso tempo a questa parte. Tutti poi stanno criticando la produzione, ma per me non è poi così male… si adatta bene allo stile dei brani”.
AVETE FORSE INTENZIONE DI REALIZZARE UN DVD O QUALCOSA DI SIMILE?
“Magari in futuro… e si tratterebbe di una sorta di documentario sulla nostra carriera dagli inizi ad oggi. Intanto stiamo negoziando la ristampa dei primi due album. Vogliamo renderli disponibili come una volta e ci piacerebbe allegare delle bonus track e altro materiale inedito o raro, come i nostri video per ‘Bored’ e ‘Voracious Souls’, e qualche intervista”.
GRAZIE PER L’INTERVISTA, MARK…
“Grazie a te e a Metalitalia.com. L’Italia si sta rivelando un vero e proprio paradiso per i Death Angel, ci sentiamo come a casa qui da voi, tutti sono gentili e disponibili. Saremo sempre entusiasti di venire a suonare qui, puoi starne certo!”.
MNEMIC – IL METAL DEL FUTURO?
I danesi Mnemic sono una delle ultime scoperte della Nuclear Blast, il ‘Fusion Future Metal’ del loro debut album “Mechanical Spin Phenomena” sembra stia facendo proseliti in tutta Europa, e proprio per questo la nota label tedesca sta cercando in ogni modo di far conoscere ancora di più questa band al grande pubblico organizzando interviste su interviste. Proprio in una di queste abbiamo avuto modo di andare alla scoperta in modo più approfondito della loro miscela di Fear Factory, Meshuggah, White Zombie e linee vocali alla In Flames. Senza dubbio qualcosa di piuttosto accattivante e divertente ma onestamente non rivoluzionaria, né tanto meno degna di essere definita il metal del futuro… ma il gentile Mircea, chitarrista e leader del gruppo, ovviamente sembra esserne più che convinto…
POTRESTI PRESENTARE LA BAND AI NOSTRI LETTORI?
“La band è nata come un 3-piece: inizialmente c’eravamo io, l’altro chitarrista e il batterista. Provenivamo tutti da death metal band ed eravamo stanchi di suonare quel tipo di musica… diventa noioso l’essere sempre brutali e volevamo fare qualcosa di diverso. Volevamo suonare musica energica, groovy e melodica. All’inizio è stata dura, ma aiutandoci l’un l’altro siamo riusciti a progredire come musicisti. Con i Mnemic abbiamo sempre voluto essere dieci anni avanti rispetto a tutte le altre band. La svolta è poi arrivata quando abbiamo registrato il nostro primo demo con il produttore Jacob Hansen, che ci ha permesso di uscire dall’underground e di venire contattati da molte label. Non firmammo per nessuna di queste perché ai tempi il nostro singer ci lasciò per motivi familiari ma ci è bastato trovarne uno nuovo, registrare altri tre brani e cercare un bassista per essere ricontattati dalla Nuclear Blast. Il resto è storia recente”.
CHE COSA SIGNIFICA IL TERMINE ‘MNEMIC’?
“Mnemic significa memoria e deriva da un nome che compare nella mitologia greca: la dea Mnemosyne era infatti la personificazione della memoria. Noi della band abbiamo comunque dato a questa parola un significato del tutto nuovo: MAINLY NEUROTIC ENERGY MODIFYING INSTANT CREATION”.
SIETE SOLITI DEFINIRE IL VOSTRO SOUND ‘FUSION FUTURE METAL’. PUOI SPIEGARCENE IL MOTIVO? “Lo si può anche definire una miscela di techno, jazz e metal! In fin dei conti possiede tutti questi elementi… non è old school death metal, nemmeno black metal e non è assolutamente Nu-metal, quindi perché non definirlo con un nome nuovo? Ma questa ovviamente è solo la mia opinione…”.
SE PROPRIO DOVESSI FARLO, A QUALI BAND PARAGONERESTI I MNEMIC?
“Non vorrei proprio dover fare una cosa del genere ma, visto che devo, allora ci paragonerei a John Coltrane che cavalca verso l’inferno con dell’acido nelle vene. Ma ripeto: non spetta a me fare dei paragoni, dovrebbero farlo gli ascoltatori. Io paragonerei i Mnemic solo ai Mnemic”.
VOGLIAMO PARLARE DELLA REALIZZAZIONE DEL VOSTRO DEBUT ALBUM?
“Il nostro debut album, ‘Mechanical Spin Phenomena’, è stato registrato negli AntFarm Studios con il producer Tue Madsen nel marzo 2003. Abbiamo trascorso un mese in studio, ed è stato molto divertente. Abbiamo sperimentato molto e io stesso ho utilizzato dei guitar synthesizer per realizzare molte delle melodie. Negli ultimi giorni ho provato anche ad utilizzare un didjerrydoo, ma il risultato faceva così schifo che abbiamo accantonato l’idea!”.
COME COMPONETE SOLITAMENTE I VOSTRI PEZZI?
“Di solito sono io che scrivo i primi riff e che presento le idee alla band. Poi iniziamo a jammare e a scrivere altra roba che può essere accostata a quella che io ho proposto. Normalmente quindi un brano viene realizzato da tutti i cinque membri”.
CHE ARGOMENTI TRATTATE NEI VOSTRI TESTI?
“La maggior parte dei testi parla di psicologia, menti deviate e cose del genere. Cerchiamo sempre di scrivere delle storie illustrando i punti di vista dei vari protagonisti”.
CHE OBIETTIVI VI SIETE PREFISSATI DI RAGGIUNGERE CON “MECHANICAL SPIN PHENOMENA“?
“Ogni musicista sogna di vivere grazie alla sua musica, e questo è anche il nostro sogno. Non ci interessa la fama, vorremmo solo avere l’opportunità di continuare a fare quello che stiamo facendo anche negli anni a venire. Siamo coinvolti al 100% in questa band, lo desideriamo tanto…”.
TI RINGRAZIO MOLTO, A TE LA CONCLUSIONE…
“Grazie per l’intervista, e in bocca al lupo per il portale! Per maggiori informazioni su di noi visitate pure www.mnemic.com, il nostro sito ufficiale”.
DEATH ANGEL + DARKANE + DISBELIEF + MYSTIC PROPHECY + MNEMIC – LUBIANA
Dopo l’ennesimo annuncio di una reunion importante nel vecchiomondo del thrash, il concerto a Lubiana è stata un’occasione unica pervedere se i Death Angel possono davvero considerarsi una band a tuttigli effetti nel 2003, o se si tratta di un altro fenomeno da baracconeideato solo per un tornaconto commerciale…
Stasera suonano i Death Angel, i Darkane e altri gruppi a Lubiana (capitale slovena), un’occasione più che ghiotta quindi per vedere se questa famosa reunion della band della Bay Area è una cosa seria oppure una pura operazione di mercato mal riuscita. E poi c’è la Slovenia, posto in cui i concerti sono (per svariati aspetti) indimenticabili, e stavolta non c’è stata la ‘famosa’ eccezione a smentire la regola. Si parte a pomeriggio inoltrato, dalla destinazione ci separano soltanto 100 km scarsi, da fare in autostrada. Fa freddo, la Slovenia è un paese freddo, l’autostrada è immersa nelle foreste e si passano diversi monti prima di giungere nella valle di Lubiana, ma per fortuna stavolta non c’è la neve, né la strada è ghiacciata. Si comprende subito, se non si conosce questo paese, di entrare in un mondo da una parte lanciato verso lo sviluppo (la Slovenia potrebbe diventare una piccola Austria nei prossimi anni), ma dall’altra ancora non privo di parecchi ‘arcaismi’. Al casello autostradale chi vi dà il biglietto non è il solito distributore automatico, ma bensì un braccio di una persona con il biglietto già pronto per voi (e presto entreranno in Europa…almeno qui si inventano i posti di lavoro…). Si arriva presto nella capitale slovena, bella e moderna. Il posto in cui si terrà il concerto, però, è un’oasi particolare dove non rientrano i concetti di ‘bello’ (inteso in stretto senso estetico) e ‘moderno’. Si tratta di un’area dismessa, vicoli più o meno larghi che si fanno spazio tra una serie di edifici nuovi (come un Ostello della Gioventù) e vecchi (fabbriche abbandonate, edifici semicrollati). Ci sono rottami lasciati in strada, ci sono case sventrate sulla cui facciata sono state messe teste di manichini e le pareti ‘addobbate’ con ogni sorta di oggetti… si sconfina nel surreale. Ci sono poi gli sloveni, tanti (come ad ogni concerto): c’è chi beve (tutti…), chi ascolta lo stereo in macchina e chi si arrampica su impalcature abbandonate. La zona è veramente particolare, ci sono case bassissime il cui ingresso porta, per ognuna di esse, ad un locale in cui si suona metal e altro. Stasera tocca al Gala Hala (l’edificio successivo al Metelkova, altro posto dove suonano gruppi metal). Si potrebbe ascoltare il concerto (da poco iniziato) stando fuori dal locale, perché c’è solo una porta semichiusa che separa il posto dove si tiene il concerto dalla strada. All’interno c’è poca gente, ci sono parecchi altri triestini, ed anche alcuni amici. Sembra strano vedere così poca gente ad un concerto qui in Slovenia, fuori ce n’era tanta ma bisogna anche considerare che sono le 20 e 30 di sera. Lo spettacolo degli sloveni Negligence è in pratica già concluso. Ad ogni modo il responso dei pochi presenti è buono, e la band non sembrava malaccio, intenta a suonare un thrash convenzionale ma convinto. Tocca poi ai Mnemic della scuderia Nuclear Blast: ottimi suoni, massicci, spaccano il secondo (grazie al fatto di suonare con un batterista che usa necessariamente il metronomo in cuffia per far combaciare le musiche con i campionamenti pronti che ogni tanto si inseriscono nelle canzoni, anche se non influiscono più di tanto nell’economia della musica dei Mnemic) con il loro metal che deve molto a Messhuggah e Fear Factory. Il pubblico inizia a scaldarsi e i Menemic possono dirsi soddisfatti del discreto successo. Da segnalare un paio di cose: il cantante è uguale a Brad Pitt (a parte la pancetta, ma il motivo di quei mancati adominali viene presto svelato: nel giro di tre canzoni si scola allegramente quasi due litri di birra, brinda col pubblico, che qui ha sempre la ‘pivo’ – birra – in mano, senza peraltro sbagliare nulla e nessun attacco con la voce sugli innumerevoli stacchi che fa la band)! A proposito di birra, poi… ora qui si son decisi a darla solo in lattina, il che evita durante il pogo di cadere sui vetri delle bottiglie rotte sotto al palco. I Mnemic si sono anche fatti apprezzare dal pubblico (e dal sottoscritto) per aver lanciato e regalato caterve di cd promozionali (un cd sampler dei gruppi della Nuclear Blast)… davvero un bel gesto! Non faccio in tempo a chiedermi quale sarà il genere dei prossimi Mystic Prophecy che già mi vengono i brividi…un gruppo power anche qu!. In teoria la presenza di un gruppo power potrebbe anche star bene, ma a serata conclusa effettivamente non è molto in linea con il resto delle band… troppo mosci, troppo allegri per una serata all’insegna del metallo puro e vero come questa. I chitarristi sono due ma le chitarre si sentono appena, e quando si capisce quello che fanno di certo non entusiasmano. I Mystic Prophecy sono abbastanza preparati, non sono dei mostri, sono abbastanza pesantucci per essere un gruppo power, il cantante fa la sua onesta figura, ma quello che indispettisce (e non solo il sottoscritto) è l’attegiamento del gruppo sul palco: ostentazione di un’allegria piuttosto immotivata. Sorridono, fanno facce strane (per non dire qualcosa d’altro), insomma, si comportano in modo abbastanza pacchiano, specie quando il cantante (uguale a Vasco Rossi, a parte i capelli lunghi… e lui non sarà l’ultimo sosia della serata!) fa di tutto per mettere in luce quegli assoli del chitarrista che sarebbe meglio coprire… C’è una discreta ciurma di powermen che si esalta oltre ogni limite consentito e fa fare un figurone a questo gruppo, che personalmente non credo farà troppa strada. Decido di uscire a prendere un po’ di freddo, fuori ci sono tantissimi ragazzi, chi beve (sempre e sempre…), chi sta sdraiato nei posti più impensabili. Ci sono gruppi di ragazzi appartenenti ai centri sociali, più in là un gruppo di rappers che ascolta la loro musica a tutto volume, e vicino a loro un po’ di ragazzi che contraccambiano con gli Slayer allo stesso volume; c’è un po’ di tutto, qui il concerto è un’occasione d’incontro, di baldoria, di divertimento, forse più che da noi. C’è chi brucia la spazzatura di un bottino per farsi caldo, c’è chi inizia a improvvisare un focolare per dar da mangiare per pochi talleri (moneta slovena). Torno dentro, ora tocca ai Darkane! Ero curioso riguardo alla prestazione della band in veste live dopo che mi avevano abbastanza convinto con gli album da studio. Di concerti ne ho visti in discreta quantità, e ho potuto osservare tante band di ben più alta fama ma mai, ripeto, mai avrei pensato di assistere ad una prova assolutamente sopra le righe della band svedese. Uno dei gruppi più devastanti mai visti! Il locale ora è davvero pieno, il chitarrista della band saluta il pubblico e la Slovenia per la prima volta (i Darkane non sono mai stati qui prima) e si scusa anticipatamente se suonerà seduto, causa un infortunio alla gamba. Per la platea è un motivo in più per esaltarsi e aspettare con grande impazienza la prestazione dei Darkane. E’ bene ora spendere due parole sulla mentalità diversa di concepire la musica di questo paese rispetto a quanto accade alle nostre parti: qui in Slovenia anche i gruppi sconosciuti (ovviamente il discorso è generico, non riferito ai Darkane) vengono seguiti con interesse. Se piacciono non c’è avarizia nel manifestare il proprio consenso… si va al concerto per divertirsi, c’è fame di musica, mentre noi abbiamo la pancia piena in più di un caso. Da noi i gruppi locali o simil-sconosciuti vengono ignorati, guardati spesso con indifferenza, sempre con freddezza. E’ la mentalità ad essere agli antipodi, da noi si va volentieri (purtroppo) a criticare, qui si accetta più serenamente e si premiano tutti i gruppi bravi, famosi e non. Non sono convinto che tutti i presenti conoscessero i Darkane qui, ma fin dalle prime note suonate dalla band svedese l’atmosfera è diventata incandescente. I Darkane hanno dato l’anima e hanno lasciato il ricordo indelebile della loro performance sui i presenti per i prossimi anni… una band assolutamente grandiosa! Sopra le righe le bellissime “Convicted” e “Rusted Angel”. Non sarà un caso, ma gli uomini del nord si sono presto sciolti davanti a tanto calore del pubblico, e anche il chitarrista ha deciso di suonare in piedi pur essendo infortunato. Lasciarsi trascinare è un imperativo in certe occasioni! La band ha raccolto quanto ha seminato con tanta classe: un successo strepitoso. Non si contano i cori ‘we want more!’, ma purtroppo la scaletta da rispettare è categorica e si deve andare avanti, un vero peccato! Dopo un po’ di incredulità a fine concerto per troppa grazia ricevuta, esco a prendere una boccata d’aria prima che inizi lo show dei Disbelief. Ad un amico andato da Andy (cantante dei Darkane) per porgere dei sinceri complimenti, il singer ha risposto: “No, grazie a te per essere stato qui stasera!”. Piace quanto mai la disponibilità e i piedi per terra di certa gente, che dovrebbe essere di esempio a tutti quei personaggi di band blasonate che si credono immortali e che trattano i fan con sufficienza. C’è sempre tantissima gente che gira attorno al locale e, mentre i miei amici fagocitano una quantità impressionante di quei strani involtini a base di cipolla e chissà di quant’altro ancora, una macchina nuova si schianta contro un muro nei loro pressi (aveva preso male le misure nel passare attraverso una strettoia); il tipo che la guida è palesemente di fuori per i fumi dell’alcool, lascia tutto il muso della macchina sul terreno e se ne va via. Un mio amico lo rincorre con alcuni pezzi della macchina in mano per restituirglieli, ed in cambio ottiene dal tipo una bella birra (scena esilarante, anche se a raccontarla non rende l’idea). Torno dentro, ci sono i Disbelief, gruppo che subisce la sfortuna galattica di figurare in scaletta dopo i ‘mostruosi’ Darkane ma che sostanzialmente riempie degnamente il dislivello grazie al proprio sound veramente monolitico. Il cantante ha una voce (e un aspetto) molto primitiva, adatta ad esasperare le parti sofferte, lente e pesanti che i Disbelief sputano dai loro strumenti. Sound ipersaturo, pesantezza snervante come quella con cui i Neurosis ci hanno deliziato in passato. Il pubblico reagisce bene anche all’ennesimo macigno sonoro della serata, e anche questa band fa la sua bella figura contribuendo al successo di una serata qualitativamente molto valida. La monotonia viene spezzata dalla densa atmosfera che la band riesce costantemente a produrre grazie ad una coesione granitica d’insieme.
Ma finalmente ci siamo, stanno per salire sul palco i Death Angel, un pilastro del thrash mondiale negli anni ’80, un gruppo che ha dato alle stampe tre full lenght e un disco live, ma soprattutto la band di San Francisco che ha partorito uno dei migliori album thrash di tutti i tempi: “The Ultra-Violence”… e sfido chiunque a sostenere il contrario! Anche se l’età media dei presenti è piuttosto bassa e ci saranno poche persone che hanno vissuto il fenonemo Death Angel negli ultimi anni ’80, tutti aspettano con frenesia l’apparizione dei thrasher di origine filippina. L’entrata è sottolineata da un boato, gli occhi dell’indemoniato Mark Osegueda brillano già, consci del terremoto che si sta per abbattere sul Gala Hala di Lubiana. Si parte, ed è subito un ritorno alle origini: viene infatti rispolverato in grande stile il debut della band. L’onda d’urto degli americani è devastante, un gruppo superlativo che dal vivo dimostra tutto il suo valore. Ricordo ancora, tanti anni fa, alcune recensioni negative degli album della band, specie su “Frolic Through The Park”… be’, sarebbe il caso di prendere per i capelli quelle ‘grandi’ penne della musica metal e sbatterle in prima fila a farle redimere! I gruppi storici thrash europei sono fenomenali dal vivo, ma vedere dal vivo una band della Bay Area è per certi versi tutt’altra cosa, i Death Angel sembrano davvero demoni orientali scatenati! La platea si incendia, l’headbanging è collettivo, il calore supera i livelli di guardia. Il carisma della band, e soprattutto di Mark, è eccezionale, e non è un caso se il frontman si sofferma a ringraziare sentitamente il pubblico al termine di ogni, ripeto, ogni canzone. Ciò che i Death Angel danno è quel che viene loro restituito dall’entusiasmo dei presenti (e non potrebbe essere altrimenti)! Piace il modo di fare di Mark, un cantante che guarda negli occhi tutti i fan sotto il palco, senza sguardi fissi nel vuoto sopra la massa informe… no, lui interagisce con tutti i presenti, le distanze così si annullano e tutto guadagna in coesione, un’energia compatta che fa tremare le pareti del locale. Bella la stretta di mano tra Mark e un suo fan in prima fila costretto sulla sedia a rotelle, gesto che tutti i presenti apprezzano e applaudono. L’ennesimo piccolo, bel capitolo di una serata da incorniciare, ma che non è ancora finita. Quando Dennis Pepa (bassista) prende il microfono e canta l’immortale “Thrashers”, il sottoscritto vede realizzarsi un sogno che dura da più di dieci anni! La voce è sempre quella: inconfondibile! Ci si avvia ora alla fine di un concerto perfetto… manca la perla finale, ma per fortuna i Death Angel sanno accontentare i fan, ed ecco l’apoteosi definitiva, la consacrazione di un ritorno col botto: “Kill As One”! Senza parole… Ogni altro superlativo sarebbe veramente inutile. Tutta la scena metal ha da guadagnare dal ritorno di un gruppo simile, un ritorno genuino, convinto e convincente più che mai. La serata è stata turbata dal solito gesto imbecille, l’ennesimo atto vandalico nei confronti di una macchina italiana… ci sono dementi davvero ovunque… peccato. Certo, potrebbe trattarsi di un ubriaco, ma è troppo forte la tentazione di pensare ad un’azione mirata, figlia di quell’odio razziale tra sloveni e italiani che dura ormai da troppo tempo. Sarebbe veramente ora di finirla (da ambo le parti)! Ma dentro il Gala Hala, tra le note del metal, era tutta un’altra storia, una bellissima storia. Ah, dimenticavo: se volete andare in Slovenia a vedere un concerto, è indispensabile essere dotati da Madre Natura di un po’ di centimetri; gli sloveni, insieme ai montenegrini, sono un popolo tra più alti d’Europa (e non solo), qui il più piccolo misura almeno 180 cm… Per fortuna questo paese non è ancora entrato in Europa, e così un posto fatiscente ma affascinante e bizzarro come questo può ancora esistere senza essere devastato da tutte le normative europee di sicurezza e altro. Da noi posti simili forse non ci sono più, il che può essere un vero peccato. Bentornati Death Angel! Back to the roots!
DEATH ANGEL + DARKANE + DISBELIEF + MNEMIC – MILANO
Stupenda serata di metal estremo (quasi in tutte le sueforme!), quella avvenuta al Transilvania Live di Milano il 17 novembrescorso. I Death Angel si sono confermati una band incredibile on stage,ma anche i giovani Mnemic e i sempre più esaltanti Disbelief hannofatto il loro dovere. Peccato invece che i Darkane abbiano offerto unaprova un tantino sottotono, ma siamo sicuri che si sapranno rifarel’anno prossimo, quando verranno a promuovere il loro quarto album!Purtroppo nel report che vi apprestate a leggere non è stata spesanemmeno una parola sui Mystic Prophecy: durante il loro breve show citrovavamo infatti sul tour bus dei Death Angel, intenti ad intervistareil grande Mark Osegueda, ed è stato perciò impossibile per noiesprimere un giudizio su di loro!
MNEMIC
Al primo vero tour della loro carriera i danesi Mnemic hanno offerto una prova dignitosa, non sfigurando troppo di fronte alle ben più esperte band loro compagne in questa serie di concerti. La band deve senz’altro migliorare nella tenuta del palco e nell’affiatamento ma segnali positivi sono comunque arrivati dal bravo frontman, tutt’altro che timido e molto coinvolto dall’inizio alla fine del breve show.
DISBELIF
Non è ormai un segreto che a Metalitalia.com si stravede per i tedeschi Disbelief ma, a costo di apparire noiosi, non si può non rincarare la dose di complimenti nei confronti di questo quintetto, quasi l’unico negli ultimi tempi ad aver trovato una via realmente personale nel metal estremo. La prestazione di stasera è stata ancora una volta sopra le righe, a dispetto di una condizione fisica precaria e di una risposta del pubblico che si è fatta sentire davvero solo da metà show in poi. Karsten, a causa di una brutta influenza, ha cantato per lo più stando inginocchiato ma questo non ha frenato la band nel rovesciare tonnellate di odio e melodia sui già numerosi presenti. I brani tratti dal nuovo “Spreading The Rage” hanno fatto la parte del leone nella setlist (devastante l’iniziale “To The Sky”) ma non sono state dimenticate perle come “Misery” e “No Control”. Una quarantina di minuti davvero intensi: i Disbelief non si sono per nulla risparmiati e hanno fatto una grandissima figura, riuscendo senz’altro a guadagnare alcuni nuovi fan pur essendo, come sempre, un po’ fuori contesto. A quando un tour con band accostabili a loro?
DARKANE
Ci piacerebbe poter scrivere che i Darkane siano stati protagonisti dell’ennesimo grande show, ma purtroppo quest’oggi le cose sono andate un po’ diversamente. Purtroppo praticamente tutti i membri della band non hanno potuto dare il massimo sul palco perché ammalati e, oltre a ciò, ci si sono messi pure dei suoni indecenti a rovinare l’inizio della loro performance. Andreas Sydow in più di un’occasione si è dimostrato incapace di replicare i suoi deliranti vocalizzi e il leader Christofer Malmstrom è risultato spesso impreciso all’altezza degli assoli. Gli svedesi ce l’hanno messa tutta, e pezzi come “Hostile Phantasm” e l’inaspettata “July 1999” hanno scatenato anche un pogo di tutto rispetto ma nel complesso la loro prova è stata appena sufficiente. Un vero peccato, sappiamo tutti infatti cosa sono in grado di fare i Darkane quando si trovano on stage in situazioni normali.
DEATH ANGEL
Dopo una a dir poco esaltante esibizione al No Mercy Festival 2003, i Death Angel tornano a Milano da headliner, con tutti gli onori che meritano. Sul palco questi cinque filippini sono un gruppo in grado di trasmettere moltissimo. E non parlo solo della qualità musicale delle loro proposte, ma anche del lato personale, della voglia di costruire un potente legame tra la propria musica e chi la ascolta. In poche parole: è un piacere sentirli perché sono un gruppo che non si risparmia, un gruppo che sa trascinare il pubblico come andrebbe fatto, suonando con genuino entusiasmo. Durante quella domenica piovosa (come continuava a ripetere il singer, ringraziando i fan italiani per il loro calore incredibile) i Death Angel ci hanno regalato un’ora e quaranta di grande spettacolo, un ritorno a un modo autentico e spontaneo di vivere il metal, che negli anni è andato un po’ spegnendosi. E’ vero, la band è entrata a far parte del roster Nuclear Blast e in aprile pubblicherà un nuovo disco, ma si ha l’impressione bellissima che quello che i Death Angel hanno vissuto durante gli anni Ottanta lo portino sempre impresso e siano in grado di farlo magicamente rivivere quando sono sul palco. Tutti in gran forma, tutti entusiasti, hanno proposto i classici di “The Ultra-Violence”, “Frolic Through The Park” e “Act III”, per la gioia di un audience che si è letteralmente scatenato. Che dire del loro thrash tecnicissimo e suonato col cuore, che dire della bellezza e della creatività delle loro song, della potenza, dei testi mai banali? Sembra che i Death Angel non abbiano mai abbandonato la scena, e Mark ci sorprende con una energia contagiosa, mentre calca il palco da artista consumato. Gli altri membri della band suonano egregiamente, impossibile resistere a “Seemingly Endless Time”, “Mistress Of Pain”, “Evil Priest” o “Bored”, vere pietre miliari e song dalla raffinatezza tecnica invidiabile. Anche “Thrashers”, in cui Mark si è assentato dal palco, è stata un trionfo, nelle mani del mattatore Dennis Pepa. Durante il bis è arrivata immancabile “Kill As One”, nel corso della quale i cori onnipresenti del pubblico si sono trasformati in boati. Degno coronamento di un’ottima performance in cui il gruppo ha dimostrato tutto il suo valore e quanto meriti di ritrovare alla grande il proprio spazio nella scena metal odierna. C’è bisogno di persone come i Death Angel, umili e sempre pronte a sottolineare il rispetto e la gratitudine per i propri fan… godiamoceli mentre vivono la loro seconda primavera!