THE RETALIATORS: recensione in anteprima dell’horror/thriller di casa Better Noise

Pubblicato il 20/12/2021

A cura di Maurizio ‘morrizz’ Borghi

Lo stiamo seguendo da un po’ e vi abbiamo proposto una simpatica intervista doppia qualche mese fa, ora il momento è finalmente arrivato. Siamo stati invitati alla visione di “The Retaliators”, pellicola che segna il ritorno a braccetto di horror e musica heavy, accoppiata che ha dato tantissimi frutti in passato e che grazie ad amore ed ispirazioni vicendevoli non potrà che donare nuovi frutti in futuro. Seconda proposta dell’ambiziosa divisione Better Noise Films guidata dal veterano della scena Allen Kovac (manager di Blondie, The Cranberries, EnVogue, The Bee Gees, Mötley Crüe and Meatloaf), “The Retaliators” si presenta come un horror/thriller che non lesina violenza, il cui più pregio più grande è non solo avere una ricca lista di gruppi hard rock ed heavy metal nella colonna sonora, ma anche di averli nella pellicola come veri attori! La pellicola è stata presentata in anteprima al Be Afraid Horror Festival di Gorizia sabato 27 novembre 2021, e vedrà ufficialmente la luce nel 2022.

La piccola sala proiezioni negli uffici Kinda, promoter di Better Noise Entertainment, ci accoglie calorosamente in una piovosa serata. C’è grande curiosità per questo progetto da parte degli addetti ai lavori della scena metal, abituati a parlare di musica e non certo di cinema ma sicuramente aperti a questo tipo di variazione sul tema, col gancio di chi produce la pellicola, della soundtrack e della nutrita lista di musicisti coinvolti. “Un onorevole pastore scopre un mondo sotterraneo oscuro e contorto mentre cerca risposte al brutale omicidio di sua figlia”, recita la sinossi. I protagonisti principali sono Michael Lombardi (“Rescue Me”), Marc Menchaca (“Ozark”) e Joseph Gatt (“Banshee”), per la regia di Samuel Gonzalez Jr e Bridget Smith, stessa coppia che ha firmato il drammatico “Sno Babies”, la prima pellicola targata Better Noise Films.
Cominciamo col dire che niente è come sembra a prima vista, partendo dalla fuorviante scena iniziale che sembra inquadrare il film come uno dei soliti teen movie, in cui due ragazze vengono aggredite in un bosco. Proseguendo con la visione, senza dare troppe anticipazioni, anche le figure del protagonista (un prete che di cognome fa Bishop!) e del detective Ram Kady serviranno non poche sorprese agli spettatori. Chi scrive è lontano dall’essere un’esperto di cinema, ma al contempo ha una lunga lista di horror in saccoccia, di conseguenza si sente di poter allineare la pellicola a metà tra le produzioni particolarmente spensierate di Blumhouse e quel filone di horror/thriller particolarmente grafico (“La Casa dei Mille Corpi”, “Hobo With A Shotgun”) senza significati profondi, strizzando l’occhio ai revenge movie, ai film sugli zombie e anche all’action. Un film senza un filone preciso da godersi per quello che è, che copre con il concept azzeccato, lo splatter e la violenza qualche grosso buco di trama e qualche scelta confusa da parte della regia (su tutte il salto tra le linee temporali).
Siamo comunque davanti ad un lungometraggio con una buona produzione e una buona fotografia, che rinuncia al buio e che resta sempre ben lontano dall’essere una poverata dalle buone intenzioni. In questo contesto, la promessa di “The Retaliators” diventa ancor più un pregio in quanto mantenuta al 100%: sebbene nessuno abbia un ruolo chiave durante la visione possiamo intravedere diversi musicisti di casa Better Noise, e se Tommy Lee dei Motley Crue, Spencer Charnas dei Ice Nine Kills e Doc Coyle dei Bad Wolves fanno poco più di un cameo, ci sono i Five Finger Death Punch al completo – con un minutaggio decente, qualche dialogo e una serie di nomi ridicoli – e soprattutto c’è Jacoby Shaddix dei Papa Roach che porta a casa il ruolo più consistente di tutti i suoi colleghi – un pericoloso maniaco sessuale pluriomicida – con una performance attoriale degna di nota. Sebbene sia facile sparare a zero su machismo tossico, giustizialismo e una serie di personaggi femminili completamente monodimensionali, “The Retaliators” si lascia guardare, è ben inquadrato sia nella sua dimensione horror che in quella che strizza l’occhio alla musica dura e ha il grande pregio di sfuggire ai filoni caratteristici del genere, che ci consegnano in sequenza la copia della copia di film già visti. Meglio di quanto ci si potesse aspettare!

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