ABHOR – Aspettando il ritorno…

Pubblicato il 12/02/2005 da


Per anni visti ingiustamente come una sorta di reincarnazione degli Evol, gli Abhor con sangue e sudore sono riusciti a dare una dimensione forte e propria a questa creatura occulta. La ristampa di “Vocat Spiritum Morti” è stata l’occasione per scoprire tutte le novità in casa Abhor: il gruppo ha cambiato formazione e si prepara al nuovo, attesissimo album. Nell’attesa è bene seguire questa band dal vivo visto che i suoi spettacoli sono sempre di altissimo livello. Gli Abhor stanno tornando, più forti che mai…

INIZIAMO COL DIRE, PER NON CONFONDERE I LETTORI, CHE “VOCAT SPIRITUM MORTI” NON E’ IL VOSTRO NUOVO FULL LENGTH…
Ulfhedhnir: “No. ‘Vocat Spiritum Morti’ doveva essere all’inizio solo un promo cd destinato alle etichette, poi una di queste ultime, quando siamo entrati a far parte della loro scuderia, ha voluto stampare in maniera professionale prima del nuovo cd, dando la possibilità a chi non ci conosceva di avere del vecchio materiale e per chi ci segue da tempo avere dei nuovi brani che avevano potuto ascoltare solo in veste live”.

COME MAI AVETE SCELTO DI FIRMARE PER LA THE OATH, ETICHETTA CHE HA INIZIATO DA POCO LA SUA ATTIVITA’?
Saevum: “Ovviamente ci sono state  diverse offerte, alcune addirittura provenienti da ambienti dark, ma a noi piace concretizzare, non vaneggiare o delirare con proposte assurde come cambiar nome del gruppo o mettere ad ogni costo nudi femminili in copertina! La The Oath non ci ha imposto nulla, abbiamo avuto libera e totale scelta artistica sul nostro lavoro e questo è gia ripagante di per sé. In ogni caso non dovete dimenticare che la The Oath è comunque  una sottoetichetta della Nocturnal Music e non mi pare sia l’ultima arrivata. Da loro son stati prodotti molti gruppi validi che hanno poi trovato anche produzioni estere come Azaghal, Undertakers, Patron… Certo è che come etichetta underground gli investimenti in ballo sono sempre relativamente limitati ed i ritardi all’ordine del giorno, ma alla fine la band sta ricevendo una discreta promozione…”.

IN “VOCAT SPIRITUM MORTI” LE CANZONI MIGLIORI, A MIO PARERE, SONO LE PRIME OVVERO QUELLE NUOVE. CHE DIFFERENZA C’E’ RISPETTO AI BRANI DI “I.N.R.I.”?
Saevum: “Sarebbe molto preoccupante il contrario… credo sia normale che maturando un gruppo migliori la qualità della propria proposta, altrimenti sarebbe un fallimento. Noi nel complesso stiamo mantenendo una certa linea classica senza disdegnare sperimentazioni limitate. Questo ha portato ad una lenta, progressiva e personale evoluzione. Se paragonassimo le canzoni di ‘I.N.R.I.’ alle ultime composizioni noteremmo diversità sostanziali nella struttura, nella metrica, nei testi, nei suoni, ecc., ma la cosa interessante è che sono convinto che chiunque saprebbe riconoscere il classico feeling Abhor che ci rende originali e apprezzati nella nostra classicità. Entrando nello specifico secondo me ‘I.N.R.I.’ è un album molto complesso a livello tastieristico e con una produzione forse eccessivamente fredda, mentre attualmente le tastiere vengono usate come sfondo musicale senza inflazionare le canzoni. Poi è chiaro che con il tempo e l’esperienza tante ingenuità compositive vengono eliminate ed evitate. Le cose piu interessanti le sentirete prossimamente, il nostro approccio musicale si sta dirigendo verso una forma di black orrorifico molto interessante…”.

QUESTI ‘BRANI NUOVI’ SONO PERO’ PUR SEMPRE ANTECEDENTI AL 2002;  AVETE COMPOSTO NUOVO MATERIALE ULTIMAMENTE?
Ulfhedhnir: “Abbiamo attualmente molto materiale di cui una parte andrà appunto sulla nuova release. Alcuni brani sono stati riscritti per il recente cambio di line up, ed alcune nuove canzoni andranno a finire su un limitatissimo LP nello split con una band estera. I brani del 2002 per l’appunto appartengono al passato, ad una vecchia line up e non credo verrano più riutilizzati se non in versione live poiché molti ragazzi ci chiedono di proporre oltre al nuovo materiale anche vecchi pezzi dal vivo”.

QUANTO INCIDE IN UN GRUPPO IL CAMBIO DI LINE UP E QUANTO PUO’ ESSERE PERICOLOSO AI FINI DEL MANTENIMENTO DELL’IDENTITA’ DEL GRUPPO?
Ulfhedhnir: “Il cambio di line up all’interno di una band a volte può portare dei cambiamenti nella stesura dei brani, nei movimenti futuri della band o come dici tu può risultar pericoloso proprio per l’edentità del gruppo, ma non credo sia il nostro caso, poiché dalla prima formazione degli Abhor nel ’96 ad oggi solo io e Saevum non ci siamo mai allontanati dalla creatura Abhor, per tanto ogni cambio di line up lo abbiamo sempre cercato di fare in base ad un miglioramento. Non ci interessano musicisti dagli ammirevoli virtuosismi, preferiamo persone piu coinvolte nell’ambiente black metal, che vedono la nostra musica senza opacità, e con questo non voglio disdegnare gli ex-membri della band assolutamente, ma visto che avevamo l’oppurtinità di ‘scegliere’ abbiamo preferito questo tipo di soluzione”.

FORSE ALL’INIZIO VI SIETE FATTI UN PO’ STRADA PERCHE’ CON VOI SUONAVANO EX MEMBRI DEGLI EVOL, POI SIETE DIVENTATI UNA BAND VERA E PROPRIA CON UNA SUA IDENTITA’ E UNA DELLE MIGLIORI REALTA’ NOSTRANE. ALL’ESTERO INVECE IL MARCHIO ABHOR E’ CONOSCIUTO?
Saevum: “Mi fa piacere che mi venga posta questa domanda perché è un incubo che ci affligge sin dall’inizio… ancor più di noi i Death Dies sono stati spesso accusati di nepotismo. Nessuno ha mai sindacato sul valore e l’importanza che gli Evol hanno avuto per noi, ma vorrei ricordare che solo in un secondo momento, quando ormai gli Abhor erano già avviati, entrò a far parte della line up T-rex (ultimo arrivato negli Evol) e ancor più successiva fu l’entrata di Samael von Martin e Demian quando ormai i compianti Evol non esistevano già da un pezzo. In ogni caso gli Abhor sono nati come band a sé stante, con una propria filosofia ed una propria musicalità. E’ un onore venire accostati spesso agli Evol, ma in tutta sincerità penso di non aver mai abusato e approfittato del loro passato, anzi c’è sempre stato il tentativo di cercar di far capire alla gente che gli Abhor sono una stella che brilla di luce propria… per l’estero il discorso è identico dato che siamo riusciti a farci conoscere fin dagli inizi attraverso molti sacrifici e fitte corrispondenze”.

LE VOSTRE ESIBIZIONI DAL VIVO SONO MOLTO COREOGRAFICHE: QUANTO E’ IMPORTANTE L’ASPETTO SCENICO PER UNA BLACK METAL BAND? E’ INDISPENSABILE?
Ulfhedhnir: “Non sono nessuno per dire cosa sia indispensabile o no, ma per logica si va a ‘vedere’ una band e non solo sentirla, e per tanto credo che un ascoltatore abbia piacere a vedere l’aspetto scenico di una band! Per quanto mi riguarda posso dirti che ogni gesto o espressione nata in un’esibizione live degli Abhor rappresenta un particolare momento delle liriche e della musica, sentendola dentro il proprio spirito senza dover rendere conto a nessuno. Abbiamo sempre cercato di essere scenici in primis per noi stessi, per dare un aspetto ‘materiale’ alla nostra proposta”.

ORMAI SIETE IN GIRO DA MOLTI ANNI: COSA VI PIACE E COSA NO DELLA NOSTRA SCENA, DELLE ALTRE BAND E DEI FAN?
Ulfhedhnir: “Ho sempre cercato di supportare la scena italiana, ma purtroppo esistono certi personaggi che credono che tutto ciò che li circonda in ambito musicale sia merda eccetto la loro band. Questi personaggi dovrebbero prima di tutto provare a tirar su una band dal nulla, sbattersi quanto molti hanno fatto e poi poter giudicare con un minimo di umiltà, anziché fare continui sotterfugi per innalzare polveroni tra vari musicisti e tali persone non le compatisco più, meriterebbero il fuoco. Negli anni abbiamo scelto con chi continuare un rapporto d’amicizia e supporto e con chi non farlo. Attualmente stiamo collaborando con Mortuary Drape ed Opera IX per eventuali live e hanno tutto il nostro rispetto. Per quanto riguarda i fan, credo che il loro miglior pregio sia quello di cercar di capire il pensiero Abhor e ringrazio chi ci supporta da anni”.

POSSIAMO SVELARE QUALCOSA DEL VOSTRO PROSSIMO ALBUM?
Ulfhedhnir: “Attualmente siamo in studio, il nuovo album s’intotilerà ‘Vehementia’ e sarà diverso dai precedenti lavori. Sarà più old school da una parte, il tappeto tastieristico sarà rivisto in maniera da avere un equilibrio tra l’album e le esibizioni live. Ad accumunare il tutto ci sarà una nuova formula riguardo l’immagine… ma per ora non posso dire altro”.
 

QUALI SONO LE TEMATICHE PRINCIPALI CHE TRATTATE NEI TESTI?
Saevum: “I testi vengono curati dal sottoscritto e da Ulfhedhnir e trattano argomenti riguardanti il vasto mondo dell’occultismo, senza seguire concetti prestabiliti e cercando di esporli in modo personale senza proclami propagandistici. Da parte mia ho sempre preferito un approccio più dogmatico ed ermetico, mentre le liriche di Ulfhedhnir possono essere considerate poemi simbolici e metaforici in chiave poetica. Ogni testo comunque è frutto di un particolare momento e deriva da un serio studio personale sull’argomento. A volte si raggiungono dei livelli d’introspezione tali da rendere difficoltosa la comprensione: non siamo interessati alla diffusione del nostro pensiero alle masse!”.

PERCHE’ USATE COSì SPESSO IL LATINO? FA PARTE DI QUEL TOCCO LITURGICO CHE VOLETE DARE AGLI ABHOR O DI UNA TRADIZIONE SCRITTORIA, MAGARI ESOTERICA, A CUI FATE RIFERIMENTO?
Saevum: “Il latino è una nostra prerogativa fin dagli esordi e viene sfruttato molto semplicemente per il misticismo che questa antica fonetica possiede. L’atmosfera liturgica deriva dal fatto che sono stati gli scritti dei passi del latino clericale, ma non abbiamo mai associato questo a particolari correnti filosofiche. Lungi da me una qualsiasi ghettizzazione di pensiero”.

C’E’ UN GRUPPO AL QUALE VI ISPIRATE O CHE SENTITE VICINO DA UN PUNTO DI VISTA MUSICALE E MAGARI “FILOSOFICO”?
Saevum: “Mi dispiace ripetermi, ma non sono molto ben disposto ad abbracciare etichette o filosofie che vincolino ciò che ognuno può pensare degli Abhor. Non vedo la necessità di creare filoni o peggio ancora paragoni tra band… Detto questo, posso dire di sentirmi molto legato alle vecchie glorie del black metal; anzi, dirò di più: non vogliamo che gli Abhor vengano accostati all’attuale movimento sempre più snaturato e sempre più falso. Il black metal non è morto, si è assopito in attesa di una gloriosa rinascita che porterà solo i migliori a primeggiare. Siamo in ottimi rapporti d’amicizia e collaborazione con Mortuary Drape e in questo momento sono una delle pochissime band italiane a cui noi offriamo il nostro rispetto assieme ad Opera IX”.

COME GIUDICATO IL CONTINUO MUTAMENTO CUI E’ SOTTOPOSTO IL BLACK METAL, COME PENSATE SI EVOLVERA’ LA SITUAZIONE?
Ulfhedhnir: “Avendo dato vita alla mia etichetta e distribuzione noto con ammirazione e privilegio che le piccole band emergenti credono in ciò che fanno e non si vendono al dio denaro o ai trend del momento come han fatto grosse band”.

QUALCHE ESIBIZIONE LIVE IN VISTA?
Ulfhedhnir: “Il 22 maggio suoneremo alla Gabbia di Bassano del Grappa da supporto a Nargaroth (unica ed esclusiva data italiana). Ci stiamo muovendo per organizzare qualche data insieme agli Eminenz in Germania, alcune date in Slovenia, Svizzera ed Inghilterra… Per il momento posso dire solo questo poiché stiamo lavorando molto sul nuovo album”.

GRAZIE PER LA DISPONIBILITA’, CI RISENTIAMO QUANDO FINALMENTE USCIRA’ IL NUOVO ALBUM!
Ulfhedhnir-Saevum: “La legione occulta Abhor ringrazia te per l’intervista. Presto sarà on line il nostro sito che dovrebbe essere in corrispondenza con l’uscita di ‘Vehementia’, il nuovo cd. Vocat Spiritum Morti…”.

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