Nel sottobosco italiano, ai margini della scena metal, da sempre vivono delle piccole realtà che hanno fatto dell’oscurità il proprio trademark. La scena dark del nostro paese infatti, pur non essendo numericamente importante, ha sfornato realtà del calibro di Jacula, Antonius Rex, The Black, Malombra, Paul Chain e, da qualche anno a questa parte, Abysmal Grief. I genovesi, dopo la necessaria gavetta, giungono all’esordio sulla lunga distanza con l’album omonimo di qualche mese fa, che miscela con eguale bravura dark e doom metal e da vita ad un sound che, pur essendo fortemente legato ai nomi di cui sopra, riesce ad essere piutosto originale e, soprattutto, convincente. I nostri, per bocca del leader Regen Graves, ci guidano all’interno di un mondo fatto di filosofia occulta profanamente mescolata con la tipica spiritualità cristiana. Come spesso accade in progetti di questo tipo, la musica è solo una parte che serve ad esprimere la sfaccettata personalità della band, ma alla base di tutto ci sta uno studio di tematiche filosofiche piuttosto serio. Per ovvi motivi di target l’intervista si focalizzerà soprattutto sull’aspetto musicale di un progetto decisamente interessant e del quale sentiremo ancora parlare.
INNANZITUTTO POTETE FARCI UNA BREVE STORIA DELLA BAND?
R.G.: “Gli Abysmal Grief sono un progetto di musica esoterica nato nel 1996 con lo scopo di sviluppare e approfondire i miei studi occulti incentrati sui rapporti con l’Aldilà. Il nucleo fondamentale su cui si basa il nostro cammino filosofico è composto da me, Labes C.Necrothytus e Lord Alastair. Dopo alcuni singoli e un mini-LP è stato finalmente pubblicato la scorsa estate il nostro primo album omonimo per Black Widow Rec. su cui sono esposti piuttosto chiaramente i principi base della nostra filosofia. Al momento sono in fase di preparazione altri due singoli previsti per il 2008, mentre entro l’estate registreremo il nuovo album, che comunque non vedrà la luce molto presto, presumo”.
COME SI SVOLGE IL PROCESSO DI COMPOSIZIONE DELLE TRACCE ALL’INTERNO DEGLI ABYSMAL GRIEF?
R.G.: “In genere un nostro pezzo nasce da un mio riff di chitarra, sul quale Labes C.Necrothytus inserisce le parti di tastiera. Una volta ultimata la struttura del brano, è mio compito scrivere il testo. Dopodichè ci si ritrova tutti insieme e si completa il lavoro di arrangiamento”.
COME MAI AVETE DECISO DI PUBBLICARE ANCHE IL MINI “MORS ELEISON” INSIEME AL NUOVO ALBUM?
R.G.: “E’ stata principalmente una decisione della Black Widow, dato che ‘Mors Eleison’ era uscito solo su vinile in edizione limitata un anno prima. In principio non ero molto d’accordo, ma trattandosi di due lavori concettualmente complementari alla fine abbiamo accettato”.
E’ CORRETTO DIRE CHE VOI SUONATE DARK CON DEGLI INSERTI DI DOOM METAL?
R.G.: “Dark, Doom, Horror, Gothic… Dal ‘97 a oggi ci hanno dato moltissime etichette, ma quella che sinceramente preferiamo è ‘Occult Metal’. Musicalmente credo che ognuno di noi tre potrebbe darti una descrizione sostanzialmente diversa del nostro stile…”.
COME MAI AVETE SCELTO DI COVERIZZARE PROPRIO “OCCULTISM” DI PAUL CHAIN? AVETE UN LEGAME PARTICOLARE CON QUELLA CANZONE?
R.G.: “‘Detaching From Satan’ è uno dei dischi di Paul Chain che apprezzo di più, e ho sempre avvertito in quei brani delle forti vibrazioni esoteriche. La decisione di coverizzare ‘Occultism’ l’avevo presa già da anni, ma ho aspettato che arrivasse il momento in cui mi sentissi veramente pronto per poter affrontare la stesura di un testo che potesse in qualche modo fungere da ‘traduzione’ di ciò che il pezzo mi comunicava”.
NEL VOSTRO BACKGROUND PARREBBE DI AVVERTIRE ANCHE INFLUENZE PROGRESSIVE: E’ CORRETTO?
R.G.: “Nè io nè gli altri membri degli Abysmal Grief ascoltiamo molto prog, quindi credo che ciò sia piuttosto casuale. Non che ciò ci dispiaccia comunque, anzi”.
E IN CAMPO METAL CHI VI HA INFLUENZATO MAGGIORMENTE?
R.G.: “Io da sempre mi sento molto più vicino al Doom e a gruppi italiani di matrice esoterica, mentre Labes ha un background musicale molto più basato sul Dark e sul Black, mentre Lord Alastair predilige lo Stoner. Probabilmente i due gruppi che più di tutti ci accomunano sono i XIII Stoleti e i Death SS”.
COME VI SIETE AVVICINATI A SONORITA’ DARK?
R.G.: “Per quanto riguarda i nostri ascolti, credo che da sempre ci abbiano affascinato gli aspetti più ‘oscuri’ del metal. Riguardo alla nostra musica, in realtà non c’è mai stato un momento in cui ci siamo seduti a un tavolo a discutere su che genere fare. Non saprei proprio stabilire un periodo preciso; forse quando è entrato Labes C.Necrothytus alle tastiere il nostro sound è diventato un po’ meno grezzo e sicuramente più evocativo, ma il tutto si è sempre sviluppato in un modo assolutamente naturale e indipendente dalla nostra volontà”.
IN ITALIA VI SONO DELLE FIGURE DI SPICCO COME QUELLE DI ANTONIO BARTOCCETTI, PAUL CHAIN E MARIO DI DONATO: CHE OPINIONE AVETE DI QUESTI PERSONAGGI?
R.G.: “Nutriamo il massimo rispetto per tutti e tre, e credo che ognuno di loro abbia contribuito a costruire una scena dark italiana che chiunque nel mondo ci riconosce come un marchio di fabbrica. Personalmente poi ritengo che la serietà con cui essi (insieme a Steve Sylvester) hanno elaborato e sviluppato negli anni la loro ricerca esoterica in campo musicale sia ineguagliata da qualsiasi altro musicista nel mondo”.
COME MAI IL DARK ITALIANO ATTINGE MOLTO DAL LATINO E DALL’ICONOGRAFIA (VISIVA E MUSICALE) SACRA? E’ UN MODO DI ALLACCIARSI ALLE PROPRIE RADICI?
R.G.: “Per alcuni forse sì, ma per quanto ci riguarda siamo molto più affascinati dal senso di paura e superstizione che trasuda da certi linguaggi che la chiesa cattolica ha usato nei secoli per sottomettere e manipolare i popoli al suo subdolo volere”.
IN “THE NECROMASS: ALWAYS THEY ANSWER” MARIO DI DONATO CANTA “AVE MARIA GRAZIA PIENA”…NON CREDO SI TRATTI DI UN ERRORE: COME MAI QUESTA STORPIATURA DELL’ORAZIONE ORIGINALE?
R.G.: “Sinceramente non gliel’ho mai chiesto! Un giorno se mi capiterà l’occasione forse me lo farò spiegare”.
L’EVOCATIVA COPERTINA DELL’ALBUM LASCIA INTUIRE UN LEGAME CON LO SPIRITISMO E L’OCCULTISMO: CE NE VOLETE PARLARE?
R.G.: “Tutto il concept su cui si basa il nostro progetto musicale fa riferimento ai rapporti medianici e a una ricerca volta all’approfondimento di quelle tematiche occulte strettamente correlate al tema della Morte e della vita nell’Aldilà. Le nostre canzoni sono da intendersi quindi come una specie di resoconto filosofico dei nostri studi e anche come una riflessione personale su alcuni aspetti della nostra spiritualità”.
LA BLACK WIDOW E’ LA VOSTRA CASA IDEALE, ALMENO A PARERE DI CHI SCRIVE: COME VI TROVATE CON LORO?
R.G.: “A parte alcuni attriti incorsi a causa del ritardo con cui è stato pubblicato l’album, direi che anche a mio parere la Black Widow è l’etichetta più adatta al nostro tipo di musica. Mi auguro che per il prossimo disco (di cui abbiamo già ultimato tutti i pezzi) ci saranno meno problemi e tutto si svolgerà nel minor tempo possibile”.
RICORDO UNA VOSTRA DATA DI QUALCHE ANNO FA DOVE LA VOSTRA PERFORMANCE E’ STATA LETTERALMENTE ROVINATA DA UN’ACUSTICA DEGNA DI UNA FESTA DELLA PORCHETTA: CON LE STRUTTURE CHE ABBIAMO IN ITALIA SIETE SICURI CHE PER UNA BAND COME LA VOSTRA SUONARE LIVE NON RISULTI ADDIRITTURA DELETERIO A VOLTE?
R.G.: “Sono pienamente d’accordo con te. Dopo quell’esperienza infatti siamo diventati talmente esigenti nei confronti degli organizzatori dei concerti che credo ci saranno ben poche occasioni di vederci suonare di nuovo dal vivo in Italia, dove puoi sperare di avere qualche garanzia solo se suoni di spalla a qualche nome straniero! Ovviamente abbiamo potuto constatare che il discorso è completamente capovolto se si esce fuori dalla nostra merdosa nazione, ma questo è il solito vecchio discorso”.
ABBIAMO TERMINATO, CONCLUDETE COME MEGLIO CREDETE…
R.G.: “Ti ringrazio per l’interesse e lo spazio dedicatoci. In Morte”.