ABHORRATION – Orrore tra i ghiacci

Pubblicato il 02/01/2025 da

Dalla Norvegia, terra di paesaggi glaciali e di una scena musicale conosciuta principalmente per il black metal, emerge un’altra forza oscura: Abhorration.
Con radici che affondano nella più antica tradizione del death metal vecchia scuola di stampo americano e un’attitudine che miscela caos e precisione, la band sta rapidamente guadagnando l’attenzione dei cultori underground. Il loro primo full-length, “Demonolatry”, sta consolidando il loro posto nella crescente scena death metal norvegese, distinguendosi per un songwriting che, a dispetto dell’immaginario viscerale da cui trae ispirazione, punta spesso su strutture molto dense ed elaborate.

In questa intervista, il chitarrista/cantante Magnus Garathun, principale mente creativa della band, ci guida nel processo che ha dato vita a “Demonolatry”, rivelando i dettagli delle registrazioni, i sacrifici richiesti per perfezionare il sound e la filosofia che alimenta la musica del gruppo.
Tra influenze che spaziano da Morbid Angel a Sadistic Intent, il quartetto sta cercando di definire un’identità propria, mescolando vecchie ispirazioni con una certa ricerca strutturale che conduce spesso a risultati non troppo prevedibili.

Con uno sguardo al futuro, Magnus anticipa quindi i piani per il secondo album e una serie di concerti che li porteranno in giro per l’Europa.

“DEMONOLATRY” SEGNA IL VOSTRO PRIMO ALBUM COMPLETO DOPO L’ACCLAMATO EP “AFTER WINTER COMES WAR”. COME DESCRIVERESTI L’EVOLUZIONE DEL SOUND DEGLI ABHORRATION TRA QUESTE DUE USCITE?
– Direi che “Demonolatry” è più maturo rispetto all’EP. Le strutture dei brani sono più studiate e i riff più raffinati. È stata la prima volta in cui mi sono concentrato veramente sulla struttura delle canzoni, dopo aver avuto una sorta di epifania: mi sono reso conto che quasi tutte le mie canzoni death metal preferite hanno strutture libere, senza un vero ritornello o strofa ripetitiva, dove tutto scorre senza che tu noti che, in fondo, quello che stai sentendo è solo un grande insieme di riff.
Arild, che proviene dai Nekromantheon, ha anche contribuito con alcune parti thrash che io non sarei mai stato in grado di scrivere, e penso che abbiano aggiunto molto al feeling generale dell’album. In generale, l’album suona più oscuro, sia a livello musicale che di produzione, rispetto all’EP.

L’ALBUM MESCOLA INFLUENZE DI BAND CLASSICHE COME MORBID ANGEL, POSSESSED E SADISTIC INTENT. COME RIUSCITE A BILANCIARE QUESTE ISPIRAZIONI OLD SCHOOL CON IL VOSTRO APPROCCIO AL DEATH METAL? UNA COSA CHE MI COLPISCE SPESSO ASCOLTANDO LA VOSTRA MUSICA È APPUNTO LA DENSITÀ DELLE STRUTTURE DELLE CANZONI: C’È UNA GRANDE QUANTITÀ DI RIFF PER BRANO. QUESTA INTENSITÀ COSTANTE È STATA UNA SCELTA CONSAPEVOLE DURANTE IL PROCESSO DI SCRITTURA?
– Penso che il motivo per cui non suoniamo ancora più simili a queste band sia che non siamo in grado di scrivere i loro riff!
Scherzi a parte, hai colto nel segno riguardo alle nostre fonti di ispirazione, ma credo che sia la combinazione di tutte le nostre influenze a impedirci di suonare troppo simili a una di loro. Credo anche che i musicisti creativi abbiano automaticamente una certa identità nella musica che scrivono, quindi, a meno che non cerchiamo attivamente di copiare riff specifici, non credo suoneremo mai esattamente come qualcun altro.
Per quanto riguarda la densità delle canzoni, ricordo una conversazione con un amico di qualche anno fa in cui concordammo che ciò che spesso accomuna i nostri brani preferiti è l’abbondanza di riff! Non voglio dire che non esistano grandi canzoni con due/tre/quattro riff, ma se i riff sono buoni e la canzone è ben strutturata, è difficile averne troppi. Almeno così non ci si annoia!

VI VIENE MAI VOGLIA DI COMPORRE UNA CANZONE DI TRE MINUTI, O QUEL FORMATO È COMPLETAMENTE CONTRO LA VOSTRA NATURA?
– Forse non tre, ma quattro minuti sarebbero fantastici! Personalmente preferisco album con otto/dieci tracce più corte, piuttosto che, ad esempio, sei tracce lunghe come le nostre. Il problema è che non ci riesco, per qualche motivo. Ogni volta che pensiamo di aver fatto una canzone breve, finisce per superare i cinque minuti. Credo sia ormai radicato in noi che un brano debba avere una certa quantità di riff e ripetizioni, il che non consente di creare episodi brevi. Speriamo di riuscirci nel prossimo album.

COME ACCENNATO, LE STRUTTURE E I RIFF APPAIONO BEN STUDIATI, MENTRE DIREI GLI ASSOLI POSSONO ESSERE UN PO’ PIÙ CAOTICI, MANTENENDO A VOLTE UN FEELING SLAYERIANO. COME AFFRONTATE L’EQUILIBRIO TRA PRECISIONE TECNICA E PURA AGGRESSIVITÀ NELLA VOSTRA MUSICA?
– Per me non si tratta davvero di un equilibrio da trovare, non sono un chitarrista così bravo per farlo. Suono semplicemente al meglio delle mie capacità e penso che valga per tutti noi. Tuttavia, stile, atmosfera e attitudine supereranno sempre l’abilità tecnica, a livello di importanza nella nostra proposta.

È DIFFICILE PER VOI CREARE NUOVI RIFF, IDEE, CANZONI E UNA ‘VOCE’ PROPRIA IN QUESTO SPECIFICO RAMO DEL DEATH METAL, DATO CHE GRAN PARTE DEL GENERE È STATA GIÀ DEFINITA IN PASSATO?
– A volte è difficile scrivere riff, come in questo momento. Non penso che il nostro stile di death metal sia stato suonato così tanto quanto quello più lento e gutturale, ma quando hai influenze così definite come le mie per questa band, devi stare attento a non esagerare. Prendo molta ispirazione per le strutture dei brani dalle band che mi piacciono, ma, come ho detto prima, penso che i miei riff abbiano comunque un po’ del mio tocco personale. Lo stesso vale per Andreas, Arild e lo stile di batteria di Øyvind.
Per quanto riguarda la creazione di una ‘voce’ per noi come band, non credo che sia qualcosa che si possa fare consapevolmente. Succede o non succede, a seconda della qualità della musica e, in una certa misura, dei concerti live. Non credo ci sia bisogno di nessun altro tipo di attrattiva oltre a quella. Non abbiamo fatto altro che registrare un album e suonare qualche concerto, e non penso che faremo mai altro. Se questo ci dà una nostra specifica autorità, fantastico; se no, pazienza.

PENSI CHE L’ORIGINALITÀ SIA UNA CATEGORIA SOPRAVVALUTATA NELLA MUSICA METAL DI OGGI? UNA BAND PUÒ ESSERE DAVVERO ECCEZIONALE E DEGNA DI NOTA SENZA SUONARE TROPPO ORIGINALE? SE LA TUA RISPOSTA È SÌ, QUAL È L’INGREDIENTE FONDAMENTALE CHE UNA BAND DEVE POSSEDERE, OLTRE ALL’ORIGINALITÀ, PER DISTINGUERSI DAVVERO?
– Sì, parliamo di attitudine. Ovviamente non dovresti suonare esattamente come un’altra band, ma a nostro avviso il miglior metal di sempre è già stato creato, quindi essere ispirati dal sound e dalla brutalità che c’erano allora, cercando di renderli propri, è il meglio che possiamo fare. Alcuni ci riescono molto bene, riuscendo a creare un proprio suono all’interno della ristretta sfera del vecchio metal, altri no.
Un buon esempio sono i Negative Plane, che hanno creato un nuovo tipo di black metal, pur essendo chiaramente ispirati al vecchio. Un cattivo esempio è Hellripper, che per qualche ragione è diventato piuttosto popolare semplicemente saltando sul carrozzone del black-thrash con anni di ritardo.

LA FORMAZIONE DEGLI ABHORRATION INCLUDE MEMBRI DI BAND COME NEKROMANTHEON, OBLITERATION E PURPLE HILL WITCH. IN CHE MODO I VOSTRI DIVERSI BACKGROUND MUSICALI INFLUENZANO IL PROCESSO CREATIVO DEL GRUPPO?
– Non credo che queste diverse esperienze ci influenzino molto, se non per il fatto che siamo tutti abbastanza abituati alla dinamica di una band. Immagino che questo stile fosse qualcosa di nuovo per me e Øyvind quando abbiamo avviato la band, dato che nessuno dei due aveva mai suonato death metal prima (a parte come membri live nei Mabuse). Forse non avremmo fatto lo stile che facciamo ora se non avessimo suonato altri stili in passato? Chissà. O forse sì.

LA PRODUZIONE DI “DEMONOLATRY” RISULTA GREZZA MA NITIDA, CON UN CHIARO VIBE ANALOGICO. CHE TIPO DI SOUND STAVATE CERCANDO IN STUDIO E COME L’AVETE OTTENUTO?
– Stavamo cercando esattamente ciò che hai descritto. Lo volevamo grezzo, nitido, pesante e analogico. Abbiamo registrato tutto a casa di Arild, a circa un’ora da Oslo. Abbiamo iniziato con la batteria, registrandola nel suo soggiorno con diversi overhead e microfoni d’ambiente. Le abbiamo registrate con gli altri strumenti come tracce di supporto, cercando di renderle il più naturali possibile.
Poi abbiamo registrato le chitarre utilizzando due amplificatori ciascuno: un Engl Fireball e un vecchio Sound City con vari pedali, e quattro o cinque microfoni, per avere il massimo margine di manovra durante il mixaggio. Per il basso abbiamo usato un’enorme cassa Orange con lo stesso amplificatore Sound City, un pedale HM2 e un Tube Screamer, se non erro. Infine, abbiamo registrato le voci e gli assoli.
Abbiamo avuto difficoltà con il mix per molto tempo, soprattutto con la batteria, ma dopo circa cinque mesi era tutto pronto, e penso che il risultato finale sia buono! Inizialmente lo volevo più marcio, ma penso che abbiamo trovato un buon compromesso.

LA NORVEGIA È SPESSO SINONIMO DI BLACK METAL, MA LA SCENA DEATH METAL NORVEGESE È IN COSTANTE CRESCITA. COME SI COLLOCA ABHORRATION IN QUESTA SCENA IN EVOLUZIONE, O IN COSA SI DISTINGUE?
– Direi che ci inseriamo bene nella scena death metal attuale, dato che quella norvegese mi sembra leggermente più diversificata rispetto ad altre realtà, quindi non ci distinguiamo più di quanto lo faccia chiunque altro. Per me la scena death metal contemporanea comprende band come Impugner, Sovereign, Dødskvad, Desolation Realm (se esistono ancora), Filthdigger e, ovviamente, le band più vecchie come Obliteration, Execration e così via, tutte molto diverse tra loro.

OLTRE AI NOMI PIÙ SCONTATI, C’È UNA BAND O UN MUSICISTA, PASSATO O PRESENTE, CHE AMI ALLA FOLLIA E CHE PENSI PIÙ PERSONE DOVREBBERO ASCOLTARE? QUAL È UNA DELLE TUE REGISTRAZIONI PREFERITE DI QUESTA BAND/ARTISTA?
– Guardando al passato, i Lucifer’s Hammer dagli Stati Uniti, in particolare il demo “Burning Church”. A parte il primo demo degli Immolation, è il lavoro più vicino a trasmettere la sensazione funebre dei classici Sadistic Intent, anche se con un tocco più black metal.
Per il presente, i Deathwards dal Cile! Il loro secondo demo è, secondo me, un esempio di death metal perfetto. Devo anche menzionare i Rust dalla Svezia, che per qualche motivo non hanno ricevuto il riconoscimento che meritano. Questo è un grande esempio di black thrashing metal!

GUARDANDO AL FUTURO DEGLI ABHORRATION, COSA POSSONO ASPETTARSI I FAN IN TERMINI DI CONCERTI, TOUR O NUOVO MATERIALE?
– Il caos continuerà. Stiamo lavorando al secondo album, ma è un processo lento. Al momento abbiamo quasi due tracce pronte, e sarà molto simile a quanto fatto finora, anche se forse con un tocco ancora più old school.
Abbiamo diversi concerti in programma per il 2025: inizieremo a Bergen a gennaio, poi Barcellona a fine febbraio, il festival The Host of All Fevers a Innsbruck a marzo, Oslo con i Sadistic Intent ad aprile e l’Hellbotn Metalfest ad agosto. Gli altri concerti non sono ancora stati annunciati, ma visiteremo sicuramente alcuni paesi europei nel 2025.

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