6.5
- Band: LONG DISTANCE CALLING
- Durata: 02:06:20
- Disponibile dal: 01/11/2019
- Etichetta: Inside Out
- Distributore: Sony
Stummfilm. La ripresa e riproposizione live dello show sold-out tenuto ad Amburgo nel 2019, in supporto all’ultimo “Boundless” e nel cosiddetto “Seats And Sounds Show”: teatro e poltrone. Un film muto, dunque. Perfetto contesto per una band post-rock per lo più strumentale. Ce lo si poteva aspettare. La formazione teutonica ha ormai dalla sua una fanbase solida e un comparto discografico altrettanto ricco da poter – seppur con le contingenze del mercato di oggi – uscire con un live DVD del genere.
La visione del concerto è sicuramente importante per non cadere – come invece nella versione CD – in uno sbadiglio di quasi sicura occorrenza. Il materiale posto nella setlist – più di due ore – non è sicuramente inquadrabile come particolarmente dinamico o cangiante, così come è naturalmente da disco, ma il sentore complessivo è comunque piuttosto pesante. Il comparto video, dunque, pur non brillando di chissà quali straordinarietà né forme standardizzate comunque iper-prodotte (ci viene in mente il recente DVD dei Cult Of Luna, mirabile in questo senso), riesce comunque ad offrire un percorso più interessante. I quattro sono accompagnati da un violoncellista e in termini di riuscita generale sono numerose le occasioni in cui il tutto sembra perfettamente funzionante (“Black Paper Planes” tra tutte).
La band, come già avuto modo di apprezzare in tutti gli ultimi lavori, è maturata in senso tale da non dover più essere messa in discussione in termini di efficacia e funzionalità specifiche. Brani come “On The Verge” riescono a risultare perfettamente riusciti e a mostrare come, insieme a Russian Circles e Pelican, forse siamo al cospetto di una delle realtà di punta di questo (post) metal strumentale, divenuto sempre più debitore del post-rock di stampo Mogwai. C’è da dire, però, che mentre su disco può (anche se naturalmente non sempre avviene) emergere un senso uniforme in termini di ascolto (come nel buon “Trips“, ad esempio), qui, in una setlist piuttosto lunga, l’annoiarsi è sempre dietro l’angolo. I brani sono tutti perfettamente eseguiti e rivisitati in una dimensione live di sicuro impatto (che fondamentalmente è sempre quello canonico del post-rock: arpeggio e accordone distorto), come ben esemplificato dalla conclusiva “Metulsky Curse Revisited”, forse uno degli episodi più interessanti del lotto.
C’era forse bisogno di questo prodotto? Probabilmente no, almeno per chi vuole approcciarsi ad una modernità di suono, sempre all’interno del genere, e scoprire qui i buoni Long Distance Calling. C’è sicuramente altro materiale discografico ben degno di menzione, per quanto riguarda questi post-rocker di Münster. Per chi, invece, resta indomito fan di David Jordan e soci l’acquisto è quasi d’obbligo. Non rimarrete di certo delusi.