Fra ammiccamenti alle visioni e alle letture horror con le quali sono cresciuti, senso dello humor e ovviamente tanto death metal – declinato nella sua forma più moderna e impattante – gli Aborted hanno recentemente dato alle stampe l’undicesimo capitolo della loro ormai impressionante saga discografica. Un lavoro che ha saputo inserirsi perfettamente nel solco tracciato dai precedenti “TerrorVision” e “Retrogore”, fatto quindi di contaminazioni stilistiche e velleità atmosferiche utili a delineare meglio il concept alla sua base, e che li ha ricollocati senza particolari difficoltà agli apici del suddetto movimento in compagnia di una realtà come i Cattle Decapitation. Con qualche mese di ritardo sull’uscita del disco, eccoci dunque ospitare sulle nostre pagine il bassista Stefano Franceschini, in forze presso la corte di Sven de Caluwé dal 2016 e molto autoironico nelle risposte inviateci per approfondire il discorso “ManiaCult”…
“MANIACULT” È IL VOSTRO UNDICESIMO FULL-LENGTH, UN TRAGUARDO CHE PERSINO ALCUNE BAND STORICHE – DALLA LINE-UP PIÙ STABILE DELLA VOSTRA – HANNO FATICATO A RAGGIUNGERE IN CARRIERA. QUALE PENSI SIA LA CHIAVE DEL VOSTRO SUCCESSO E DELLA VOSTRA COSTANZA?
– Lo so, è folle vero? Tutto ciò che abbiamo ottenuto lo dobbiamo alla nostra ricetta segreta e millenaria della pizza. Fidati di me, non ha eguali. Oltre a ciò, credo che la nostra totale dedizione al death metal spieghi tutto: amiamo davvero quello che facciamo.
PER ANNI IL VOSTRO NOME È STATO ASSOCIATO A QUELLO DEI CARCASS, MA CREDO CHE ORMAI SIA UN RAFFRONTO SUPERATO (SOPRATTUTTO SE PRENDIAMO IN CONSIDERAZIONE I VOSTRI ULTIMI DISCHI). PENSI SIA IMPORTANTE – ANCHE PER UNA BAND AFFERMATA – CERCARE DI RINNOVARSI?
– Penso sia essenziale. Se si vuole rimanere rilevanti all’interno della scena musicale, un po’ di adattamento è necessario. In circolazione ci sono pochissime band che possono permettersi di scrivere lo stesso disco più e più volte, suonando fresche come ai loro inizi. Sono contento comunque che tu abbia notato il cambiamento di ritmo e di stile nei nostri ultimi sforzi.
COSA NON PUÒ MAI MANCARE OGGIGIORNO IN UNA CANZONE DEGLI ABORTED?
– Merda. E film dell’orrore. Entrambi sarebbero l’ideale. Oh, e qualche blast-beat qua e là.
QUALI SONO STATI I PRO E I CONTRO DEL LAVORARE AD UN DISCO IN PIENA PANDEMIA?
– La cosa divertente è che questo casino legato al Covid non ha influito molto sui nostri piani; abbiamo sempre composto e lavorato a distanza. È quasi impossibile vedersi per provare – a meno che non si parli di pre-produzione per un tour – considerando che due dei nostri membri vivono negli Stati Uniti, Sven in Belgio e io in Italia.
PARLACI ORA DELLA FIGURA DI WAYLAND THURSTON, IL PROTAGONISTA DEL CONCEPT DI “MANIACULT” RAFFIGURATO ANCHE SULL’ARTWORK. SE NON VADO ERRATO, SI TRATTA DI UN PERSONAGGIO APPARSO ORIGINARIAMENTE NEL RACCONTO DI H.P. LOVECRAFT “IL RICHIAMO DI CTHULHU”…
– Hai capito bene! È il narratore (nonché personaggio principale) de “Il richiamo di Cthulhu” di Lovecraft, e dato il contesto letterario la connessione tra il nostro Wayland e il protagonista del racconto ha molto senso. Si potrebbe quasi dire che il Wayland di “ManiaCult” sia una sorta di evoluzione di quello di Lovecraft: è impazzito dopo aver messo insieme tutti i folli resoconti di questa enorme creatura metà polpo e metà drago, e ora crede di essere il leader di un moderno culto demoniaco. Tuttavia, questa è solo una proiezione psicotica della sua mente squilibrata… e indovina un po’, niente è reale!
L’ALBUM PRESENTA UN ELENCO DI OSPITI MOLTO RICCO. PER VOI SEMBRA ESSERE DIVENTATA UNA SORTA DI TRADIZIONE…
– Come ogni tradizione che si rispetti, è una cosa a cui siamo molto legati. Ci piace lavorare con amici talentuosi e con artisti con cui siamo stati in tour. Aggiunge anche un po’ di colore al disco, non credi?
SEMBRA CHE IL VOSTRO PUBBLICO SI DIVIDA FRA CLASSICI DEATH METALLER E ASCOLTATORI PIÙ GIOVANI APPROCCIATISI AL METAL ESTREMO GRAZIE AL FENOMENO DEATH-CORE. È SICURAMENTE UN FATTO CURIOSO… COME VEDI E GIUDICHI QUESTA SITUAZIONE?
– Ci piace, ed è anche la prova di come la band riesca a colmare questo divario generazionale in un modo molto interessante. Incontrare ragazzini e fan più grandi allo stesso spettacolo è una cosa positiva e gratificante a cui assistere. Quindi sì, ce ne compiacciamo.
QUALI SONO I VOSTRI FILM HORROR PREFERITI? SO CHE SIETE DEI VERI NERD AL RIGUARDO. SULLA COPERTINA DI “MANIACULT”, AD ESEMPIO, HO NOTATO ALCUNI RIFERIMENTI A “FROM BEYOND” DEL GRANDE STUART GORDON…
– Sì, non possiamo davvero farne a meno. E non dimentichiamoci “Drag Me To Hell”, che è un chiaro riferimento a… “Matrix”. I migliori che ho visto di recente sono stati “Us” e “Get Out”, oltre ad “Hereditary” e “The Witch”. Per quanto riguarda i vecchi, non si può davvero sbagliare con “La Cosa”, “La Mosca”, i primi “Nightmare” e “Halloween”. E i primi due “Hellraiser”, ovviamente.
PRESTATE MOLTA ATTENZIONE ALLE GRAFICHE E AI FORMATI FISICI DEI VOSTRI LAVORI. COME VI SENTITE SAPENDO CHE CON UN PAIO DI CLICK UNA PERSONA PUÒ FACILMENTE SCARICARE UN ALBUM PERDENDOSI I VOSTRI SFORZI SOTTO QUESTO PUNTO DI VISTA? INOLTRE, QUAL È IL VOSTRO RAPPORTO CON LE PIATTAFORME DI STREAMING COME SPOTIFY?
– Questo è il messaggio che lanciamo ai fan per incoraggiarli ad acquistare una copia fisica del disco. Per quanto riguarda invece le piattaforme di streaming, trovo siano fantastiche. Molto pratiche e funzionali. Anche se, dal punto di vista etico, le cose sono un po’ desolanti. Ancora una volta, non lo stiamo facendo per fare soldi, anche se guadagnare qualche soldo in più dagli stream non sarebbe poi così male…
SIETE MOLTO ATTIVI SUI SOCIAL NETWORK. CREDI CHE QUESTI STRUMENTI SIANO INDISPENSABILI AL GIORNO D’OGGI?
– I social media sono solo un modo per interagire con le persone e avvicinarsi ai fan, soprattutto in un momento in cui i concerti non sono così comuni come lo erano prima del Covid. Abbiamo creato questo gruppo Facebook, “ManiaCult”, per connetterci a loro almeno digitalmente, fino a quando non torneremo ai normali tour.
QUAL È LA PIÙ GRANDE SODDISFAZIONE CHE AVETE RAGGIUNTO CON QUESTA BAND?
– Le serate post-concerto a base di burrito sul nostro furgone durante i tour negli Stati Uniti.
DOPO TUTTI QUESTI ANNI, COSA SIGNIFICA PER VOI SUONARE DEATH METAL?
– È tutto ciò che sognavo fin da quando ero bambino.
SENZA DUBBIO QUESTO È UNO DEI MOMENTI PIÙ FORTUNATI NELLA CARRIERA DELLA BAND, MA QUAL È STATO IL PIÙ DIFFICILE?
– Non mi ero ancora unito agli Aborted, ma penso che le registrazioni e la pubblicazione di “Strychnine.213” non siano stati momenti particolarmente idilliaci per la band. A parte questo, non riesco davvero a pensare a tempi duri o a situazioni difficili da gestire.
COMPATIBILMENTE CON LA PANDEMIA, QUALI SONO I VOSTRI PIANI PER IL FUTURO?
– Suonare quanto più possibile e iniziare finalmente a promuovere “ManiaCult” on the road. Tenete gli occhi aperti, perché stiamo lavorando a molte cose interessanti per il prossimo anno (le domande sono state inoltrate prima della recente cancellazione dell’Hell Over Europe 4, ndR)!