ABORTED – La Premiata Macelleria

Pubblicato il 16/02/2012 da

Il nuovo “Global Flatline” ha definitivamente riportato gli Aborted nell’olimpo del death-grind, dopo un paio di album un po’ più votati alla sperimentazione. Sia “Slaughter & Apparatus” che “Strychinine.213” non potevano certo essere considerati episodi scadenti, ma, tutto sommato, bisogna ammettere che con la nuova opera (e con il precedente EP “Coronary Reconstruction”) il gruppo sia tornato a fare ciò che da sempre gli riesce alla perfezione, ovvero creare trame death-grind affilate e incredibilmente catchy, manna dal cielo per coloro che stravedono tanto per i Carcass dei tempi d’oro quanto per le connotazioni più moderne di queste sonorità. Con un ciarliero Sven “Svencho” de Caluwé siamo proprio partiti da qui in una chiacchierata instaurata di recente, nella quale il frontman ha dimostrato un’onestà invidiabile anche negli argomenti più difficili…

COME VANNO LE COSE IN CASA ABORTED DI QUESTI TEMPI? “GLOBAL FLATLINE” STA PER USCIRE E IMMAGINO CHE TU SIA ECCITATO ALL’IDEA DI VEDERLO FINALMENTE FUORI…
“Esattamente! Nella band le cose vanno per il meglio in questo momento, siamo molto fiduciosi e i responsi che il disco sta ottenendo sulla stampa non fanno altro che confortarci ulteriormente. L’album ‘spacca’ e non vediamo l’ora di promuoverlo sul palco”.

A LIVELLO STILISTICO, MI È PARSO LA LOGICA CONTINUAZIONE DI “CORONARY RECONSTRUCTION”. POSSIAMO AFFERMARE CHE QUELL’EP ABBIA TRACCIATO LA NUOVA DIREZIONE DEGLI ABORTED?
“Sì, non ho niente in contrario, è proprio come dici tu. Abbiamo preso lo stile di ‘Coronary Reconstruction’ e lo abbiamo allargato a un numero di canzoni sufficiente per farci un full-length. È senza dubbio il nostro album più dinamico e maturo, ma, per certi versi, anche quello più estremo. Dopo aver dato alle stampe ‘Coronary…’ era nostra intenzione riconfermarci su quei livelli e proseguire su quel cammino death-grind con cui gli Aborted sono diventati noti anni addietro”.

GIUDICANDO DA QUANTO AVETE PRODOTTO ULTIMAMENTE, MI PARE DI CAPIRE CHE TU NON SIA PIÙ MOLTO SODDISFATTO DI UN ALBUM ABBASTANZA SPERIMENTALE COME “STRYCHNINE.213″…
“Sì… e, a dire il vero, non stravedo nemmeno per ‘Slaughter & Apparatus’. Non li trovo album orrendi, anzi, ma sono stati in gran parte viziati da un’atmosfera non idilliaca all’interno della band. Molte di quelle canzoni avrebbero dovuto suonare in maniera piuttosto diversa da quanto puoi sentire oggi sui CD. Alcune delle persone che facevano parte della band all’epoca avevano una visione abbastanza bizzarra di come un disco degli Aborted doveva suonare e ciò ha dato vita a una serie di compromessi e di discussioni che hanno inevitabilmente minato il risultato finale. C’era chi desiderava confezionare qualcosa che andasse incontro ai gusti del mercato americano, altri che volevano suonare in maniera più lenta e atmosferica… insomma, non vi era una vera comunione di intenti in quel periodo. In parte, è stata anche colpa mia: soprattutto durante la lavorazione di ‘Strychine.213’ non mi sono impegnato come in passato e ho lasciato che fossero gli altri a fare gran parte del lavoro. Non ho trascorso molto tempo in studio e alla fine mi sono ritrovato con una serie di brani registrati molto più lenti del previsto… inizialmente li avevo concepiti in un’altra maniera. Magari qualcuno se ne sarà accorto, ma un pezzo come ‘Enterrement Of An Idol’ veniva eseguito quasi al doppio della velocità dal vivo…”.

OGGI QUELLA LINEUP NON ESISTE PIÙ, MA, A DIRE IL VERO, QUESTA È CAMBIATA PARECCHIO ANCHE RISPETTO A “CORONARY RECONSTRUCTION”. È COSÌ DIFFICILE ANDARE D’ACCORDO CON TE O SI TRATTA SEMPRE DI COINCIDENZE E SFORTUNA?
“Iniziamo col dire che io sono il leader di questa band dagli esordi e che sono la persona che più di ogni altra ha speso tempo e denaro nel tenerla in vita. Di conseguenza, ogni volta che qualcuno viene accolto in lineup, mi aspetto perlomeno che questo rispetti il mio operato. Detto questo, i cambi di lineup sono sempre stati necessari, per un motivo o per l’altro. La formazione che incise i dischi di cui parlavamo prima è stata licenziata per ovvie divergenze stilistiche e attitudinali… non mi interessa suonare musica diversa da quella per cui gli Aborted sono noti e non ho intenzione di scendere a compromessi solo perchè un membro del gruppo ha la folle idea che possa in qualche modo arricchirsi tramite esso. Per quanto riguarda la lineup che registrò ‘Coronary Reconstruction’, vi sono varie motivazioni dietro gli split: Cole Martinez, il bassista, a dire il vero, non è mai stato effettivamente parte della band… registrò solo uno di quei pezzi prima di tirarsi indietro. Dirk Verbeuren ha lasciato perchè troppo impegnato in altri progetti musicali. Inoltre, ha una famiglia e non può andare in tour con troppe band. Con lui ho tuttavia un ottimo rapporto… non a caso abbiamo di recente avviato un progetto grindcore che vede anche la partecipazione di Devin Townsend. Infine, Ken Sorceron ha deciso di farsi da parte quando gli Abigail Williams hanno iniziato a diventare sempre più popolari: sono la sua band e la sua decisione è stata più che logica”.

PRESENTACI ALLORA I NUOVI MEMBRI…
“A parte Eran Segal, che è con me da qualche tempo, al momento abbiamo JB al basso, che è già stato un session per noi nel 2009. È un buon amico e ha fatto anche parte di Leaves’ Eyes e Atrocity. Ken Bedene ci ha raggiunto subito dopo la pubblicazione di ‘Coronary Reconstruction’ e ha suonato in tutte le date live che abbiamo tenuto da allora. Ha lasciato gli Abigail Williams per concentrarsi su di noi e sono molto lieto della sua scelta, perchè è un ottimo batterista. Infine, c’è Mike Wilson alla seconda chitarra… è già membro dell’altro mio progetto System Divide, quindi mi è parsa la cosa più semplice quella di invitarlo a far parte anche degli Aborted. Sono tutti dei professionisti e dei bravi ragazzi e per adesso non posso lamentarmi”.

COME DICEVI, SEI IL LEADER DEGLI ABORTED DA SEMPRE… LA BAND HA INIZIATO NEL 1995, QUINDI SEI PRATICAMENTE UN VETERANO DI QUESTA SCENA. HAI VISTO IL DEATH METAL TORNARE ALLA RIBALTA DOPO GLI ANNI BUOI DI METÀ ANNI ’90 E ORA, COME TUTTI, LO STAI VEDENDO CONTAMINARSI CON SVARIATE ALTRE SONORITÀ. QUAL È, SECONDO TE, LA PIÙ GRANDE DIFFERENZA TRA LA SCENA DI UN TEMPO E QUELLA ODIERNA?
“Al di là dei mutamenti stilistici, direi che la differenza maggiore sta nel numero di band che ne fanno parte. Oggigiorno ci sono letteralmente migliaia di gruppi che affollano la scena e il mercato… e ovviamente molti di questi sono pessimi o assolutamente inutili. Poi sì, i gruppi oggi sperimentano di più… elettronica, melodia, robaccia ‘core’… però, per quanto mi riguarda, la vera differenza è essenzialmente la grandezza attuale della scena rispetto a quella degli anni ’90”.

COME VEDI LO STATO DI SALUTE DEGLI ABORTED OGGIGIORNO? PENSI CHE ABBIATE GIÀ RAGGIUNTO IL VOSTRO APICE?
“A livello artistico direi di no, altrimenti non avrebbe senso continuare a pubblicare album. Sono molto orgoglioso di ‘Global Flatline’ e penso che possa rappresentare un ottimo trampolino di lancio per il futuro. A livello di popolarità, abbiamo vissuto alti e bassi, ma direi che la situazione attuale è comunque lusinghiera… è difficile capire quanti fan abbia esattamente una band, visto che le vendite di CD sono calate terribilmente per tutti, ma giudicando dai responsi che otteniamo dal vivo o anche solamente sui social media, direi che non ce la passiamo affatto male. Spero ovviamente che ‘Global Flatline’ porti altre persone ad avvicinarsi a noi e che queste trovino il resto della nostra discografia di loro interesse…”.

COME AVETE INTENZIONE DI ESPANDERE IL VOSTRO IMPERO NEL 2012?
“A dire il vero, non abbiamo intenzione di fare follie. Suoneremo live il più possibile, ma senza diventare matti. Come dicevamo, sono in questo ambiente da tanti anni e so bene che al giorno d’oggi è impossibile diventare un musicista full time senza fare grandi sacrifici o scendere a compromessi. Non ho intenzione di passare 8 mesi all’anno in tour o di produrre album con la fotocopiatrice solo per avere un pretesto per suonare live. Vedo molte giovani band attorno a noi che hanno in mente di diventare professionisti suonando death metal… ovviamente glielo auguro, ma, in tutta onestà, per me la maggior parte di esse si stanno cacciando in un vicolo cieco. Non si vendono abbastanza copie, per vedere dei soldi bisogna suonare live sempre e comunque, ma facendo così finisci per perdere la testa… la passione cala, inizi a vedere la musica come un lavoro e le persone attorno a te soffrono, perchè non sei mai a casa. Se hai una famiglia o anche solo una ragazza, è un grosso problema. Puoi stringere i denti, ma non siamo tutti uguali, quindi a un certo punto qualcuno della lineup ti abbandonerà, dovrai trovare sostituti e andare incontro a ulteriore stress. Insomma, non ho intenzione di finire in questa situazione: gli Aborted faranno di tutto per essere presenti sul palchi e per offrire show e musica di qualità, ma sono e rimarranno sempre un hobby. Non abbiamo più l’età per imbarcarci in missioni senza speranza”.

I CONCERTI SONO SEMPRE STATI IL VOSTRO PUNTO DI FORZA, QUINDI CREDO SIA DIFFICILE RINUNCIARVI DEL TUTTO…
“Certo, infatti ci saranno sicuramente un tour europeo e uno americano, più il maggior numero di festival possibile. Adoro suonare live e andare in tour è anche un’occasione per incontrare amici di vecchia data. Siccome ora vivo in Israele, per me vale doppio, visto che a volte mi sento un po’ isolato!”.

AVETE SEMPRE PIÙ ALBUM NEL VOSTRO REPERTORIO: È DIFFICILE PREPARARE UNA SETLIST?
“Non più di tanto, perchè sappiamo quali sono i pezzi preferiti dai fan e quelli trovano sempre spazio, indipendentemente da che album stiamo promuovendo. Nelle prossime date aggiungeremo qualche canzone nuova e credo che tralasceremo i pezzi di ‘Slaughter & Apparatus’ e di ‘Strychinine.213’. Per il resto, sempre ampio spazio a ‘Goremageddon’, che è il mio disco preferito della band”.

DA ASCOLTATORE, SU CHE TIPO DI MUSICA TI SENTI ORIENTATO ULTIMAMENTE?
“Ultimamente mi sento un po’ tradizionalista… quindi death metal, grind e derivati. Ho particolarmente apprezzato l’ultimo album dei Benighted, ma non vedo l’ora di ascoltare il nuovo Cannibal Corpse, che sono certo mi farà tornare un ragazzino”.

IN CONCOMITANZA CON LA PUBBLICAZIONE DEI VOSTRI ULTIMI ALBUM AVETE SEMPRE MESSO IN VENDITA DELLE CONFEZIONI SPECIALI, CON VARI EXTRA E GADGET ORIGINALI… QUANTO SONO IMPORTANTI PER VOI OPERAZIONI DI QUESTO TIPO?
“E’ sostanzialmente uno dei pochi modi rimasti per invogliare la gente ad acquistare un CD. Come dicevo, le vendite sono crollate e noi, così come altre band, cerchiamo di metterci una pezza lavorando di ingegno. Ogni volta che pubblichiamo un album provo a pensare a vari pacchetti per promuoverlo… abbinarlo a una t-shirt è ormai una consuetudine, ma siamo arrivati anche ad offrire kit per autopsie, referti medici, camici da macellaio… sono un grafico, quindi essere creativo è per me una priorità”.

SIAMO IN CHIUSURA, GRAZIE SVEN. UN AUGURIO PER IL 2012?
“La distruzione del pianeta!”.

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