MOTÖRHEAD – 25 & Alive Boneshaker

Pubblicato il 26/10/2001 da
voto
8.5
  • Band: MOTORHEAD
  • Durata: 01:47:12
  • Disponibile dal: 26/10/2001
  • Etichetta: Steamhammer Records
  • Distributore:

Nel 2001, i DVD sono sul mercato soltanto da pochi anni e gli artisti musicali stanno cominciando a impratichirsi su quali possano essere le modalità di sfruttamento del nuovo supporto. Gli home video a tema concertistico, nel giro di pochissimo, si gioveranno di un netto miglioramento di immagini e sonoro e tra i primi a cavalcare l’evoluzione tecnologica ci sono appunto i Motörhead, che il 22 ottobre del 2000, alla Brixton Academy di Londra, festeggiano i 25 anni di attività con uno show ricchissimo, nei contenuti e nel numero e nella qualità degli ospiti intervenuti. Reduce da “We Are Motörhead”, la band si presenta in condizioni sensazionali all’appuntamento, forte di un’alchimia interna perfetta e un buonumore diffuso chiarissimo durante l’intera esibizione. La qualità visiva e di suono è altissima, funzionale per far comprendere anche seduti comodamente nel proprio salotto cosa volesse dire assistere a un concerto del trio anglosassone. Qui si vive e si respira il beato sconvolgimento professato dal gruppo a trecentosessanta gradi, nulla è lasciato al caso e si contempla, oramai tra una lacrimuccia e l’altra, tutto lo spirito tipicamente inglese dell’umorismo di Lemmy, l’amicizia vera che lo legava a Phil Campbell e Mikkey Dee, il funzionamento inappuntabile di una macchina da rock’n’roll che all’inizio degli anni 2000 era pressoché imbattibile su qualsiasi palcoscenico. Guardando alla scaletta, essa è realmente sterminata, capace di scandagliare alcuni dei migliori episodi del periodo novantiano, come di celebrare adeguatamente i classici intramontabili. Ogni versione qui presente meriterebbe una menzione a parte, notoriamente i Motörhead alcuni pezzi durante i concerti li trasfiguravano e li facevano diventare dieci volte più potenti, carichi e veloci e anche “25 & Alive Boneshaker” non sfugge a questa regola. Personalmente, chi scrive prova sempre una scarica elettrica in tutto il corpo per gli episodi modificati dalla scriteriata velocità d’esecuzione, affrontati con tanta foga da risultare quasi irriconoscibili e, in ogni caso, migliorati anche là dove non c’era davvero nulla da mettere a posto. Stiamo parlando di “Going To Brazil”, ad esempio, su “1916” molto rock’n’roll e qui sparata a mille all’ora come un thrash anthem spezzacollo; oppure di “God Save The Queen”, rafforzata nel peso specifico e incendiata dalla propulsione modello shuttle in partenza per lo spazio del batterista svedese, fondamentale con la sua precisione e il tocco inconfondibile nell’allungare la vita artistica a Lemmy e alla sua creatura. Ricordiamo, tra gli ospiti, diverse comparsate di rilievo, tra cui quella di Brian May dei Queen in “Overkill”, Eddie “Fast” Clarke alla chitarra per “The Chase Is Better Than The Catch” e la medesima “Overkill”, il terremotante duello vocale con Doro Pesch in “Born To Raise Hell”, in assoluto una delle canzoni più riuscite dell’intero live. Il rocker per antonomasia è particolarmente gioviale e sciolto nel dispensare battute di spirito, oltre che in meravigliosa condizione vocale, e lungo tutto l’arco del concerto si assapora un’atmosfera festaiola che non va mai a discapito di esecuzioni brillanti e possedute dal sacro fuoco. Altri due momenti particolarmente suggestivi arrivano in corrispondenza di “Orgasmatron”, quando le luci dipingono attorno e addosso a Lemmy una sinistra aura diabolica, e la sardonica “Killed By Death”, preambolo a un encore dedicato al trittico per antonomasia formato da “Bomber” (durante la quale ritorna a volteggiare a pochi metri dal gruppo il leggendario dispositivo di fari a forma di aereo che campeggiava sul palco all’epoca del tour di “Bomber”), “Ace Of Spades” e “Overkill”. Discreto il comparto degli extra, comprensivo di una versione acustica di “Ain’t No Nice Guys”, un’intervista con la band e altri brani live (sei canzoni tratte dal Wacken 2001). Ma al di là del contorno, è il concerto della Brixton Academy ad essere una testimonianza importantissima di un anniversario vissuto nel pieno delle forze, un’istantanea imperdibile di cos’erano i Motörhead al giro di boa dei venticinque anni di vita: un tank hard rock pronto a radere al suolo qualsiasi cosa incontrasse sul suo cammino.

TRACKLIST

  1. We Are Motörhead
  2. No Class
  3. I'm So Bad (Baby I Don't Care)
  4. Over Your Shoulder
  5. Civil War
  6. Metropolis
  7. Overnight Sensation
  8. God Save the Queen (Sex Pistols cover)
  9. Born to Raise Hell
  10. The Chase Is Better Than the Catch
  11. Stay Out of Jail
  12. Dead Men Tell No Tales
  13. You Better Run
  14. Sacrifice
  15. Orgasmatron
  16. Going to Brazil
  17. Broken
  18. Damage Case
  19. Iron Fist
  20. Killed by Death
  21. Bomber
  22. Ace of Spades
  23. Overkill
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