7.5
- Band: SOILWORK
- Durata: 3:00:00
- Disponibile dal: 13/03/2015
- Etichetta: Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
Nonostante la posizione di rilievo nel panorama swedish death, di fianco ai vari In Flames, Dark Tranquillity, Children Of Bodom e Arch Enemy, mancava nella pur ricca discografia dei Soilwork una testimonianza audio/video live, probabilmente ritardata a causa dell’instabilità di line up e di una vena compositiva non proprio ai massimi livelli. Risolti entrambi i problemi con l’ultimo “The Living Infinite”, doppio album salutato da un buon successo di pubblico e di critica, è arrivato dunque il momento per la band di Helsingborg di colmare questa lacuna, immortalando l’esibizione del 21 Marzo 2014 al Circus Club di Helsinky in formato doppio CD/DVD. Introdotto da un artwork ormai familiare, ripreso dall’ultimo disco, “Live In The Art Of Helsinky” promette di mettere a fuoco e fiamme i nostri schermi a partire dai titoli di testa, salvo poi presentare, almeno a livello scenografico, un allestimento abbastanza ‘minimale’ (palco di dimensioni medie, un semplice telo sull sfondo, niente giochi di luce stellari, e via discorrendo), soprattutto se confrontato rispetto alle altre uscite di pari livello. Detto che, da una semi-major come mamma Nuclear, ci saremmo aspettati qualcosa di più in termini di effetti speciali, bisogna comunque riconoscere che, dal punto di vista musicale, la prestazione del quintetto svedese appare al contrario più che perfetta, al punto da far sospettare più di qualche ritocco in studio. Sia come sia, nonostante uno Speed Strid visibilmente imbolsito rispetto ad un decennio fa, i cinque on stage confermano il ritrovato stato di forma percepito in studio, riassumendo in un paio d’ore il meglio di una discografia in larga parte imprescindibile tra i cultori del melodic death. Come prevedibile, la parte del leone è giocata dall’ultimo full-length, da cui arrivano più di un quarto dei brani in scaletta, ma l’entusiasmo del pubblico, comunque sempre molto partecipe per tutto lo show, raggiunge l’apice sui pezzi estratti dai vari “The Chainheart Machine”, “A Predator’ Portrait” e “Natural Born Chaos”, tra cui una devastante versione di “Follow The Hollow”, con tanto di gag con il pubblico, e il duetto con Nathan J. Biggs (Sonic Syndicate), impegnato con Speed Strid in una ‘battle for the mic’ sulle note di “Black Star Deceiver”. Buona anche la resa dal vivo dei pezzi più ‘danzerecci’ (ben tre sono infatti gli estratti dallo spesso bistrattato “Figure Number Five”), così come ottima appare la scelta degli estratti da “Stabbing The Drama”, la cui title track chiudere nel modo migliore uno show infuocato. Comprensibile anche la scelta di limitare la presenza in scaletta dei due penultimi lavori, “Sworn To A Great Divide” e “The Panic Broadcast”, comunque ben rappresentati rispettivamente da “As The Sleeper Awakes” e dalla lenta “Let This River Flow”, per l’occasione accompagnata dalla suadente voce di Floor Jansen, ex-cantante degli After Forever ora in forza agli idoli di casa Nightwish. Detto del più che ricco piatto principale, tra i contenuti bonus troviamo una retrospettiva sulla storia della band, intitolata “Spectrum Of Eternity”, da cui apprendiamo gustosi retroscena sui primi anni di vita e sulle vicissitudini più recenti, così come un dietro le quinte di “The Living Infinite” (sia in studio che in tour), in cui abbiamo modo di apprezzare l’appetito ‘pantagruelico’ dei Nostri e il lato nascosto della vita on the road. In conclusione, pescando a piene mani da una carriera giunta al traguardo dei vent’anni, la missione celebrativa riesce a saziare l’appetito dei fan più golosi, ripagando appieno un’attesa tanto lunga. E, a conti fatti, anche l’assenza di effetti speciali e di un montaggio ‘epilettico’ aiuta a concentrarsi al 100% sulla musica, gustando appieno il meglio di una discografia ancora oggi da annoverare tra le migliori nel pur folto panorama melo-death svedese.