6.5
- Band: CANDLEMASS
- Durata: 01:09:32
- Disponibile dal: 07/05/2021
- Etichetta: Peaceville
- Distributore: Audioglobe
Torna anche per signori del doom più epico e ammantato di nebbia il momento di una nuova uscita live a due anni di distanza dalla precedente, e questa volta scelgono di immortalare il momento storico che stiamo vivendo, rilasciando in formato CD e DVD la (sudatissima) testimonianza dell’unico concerto dello scorso anno, tenuto in streaming, avvenuto il 3 Luglio 2020 in studio.
Come oramai abbiamo avuto modo di sperimentare, i live streaming (tranne alcune, ragionatissime, eccezioni capaci di andare oltre il ‘mero live’ – vedi Behemoth) hanno costituito, in un periodo in cui i concerti non erano fisicamente possibili, un dolceamaro palliativo per colmare un’assenza pesantissima ad ogni livello del settore musicale; anche per quanto riguarda i Candlemass il discorso sembra infatti ripetersi: se la performance del quintetto è quella di sempre (con un Johan Längquist rinvigorito frontman rispetto a quando l’abbiamo visto – forse un po’ emozionato – sul palco del nostro festival), granitica e al tempo stesso forse un po’ col pilota automatico, ciò che manca è proprio quella particolare alchimia che si crea tra musicisti e pubblico, quella particolare stilla d’energia capace di far brillare con una luce diversa la musica suonata sul palco.
Tra candele, tappeti e mazzi di fiori sparsi, l’atmosfera dello studio si surriscalda istantaneamente con due pezzi da novanta come “The Well Of Souls” e “Dark Reflections” rispettivamente da pagine di storia come “Nightfall” e “Tales Of Creation”, dimostrando come sì i Candlemass siano ancora in grado di dare quel ritmo – così meravigliosamente cadenzato, funereo e mistico – al sangue nelle vene, ma rendendo comunque evidente la scelta di puntare sul sicuro, senza grandi colpi di scena: la setlist è praticamente uguale (con l’unica eccezione di “Doom Jam”, breve inedito che, come annunciato dal nome, è una variazione sul tema delle note epiche e rallentate) a quella dei tour degli ultimi anni, con la ‘solita’ successione dei grandi, bellissimi classici della loro carriera quali la terremotante “Mirror Mirror”, l’incedere minaccioso di “Demon’s Gate” direttamente dal soundcheck, il viaggio mistico di “A Sorcerer’s Pledge”, alternati alla più nuova “Astorolus – The Great Octopus” (unico estratto dall’ultimo “The Door Of Doom”) e ai due immancabili anthem che hanno reso la formazione svedese un nome di culto del panorama heavy/doom; eppure neanche “Bewitched” (che forse perde un po’ del suo stregonesco fascino abbassata di tono e senza gli acuti ‘storici’ di Marcolin) o le familiarissime note funebri e desolate che aprono la splendida “Solitude” riescono a irretire come potrebbero fare dal vivo, anche perchè la band suona praticamente senza pause (per loro stessa ammissione, essendo alla prima esperienza di evento trasmesso in live streaming, hanno preferito un approccio più spartano e focalizzato solo sull’esecuzione delle canzoni) se non quelle necessarie per tirare il fiato, procedendo a svolgere l’ora abbondante di show senza particolari sbavature, ma anche senza stupire. La stessa sensazione si ha guardando le riprese live dello show, sicuramente in grado di restituire una dignitosissima rappresentazione dello stato di forma della band che, comunque incurante degli anni passati, continua a macinare riff in grado di farci smarrire in un’altra dimensione, però non va molto oltre; un biglietto da visita per quello che potremo aspettarci dal vivo prossimamente? Un contentino per fan e appassionati, da poter gustare in cuffia e in video, per blandire l’attesa?
Quale che sia la risposta, ci sentiamo di consigliare questa uscita solo ai collezionisti più incalliti.