ABORTED – Cronache di sangue

Pubblicato il 19/06/2014 da

Giunti al traguardo del full-length numero otto in quasi vent’anni di carriera, gli Aborted possono giustamente essere considerati una delle band più solide e longeve della scena death metal europea. Passati non senza qualche affanno attraverso una miriade di cambi di lineup e alcuni lievi cambi di rotta, i Nostri hanno infine trovato nel frontman Sven de Caluwé il proprio indiscusso leader. Cantante e musicista dalla forte personalità, evidentemente poco incline ai compromessi e sempre e comunque determinato, il ragazzo belga è a tutti gli effetti l’anima della formazione e il responsabile ultimo di tutte le decisioni che quest’ultima ha preso e deciderà di prendere in carriera. Non a caso, anche per la promozione del nuovo “The Necrotic Manifesto” lo vediamo in prima linea, pronto a reggere sulle proprie spalle l’ennesima campagna per divulgare ulteriormente il verbo Aborted. Questa volta la nostra intervista si è configurata in un breve botta e risposta via email, ma anche in questa sede Sven de Caluwé non ha mancato di far emergere il proprio carisma e il suo senso dell’umorismo…

Aborted - band - 2013

ANCORA UNA VOLTA GLI ABORTED HANNO UNA NUOVA LINEUP. CHE COSA È SUCCESSO CON I CHITARRISTI CHE HANNO REGISTRATO “GLOBAL FLATLINE”?
“Si sono persi in un parco giochi e i loro corpi devono ancora essere trovati”.

GLI ABORTED VENGONO QUASI SEMPRE CONSIDERATI UN GRUPPO BELGA, MA È ORMAI DA TEMPO CHE LA BAND È DI FATTO INTERNAZIONALE. COME VI ORGANIZZATE PER LE PROVE E LA COMPOSIZIONE?
“Sì, al momento solo uno di noi è belga, ovvero il sottoscritto. Siamo un collettivo di tedeschi, statunitensi, belgi e olandesi e viviamo tra Olanda, California e Belgio. Onestamente, non proviamo mai e non scriviamo insieme. Sarebbe impossibile ritrovarsi tutti nella stessa stanza a scadenze regolari”.

NONOSTANTE LA LINEUP SIA CAMBIATA TANTISSIME VOLTE, IL GRUPPO È SEMPRE RIUSCITO A MANTENERE DEI TRATTI COMUNI FRA UN ALBUM E L’ALTRO. QUAL È IL SEGRETO DEGLI ABORTED?
“Credo che la mia voce sia il primo fattore importante: è riconosibile e da sola rappresenta uno dei primi motivi per cui, nonostante tutto, ogni nostro album suona sempre come Aborted. Inoltre, sono solito comporre buona parte delle idee iniziali di ogni disco”.

HO LETTO CHE IL TESTO DEL BRANO “YOUR ENTITLEMENT MEANS NOTHING” NON È TIPICAMENTE ABORTED, VUOI SPIEGARCI DI CHE SI TRATTA?
“Sì, a livello lirico questo è il pezzo più strano del nostro repertorio: parla di una persona di merda di cui preferisco non fare il nome”.

PARLANDO DI ALTRI BRANI DEL NUOVO “THE NECROTIC MANIFESTO”, MI HA COLPITO “CENOBITES”, UN PEZZO PIUTTOSTO LENTO PER I VOSTRI STANDARD…
“JB, il nostro bassista, aveva lo scheletro del brano pronto già da tempo, ma siamo riusciti a lavorarci sopra solo poco prima di entrare in studio. Io mi sono occupato soprattutto della parte introduttiva. È sicuramente una traccia più atmosferica delle altre, ma credo mantenga sia impatto che spontaneità”.

“COFFIN UPON COFFIN” È INVECE IL BRANO PIÙ ISPIRATO AI CARCASS. È OVVIO CHE SIATE GRANDI FAN DELLA BAND INGLESE: COSA NE PENSI DEL LORO ALBUM DI RITORNO?
“Sì, hai visto giusto, quello è il nostro ultimo tributo ai Carcass. Per quanto riguarda il loro ultimo lavoro, credo che sia un buon album; certo, non è un nuovo ‘Heartwork’, ma suppongo che abbia soddisfatto la maggior parte dei loro fan”.

I CARCASS SONO UNA DELLE INFLUENZE PRIMARIE DI CENTINAIA DI DEATH METAL E GRINDCORE BAND. GLI ABORTED TUTTAVIA INIZIANO AD ESSERE ANCH’ESSI UN’INFLUENZA PER REALTÀ PIÙ GIOVANI: DOPO TUTTO, SIETE IN GIRO DA UNA VENTINA D’ANNI ORMAI. QUALI SONO SECONDO TE I MAGGIORI CONTRIBUTI CHE AVETE FORNITO ALLA CAUSA DEATH METAL?
“Per prima cosa, tantissime canzoni che parlano di escrementi. Inoltre, credo che negli anni siamo riusciti a dimostrare che è possibile scrivere brani death metal molto dinamici, che posseggono sia velocità e intensità, sia groove e un certo senso melodico”.

COME AFFRONTI SOLITAMENTE IL SONGWRITING? PARTI DA UN TESTO O DA UN RIFF DI CHITARRA?
“Solitamente inizio suonando la chitarra. Scrivo un riff e poi cerco di comporne un altro che funzioni bene accanto a quello precedente. Quando ne ho un buon numero, provo a girarli e rigirarli e a sentire come suonano sopra una batteria. Una volta pronta la struttura base del pezzo, la mando agli altri e cerco di ascoltare i loro suggerimenti”.

COME ACCENNAVI POCO FA, SI PUÒ DIRE CHE GLI ABORTED ABBIANO SEMPRE PENSATO ALLA CANZONE, EVITANDO ECCESSI DA UNA PARTE E DALL’ALTRA…
“Sì, la canzone viene prima di tutto. Ad esempio, apprezzo la tecnica e se quest’ultima aiuta il brano, allora no problem, ma odio quelle band che cercano a tutti i costi di impressionare il pubblico mettendo mille note in ogni dove. Quello è un modo di approcciarsi alla musica che non è assolutamente Aborted. Bisogna avere gusto in tutte le cose, dalla tecnica alla melodia. Tanti gruppi non si rendono conto che tre minuti di assoli sono noiosi tanto quanto tre minuti di breakdown”.

SIETE UNA BAND CHE È SPESSO IN TOUR: COSA HAI NOTATO DI RECENTE NEL TUO VENIRE A CONTATTO CON NUMEROSE ALTRE BAND E TIPI DI FAN?
“Una delle cose che sto notando sempre più spesso ultimamente è il livello di preparazione tecnica dei musicisti metal: questa scena è piena di gente preparatissima, siamo all’avanguardia in quasi ogni strumento. D’altro canto, però, mi rattrista vedere come la gran parte di questa gente non sia affatto in grado di comporre delle vere canzoni o di trovare un proprio stile. Si segue tanto la moda del momento e si pensa sempre meno con la propria testa”.

CHE COSA HAI IMPARATO IN TUTTI QUESTI ANNI DI ABORTED?
“Ho imparato tutto su come non condurre una vita normale, ho scoperto tanti modi innovativi per parlare di escrementi e come essere sempre me stesso, a dispetto delle mode”.

CHE COSA STAI ASCOLTANDO IN QUESTI GIORNI?
“I nuovi album di Benighted, Archspire, Steel Panther, Miasmal e Septicflesh”.

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