OVERKILL – Live In Overhausen

Pubblicato il 02/05/2018 da
voto
7.5
  • Band: OVERKILL
  • Durata: 02:11:49
  • Disponibile dal: 18/05/2018
  • Etichetta: Nuclear Blast
  • Distributore: Warner Bros

Riuscire a trasmettere su uno schermo televisivo l’energia, l’intensità e l’adrenalina di un live made in Overkill è sempre un’impresa assai ardua. La Nuclear Blast ci ha comunque provato e con il qui presente “Live In Overhausen” ci offre uno dei concerti più sudoriferi e sentiti realizzati dalla band americana. Per l’occasione, il gruppo capitanato da ‘sua elettricità’ Bobby Blitz Ellsworth e D.D.Verni è tornato sul ‘luogo del delitto’, in terra germanica, là, dove nel 1986, si era consumata la prima testimonianza mediatica di una loro esibizione. Una registrazione molto scarna e ridotta, in cui i Nostri scaldavano il pubblico di Bochum, accompagnati dagli amici Anthrax e Agent Steel, nel corso del tour promozionale di “Feel The Fire”, primo tassello thrash rilasciato l’anno precedente. Una storica VHS alla quale seguirono solamente altri due dischetti home-video: “Wrecking Everything” del 2002 e il “Live At Wacken Open Air” realizzato sei anni dopo. Così fino al 2016, quando il quintetto del New Jersey ha rimesso piede in Germania, località Oberhausen, per celebrare, all’interno della Turbinhalle 2, non uno ma ben due pietre miliari della loro ricchissima discografia. In primis “Horrorscope” che, nel 1991, come testimoniato dallo stesso D.D. all’interno del DVD, trovò un’ottima accoglienza da parte della schiera thrashers, facendo registrare il più alto numero di copie vendute tra tutti i full-length prodotti dagli Overkill. In secondo luogo lo stesso “Feel The Fire”, per un autentico trentennale tinteggiato di fuoco e fiamme. Ma veniamo a noi ed entriamo in questa ex sala delle turbìne dove si respira un’atmosfera assolutamente familiare, in cui le numerose telecamere, fisse o appese ai bracci meccanici, ci portano spalla a spalla dei metallari teutonici, pronti al moshpit più sfrenato in attesa che l’act americano scaraventi sulle loro teste i ventun brani previsti dalla set-list. Si comincia e, tra uno sventolio di targhe celebrative dell’evento, è il basso di D.D.Verni a scandire le note di “Coma”, utile fin da subito ad assestare su livelli medio-alti le corde già affilate della tensione generale. Come da tracklist si prosegue con “Infectous” e “Blood Money” mentre alcune brevi interviste, a coloro che recensirono l’album sulle pagine delle riviste del settore, s’intercalano alla perfezione con la perfida “Thanx For Nothin”. Ed è proprio questo continuo andirivieni uno degli aspetti più interessanti dell’intero prodotto. Una sorta di documentario-live, dove il concerto vero e proprio viene inframmezzato da filmati d’epoca in cui dei giovanissimi Bobby, D.D. e Merrit Gant si cimentano nella registrazione di quei brani che compariranno poi nel disco, e da video più recenti durante i quali gli odierni Overkill riprovano proprio alcuni di quegli stessi pezzi che, per un motivo o per altro, erano finiti nel dimenticatoio. Come per esempio “Live Young Die Free”, eseguita per la prima volta proprio ad Oberhausen (lo stesso D.D.Verni sottolinearà come questo pezzo, dopo le undici di quella sera, verrà rimesso nuovamente a tacere). Si torna on stage e dopo la tellurica “Bare Bones”, l’oscura titletrack vede l’entrata in scena di un basso con doppio manico imbracciato dal nostro Verni prima che Bobby prenda a cadenzare le parole del proprio ‘horrorscope’. Un live premiato sicuramente da una buonissima resa visiva ma ulteriormente impreziosito da un’acustica praticamente perfetta in grado di dare il giusto spazio sonoro a tutti e cinque i musicisti presenti sul palco senza comunque togliere l’impatto ‘live’ costruito dai boati del pubblico. Supportati da un più che massiccio muro di Marshall, gli Overkill proseguono imperterriti andando a chiudere con la maligna “Nice Day For A Funeral” e la più introspettiva “Soulitude” la prima parte dello show. Si staglia un breve quadro della line-up che ha dato vita a questa data davvero speciale, focalizzando l’attenzione su Eddy Garcia, chiamato in causa per un breve periodo dietro alla batteria (e solo in versione live) e quindi costretto ad imparare in fretta e furia non uno ma ben due album. Definiti come una sorta di Motörhead del thrash, proprio per la loro energia da ‘trip’ trasmessa durante i concerti, Bobby e compagnia si ripresenta on stage per tornare indietro nel tempo di cinque anni riaccendendo quel fuoco adrenalinico dal quale scaturì ogni cosa. Quel “Feel The Fire” che, a distanza di trentatré anni, suona ancora come un pugno nello stomaco. Ed è “Raise The Dead” a spingere nuovamente il piede sull’acceleratore prima che una fantasmagorica “Rotten To The Core” venga sparata sulla folla, ancora vogliosa di moshpit, ancora vogliosa di Overkill. Come per “Horrorscope”, anche per “Feel The Fire” vengono riproposti brani ormai dimenticati come “Second Son”, “Blood And Iron” e “Kill At Command” (praticamente assenti dal 1987). Presente invece, come un’autentica turbina, lo è “Hammerhead” durante la quale il nostro ‘Blitz’ molla definitavemente la camicia d’ordinanza sfoggiando così il suo fisico nevrotico e scolpito. Il martello ha appena concluso di tuonare quando D.D. prende a macinare quel riff inarrestabile che accende la miccia della titletrack: sarà pure un DVD ma questa canzone ha quel qualcosa di strano e potente, che, statene certi, vi porterà a fare headbanging in salotto. Sicuro. Abbattutasi dal cielo, come una tempesta infuocata, “Feel The Fire” miete vittime tra il pubblico che, tuttavia, non ha tempo per riprendere fiato. Nemmeno un secondo di pausa e via con l’ultra rapida “Blood And Iron” seguita a ruota da un’altra perla del passato chiamata “Kill At Command”, talmente vecchia che Bobby si scorda buona parte del testo riprendendosi comunque nel finale. Una pecca live giustificabile ma che in sede di mixaggio è stata brutalmente coperta dalle note reali del brano: una scelta, a parere di chi scrive, a dir poco evitabile in quanto, per un attimo, sembra che la voce di Ellsworth sia stata campionata proprio in sede di concerto, creando più di un imbarazzo nell’ascoltatore seduto in poltrona. Si procede comunque. E quand’anche una mastodontica “Overkill” volge al termine, il frontman riccioluto chiama a sé il pubblico per quella che è la vera fine. Perché, nonostante tutto e tutti, il motto è solo uno: “We don’t care what you say” e, con “Fuck You”, la band from New Jersey dà un ultimo schiaffo elettrico ai fan tedeschi raccoltisi in massa per omaggiare un gruppo ormai entrato di diritto nel gotha del thrash metal. “Live in Overhausen”: un live da avere, per tutti gli amanti degli Overkill e del thrash in generale. Si raccomandano i gentili utenti di spostare dalla propria sala eventuali divani e divanetti qualora abbiano intenzione di invitare parenti o amici per la visione collettiva del suddetto DVD.

TRACKLIST

  1. Coma
  2. Infectious
  3. Blood Money
  4. Thanx For Nothin'
  5. Bare Bones
  6. Horrorscope
  7. New Machine
  8. Frankestein
  9. Live Young Die Free
  10. Nice Day For A Funeral
  11. Soulitude
  12. Raise The Dead
  13. Rotten To The Core
  14. There's No Tomorrow
  15. Second Son
  16. Hammerhead
  17. Feel The Fire
  18. Blood And Iron
  19. Kill At Command
  20. Overkill
  21. Fuck You
0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.