Universalmente ed unanimemente riconosciuti come i “padri dell’hardcore” mondiale (persino i “nonni”, per i più invidiosi), gli Agnostic Front hanno recentemente confezionato un album, “Another Voice”, che è un ritorno alle origini, al loro periodo d’oro, in cui erano veramente i leader di un movimento estremamente forte e dirompente, sia dal punto di vista sociale e culturale che da quello strettamente musicale. Abbiamo incontrato telefonicamente il turbolento e carismatico leader, nonché cuore pulsante degli Agnostic Front: nientemeno che Roger Miret!
CIAO, ROGER, TI VA DI PRESENTARE BREVEMENTE IL DISCO AI LETTORI DI METALITALIA?
“’Another Voice’ è un disco estremamente compatto e coerente: è un vero e proprio simbolo di quello che gli Agnostic Front sono riusciti a diventare in tanti anni di turbolento ma inarrestabile lavoro. In questo disco c’è tutta la forza, la convinzione di ciò che siamo sempre stati e di ciò che intendiamo continuare ad essere. Zero fronzoli, zero false ricercatezze, solo parole e musica diretti, onesti e pesanti”.
PERSONALMENTE, COSA TI È PIACIUTO IN PARTICOLARE DI CIÒ CHE HAI CREATO CON QUESTO NUOVO ALBUM?
“Be’, questo album ha un significato importante per tutti noi della band, è il nostro vero album ‘del ritorno’, e la canzone che più di tutte possiede il carattere per simboleggiare appieno questa intenzione, questo significato, è la opening track ‘Still Here’. Infatti, quello che esprimiamo nel testo è proprio il fatto che gli Agnostic front sono ancora qui, più forti e combattivi che mai!”.
COSA C’È DI NUOVO NEGLI AGNOSTIC FRONT DI QUESTO DISCO? PEZZI COME “PEACE” E “DEDICATION”, AD ESEMPIO, DANNO L’IDEA DI UN NOTEVOLE RITORNO A SONORITÀ PIÙ PESANTI E “METALLICHE”.
“Infatti: il reinserimento nella nostra formazione di un secondo chitarrista oltre a Vinnie (Stigma, ndR) ci ha permesso di costruire strutture sonore decisamente più aggressive e, come dici giustamente, molto più ‘metalliche’. Infatti, praticamente in tutti i brani di ‘Another Voice’ il peso dei riff è decisamente maggiore rispetto ai nostri due album precedenti. Una maggiore varietà di soluzioni compositive, secondo me, ci ha permesso anche di dire più cose, di dirle meglio e in maniera più diretta”.
E COS’È, QUINDI LA “ANOTHER VOICE” DEL TITOLO? HA QUALCOSA A CHE FARE CON L’ “INCATTIVIRSI” DELLA TUA VOCE IN QUESTO ALBUM?
“Sì, penso proprio che tu abbia colto il nostro riferimento! In questo album abbiamo pensato di ritornare allo stile molto pesante e metallico di ‘One Voice’, disco che per noi segnò l’apice della nostra produzione. E quindi ho deciso di far sentire ancora di più il cambiamento, il ritorno alle origini, anche con un cantato ancora più pesante e ‘cattivo’. Mi fa piacere sentire che l’intento è andato a buon fine…”.
COME VI SIETE TROVATI NEL PASSAGGIO ALLA NUCLEAR BLAST?
“Guarda, la prima cosa che ci ha fatto capire che la scelta che stavamo facendo nel passare alla Nuclear Blast era giusta è stato lo scoprire che praticamente tutto il loro staff era formato da nostri fan sfegatati! Ma a parte gli scherzi, dei ragazzi della Nuclear Blast ci è piaciuto il fatto che, nonostante siano ormai una vera ‘grande’ label, il loro atteggiamento e il loro stile sono ancora quelli delle etichette indipendenti: professionalità estrema ed umiltà nello stesso tempo…cosa chiedere di meglio? In più, la N.B. ha una notevole influenza sulla scena europea, scena dove gli Agnostic Front non sono mai riusciti ad arrivare in maniera diretta come avremmo voluto, e grazie a loro questa nostra mancanza sarà colmata”.
COSA C’È NELL’IMMEDIATO FUTURO DEGLI AGNOSTIC FRONT? COME STANNO ANDANDO I TOUR? E QUANDO VI VEDREMO IN ITALIA?
“Il tour americano ci ha stupiti positivamente, è andato meglio di quanto ci aspettavamo! Ora siamo in viaggio per l’Europa, insieme a Diecast e Terror, e anche qui le premesse sembrano molto buone. In Italia abbiamo in programma di fare almeno quattro date, a partire da marzo…vedi di non mancare, così ci facciamo una birra insieme!”.
A PROPOSITO: L’ANNO SCORSO HO ASSISTITO AL TUO BEL CONCERTO CON I THE DISASTERS, DI SUPPORTO AI DROPKICK MURPHYS, COME VA IL TUO SIDE PROJECT? IN UNA TUA VECCHIA INTERVISTA HO LETTO CHE RISCHIAVANO DI DIVENTARE LA TUA UNICA BAND…MA PER FORTUNA NON È ANDATA COSÌ!
“Grazie mille! È bello vedere che il pubblico più fedele è stato in grado di apprezzare anche un lavoro tanto diverso come quello che sto facendo con i The Disasters, non solo negli Stati Uniti ma anche in un ambiente diverso come l’Europa, anche se è vero che nel vostro continente la cultura dello street punk è ancora più ferrata di quella hardcore vera e propria…il punk l’avete inventato voi! Comunque è da poco uscito il nuovo disco che ho inciso con i The Disasters (‘1984’, ndR), e fra non molto inizierà anche il loro nuovo tour, chissà che non ci si riveda anche lì”.
QUALI SONO LE TUE BAND PREFERITE, PASSATE E PRESENTI, ANCHE AL DI FUORI DELLA SCENA STRETTAMENTE HARDCORE?
“Be’, le mie radici punk sono sempre fondamentali nella mia cultura musicale: i Clash mi hanno dato tutto, a cominciare dalla voglia di ribellione e la forza di dare vita ad un genere di musica ancora più incazzato e ribelle del punk stesso. Ho seguito poi il cammino di altre band arrabbiate che sono cresciute con me, come gli US Bombs, e naturalmente i miei amici Dropkick Murphys, che è sempre un piacere ascoltare e con cui adoro anche suonare. Al di fuori del ‘mio’ mondo punk ed hardcore adoro i veri maestri del rock, come il compianto Johnny Cash, e ‘The Boss’, Bruce Springsteen: genio e rabbia controllata…un equilibrio che alcune volte vorrei avere anche io…”.
E COSA PENSI, AD ESEMPIO, DELLE BAND CHE STANNO TRAINANDO L’ASCESA DEL RELATIVAMENTE NUOVO GENERE METALCORE, COME HATEBREED E CALIBAN?
“Devo dire che il metalcore mi piace proprio. Riesce a prendere il meglio di entrambi i mondi: la carica dirompente e spesso l’impegno anche civile dell’hardcore tradizionale e la completezza musicale e compositiva del metal. Gli Hatebreed li conosco molto bene e li apprezzo particolarmente, tant’è che Jamey (Jasta, singer degli Hatebreed, ndR) ha chiesto addirittura di partecipare a ‘Another Voice’…come avrei potuto dirgli di no? Anche i Caliban, provenienti dalla scena europea, ho avuto modo di apprezzarli, e mi piacerebbe davvero riuscire a dividere con loro il palco! Inoltre pare che la scena metalcore si stia ampliando sempre di più; speriamo solo che il genere non cada preda delle grinfie dello show-biz, come già è successo in passato al nu-metal…”.
QUINDI, PER FORTUNA, L’MTV GENERATION NON STA COMPLETAMENTE UCCIDENDO LA VOGLIA DEL PUBBLICO, SOPRATTUTTO GIOVANE, DI ASCOLTARE E FARE BUONA MUSICA?
“Per fortuna no, anche se come ti ho detto, c’è sempre il rischio che il mostro mangiasoldi dell’industria musicale inghiotta ogni scena nuova e promettente per trasformarla in un ennesimo giocattolino per masse idiote. Per ogni nuova band che si fa meritatamente strada decine di altre capitolano e si arrendono alla massificazione commerciale e altrettante sono costrette a rinunciare, a meno di svendersi. Come dissi una volta, meglio personaggi come Madonna, che lo show-biz lo piegano ai loro voleri, che band promettenti che vendono la faccia al commerciale ed al dio denaro”.
ORA VORREI FARTI UNA DOMANDA SICURAMENTE SGRADEVOLE MA INEVITABILE PER UN PERSONAGGIO COME TE CHE È SEMPRE COMUNQUE STATO MOLTO POLITICAMENTE IMPEGNATO: QUAL È LA TUA IMPRESSIONE SUL RISULTATO DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI AMERICANE?
“Tocchi un tasto doloroso, ma anche noi musicisti siamo personaggi pubblici, ed è giusto che esprimiamo una nostra posizione. Come saprai, essendo cittadino cubano e non americano io non ho potuto votare, ma la mia compagna sì. Naturalmente lei ha votato per Kerry, e così avrei fatto pure io, se non altro per la sensata politica del ‘male minore’, e invece, inspiegabilmente, nonostante tutto quello che Bush ha combinato in quattro anni, gli americani lo hanno rieletto. In realtà il nemico e la causa di tali scelte è sempre uno solo: l’ignoranza, e chi comanda fa sempre di tutto per tenere le masse in questa condizione. E poi vince”.
COSA PENSI DELL’ATTUALE SITUAZIONE SOCIALE AMERICANA? C’È ANCORA IL SURPLUS DI RABBIA NECESSARIO PER MANTENERE IL MOVIMENTO HARDCORE ATTIVO E “FUNZIONANTE”?
“Be’, fai tu: come dicevamo, Bush ha vinto… se non è sufficiente questo a creare disagio, rabbia e ribellione per le masse scontente, cos’altro può scuotere gli americani? Personalmente amo l’America, è un posto veramente ancora in grado di dare tante opportunità, e amo gli americani, e trovo che sia giusto il loro sentirsi fieri di appartenere ad uno stato come il loro, ma l’eccesso di nazionalismo porta solo al razzismo inutile, alla prepotenza ed agli estremi che invece l’America ha sempre combattuto. Sì, di rabbia ce n’è a sufficienza per mantenere vivo il movimento hardcore… anche troppa, forse! D’altronde ho sentito spesso fare su di noi l’affermazione secondo la quale sono state proprio le avversità e le vicissitudini che hanno sempre fatto in modo di mantenere attivi e forti gli Agnostic Front…be’, è sacrosanto. Guardaci: ne abbiamo passate veramente di tutti i colori, ma siamo ancora qui!”.
VI STA STRETTA L’ETICHETTA DI “NONNI DELL HARDCORE” O LA TROVATE AZZECCATA?
“Sì, è un nomignolo che ci siamo sentiti affibbiare spesso, sia da invidiosi denigratori che da amici spiritosi. In realtà, da un certo punto di vista è anche azzeccato, come soprannome, visto che in effetti siamo nati con l’hardcore e l’hardcore è nato insieme a noi. Però, per fugare ogni dubbio sull’energia che ancora possediamo, venite a vederci dal vivo…altro che ‘nonni’, vedrete (ride sonoramente, ndR)!”.
GRAZIE MILLE PER L’INTERVISTA, ROGER! TI VA DI SALUTARE I LETTORI DI METALITALIA.COM?
“Grazie a voi per l’attenzione! Un consiglio a tutti quanti, amanti dell’hardcore e del metal, o metallari ed hardcorer veri e propri che voi siate, rimanete sempre e comunque coerenti con ciò in cui credete, ciò che vi piace, fedeli a voi stessi, è questa la cosa importante! Ciao Metalitalia.com, a presto, nella vostra bella nazione!”.