Scritto nel metallo: intervista a Max ed Eugenio di Tsunami Edizioni

Pubblicato il 14/08/2021

Ogni tanto cediamo anche noi all’affetto e ai rapporti personali, specie quando si tratta di qualcuno di speciale, per noi e per la maggior parte dei nostri lettori.
Abbiamo così deciso di intervistare gli amici di Tsunami Edizioni, una presenza ormai costante da quasi tre lustri, in libreria come ai concerti con i loro stand – almeno quando si poteva. Un periodo durante il quale, possiamo ben dirlo, hanno contribuito enormemente a ridare speranza all’editoria musicale in Italia, specie per quanto riguarda la nostra musica di riferimento.
Traduzioni di titoli fondamentali pubblicati all’estero (per esempio le biografie di Black Sabbath, Cliff Burton, con autori del calibro di McIver o Popoff), libri meno noti ma a nostro parere imperdibili (pensiamo per esempio a “Swedish Death Metal” o “Dawn Of The Black Hearts”), ma anche tanto spazio a produzioni originali, grazie a una serie di autori italiani competenti e appassionati. Il tutto sempre fatto con vero amore e una cura per il prodotto che conferma ogni volta chi siano, di fondo, Max ed Eugenio – i due nomi ‘nascosti’ dietro questo marchio:
due amici accomunati dalla stessa (anche nostra!) passione, che ci raccontano qui sotto tredici anni di un sogno forse un po’ folle, ma che tuttora funziona e di cui gli siamo grati.

PER INIZIARE VI CHIEDO DI PRESENTARVI, RACCONTARCI COM’È NATA TSUNAMI E SOPRATTUTTO… CHI VE L’HA FATTO FARE?
– Siamo Eugenio e Max, e ci piace pensare che tanti dei lettori di Metalitalia ci conoscano già per averci incontrato e scambiato due chiacchiere con noi ai vari stand che facciamo (beh, al momento ‘facevamo’) su e giù per vari concerti, fiere e festival, tra cui ovviamente il Metalitalia.com Festival! Dei due, Eugenio è quello con i capelli, mentre Max è il diversamente tricotico.
Tsunami nasce come idea nel dicembre del 2006, a Londra, dove ci trovavamo per vedere un concerto degli Iron Maiden. In due parole, girando per librerie abbiamo notato come in Italia non arrivasse nemmeno l’1% dei titoli su rock e metal pubblicati all’estero, e abbiamo deciso di provare a rimediare.  La colpa invece è senza dubbio di questa strana malattia che ci portiamo addosso – noi come voi – e che si chiama ‘passione’, nel caso specifico per la musica e per i libri: unita alla testardaggine, diventa un carburante piuttosto potente. Per ora il motore gira da tredici anni, visto che il primo libro l’abbiamo pubblicato nel 2008, e speriamo continui.

COME SI SVOLGE LA VOSTRA GIORNATA TIPO E COME GESTITE I RAPPORTI CON I VOSTRI AUTORI?
– In realtà non esiste una vera e propria ‘giornata tipo’, perché ci sono sempre mille cose diverse da fare, che si sovrappongono continuamente. Volendo semplificare, Eugenio è quello che perde il sonno principalmente dietro alle questioni amministrative, gestionali, distributive, logistiche e chi più ne ha più ne metta (e infatti non lo invidia nessuno), oltre a occuparsi dell’impaginazione e delle copertine; Max si occupa della lettura, dell’editing dei testi e della revisione delle traduzioni, spesso seguendo a stretto contatto autori e traduttori nelle varie fasi di lavoro sui libri, e poi dei rapporti con l’estero con agenzie, case editrici, autori. Poi c’è il resto del team, ovvero Dar, che si occupa della correzione bozze, di alcune traduzioni e di altri aspetti della vita redazionale; Alex, che è il nostro ufficio stampa e responsabile della comunicazione; e Stefania, che oltre a essere ormai da anni la traduttrice principale di Tsunami è anche la nostra social media manager.
I rapporti con gli autori dipendono da vari fattori, la casistica è infinita. Con alcuni, negli anni si è creato un vero rapporto di amicizia che va oltre i libri; con altri ci si mantiene su livelli strettamente professionali, per quanto quasi sempre cordiali e informali – alla fine, siamo tutti appassionati delle stesse cose! Per quanto riguarda nello specifico gli autori italiani, noi cerchiamo sempre di affrontare il lavoro (che sia sul testo o sull’aspetto grafico e iconografico) insieme a loro, discutendo e confrontandoci su ogni sfumatura con l’obiettivo comune di realizzare il miglior libro possibile. A volte gli astri si allineano e tutto fila liscio come l’olio, a volte meno, ma le esperienze positive superano di gran lunga quelle negative. Con gli autori stranieri, invece, il rapporto è per forza di cose più ridotto (i libri da tradurre ci arrivano già editati e spesso con una propria identità estetica) e distante, ma anche con loro a volte si crea un gran bel rapporto, come con Joel McIver o Martin Popoff ad esempio.

E COSA VI GUIDA NELLA RICERCA DEI TITOLI ESTERI DA ACQUISIRE E TRADURRE?
– Anche qui, diversi fattori. Il primo, diremmo il più importante di tutti, è che il libro deve essere valido – cioè deve piacerci, deve essere interessante, scritto bene, deve avere una sua ragion d’essere e un senso. Non ci piace l’idea di pubblicare l’ennesimo libro uguale agli altri, cerchiamo sempre un taglio particolare, un approfondimento specifico, qualcosa che in primis possa stuzzicare l’interesse e la curiosità dei fan (cioè noi). Poi, da non sottovalutare, c’è ahinoi la fattibilità economica: se un libro ha un potenziale di vendita di poche centinaia di copie, affrontare le spese di acquisizione dei diritti, traduzione, lavoro redazionale, grafico, stampa e distribuzione diventa assolutamente impossibile. A volte ci imbarchiamo in ‘imprese folli’ semplicemente perché ci va di farlo e non ce ne frega nulla del ritorno economico che potranno avere, spinti solo dalla voglia di vedere pubblicato un libro su una certa band o genere, ma non può andare sempre così. Tsunami è un’attività vera e propria e come tale deve mantenersi in piedi sulle proprie gambe, quindi i conti – nel senso letterale del termine – bisogna farli sempre molto bene.

SAPETE DI ESSERE UN’ISTITUZIONE PER I METALLARI ITALIANI, AL PARI DI UN’ETICHETTA MUSICALE, VERO? QUALI ELEMENTI HANNO DETERMINATO QUESTA CONDIZIONE, SECONDO VOI?
– Beh, senza dubbio ci lusinga, è un grande complimento! In realtà non ci siamo mai veramente resi conto di questa cosa se non in tempi abbastanza recenti, prima abbiamo sempre tenuto l’attitudine ‘testa bassa e pedalare’ più che prendere atto del riscontro che stavamo avendo, e infatti accoglievamo i complimenti con un certo imbarazzo. Poi ci siamo fermati un attimo e abbiamo realizzato che sì, forse siamo arrivati a un punto in cui godiamo davvero del rispetto di tanta gente, e la cosa ci ha riempito di orgoglio e altrettanta determinazione nel non voler deludere nessuno.
Forse, o quantomeno speriamo, questo rispetto deriva innanzitutto dall’esserci dedicati anima e corpo al genere e da tutto il lavoro che mettiamo nei libri, che cerchiamo di curare sempre al meglio possibile in ogni aspetto. E poi dal fatto che fondamentalmente noi siamo i nostri lettori: appassionati come loro, che si esaltano per un disco o un concerto, che parlano per ore davanti a una birra, che hanno questa musica nel cuore… e puoi rendertene conto ogni volta che ci mettiamo la faccia, a un festival o a una fiera o dovunque siamo con il nostro stand, basta che ti fermi a fare quattro chiacchiere. Per noi questo non è un mestiere come un altro.

AL TEMPO STESSO, DI TITOLI NON NECESSARIAMENTE AFFERENTI AL METAL NE AVETE PUBBLICATI, E NON POCHI. QUALI RITENETE SIANO IMPRESCINDIBILI ANCHE PER I NOSTRI LETTORI PIÙ OLTRANZISTI?
– Quella di uscire dai confini del metal è stata da un lato un’esigenza dettata dal volerci consolidare come casa editrice pure al di fuori dell’ambito principale a cui apparteniamo, dall’altro una voglia di assecondare anche altri nostri ascolti e interessi che esulano dal metal o dal rock – e infatti i nostri libri dedicati al gothic rock e alla new wave o all’industrial risalgono proprio ai primi anni della casa editrice.
E infatti, dire quanto un titolo ‘non metal’ possa essere imprescindibile per un metallaro dipende proprio dai suoi gusti. Chi ha più l’orecchio per le sonorità wave non dovrebbe farsi mancare la biografia dei Joy Division scritta dal loro bassista Peter Hook, o quella dei Cure scritta dal membro fondatore Lol Tolhurst; chi ama il punk e l’hardcore apprezzerà la biografia ufficiale dei NOFX, “Una vasca per cesso e altre storie”, e pure “No Control”, dedicato all’hardcore californiano. Persino chi ascolta il rap old school (e tra i metallari degli anni Novanta ce ne sono tanti) può trovare pane per i propri denti, con la biografia di Tupac Shakur, “Tupac – Storia di un ribelle”; mentre per chi adora il progressive abbiamo diversi titoli, tra cui la recente biografia di Steven Wilson “Deform to form a star: una vita in musica”.
Se dobbiamo dirne uno solo, però, la scelta cade su “Disconnection – L’hardcore italiano negli anni Novanta”: è un bellissimo ritratto, nelle parole degli stessi protagonisti, di una scena che per un decennio ha viaggiato parallelamente a quella metal, intersecandosi solo a volte, e questo nonostante diversi gruppi hardcore avessero palesi influenze metal nel proprio sound. Tanti metallari non hanno idea di cosa stesse accadendo in quegli anni letteralmente accanto a loro, e può essere una bella occasione per scoprire un mondo nuovo e tante band ancora oggi interessanti.

CONOSCENDOVI, SO BENE CHE SIETE PERSONE APPASSIONATE E, COME IL SOTTOSCRITTO, DEI NERD. FACCIAMO QUINDI UN GIOCO: I TRE TITOLI DI CUI SIETE PIÙ ORGOGLIOSI E TRE LIBRI CHE NON SIETE RIUSCITI A PUBBLICARE MA AVRESTE VOLUTO AVERE IN CATALOGO. SE VOLETE, NATURALMENTE, POTETE CITARE ANCHE I TRE LIBRI CHE AVETE PUBBLICATO MA COL TEMPO NON VI HANNO CONVINTO…
– Eh, mica facile: quelli che ci hanno reso più orgogliosi sono ben più di tre, elencarne solo tre è impossibile, così come citarli tutti… ci sono un sacco di titoli che, per un motivo o per l’altro, a modo proprio sono stati importantissimi per noi, dirne uno al posto di un altro sarebbe come fargli un torto.
Facciamo così, ci permettiamo di barare un po’ e diciamo tre titoli tradotti dall’estero, e tre scritti da autori italiani: nella prima categoria ci sono senza dubbio “Lords of Chaos”, la versione integrale di “The Dirt” (che abbiamo restituito in tutta la sua gloria ai lettori italiani dopo lo scempio dell’edizione precedente, pubblicata da un altro editore) e “La Red Special di Brian May” anche e soprattutto per il bagaglio emotivo che si porta dietro, è un libro che ci ha regalato davvero momenti emozionanti. Per quanto riguarda quelli scritti da autori italiani, non vogliamo fare torti a nessuno (siamo legati a praticamente tutti) ma siamo particolarmente orgogliosi di “Come lupi tra le pecore”, il saggio sul NSBM che ci avevano addirittura sconsigliato di pubblicare e che al momento vanta traduzioni in quattro lingue; “Nine Inch Nails – Niente mi può fermare” di Giovanni Rossi, in assoluto la sua consacrazione come autore completo e colonna di Tsunami, un libro eccellente sotto ogni punto di vista; e poi la biografia ufficiale di Death In June, “Nascosto tra le rune”, un lavoro monumentale che ci ha regalato tante soddisfazioni (anche questo è stato tradotto all’estero) e insegnato molto, e che torneremo a pubblicare quest’anno in una versione ampliata. Comunque ce ne sarebbero molti, molti altri…
Venendo ai libri che avremmo voluto pubblicare ma non ci siamo riusciti, se avessimo dovuto rispondere a questa domanda un anno e mezzo fa avremmo detto subito “Il negromante del rock” di Steve Sylvester dei Death SS, originariamente uscito per la Crac dell’amico Marco Refe, ma per nostra fortuna le cose sono cambiate e ora fa orgogliosamente parte del catalogo Tsunami (e non da solo: tra le soddisfazioni italiane di cui si diceva sopra, potremmo benissimo inserire anche il suo seguito, “La storia dei Death SS”, che abbiamo realizzato noi). Non abbiamo purtroppo avuto la stessa buona sorte con l’autobiografia di Bruce Dickinson, quella di Nick Mason e la biografia ufficiale dei Bad Religion. Sarebbero stati tutti titoli perfetti per il nostro catalogo, ma il destino ha voluto diversamente… o forse non siamo stati abbastanza bravi!
Tre libri nostri che a posteriori non ci hanno convinto? Per esserci ci sono, ma non vogliamo fare titoli o nomi. Non tanto per non farci ‘cattiva pubblicità’ – è impossibile pubblicare solo capolavori, ne siamo ben consapevoli! – ma perché non ci sembra giusto nei confronti degli autori o di chi comunque ha lavorato a dei progetti che all’inizio a noi sembravano validi e su cui abbiamo cambiato opinione solo a giochi ormai fatti.

QUALI SONO I VOSTRI MODELLI E/O RIFERIMENTI PROFESSIONALI?
– In linea generale, chiunque lavori in modo il più possibile professionale e faccia trasparire amore e passione in ciò che fa. Abbiamo sempre tenuto gli occhi aperti, in Italia e all’estero, osservando le pochissime realtà che facevano cose più o meno simili alle nostre per capire come si muovevano, dove sbagliavano, dove invece avevano successo, guardando sia al mondo editoriale che a quello musicale. Non crediamo però di aver avuto dei veri e propri modelli, alla fine pensiamo di essere riusciti a costruirci un’identità e uno stile propri già dai primi anni, facendo le cose a modo nostro. Forse oggi siamo visti un po’ come una casa editrice poco ortodossa da chi segue il mondo dell’editoria, e la cosa ci sta benissimo, per quanto a volte possa essere un handicap.

COME EDITORI CURATE ANCHE ALTRE COLLANE, CHE ESULANO DAL MARCHIO TSUNAMI. VOLETE PARLARCENE, PER I PIÙ DISTRATTI?
– Ebbene sì, anche noi abbiamo un ‘side project’! Per qualche anno non abbiamo pubblicizzato troppo la cosa (per non dire che abbiamo mantenuto un discreto riserbo), perché volevamo che questo altro marchio editoriale che curiamo, Agenzia Alcatraz, camminasse con le proprie gambe in maniera indipendente. In pratica è nato tutto dalla voglia di pubblicare anche cose che non avessero strettamente (o proprio nulla) a che fare con la musica, e che in casa Tsunami sarebbero state fuori luogo o forzate – anche se in verità c’è un libro Tsunami, la biografia di H.P. Lovecraft “Il sogno e l’incubo”, che può essere considerato un primo tentativo in questa direzione.
Alcatraz ha un’anima eclettica e figlia dei nostri interessi extramusicali o delle idee che ci vengono, per cui sotto questo marchio convivono serenamente ottimi romanzi di fantascienza sovietica, una collana dedicata al fantastico-gotico-weird (specialmente di matrice francofona), la prima raccolta di aforismi di Yukio Mishima mai pubblicato, saggi di approfondimento sulla vita e le opere artistiche di J.R.R. Tolkien, una serie di libri ‘atipici’ dedicati al mondo dello sport e ancora molto altro. Diciamo che non ci poniamo troppi limiti, quantomeno per ora.
La cosa divertente è che tra i curatori e gli autori che hanno scritto o collaborato a vario titolo ai libri Alcatraz ci sono diverse persone che hanno scritto o lavorato pure i libri Tsunami o comunque erano già nella nostra orbita, quindi alla fine è stato comunque un po’ come rimanere ‘in famiglia’.

COME SONO CAMBIATI LE MODALITÀ DI LAVORO E IL MERCATO PER VOI IN ERA COVID, IN TERMINI DI VENDITE E APPROCCIO? VI MANCANO I BANCHETTI AI CONCERTI E IL CONTATTO CON I VOSTRI LETTORI?
– È cambiato tutto, e radicalmente. Dal punto di vista del lavoro, ora facciamo tantissimo smart working, a eccezione di Eugenio che è quello che sta a ‘presidiare il fortino’ in redazione il 90% buono delle volte. Ci si scambia meno opinioni di persona e più al telefono o in chat o in videochiamata, ma comunque il contatto tra noi (e tra noi e gli autori) resta costante.
Il mercato è la cosa che è cambiata più di tutto, per noi. Non essendoci più eventi o concerti o fiere (qualcosa è ripreso giusto ora, nel momento in cui ti rispondiamo) non disponiamo più innanzitutto del confronto diretto con il nostro pubblico di lettori, e in secondo luogo di un polmone commerciale che per noi era estremamente importante. A questo secondo problema abbiamo cercato di ovviare con la vendita online, e per fortuna in tanti ci hanno sostenuto comprando i libri direttamente sul nostro sito piuttosto che su Amazon o in qualche altra catena, ma i numeri sono ancora più bassi di quanto vorremmo e non nascondiamo che abbiamo fatto molta fatica.
Però è l’aspetto del contatto umano quello di cui sentiamo di più la mancanza: per noi è essenziale sentire il calore, le opinioni, in una parola le voci delle persone che leggono i nostri libri, è una grande fonte di energia oltre che di spunti e ispirazioni. E poi, cazzo, la musica! Vogliamo tornare a vedere i concerti!

REGALATECI UNA CHICCA: QUALE SARÀ IL TITOLO IMPERDIBILE PER IL PUBBLICO DI METALITALIA NEI PROSSIMI MESI?
– Non possiamo dirne solo uno perché faremmo un grosso torto a due autentiche leggende, una vivente e una che purtroppo non c’è più, quindi ci permettiamo di barare un’altra volta e di consigliare due autobiografie: quella di Rob Halford, “Confesso”, in uscita proprio in questi giorni, e quella di Ronnie James Dio (scritta insieme alla moglie e al celebre scrittore Mick Wall), “Rainbow in the dark”, in arrivo a settembre. Sono entrambi dei libri eccellenti e siamo sicuri che entusiasmeranno molti.
Ma ci piace pensare che i titoli imperdibili possano essere anche altri, quindi vi consigliamo come sempre di stare sintonizzati tramite i nostri social (Facebook e Instagram) perché da qui al prossimo anno ci saranno novità un po’ per tutti i gusti. E se, come speriamo, torneremo presto tutti alla normalità, potrete toccarle con mano quando ci si vedrà in giro per concerti! Tra parentesi, se ci portate delle birre non ci offendiamo di sicuro…

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