IN PRINCIPIO ERA IL WACKEN OPEN AIR…
Il momento è quasi giunto. Nonostante manchi oltre un mese alla release di “Symphony Of Enchanted Lands II”, la nostra calata al Wacken Open Air Festival ci ha permesso di dare un fugace e caotico ascolto (causa presenza di numerosi e chiassosi giornalisti) della nuova fatica scritta da Alex Staropoli e Luca Turilli. Non abbiate fretta, un giudizio più oculato e particolare verrà dato in ambito di recensione “ufficiale”, ma possiamo già affermare che i fans dei Rhapsody non rimarranno delusi! Lo stile, le idee, l’ispirazione non mancano, in più l’apporto di un’orchestra vera, composta da circa cinquante musicisti, ha contribuito non poco nel creare le magnifiche atmosfere dell’ormai conosciuto “film score metal”. Un’ultima citazione è dovuta per Cristopher Lee, così come nel mini cd “The Dark Secret”, il nostro Saruman di fiducia pavoneggia tutta la sua classe con una voce ormai degna di essere ricordata negli annali del metallo!
“SYMPHONY OF ENCHANTED LANDS II” – L’ASCOLTO!
“The Dark Secret – Ira Divina”
Classica intro-song pomposa e superba che appare in ogni album firmato Rhapsody.
“Unholy Warcry”
Song tirata in classico Rhapsody style, nella parte centrale rallenta lasciando spazio alla narrazione di Christofer Lee. Si riprende con un assolo malmsteeniano di Turilli ed i tempi tornano decisamente spediti. Manco a dirlo, il ritornello è supportato da ampi cori. Song ben congeniata ma canonica, sulla scia delle ultime fatiche dei triestini.
“Never Forgotten Heroes”
Un inizio soave ed una soprano introducono le maestose tastiere di Alex Staropoli ed il possente lavoro compiuto dall’orchestra. La song parte come mid-upper tempo lineare, le vocals di Lione dominano il brano, sia nel ponte, sia in parte nel refrain. Turilli e Staropoli si alternano in fase solista, per il resto “Never Forgotten Heros” prosegue senza ulteriori sorprese. Un brano decisamente pregevole che rimarrà presto impresso nella mente dell’ascoltatore.
“Elgard’s Green Valleys”
Intermezzo medievaleggiante di flauti della durata di un paio di minuti. Un break che introduce il brano successivo.
“The Magic Of The Wizards Dream”
E’ la volta dell’immancabile lentone firmato Rhapsody. Pur non stravolgendo i canoni del genere, dobbiamo tessere le nostre lodi a Fabio Lione per la sua performance piena di carica recitativa, in grado di toccare il cuore ai metallari più romanticoni. Anche se meno apparenti, le parti orchestrali riescono a creare la giusta atmosfera e pathos nel brano, che esplode con il maestoso ritornello.
“Erian´s Mystical Rhymes -The White Dragon‘s Order”
Potente suite di oltre dieci minuti che inizialmente si staglia su tempi medi, scelta questa che ne aumenta forza e potenza. Anche in questo caso Lione funge da protagonista indiscusso, forte di linee vocali maestose ed epiche in stile “Power Of The Dragonflame”. Momenti melodici ed evocativi e accelerazioni rendono “Erian´s Mystical Rhymes -The White Dragon‘s Order” un capitolo molto importante per l’intero disco.
“The Last Angel’s Call”
Dopo la complessità del precedente brano, torniamo a melodiee lineari ed immediate, “The Last Angel’s Call” è l’ideale brano introduttivo per un concerto: diretto, forte e grintoso, una nuova “Emerald Sword” insomma. Formula vincente non si cambia!
“Dragonland’s River”
Tempo di melodie medievali e arcane, i Rhapsody unplugged per una canzone da veri menestrelli. Una chitarra acustica e flauti, non serve ad altro a Lione per narrare il brano in maniera ineccepibile. Un po’ scontato a dire il vero, ma di livello discreto.
“Sacred Power Of Raging Winds”
Cristopher Lee sembra ritornare nei panni di Saruman mentre evoca tempeste e valanghe, la sua recitazione calza perfettamente con un brano veloce come “Sacred Power Of Raging Winds” (anche questo di oltre 10 minuti). A metà ascolto assistiamo ad un marziale rallentamento, una sorta di marcia verso la battaglia. Tastiere e melodie devote a Claudio Simonetti ed i suoi Goblin (diciamo pure “Profondo Rosso”) tengono sulle spine l’ascoltatore fino al ritorno del solito incedere epico e sinfonico del gran finale.
“Guardiani Del Destino”
Per la seconda volta i triestini si cimentano in un brano cantato in lingua madre. “Guardiani Del Destino” è una sorta di ballad medievaleggiante che non stonerebbe su un disco di Angelo Branduardi. Il ponte crea un cerscendo di intensità che sfocia nel ritornello corale, colpevole di non “esplodere” mai sul serio! Questa mancanza rende “Guardiani Del Destino” uno degli episodi meno forti dell’album.
“Shadows Of Death”
Anche in questo caso ci troviamo dinnanzi ad un mezzo passo falso. “Shadows Of Death” è aggressiva pomposa quanto basta, ma le melodie non denotano grande inventiva ed ispirazione. Diretto e privo di sorprese, il capitolo in questione è il giusto riempitivo per raggiungere il minutaggio necessario a chiudere un full lenght.
“Nightfall On The Grey Mountains”
Ultima track, i soliti cori recitano un’intro per Fabio Lione che staglia il suo cantato nella strofa lenta e scandita. “Nightfall On The Grey Mountains” è probabilmente l’episodio più epico e da colonna sonora di “Symphony Of Enchanted Lands II”. La produzione è letteralmente esaltante ed i musicisti dell’orchestra non potrebbero suonare meglio per infondere tanta magnificenza in una singola canzone. Complimenti.