Primo posto in Germania e Finlandia, ai primi in vari paesi europei e l’incredibile quattoridicesimo in classifica mondiale, questi sono i risultati di “Blind Rage”, il nuovo album degli Accept. La band ora di Wolf Hoffmann e Peter Baltes ha sbaragliato la concorrenza nel suo genere e ha dimostrato a tutti che la “reunion” di cinque anni fa è stata una mossa assolutamente azzeccata. Evidentemente non ha influito molto l’assenza del cantante storico Udo Dirkschneider, sostituito dal convincente Mike Tornillo. La formazione, così ricostituita, ha saputo recuperare tutto il rispetto e il seguito del suo pubblico e guadagnare anche qualche nuovo fan, grazie a tre album soddisfacenti quali sono “Blood Of The Nations”, “Stalingrad” e ora “Blind Rage”. Non solo, chi di voi ha avuto modo di vedere il combo in azione dal vivo, si sarà reso conto che questo quintetto di cinquantenni ha energia da vendere, come se gli anni si forssero fermati a decadi fa. In atesa di vederli all’opera Venerdì 17 ottobre al Live Music Club di Trezzo sull’Adda (MI), abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il chitarrista Wolf Hoffmann.
BENE WOLF, AVETE DA POCO PUBBLICATO IL VOSTRO NUOVO ALBUM, “BLIND RAGE”, IL QUALE HA RAGGIUNTO LE PIÙ ALTE VETTE IN CLASSIFICA DELLA VOSTRA CARRIERA. COME CI SI SENTE?
“Sì, cari fan, come mai ci avete messo così tanto tempo per farci arrivare al primo posto in classifica? Scherzo ovviamente! Nessuno potrebbe essere più piacevolmente sorpreso di noi. Chiaramente speri sempre che il tuo album possa essere ben accolto dai fan ma scriviamo i pezzi senza far calcoli. Se il momento è quello giusto, allora i brani escono in gran quantità e noi facciamo del nostro meglio per farli rendere veramente bene. Il mio problema è che ci metto veramente tanto prima di poter dire: ‘ok, questo pezzo è veramente finito’. Potrei passarci la vita sopra, a lavorare alle strutture, al sound, ai riff, ecc. Sono fortunato ad avere Peter (Baltes, bassista – ndr) e il produttore Andy Sneap che mi ‘aiutano’ a dire ‘ok ci siamo’. Ci sono pezzi che vengono bene al primo giro e che NON puoi migliorare ulteriormente. Questo succede anche a noi”.
QUANDO QUALCHE ANNO FA VI SIETE RIUNITI, PENSAVI DI RAGGIUNGERE UN SUCCESSO SIMILE CON I NUOVI ALBUM?
“Non userei la parola ‘reunion’ più di tanto. Peter e io (i primi anni con noi c’erano anche Stefan Kaufmann e mia moglie Deaffy, la quale lavorò con noi fino a quando arrivò Mark Tornillo, quindi decise di lasciare la scrittura dei testi a lui) non ci siamo mai separati in 35 anni! Altri come Herman Frank e Stefan Schwarzmann hanno suonato con noi spesso e ci siamo ‘svegliati’ quando Mark Tornillo è arrivato quasi per caso durante una jam tra me e Peter. Il suo arrivo ha aperto una porta che non si sarebbe mai aperta altrimenti e QUESTO evento ci ha portato dove siamo ora”.
VUOI DIRCI QUALCOSA IN PIÙ CIRCA LA SUDDIVISIONE DEI COMPITI A LIVELLO DI COMPOSIZIONE DEI NUOVI PEZZI?
“Sin da quando avevamo sedici anni, io e Peter abbiamo fatto squadra, una forza creativa inseparabile. Poi, come ho detto, Stefan Kaufmann, Deaffy e inoltre, chi più chi meno, anche i cantanti hanno contribuito. E’ sempre stato così e i nostri pezzi escono sempre da questo team creativo. Questo però, attenzione, non significa certo che gli altri non abbiano talento o non siano in grado di scrivere pezzi, anche meglio di quanto sappiamo fare noi. Dipende sempre dal contesto e poi mettersi tra me e Peter è quasi impossibile. Stefan Kaufmann è stato l’unico con cui è capitato. Posso dire che siamo molto felici di aver trovato un modo di lavorare in team con Mike Tornillo”.
HAI NOMINATO ANDY SNEAP. IN CHE MODO HA INFLUITO SUL SOUND DEL NUOVO ALBUM?
“E’ diventato un membro della squadra molto in fretta, quando abbiamo iniziato. E’ presente un po’ a tutti i livelli. E’ cresciuto con noi, con ogni nostra produzione. Non è solo un grande produttore, ma anche un musicista di talento e sa come trattare le idee mie e di Peter. Da parte mia sono diventato più determinato nell’esprimere quello che voglio e dove voglio arrivare e, con Mark Tornillo al nostro fianco, evolviamo di anno in anno, o almeno questo è quello che spero. A me pare proprio che i fan si stiano rendendo conto che siamo in un momento eccezionale!”
SUL DISCO HO NOTATO IL PEZZO “FALL OF THE EMPIRE”, SECONDO ME UNO DEI BRANI PIÙ EPICI CHE GLI ACCEPT ABBIANO MAI PUBBLICATO…
“E’ incredibile come la gente sia stata colpita da certi pezzi e ‘Empire’ è uno di questi. Nessuno può rimanere impassibile di fronte a certe cose che abbiamo imparato dal nostro passato. Di fronte a noi ci sono problemi di cui l’umanità non si è mai preoccupata. Mark ha recepito qualche idea di Deaffy e sa che vediamo le cose in maniera globale, dunque ha interpretato questi pensieri a modo suo. La sua voce dà ai pezzi proprio quel feeling che volevamo”.
QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA ORA E GLI ANNI OTTANTA? SENTI CHE GLI ACCEPT SONO ANCORA AL TOP?
“Dovresti chiedere ai fan, solo loro possono decidere se siamo ancora al top. Ci sono e non ci sono differenze. Siamo sempre menti creative, con i nostri talenti, sensazioni e incazzature. Siamo uomini che non aprono più di tanto a grossi cambiamenti, ma il mondo cambia e quando sono arrivati i computer e internet, tutti noi siamo diventati ‘cittadini del mondo’. Ecco cosa è cambiato e la musica è cambiata assieme a questo. E’ cambiato il modo di registrare e le nuove generazioni necessitano una maggior diversificazione. Più una cosa resta uguale da una parte, più loro cambiano da un’altra”.
FAI QUALCHE ALTRO TIPO DI ATTIVITA’ OLTRE AGLI ACCEPT?
“Da ‘Blood Of The Nations’ a ‘Blind Rage’ (appunto il nostro primo album a raggiungere il primo posto in classifica in vari stati), abbiamo fatto tre tour mondiali, un quarto in corso e concerti sold-out ovunque, anche in Australia dove suonavamo per la prima volta, abbiamo la nostra crew di tecnici specializzati e un quartier generale a Nashville… è un impegno ventiquattro ore su ventiquattro! Abbiamo un’etichetta che ci dedica molto e un team di grandi professionisti. Chiamare questo un lavoro a tempo pieno, è dir poco!”
AVETE IL VINO DEGLI ACCEPT, GLI OCCHIALI MARCHIATI ACCEPT… QUANTO CREDI IN QUESTO TIPO DI ARTICOLI?
“Diverse società ci hanno contattato convinte che questi articoli piacciano ai fan. Il primo vino, se non sbaglio, lo abbiamo lanciato tre anni fa. Siccome molte altre band stanno facendo questo tipo di cose, abbiamo chiesto ai fan cosa ne pensassero e ci hanno risposto che a loro l’idea piaceva. Ci piace indossare degli occhiali fighi e i fan ce li chiedevano: ‘Possiamo averli anche noi?’ Un giorno incontrammo il grande Mr Helbrecht e la cosa finì in una collaborazione. Ci divertiamo con questo tipo di cose”.
TRA POCHI GIORNI, IL 17 OTTOBRE, SUONERETE IN ITALIA AL LIVE CLUB DI TREZZO SULL’ADDA, VUOI ANTICIPARCI QUALCOSA CIRCA LA SETLIST O LA SCENOGRAFIA?
“Ci piace tantissimo Milano! Guarda, abbiamo trovato un giusto bilanciamento tra i pezzi nuovi e i classici. Speriamo che ai fan italiani lo show piaccia tanto quanto a quelli degli altri stati in cui abbiamo suonato finora!”
AVETE IN PROGRAMMA UN NUOVO LIVE DVD?
“Abbi pietà… no, non ancora”.
HAI MAI INCONTRATO UDO NEGLI ULTIMI ANNI? IN CHE RAPPORTI SEI CON LUI?
“Ok, se fai una domaNda del genere, saprai che Udo ha la sua band da un quarto di secolo e che ne ha appena celebrato il venticinquestimo anniversario… lo sai vero? E’ abbastanza normale affermare che persone che hanno lavorato assieme non siano necessariamente molto vicine dopo un simile lasso di tempo. Ha passato più tempo della sua vita senza noi che con noi e non l’ho mai sentito dire che gli manchiamo! Tu l’hai sentito? E’ capitato di incontrarlo ma non ci è sembrato molto aperto e cordiale nei nostri confronti. Abbiamo realmente bisogno di avere un rapporto di qualche tipo con una persona con cui non abbiamo alcuna connessione o quasi da venticinque anni? Se lo vedi, diglielo che dovremmo berci una birra assieme e parlare un po’ della vita e cose così. Ci abbiamo provato, ma senza successo. Seriamente, merita di essere lasciato da solo. Non ha bisogno degli Accept, ha il suo brand”.
HAI IN PROGRAMMA UN NUOVO ALBUM SOLISTA?
“Sempre, e sono anche pronto, credimi! Ma mi serve una pausa dagli Accept e ora non è possibile”.
C’È QUALCHE GIOVANE CHITARRISTA CHE CONSIDERI PARTICOLARMENTE TALENTUOSO?
“Purtroppo sono la persona sbagliata a cui fare questa domanda. Ho notato qualcuno da quando siamo tornati ma non si parla molto in giro circa i nuovi musicisti. Ho sempre apprezzato Ozzy Osbourne per la sua volontà nel dare ai nuovi chitarristi una chance e guarda dove sono arrivati. Credo sia un ottimo modo per presentare giovani musicisti. Anche il concetto di band è cambiato molto. Ora si scambiano membri di continuo e questo porta aria fresca nei gruppi. Non ho mai visto ben accolti come ora i cambiamenti di questo tipo. Udo lo ha fatto, i Sabaton lo hanno fatto, gli Hammerfall lo hanno fatto e un sacco di altri lo hanno fatto. Se le dinamiche nella band cambiano in senso positivo, bene! Può anche non essere così, ma non lo sai finchè non provi. Le cose cambiano, le richieste cambiano, i sogni cambiano… una band è un organismo vivente sempre in movimento”.