Il ritorno discografico dei “post” death metaller inglesi Abyssal – “Antikatastaseis”, uscito la scorsa estate su Profound Lore – è coinciso con una delle uscite più significative di questa annata musicale. Un’opera monumentale, frutto di una band che ha ormai smesso i panni di semplice promessa dell’underground per assurgere ai vertici della scena estrema più evoluta e ricercata, affiancando colossi del calibro di Ulcerate, Portal e Deathspell Omega. Difficile, al giorno d’oggi, imbattersi in una proposta tanto cupa e variegata, in grado di conciliare come se nulla fosse le allucinazioni della scuola death metal oceanica con il black-gaze dei chiacchieratissimi Deafheaven, il death/doom psichedelico degli ultimi Esoteric, il post-punk dei mai abbastanza incensati Killing Joke, il post-rock e la musica ambient tout court; un sound unico, che necessita per forza di cose di un approfondimento per essere compreso fino in fondo…
“ANTIKATASTASEIS” E’ UN TERMINE CHE DERIVA DAL GRECO ANTICO E CHE SIGNIFICA “OPPOSIZIONE”, “DISCORDIA”. QUAL E’ L’OPPOSIZIONE A CUI FATE RIFERIMENTO NEL TITOLO?
“La tua affermazione è parzialmente corretta. Nello specifico, ‘Antikatastaseis’ significa ‘opposizione alla stasi’. Per esprimere meglio il concetto, potremmo adottare termini come ‘successione’, ‘progressione’ o ‘sostituzione’. In questo senso, il titolo ha una doppia valenza simbolica. Da un lato rappresenta l’evoluzione degli Abyssal in senso prettamente musicale, dall’altro rispecchia i temi affrontati nelle liriche: temporalità, entropia, crescita, ecc”.
I TESTI DEL NUOVO ALBUM SONO MOLTO PIU’ PERSONALI E INTROSPETTIVI RISPETTO AL PASSATO, CON UN USO FREQUENTE DELLA PRIMA PERSONA NEI VARI VERSI. SENZA ADDENTRARCI TROPPO NEL LORO SIGNIFICATO, C’E’ UNA RAGIONE PARTICOLARE DIETRO QUESTO CAMBIAMENTO? ESISTE FORSE UN CONCEPT CHE LEGA IL TUTTO?
“In effetti vi è un certo grado di introspezione, più che in ‘Novit enim Dominus qui sunt eius’, la cui visione lirica era molto cupa e impersonale. Come ho già avuto modo di illustrare nella risposta precedente, i concetti di successione e fugacità si ripropongono con insistenza durante ‘Antikatastaseis’, soffermandosi soprattutto sulle ideologie umane e su come esse siano fondamentalmente asservite al caos naturale. Sia ‘I Am The Alpha And The Omega’ che ‘Veil Of Transcendence’ hanno a che fare con la comprensione della mortalità; la prima è un rifiuto impudente alla morte e alla degradazione del corpo, mentre la seconda ne abbraccia l’inevitabilità. ‘The Cornucopian’ affronta la presunta illimitatezza del genere umano, mentre ‘Telomeric Erosion’ riflette sulla fine della vita nel suo complesso. Trovo che l’uso della prima persona renda il tutto più tragico, oltre che meno astratto”.
L’ATMOSFERA CHE AVVOLGE IL DISCO E’ MOLTO PARTICOLARE E DIVERSA DA QUELLE DI “DENOUEMENT” E “NOVIT ENIM DOMINUS QUI SUNT EIUS”. TUTTO SUONA PIU’ EPICO, DECADENTE, COME SE SI TRATTASSE DELLA FINE DI UN LUNGO VIAGGIO… CONCORDATE CON QUESTA VISIONE? “ANTIKATASTASEIS” E’ UN PUNTO DI ARRIVO O L’INIZIO DI UN NUOVO PERCORSO?
“Preferisco considerare ‘Antikatastaseis’ come un punto di equilibrio tra le prime due uscite, piuttosto che come qualcosa di completamente nuovo e a sé stante. A mio modo di vedere, l’album cattura sia la catarsi e la melodia sgraziata di ‘Denouement’ che l’ottuso senso della dissonanza di ‘Novit enim…’. Questa combinazione può produrre una sensazione inedita, ma i componenti primari del nostro sound sono rimasti grossomodo gli stessi”.
C’E’ UN BRANO DEL NUOVO ALBUM DI CUI ANDATE PARTICOLARMENTE ORGOGLIOSI? QUAL E’ STATO L’EPISODIO PIU’ DIFFICILE DA COMPORRE?
“Ci sono sicuramente dei momenti che spiccano sul resto, come il finale di ‘The Cornucopian’ o la coda strumentale di ‘Chrysalis’… sì, probabilmente sono queste le parti più riuscite dell’album. In termini di difficoltà, ‘Veil Of Transcendence’ è stato senza dubbio il brano più ostico da comporre, specie per la quantità di melodie ambient che si affacciano in continuazione dal marasma strumentale. Non è stato facile gestire e dare armonia al tutto”.
IL VERO PUNTO DI FORZA DI “ANTIKATASTASEIS” – A MIO PARERE – SONO LE INCREDIBILI MELODIE CHE AVETE DECISO DI UTILIZZARE. NEL VOSTRO GENERE, MOLTI GRUPPI PREFERISCONO FOCALIZZARSI SU UN SENSO DI CAOS COSTANTE, SENZA PRESTARE MOLTA ATTENZIONE AL CONCETTO DI MUSICALITA’. VOI INVECE SEMBRATE REMARE NELLA DIREZIONE OPPOSTA…
“Lo stile caotico e dissonante, per essere apprezzato veramente, ha bisogno di qualcosa che lo contrasti, che funga da contraltare. Per come la vedo io, un album atonale dall’inizio alla fine giunge presto a noia, dato che non offre punti di riferimento concreti a cui aggrapparsi durante l’ascolto. La melodia è fondamentale per esaltare gli aspetti di una proposta come la nostra, a patto che non suoni troppo sopra le righe. Per gli Abyssal si tratta del modo più naturale e spontaneo di intendere il songwriting; anche ‘Novit enim…’ compensava le parti più caotiche in questa maniera e ‘Antikatastaseis’ è semplicemente un perfezionamento di questo metodo”.
TORNANDO ALLE MELODIE, TROVO SI RIFACCIANO MOLTO ALLE CORRENTI SHOEGAZE E POST-PUNK. E’ STATA UNA SCELTA DELIBERATA O QUALCOSA VENUTO DA SE’? SIETE FAN DI QUESTE CORRENTI MUSICALI?
“Lo stile melodico è principalmente ispirato alla tradizione black metal, anche se in effetti ci sono elementi che potrebbero essere ascritti al filone shoegaze. Al di fuori dei grandi nomi, non posso dire di essere un grande fan di questi generi, ma è intrigante pensare che certe influenze suonino così evidenti”.
SIETE CHIARAMENTE UNA BAND IN COSTANTE MOVIMENTO. FINO A CHE PUNTO PENSATE POSSA EVOLVERSI LA VOSTRA MUSICA?
“Stiamo già pensando al futuro: il prossimo disco si discosterà in maniera abbastanza significativa da quanto fatto finora. Sento che a questo punto non esiste un vero e proprio ‘Abyssal-sound’, quanto piuttosto un insieme di idee e immagini convogliate secondo le diverse circostanze. Fino a quando questa visione generale, questo ‘flusso’, rimarrà autentico e coerente, la musica degli Abyssal non si fossilizzerà su marchi o categorie troppo precise”.
COSA POTETE DIRCI DELL’ARTWORK? NASCONDE QUALCHE SIGNIFICATO O E’ SOLTANTO UN DISEGNO ASTRATTO?
“L’artwork è stato realizzato da Carl Jones, un artista gallese. L’opera raffigurata sulla copertina è intitolata ‘Ring Of Fire’, ed è un esempio di frattale, una rappresentazione visiva della direzione caotica del sè. Trovo che si sposi perfettamente con i temi espressi in ‘Antikatastaseis’”.
DOPO DUE ALBUM COMPLETAMENTE AUTOPRODOTTI, AVETE FIRMATO UN CONTRATTO CON PROFOUND LORE. PERCHE’ QUESTA DECISIONE? AVETE RICEVUTO ALTRE PROPOSTE?
“Con la Profound Lore siamo in ottimi rapporti. Contrariamente alla tua affermazione, però, non esiste un contratto, non ci sono richieste, né tanto meno aspettative per quanto concerne le nostre prossime opere. L’accordo si basa sul rispetto reciproco e su una visione comune, come avviene di solito con la stragrande maggioranza delle etichette underground. Sono arrivate e arriveranno sempre proposte da altre label, ma la Profound Lore continuerà a rimanere l’opzione migliore per gli Abyssal. E’ un’etichetta affermata e rispettata, ma non orientata esclusivamente al profitto”.
AVREMO MAI LA POSSIBILITA’ DI AMMIRARE GLI ABYSSAL DAL VIVO?
“E’ possibile, ma la formazione attuale ha sede in diverse zone d’Europa, il che rende le cose difficili”.
C’E’ UNA BAND CON LA QUALE SENTITE DI AVERE QUALCOSA IN COMUNE?
“Abbiamo legami molto stretti con diverse band del Regno Unito: Barshasketh, Vorage, Burial, Pale Mist, ecc. Se invece volessimo soffermarci soltanto sul tipo di proposta, credo che gli Abyssal abbiano molto da spartire con gente come Portal, Impetuous Ritual, Ulcerate e Grave Miasma”.
ORA CHE IL VOSTRO NOME COMINCIA AD EMERGERE DALL’UNDERGROUND, NON TEMETE CHE PRIMA O POI QUALCUNO POSSA SCOPRIRE LA VOSTRA VERA IDENTITA’?
“Questa non è una cosa che mi interessa, chi voleva scoprire le nostre identità lo avrà sicuramente già fatto”.