ACCUSER – Tedeschi dal cuore americano

Pubblicato il 31/03/2018 da

Tendenzialmente annoverati fra le band di seconda fascia del movimento thrash tedesco, gli Accuser hanno vissuto una parabola abbastanza anomala. Dal ritorno in piena attività nel 2010, infatti, hanno sterzato su un sound moderno e muscolare che ne ha rilanciato le azioni, nonostante in line-up tre quarti dei componenti sia diverso da quello della prima parte di carriera. Anche la frequenza delle uscite è diventata assai fitta, a dimostrazione di una convinzione ferrea da parte dei protagonisti degli Accuser attuali. L’ultimo nato “The Mastery” si è infiltrato con sorprendente dinamismo e tiro squassante nelle nostre orecchie, fornendo quel carico di sudore, pesantezza, foga e rigore di non facile rintracciabilità nel contesto thrash attuale. Un lotto di canzoni capace di richiamare ultimi Forbidden ed Exodus, risultato non proprio scontato per nessuno. Visto che tutto sommato poco si sa di questo quartetto poco propenso a mettersi in mostra e molto più bravo a lavorare di ingegno in sala prove, siamo andati a sentire cosa potevano avere di interessante da dirci. Ed essendo l’unico ‘superstite’ della line-up originaria, non poteva che essere il chitarrista Frank Thomas il nostro interlocutore!


“THE MASTERY” CI MOSTRA CHIARAMENTE UNA BAND DAL SOLIDO BACKGROUND CLASSIC THRASH, CHE NEL CORSO DEGLI ANNI HA INCORPORATO ALCUNI ELEMENTI MODERN THRASH. A MENO DI DUE ANNI DA “THE FORLORN DIVIDE”, QUALE TIPO DI CAMBIAMENTI AVETE APPORTATO AL VOSTRO SOUND?
– “The Mastery” è molto più diretto del suo immediato predecessore. Era importante per noi avere canzoni catchy, che avessero anche il tipico tocco moderno degli Accuser attuali. Il nuovo album è stato il logico passo successivo rispetto a quanto rappresentato da “The Forlorn Divide”.

LE VOSTRE LIRICHE E IL SUONO SONO ATTRAVERSATI DA ESTREMA URGENZA E FURIA CRUDELE, IN UNA MISURA ANCHE SUPERIORE RISPETTO AI VOSTRI PRIMI DISCHI. QUALI SONO LE RAGIONI DI QUESTA EVOLUZIONE? QUALI POSSONO ESSERE A TUO AVVISO I COLLEGAMENTI FRA ALBUM COME “THE CONVICTION” E “DOUBLE TALK” E QUEST’ULTIMO?
– I nostri primi album parlano di temi concreti, che noi interpretavamo tramite una prospettiva di critica sociale. Sul nostro ultimo disco cerchiamo di volgere maggiormente l’attenzione alla psiche umana. Perché agiamo in un certo modo in determinate situazioni? Le esperienze personali influenzano anche questi temi.

LA TRACKLIST DI “THE MASTERY” È MOLTO COMPATTA, SENZA FILLER, VELOCE E GROOVY DALL’INIZIO ALLA FINE. COME AVETE LAVORATO PER PRODURRE UNA TRACKLIST COSÌ INTENSA? QUAL È LA TRACCIA DEL NUOVO ALBUM CHE RAPPRESENTA MEGLIO QUELLO CHE SONO GLI ACCUSER ATTUALMENTE?
– Abbiamo cercato di focalizzarci sulla singola canzone e di scriverla senza considerare quale potesse essere il suo rapporto con le altre. L’album nella sua interezza descrive bene cosa siano oggi gli Accuser. Sottolineare le virtù di un singolo pezzo non riuscirebbe a rendere giustizia alle caratteristiche attuali del nostro sound.

“THE MASTERY” HA UNA PRODUZIONE NOTEVOLE, VERAMENTE KILLER. COME AVETE LAVORATO IN STUDIO DI REGISTRAZIONE PER ARRIVARE A QUESTO RISULTATO? DI QUALI ELEMENTI VI SIETE PRESI PARTICOLARMENTE CURA?
– Il nostro obiettivo fin dall’inizio è stato quello di assicurare il miglior suono possibile a ogni singolo strumento, per poter esprimere la nostra visione musicale nella maniera più nitida ed efficace. Siamo stati capaci di immaginare il potenziale del suono finale prima ancora di arrivare alla fase di missaggio. Martin Buchwalter ha enfatizzato perfettamente ogni aspetto del nostro suono ed elevato al massimo il potenziale di ogni brano.

SI RINVENGONO IN “THE MASTERY” TRACCE DI HARDCORE AMERICANO E DEATH METAL. TI PIACCIONO QUESTI GENERI? QUALI SONO LE TUE BAND PREFERITE IN QUESTI AMBITI?
– Sono abbastanza appassionato di hardcore statunitense e death metal. In effetti le persone tendono a identificare quanto suoniamo con stilemi sonori prettamente americani, piuttosto che con quelli dei gruppi tedeschi contemporanei. Visto che ascoltiamo moltissimi gruppi americani, indicartene sono qualcuno mi è difficoltoso. Escono tanti dischi meritevoli di attenzione, che ci sorprendono e ci ispirano. Allo stesso tempo, tentiamo di mantenere il nostro sound unico e distaccato da quello di altre formazioni.

SEI L’UNICO MEMBRO ORIGINARIO RIMASTO IN LINE-UP. PERCHÉ CI SONO STATI TUTTI QUESTI CAMBIAMENTI DOPO GLI ANNI NOVANTA? QUAL È IL CLIMA NELLA BAND ATTUALMENTE E QUALI SONO LE DIFFERENZE MAGGIORI RISPETTO ALLA PRIMA PARTE DELLA VOSTRA CARRIERA?
– Già quando abbiamo riesumato il nome Accuser con Renè (Schütz, chitarrista solista nei primi dischi e fino al 2011, ndR), Olli (Fechner, l’attuale batterista, ndR) e Frank (Kimpel, bassista, anche lui ancora tutt’ora in line-up, ndR), dopo il breve periodo in cui abbiamo suonato come Scartribe, solo metà dei musicisti apparteneva al nucleo storico. Renè ha lasciato dopo poco tempo, sostituito prima da Uwe (Schmidt, chitarrista dal 2011 al 2014, ndR) e quindi da Dennis (il chitarrista solista Rybakowski, ndR). Questa line-up va alla grande, siamo diventati grandi amici. Ogni cosa era nuova ed eccitante quando eravamo giovani, duranti i primi anni di attività, ma a volte la pressione e la determinazione divenivano un boomerang, causando attriti tra i membri della band. Ora, dopo essere rimasti in giro a lungo, gli Accuser sono diventati qualcosa che riguarda una nostra passione e nient’altro, siamo contenti e grati di poter condividere ancora quello che facciamo con i nostri fan.

QUALCOSA CHE NON È MAI CAMBIATO NEGLI ACCUSER È L’ATTITUDINE ALL’ACRIMONIA, ALLA CRITICA SOCIALE E AI PROBLEMI ECONOMICI. PENSO ABBIATE A DISPOSIZIONE MOLTEPLICI FONTI D’ISPIRAZIONE PER LE VOSTRE LYRICS: QUALI SONO STATE LE PRINCIPALI PER “THE MASTERY”?
– Esperienze e pensieri personali hanno influenzato la nostra critica sociale e creato qualcosa di nuovo e differente nel nostro processo creativo: una continua e approfondita ricerca della fonte di ogni male.

PROBABILMENTE STATE RICEVENDO MAGGIORI APPREZZAMENTI ATTUALMENTE CHE PER GLI ALBUM REALIZZATI FINO AL 1995. COME SPIEGHERESTI QUESTO FENOMENO? QUAL È L’ALBUM DI CUI SEI PIÙ ORGOGLIOSO TRA QUELLI ARRIVATI FINO A METÀ ANNI NOVANTA E FRA I DISCHI DAL 2010 IN POI?
– Sono ere musicali differenti, contraddistinte da suoni thrash molto diversi fra loro. Noi stessi come band siamo cambiati tantissimo nel frattempo. Sono contento di tutti i passi compiuti, ma non posso comparare due periodi così distanti o mettere in luce solo un disco rispetto agli altri. Naturalmente, sono più interessato e focalizzato sulle nostre uscite più recenti, come è normale e logico che sia. Stiamo sempre guardando avanti.

QUAL È IL TUO GIUDIZIO SULL’ATTUALE SCENA THRASH? FUORI DAI NOMI STORICI, C’È QUALCUNO CHE TI HA COLPITO NEGLI ULTIMI TEMPI?
– Tra i newcomer vi sono grandi band, come gli Havok ad esempio. C’è anche da dire che le nuove uscite dei nomi ‘storici’, come gli ultimi album di Testament ed Exodus, sono state esaltanti. È un ottimo periodo per il thrash, sia per i fan più giovani che per quelli con qualche anno in più sul groppone.

NEGLI ANNI 2000 IL THRASH METAL TEUTONICO È DIVENTATO UN MARCHIO DI FABBRICA AMATO DA MOLTI GIOVANI FAN, IMITATISSIMO DA MUSICISTI NEANCHE NATI ALL’EPOCA DEI PRIMI DISCHI DI QUESTO GENERE. COSA PENSI ABBIA PROVOCATO UN TALE SUCCESSO DI QUESTO TIPO DI APPROCCIO ALLA MUSICA E PERCHÉ VOI ACCUSER, INVECE DI CAVALCARE IL TREND, AVETE INIZIATO A SUONARE IN MANIERA DIVERSA, PORTAND NEL VOSTRO STILE MOLTI ATTRIBUTI DEL THRASH AMERICANO?
– Il thrash tedesco incorpora elementi tipici che hanno definito questo stile molto tempo addietro e gli hanno dato una connotazione a parte. Noi ce ne siamo distaccati, adottando un suono più americano. Ciò deriva dal nostro interesse di lunga data per le band statunitensi. Col tempo, questa influenza ci ha aiutato a evolvere e definire meglio il nostro stile e ora ci concentriamo molto su quello, invece che guardare all’operato di altri.

DANDO UN’OCCHIATA ALLA SCENA METAL NELLA SUA INTEREZZA, QUALI SONO GLI ASPETTI CHE TI PIACCIONO DI PIÙ E QUELLI CHE NON TI SODDISFANO?
– Mi piace osservare quanto sia diventato grande il metal e quanti sottogeneri ne facciano parte. L’abbondanza di uscite crea però anche delle difficoltà, non è facile orientarsi e trovare ciò che vale realmente la pena sentire.

SE DOVESSI SCEGLIERE UNA SOLA CANZONE DEGLI ACCUSER CHE VI IDENTIFICHI, QUALE PROPORRESTI?
– Operazione impossibile, abbiamo troppe canzoni in repertorio perché ne possa scegliere una soltanto! Comunque, se vogliamo farla breve, nel nostro primo disco c’è una traccia intitolata proprio “Accuser”, quella potrebbe andare bene!

 

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