A cura di Maurizio “MorrizZ” Borghi
La rubrica Road Dog arriva alla terza puntata e ci porta negli Stati Uniti d’America! Questa volta il sound è moderno e contaminato: i protagonisti sono infatti gli Exilia, che vanno a raccontarci in prima persona la loro esperienza oltreoceano a supporto dei Drowning Pool assieme agli Eye Empire. La formazione ha le sue origini nel 1998, quando Masha incontra il chitarrista ElioAlien a Milano, ma è con “Rightside Up” del 2000 che si fa notare, prima sul territorio italiano e poi in Svizzera, Austria e Germania. Oggi, dopo anni di esperienza alle spalle, migliaia di chilometri on the road, 5 album in studio e 6 EP, forti dell’impatto di “Decode” i Nostri partono per il primo vero e proprio tour negli States. Ben 25 date per una schedule densissima di appuntamenti che li sta portando da costa a costa proprio in questi giorni. Siamo lieti di ospitare il diario di Masha, icona, fondatrice e frontwoman del gruppo, che ci svelerà i retroscena di questa indimenticabile esperienza…
Partiti con destinazione Tampa (FL) per raggiungere Drowning Pool e Eye Empire e iniziare così il nostro primo vero tour americano. Sin dall’inizio della nostra carriera abbiamo sempre fatto tour in Germania e in Europa, ma nessuno di noi ha mai fatto un’esperienza simile, ed è visibile nei nostri occhi quanto questo aggiunga valore a tutti i sacrifici e alle rinunce fatti fino a qui.
St. Petersburg – prima tappa
Siamo in evidente stato confusionale causa viaggio e fuso orario, ma arriviamo puntuali al get-in delle ore 2 pm. I Drowning Pool e la loro crew ci accolgono sotto il caldo sole della Florida e sin da subito capiamo la grande personalità, il carisma e la gentilezza di musicisti che abbiamo ascoltato così tante volte, che averli così vicini sembra quasi un sogno. Dopo un brevissimo soundcheck, siamo pronti a iniziare il nostro set. Ore 21:00, dopo i Even The Dead Love A Parade parte il nostro intro. Siamo ancora dietro al palco col fiato sospeso tra gola e stomaco: siamo abituati a questo intro ma stasera sembra essere tutto diverso… Bastano pochi gradini e siamo già lì sotto alle forti luci, davanti al grande pubblico americano dei Drowning Pool. Immersi, o meglio inghiottiti, dalla nostra stessa “Satellite”, che ci guida e ci fa perdere la logica, spediti verso “Fully Alive”, che libera il nostro grande messaggio facendo sì che alla fine del brano vi sia la prima esplosione del pubblico. Prendiamo energia e ripartiamo, battito dopo battito, fino alla fine dello show con “Unconventional”, che ci regala una platea in piedi con le mani alzate verso il cielo! Siamo quasi increduli: salutiamo e, scendendo dal palco, troviamo ad attenderci gli stessi Drowning Pool, pronti ad abbracciarci e farci grandi complimenti. Il tempo di asciugarsi e parte l’intro dei Drowning Pool che precede la grande potenza del loro suono, unico. Capitanati dal guitar hero CJ Pierce, capace di un’energia tale da far tremare il pavimento della venue! Si susseguono i brani tra le nuove composizioni e il grande passato dei DP, che ci riporta al 2001 con la storica “Bodies”. Anche “Tear Away” o “Sinner” ci strappano dalla realtà e ci riportano a grande velocità nella grandezza della loro musica… Con un pubblico in delirio ed uno spettacolo ad altissimo livello artistico e musicale si chiude la prima data, la venue si svuota e rimane il silenzio dei muri. Il silenzio del tempo. Il silenzio che accompagna l’inizio e la fine di ogni show.
Jacksonville – seconda tappa
A svegliarci è un sole alto e caldo, ci sono circa 35°C e siamo a due passi dall’oceano. Non ci facciamo scappare l’occasione di correre in spiaggia da vera e tipica ‘famiglia italiana’, con tanto di frigo e pallone: un posto incredibile, da cartolina! Lo show inizia puntuale con il grande entusiasmo del pubblico che ci accoglie con un fortissimo shout alla fine di “Fully Alive”, e così brano dopo brano, fino a “Kill Me”, durante la quale il pubblico comincia a saltare e ci regala il primo pogo del tour. Chiudiamo lo show e al nostro merchandising troviamo persone che attendono di farsi firmare la copia appena acquistata di “Decode”. Nessuno di noi si aspettava una reazione così positiva! Dopo di noi, prendono spazio sul palco gli Eye Empire, una grandissima band composta da musicisti di grande talento; una miscela tra Mudvayne e Sevendust, precisi e solidissimi. Uno show incredibile che tiene incollati i nostri occhi al palco: quaranta minuti di pura tecnica ed energia, del tutto degna di precedere la portata del successivo show dei DP. Ma eccoci in un attimo a parlare di guai…che quando sei in tour sembrano accompagnarti in tutto e per tutto: usciti dalla venue, troviamo un carro attrezzi pronto a rimuovere il nostro Big Van… Nooooo! E chi l’aveva visto il cartello Towing Area (rimozione forzata)!? E così ci troviamo a parlare con due omoni, non capiamo bene se sono poliziotti o meno, e facciamo di tutto per cercare di evitare la rimozione del van… In un attimo ci giriamo e troviamo gli stessi DP al completo con tanto di Tour Manager, pronti ad iniziare la prima Big Fight del tour, musica vs regole! Mi guardo intorno e penso: “WTF…la vita è un film!”. [Rimozione evitata!]
Spartanburg e Lexington si susseguono e il team si unisce sempre di più, la musica diventa più forte, il messaggio definisce ancor più la sua forma e s’inspessisce e…siamo solo all’inizio! E sembra già che ad ogni respiro ci si stia spingendo un passo più in là!
Oggi Flint, nel Michigan, nello storico club The Machine Shop riusciamo a sentire il profumo unico della storia che solo un club che ha visto suonare i Numeri Uno di tutto il mondo può far assaporare. Ormai stabilita la routine dei vari soundcheck, pronti per il nostro show, con ancora più voglia di lasciare un piccolo segno nel mondo…e così anche il The Machine Shop ci porta in alto e ci regala grande energia! Come ogni sera, ci godiamo ETDLAP, Eye Empire e Drowning Pool e…circa alle 2 del mattino assecondiamo il via a un party sui tourbus: meglio non raccontarvi cosa sia successo durante la notte…quello a cui posso accennare è che proprio intorno a quell’orario un gruppo di heavy metaller stava cantando al cielo, a squarciagola, uno sregolato “That’s Amore”, di contorno il nostro piccolo Yumiko girava in tondo a grande velocità! “WTF…la vita è un film!”.
31 maggio – raggiungiamo Dayton, nell’Ohio, per un nuovo show con i Drowning Pool. Fortunatamente troviamo vicino al club una lavanderia, dove passiamo l’intero pomeriggio con Eye Empire e Drowning Pool, un po’ a parlare e un po’ a lavare roba, cosi’ da rendere anche una lavanderia un luogo interessante dove parlare di musica e conoscersi meglio; alle ore 18.00 aprono le porte e una lunga fila di fan dei Drowning Pool attende già di accappararsi la prima fila. Alle ore 20.20 cominciamo il nostro show: sentiamo la gente diventare elettrica in “The Wrath Of Gaia”, le luci scaldano la pelle e quasi accecano, non sentiamo né vediamo, diventiamo noi stessi parte di quella profonda elettricità…citando “Billy Elliot”.
Segue lo show in Kokomo, Indiana. Grande venue ed un ottimo locale per show per tutti quanti noi, che include a fine serata un party sul bus dei Drowning Pool…ma non sarà solo un party in cui si berrà di tutto, ma anzi: mi ritrovo a parlare con CJ Pierce, leader di questa band storica qui in America, artefice di un suono di chitarra inconfondibile, con un’attidudine vera e reale, che non può non avere radici in un passato profondo. Parliamo di musica e CJ si racconta tanto, tanto da toccare argomenti strettamente personali: mi racconta un frammento di vita con Dimebag Darrell, che un giorno gli disse: “Do you trust me, CJ?” – e lui gli rispose “Sure”…e in un attimo Dimebag prese un coltello e gli si avventò contro con velocità, tagliando in due la maglia…per lui era importante sapere di potersi fidare! CJ va a fondo nel discorso, raccontando della grande amicizia che c’è stata fra loro due. Restiamo un po’ in silenzio e sento nell’aria che CJ è un uomo forte, un grande chitarrista, che forse non ha paura di nulla ma Dimebag sembra aver lasciato un grande vuoto in lui. Resto in silenzio, lo guardo negli occhi…rispetto…solo rispetto. L’alba è gia dietro ai grandi vetri del bus: scendo, guardo il cielo e ripartiamo verso Knoxville. Arriviamo verso le 2 del pomeriggio in una venue stupenda, con un maxi schermo dove proiettiamo il nostro logo e immagini della serata. Siamo tutti un po’ ammalati oggi, per via della temperatura altissima sia fuori che dentro ai locali e che nei negozi diventa aria condizionata gelida; noi non siamo abituati e così subito mal di gola, raffreddore, eccetera…ma non importa…siamo qui ed è tutto meraviglioso. Cerchiamo di fare un grande show degno di tutti i sacrifici che abbiamo fatto negli anni per essere dove siamo ora, ed infatti il pubblico esulta, ci sostiene e alza le braccia al cielo…
Quella che segue è la data di Fort Smith ed è importante non solo perchè è stato uno dei migliori show fino ad ora (che vanta una delle più belle foto scattate in tour!): sul palco si estende una bandiera americana gigantesca – non credo di aver mai visto niente di simile – ma è un onore suonare dove hanno suonato tante delle grandi band che conosco, di cui sono stata anche fan… Ed è proprio questo posto a farmi un grande regalo: nel silenzio della venue, mentre le ragazze stanno pulendo e sistemando, arriva CJ Pierce e mi guarda: “Hey, Masha…would you like to come on stage with us from tomorrow ‘til the end of the tour?” – E io: “Come?” – “Yes…from tomorrow you’ll come on stage to sing ‘Bodies'”. Yooooooooo! Io amo quel brano! E’ stata la mia colonna sonora per tanto tempo… Di notte non ci dormo, ci penso e ripenso, uno dei miei sogni sta per avverarsi!
Lasciamo il motel che è stato casa per tre assurdi giorni, in cui musica e opinioni a riguardo ci hanno letteralmente divorati mescolandosi a momenti di riso così folle da sentire gli addominali far male. Ci dirigiamo prestissimo verso Pittsburgh, perché prima di raggiungere il locale scegliamo di fare un giro di prove dello show in una rehearsal room nella città. L’Altar Bar, dove suoniamo stasera è un club davvero speciale: una chiesa sconsacrata in cui basta fare il primo passo per essere travolti da un’energia così forte da non poter evitare di pensare che probabilmente la presenza di qualcosa di superiore è ancora lì… e forse anche per questa ragione sembra diventare ancora piu’ facile per noi trovare la giusta sintonia e far si che lo show esploda, nuovamente. Le due mastodontiche croci ai lati del palco accendono la sala, la riempiono di una magia mai sentita prima e il nostro merchandising viene letteralmente preso d’assalto: finiamo tutti i cd che abbiamo! Esco dal club, guardo il cielo e mi ci perdo, ringraziando chiunque mi abbia dato questo opportunita’.
Ripartiamo subito per Poughkeepsie, nello stato NY. Sette ore di viaggio, tipiche case americane s’intervallano e si perdono tra immense distese di verde, ogni singolo viso incrociato sembra perfetto per fare la sua sensata comparsata in quello che ormai è il nostro film. Siamo bombardati da un sacco di cose nuove e la cosa ci rende come bambini dagli occhi spalancati per la curiosità. A Poughkeepsie troviamo una venue molto grande, lo show travolge e pochi minuti dopo riceviamo alcune proposte per fare qualche intervista con delle radio in LA!
Trascorriamo il nostro day-off in Albany e subito dopo partiamo per Watertown dove suoniamo nell’arena di Hockey della città, un posto enorme, meraviglioso. Quando arriviamo i Drowning Pool stanno facendo il sound check e il loro sound è sempre così potente! L’arena si riempe in fretta e non manca qualche piccolo incidente di percorso dettato dal pogo violento iniziato con le local band: la security è super heavy e il risultato è un ragazzo con setto nasale spaccato! Chiamiamo i soccorsi, io ho il cuore che batte forte, non tanto per lo spavento, ma perché vedere la security arrivare a tanto è sempre una cosa che non posso sopportare. Arriva la polizia proprio mentre noi saliamo sul palco, let’s Start! La voce è spenta nel PA, inizia un giro folle di backliners sul palco, finalmente si scopre il problema… la voce si accende… e io posso finalmente volare via!
Ci risvegliamo a Rochester e arriviamo al locale molto presto, così abbiamo modo di conoscere tutti i ragazzi delle local bands che apriranno la serata: è sempre un’esperienza condividere il messaggio universale della musica!
Stasera cominciamo a lavorare con il fonico degli Eye Empire Greg; facciamo un brevissimo line check, ma è abbastanza per sentire subito una nuova vibrazione profonda nascere dal palco! Greg è un fonico pazzesco e compresa l’energia EXILIA sfrutta al massimo la sua enorme esperienza per riuscire a tirarla fuori ancora di più. Come ogni sera, dopo il nostro show, salgo nuovemente sul palco a cantare “Bodies” e ogni volta il fuoco dei Drowning Pool mi porta brividi lungo la schiena.. pura elettricità.. mi sento onorata di cantare con loro la canzone che li ha fatti diventare icona per gli amanti di questo genere..! E così la gente sotto il palco impazzisce…e “Bodies” continua a vincere! Ancora e ancora…
Mi sveglio sotto il sole caldo di Portland e sento forte il profumo dell’oceano che da qualche parte qui intorno si sta agitando contro gli scogli. Un’energia bellissima riempie la città, è libertà. C’incamminiamo per mangiare qualcosa e troviamo un posto dove tutto è preparato “homemade”, ci sono tante cose vegetariane e vegan per chi come me lo è profondamente. Come probabilmente qualcuno di voi sa, ho una forte passione per la fotografia intesa proprio come forma d’arte e non appena i miei occhi scrutano uno di quegli angoli della citta’ in cui sembra che la solitudine si sia nascosta. Decido di provare a fare qualche scatto, così con lei decido di nascondermi anch’io per due/tre ore. Mi piace fotografare, raccogliere e immortalare quello che i miei occhi vedono, difficile altrimenti spiegarlo a parole. Torno al club e incontro tutti, facciamo quattro chiacchiere vicino ai camerini con CJ e Corey e in un attimo è già il momento di iniziare per gli Even The Dead Love A Parade: band del bassista dei Drowning Pool, dal sound cattivissimo, che non puo’ non essere che un’ottima carica per gli show a seguire!
Essere qui è una cosa meravigliosa e ogni volta che metto un piede sul palco sento che questo è la cosa piu’ importante della mia vita, e che la musica non conosce limiti e io, nel mio piccolo, non intendo frenarla in nessun modo! Ed eccoci liberi di nuovo, ali spiegate in un nuovo show, in cui “Closer” materializza il suo invito ipnotizzando tutti, noi compresi.
Portland
Passiamo il nostro Day Off in Boston e nel pomeriggio incontriamo gli Eye Empire e tutta la loro crew. In serata raggiungiamo un appartamento munito di piscina, palestra e cucina! Appoggiamo le valigie e saltiamo immediatamente dentro la piscina che abbiamo a pochi metri dall’ingresso, ridiamo e facciamo i cretini… l’acqua fa diventare bambini chiunque! Rientrati in appartamento però ci prepariamo alla cosa migliore di quella sera: i veri Spaghetti al pomodoro! Cucinati da Privacy per tutti come un “breve ritorno a casa” :)
Providence
Ci svegliamo a Providence. Piove e la città sembra avere un alone cupo, ma io amo i posti “oscuri”, forse perché mi sembra di vedere fuori quello che vivo dentro, quindi io mi sento bene qui, meno fuori posto! Il club dove suoneremo si chiama “The Ruins at The Collosseum” ed entrandoci un po’ di Italia c’è. Alte colonne all’interno e un giardino con fontana fuori. E’ un bellissimo club, e il nostro show tiene incollati i ragazzi di Providence, sebbene un pò distaccati al primo approccio, alla fine decidono anch’essi d’invadere il nostro merch stand e così abbiamo ancora una volta la possibilità di incontrare persone meravigliose che intendono supportarci realmente comprando l’album originale!
-Day Off-
La sera stessa ne approfittiamo per andare a visitare New York, così passiamo la notte nella totale follia della City che adoro: finalmente un posto che davvero non dorme mai!!
Da New York raggiungiamo Duncannon, dove incontriamo un gruppo di persone, venute apposta per noi, stringendo tra le mani la loro copia “Unleashed” : un onore per noi poterlo firmare e sapere che un po’ di quel che abbiamo fatto dall’altra parte dell’oceano sia arrivato fin qui prima di noi.
Il nostro show diventa sempre piu’ intenso: suonare tutte le sere ci sta dando piu’ energia, siamo piu’ “insieme”, siamo piu’ EXILIA…
e alla fine dopo lo show dei Drowning Pool ci fermiamo a parlare fuori tra i tourbus, sotto un cielo pieno di stelle. Parliamo con C.J. di musica e del mondo discografico; con Mike di tecnologia e social networks: lui si racconta stranito dai passavanti della tecnologia applicata nel mondo musicale, ma allo stesso tempo sostiene di essere felice che vi sia piu’ possibilità di scelta per i musicisti e quindi più libertà. Ebbene sì: Freedom… That’s what we need!
Lynchburg
Here we are Lynchburg! Il nostro inglese migliora di giorno in giorno… o è forse l’italiano che peggiora!?
La serata è magica, la gente è tanta, esultante fin da subito.
Terminato il concerto dei Drowning Pool, ci ritroviamo nel club che vuoto, sembra ancora risuonare delle ultime vibrazioni della musica che ha ospitato.
Arriva C.J. e mi dice “C’è una sorpresa per te e BC” (il chitarrista degli Eye Empire), mi prende per un braccio e mi trascina fuori ridendo come un pazzo. Apre la porta del retro del club e subito mi trovo nel pieno di un’esplosione di fuochi d’artificio!!!
Io sono senza parole, resto con gli occhi verso il cielo e tra me e me penso che non avrei potuto chiedere nulla di più per il mio compleanno!
Springfield
Springfield: ho tanto sentito parlare di te e adesso eccoti qui!
Riesco a fare un giro della città nel pomeriggio con Yumiko e… mi piace! Rifletto e rifletto. In generale mi piacciono queste strade grandi, questo cielo di un altro peso, e forse questo senso di “rispetto” che sento nei confronti della musica e dei musicisti tutti. E’ difficile da spiegare, mi fa sentire un po’ più in pace con me stessa: qui nessuno pensa tu abbia scelto di fare musica perché non intenzionato a un “lavoro vero”, qui sanno che questo è un lavoro vero, che non ha orari, né giorni liberi, che richiede un’energia infinita e profondamente insidiata. Qui ti chiedono come hai iniziato e sono incuriositi dal tuo percorso, perché vogliono capire da lì chi sei! Rifletto e rifletto, chiedendomi perchè nel mio paese non sia cosi. Eppure abbiamo avuto e abbiamo artisti così grandi!
Scanso il pensiero e torno di corsa al club, pronta per prepararmi per il nuovo show. E ancora una volta su un altro palco mi trovo a pensare che non ho sbagliato, perchè la musica riesce ad accendere Springfield! Salto poi sul palco con i Drowning Pool sul finale del loro concerto per fare “Bodies” e nel bel mezzo della canzone vedo che la band si ferma e qualcuno arriva con due torte, una per me e una per BC… oddio anche le candeline nooooo! Sono imbarazzata e si vede, ma è giusto così!! Abbraccio i ragazzi della band, dico “Grazie” non so quante volte e poi sento Stevie (il bassista dei DP) dire “esprimi un desiderio”. Rimango in silenzio, ci penso, ma so bene ciò che voglio e dopo un secondo soffio piu’ forte che mai! Speriamo che si avveri!
Huntington
THE PARAMOUNT! Un posto dove sono passati tutti i numeri uno!! A breve ci saranno ZZ Top, Stone Temple Pilots, George Benson. Idoli. Ed è incredibile: solo camminare in questa venue mi dà una sensazione così forte, così strana! Jimmy mi passa vicino e mi dice “Masha questa è una venue vera.. un posto vero” e ha ragione. Annuisco, ma non dico nulla, resto lì a guardare ogni piccolo dettaglio. Non voglio perdermi nulla.
Abbiamo un camerino bellissimo con tanto di fiori e divani da urlo. Siamo a 30 km dal centro di New York e mi sembra così strano averne coscienza… è importante! Nella mia vita ho tanto faticato per essere qui oggi e anche solo pensarci mi fa venire i brividi! Sono qui davvero!
Quando iniziamo c’è gia’ tanta gente: “Fully Alive”, “The Wrath of Gaia”, “Closer” e “Emily” si susseguono e la gente urla, le mani in aria, qualcuno ha gia’ la nostra maglia. Sento le tempie che quasi esplodono sul finale di “Unconventional”, ma sono subito ripagata da un pubblico che chiude il nostro concerto con un vero e proprio boato… forse mai sentito prima!
Scendo dal palco con la testa che un po’ mi gira e incontro Munsey Ricci: un grande promoter italo americano che ci invita a pranzo il giorno dopo. Assicura cibo italiano: io non posso che sorridere e dico subito SI!!!
Il party dopo la data di New York è sul bus degli Eye Empire. Succede di tutto di più. I miei tre uomini verso le 4 del mattino non sanno piu’ chi sono ma sono tutti felici!!
Southside Festival Grounds – Buckley
Festival timeeeee!!!
Un posto bellissimo, immerso nel verde, dove finalmente suoneremo guardando il cielo! Niente soffitti!!
Montiamo tutto il nostro backline, mentre la nostra insostituibile Olga prepara il nostro Merch Stand!!
Iniziamo puntuali ore 20.00. Cantare con il vento tra i capelli è una sensazione bellissima. Canzone dopo canzone il pubblico di Buckley ci segue e ci fa sentire la propria energia. Arriva “Kill ME” e non appena mi giro verso Mark, trovo CJ dietro di me: sta suonando “Kill ME” con noi… Jimmy è sbalordito! C.J. è un pazzo vero!! Sul palco si raddoppia la forza, condividere la nostra musica con un chitarrista come lui è un esperienza incredibileeeeeeeee!!!
Scendiamo dal palco mentre la gente chiede il BIS e andiamo diretti al Merch dove la fila per comprare il disco è già lunghissima!
Ed eccoci in mezzo alla gente a fare foto, a conoscere chiunque, a parlare con persone mai viste prime di musica, di vita, di sogni… Un uomo molto anziano si avvicina e dice di volermi dare un consiglio: mi dice “non smettere mai di fare cio’ che ti rende felice”. Mi hai emozionato tanto! Resto attonita, perplessa. L’uomo continua dicendomi di “seguire DIO” e io, che non so esattamente dove DIO sia, lo guardo e rispondo solo “Provero’ a essere felice, prima o poi trovero’ la strada giusta. Prima… o Poi!”.
Mi giro un istante, mi rigiro e non lo vedo piu’, scomparso. E ora che si fa?! Mi incammino verso la mia dressing room, pensando di aver solo sognato…
Steger
Oggi è l’ultimo show e siamo tutti un po’ malinconici: abbiamo condiviso tanto qui, pensieri, parole, musica, energia.. è difficile andar via!
Il nostro fonico Greg ha le lacrime agli occhi, e chi se lo aspettava che un uomo cosi’ apparentemente forte si potesse commuovere a tal punto!? Ma è bello che le emozioni siano libere, è bello che ci si mostri per ciò che si è, senza aver paura. E cosi vi dirò che anche noi abbiamo quel nodo in gola, perchè questo non è stato un tour come tanti altri. E’ stato un periodo in cui abbiamo potuto scoprire grandi persone e diventare giorno dopo giorno una “famiglia”! “Uno per tutti, tutti per uno”, si dice così no!? Beh, è stato così! Nessuno ha mai provato invidia, nessuno ha cercato di prevaricare mai sull’altro. Ho sentito amicizia, ho sentito affetto e prima di tutto rispetto!
Il nostro tour finisce così: tutti i Drowning Pool, Eye Empire e crew al completo sul palco mentre noi suoniamo “Unconventional”. Stelle filanti ovunque. Tutti noi sorridiamo e il pubblico urla. Io non so cosa sarà del futuro ma intanto… questo è un bel presente!!!
Un grazie va a tutti coloro che lavorano con noi e hanno reso possibile questa grande esperienza.
Un altro Grazie và a Metalitalia che ci ha supportato dandoci la possibilita’ di raccontarla!
XXX
MASHA
Metalitalia ricambia i ringraziamenti: grazie a Masha, agli Exilia e ad Alessio Pizzi.