MOONSPELL – Lisboa Under The Spell

Pubblicato il 17/08/2018 da
voto
8.5
  • Band: MOONSPELL
  • Durata: 03:08:00
  • Disponibile dal: 17/08/2018
  • Etichetta: Napalm Records
  • Distributore: Audioglobe

Portogallo, Lisbona, Campo Pequeno Arena, il 4 febbraio 2017. E ben 4000 fan adoranti e in estasi. Oltre a tre-dicasi-tre album suonati per intero uno dietro l’altro con diversi set e allestimenti coreografici: i vecchi e ormai idolatrati “Wolfheart” ed “Irreligious” sommati ad “Extinct”, all’epoca ultima testimonianza full-length prima del recente “1755”. Così, alla loro maniera, roboante ed elegante, ma mai sopra le righe e sempre contornata dalla licantropica luna piena sullo sfondo, i Moonspell hanno celebrato i loro primi venticinque (anzi ventisei, come ci tiene a precisare Fernando Ribeiro durante lo spettacolo) anni di carriera. E tutto finisce in questo ottimo triplo DVD/CD celebrativo “Lisboa Under The Spell”, davvero un prodotto che qualunque supporter sfegatato dei lusitani deve far suo.
Ribeiro, Ricardo Amorim, Pedro Paixao, Miguel Gaspar, Aries Pereira: non sono più, ormai, nomi di cinque alfieri a caso di un Cristiano Ronaldo eroe nazionale, bensì essi stessi una sorta di icona lusitana riconosciuta a vari livelli nella scena musicale, ammirati sempre più, fino ad una pericolosa sovraesposizione, anche qui in Italia, per cui figuriamoci in Portogallo! E con questa opera, lunga tre ore e poco più, ricca di musica e quel poco che basta di contenuti extra per non rendere noiosa e tediante la sua visione, i Moonspell mettono diversi puntini sulle i ad una carriera che, tra alti e bassi e tutte quelle ondulazioni naturali e comuni a molti gruppi estremi nati nei Nineties, non cessa di essere sorprendente.
“Lisboa Under The Spell”, di cui abbiamo visionato tutti e tre i live e il Rockumentary curato da Victor Castro, si apre appunto con una ventina di minuti antecedenti i concerti e girati con delle telecamerine individuali assegnate ad ognuno dei musicisti: da tre-quattro giorni prima dell’evento, dunque, ci avviciniamo pian piano al 4 febbraio 2017 e all’entrata on stage alla Campo Pequeno Arena attraverso spezzoni montati abilmente che ci mostrano sia momenti di spaccati famigliari che briefing preparatori, ultime prove, hobby atti a distendere i nervi, fino ad arrivare alle ore subito precedenti lo spettacolo, in cui vengono filmati i musicisti e i loro guest al trucco&parrucco e durante il super-informale meet&greet con i fan nell’atrio della venue. Poi, alle 22 ora locale, ecco iniziare il triplo spettacolo: apre le danze “Wolfheart”, ovviamente, con il suo incredibile mix di folk portoghese e black metal lupino; si capisce subito come lo show sia stato preparato nei minimi dettagli, dalle scenografie ai costumi, dalle luci agli interventi degli ospiti che di volta in volta, con accuratezza certosina, aiutano i Nostri ad interpretare brani ormai entrati nell’immaginario di qualsiasi lupo mannaro lì fuori: “Wolfshade (A Werewolf Masquerade)” è semplicemente maestosa, resa epica anche dall’utilizzo delle Crystal Mountain Singers (omaggio ai Death?), ovvero due corpulente coriste gorgheggianti in costumi demoniaci; “Lua D’Inverno” vede un toccante duetto tra Amorim e Paixao immersi in un tenebroso occhio di bue, ma è solo l’incipit per la clamorosa doppietta “Trebaruna”/”Ataegina”, una combo che fa incendiare i cuori dei portoghesi presenti e porta al decollo della performance iniziale, chiusa con una mai così sentita e vissuta “Alma Mater”, veramente da far accapponare la pelle.
Le pause tra un album e l’altro sono allietate dal gruppo folk Cornalusa e nel montaggio finale sono ridotte ad una trentina di secondi, per cui si parte in fretta con “Irreligious”, che nel 2017 compiva ventuno anni. Semplicemente un crescendo di epicità ed oscurità gotiche, con sugli scudi un Ricardo Amorim strepitoso nell’occuparsi di tutte le parti di chitarra. Ovviamente i suoni, nella resa definitiva del DVD, sono perfetti: tutti e quattro gli strumenti ed ogni voce intervenuta sono stati bilanciati ad hoc ed il piacere per le orecchie è reale. “Opium”, lo pensiamo da anni, è tanto bella quanto troppo breve e sopravvalutata, ma nell’immediato proseguo si può godere di “Awake!” e del suo incedere sinfonico; di “Ruin & Misery”, ertasi nel tempo a rappresentazione della filosofia tutta dei Moonspell; di una “Mephisto” contornata da alte fiamme; di “Raven Claws”, cantata da Fernando accompagnato dalla nostra Mariangela Demurtas, ormai adottata dalla band e dal Portogallo in quanto sposata con Ricardo Amorim e da poco mamma del loro figliolo; di una “Herr Spiegelmann” in cui Ribeiro si è presentato on stage con una giacca speciale formata da decine di specchietti quadrati (‘spiegel’ in tedesco è proprio ‘specchio’) e con un paio di guanti sparanti laser verdi dalle dieci dita; per arrivare velocemente al secondo highlight assoluto della serata, la “Full Moon Madness” che di solito chiude le setlist dei ragazzi di Lisbona in un tripudio di corna e ululati alla Luna. Nonostante “Irreligious” sia stato forse più ricco di spunti e trovate coreografiche, l’esecuzione di “Wolfheart” resta per ora più appagante.
Si arriva quindi un po’ sfiancati di fronte alle porte di “Extinct”, di certo inferiore, si voglia solo per il pressoché nullo valore storico, ai due precedenti live. Il pubblico accusa un po’ il colpo, ma Fernando & Co. assolutamente no e con una grinta ed una dispersione di sudore spaventosi inanellano le tracce del disco una dopo l’altra trovando due-tre picchi interpretativi all’altezza della title-track, coaudiuvati dalla performer Carolina Torres nei panni di una nero-vestita Sposa di Kill Bill, e delle bellissime “The Last Of Us”, per tiro e coinvolgimento, e “Malignia”, per intensità e potenza suggestiva. Non tante parole spese da Ribeiro durante i tre concerti, ma moltissimi ringraziamenti ed incitamenti profusi verso il pubblico, per una serata che si conclude sulle plumbee note di “The Future Is Dark”, con i musicisti che accettano il monolitico tributo di un’audience stremata ma consapevole di aver vissuto una serata irripetibile.
Molto azzeccato, infine, l’edit dell’epilogo al Rockumentary, che mostra qualche minuto di un solitario Fernando Ribeiro che, dopo essere rientrato in hotel ed aver ordinato la colazione in camera per la mattina, esce in piena notte vagando per la sua Lisbona, riflettendo amaramente su ciò che in realtà rimane dopo serate enormi e piene di vita come quella appena trascorsa: un gran, angosciante senso di vuoto. Un finale tra il comico (per come è montato), il serioso, il surreale e l’amaro, che si adatta benissimo ad un’opera da tramandare ai posteri, “Lisboa Under The Spell”, l’epopea definitiva di casa Moonspell.

TRACKLIST

  1. Rockumentary - Band documentary by Victor Castro
  2. Wolfshade (A Werewolf Masquerade)
  3. Love Crimes
  4. ...Of Dream And Drama (Midnight Ride)
  5. Lua D'Inverno
  6. Trebaruna
  7. Ataegina
  8. Vampiria
  9. An Erotic Alchemy
  10. Alma Mater
  11. Perverse... Almost Religious
  12. Opium
  13. Awake!
  14. For A Taste Of Eternity
  15. Ruin & Misery
  16. A Poisoned Gift
  17. Raven Claws (feat. Mariangela Demurtas)
  18. Mephisto
  19. Herr Spiegelmann
  20. Full Moon Madness
  21. All Gone From The Wild (intro)
  22. Breathe (Until We Are No More)
  23. Extinct (feat. Carolina Torres)
  24. Medusalem
  25. Domina
  26. The Last Of Us
  27. Malignia
  28. Funeral Bloom
  29. A Dying Breed
  30. The Future Is Dark
  31. Making Of - Show day
  32. Gallery - Live and backstage pics
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