Dopo una gavetta piuttosto lunga, che ha comunque portato varie soddisfazioni, gli Agony Face hanno ultimamente iniziato a “fare sul serio”, presentandosi più agguerriti che mai a numerosi eventi live di prima importanza e, soprattutto, sfornando un album come “CLX Stormy Quibblings”, opera che ha definitivamente svelato tutte le qualità del gruppo techno-death metal lombardo. Lontani da quel revival old school che negli ultimi anni ha preso piede un po’ ovunque, ma, al tempo stesso, nemmeno così cervellotici e forzatamente moderni come vari altri loro coetanei, i ragazzi sembrano aver trovato una propria vena compositiva e un marchio che va sempre più definendosi e che abbraccia ogni aspetto della proposta, testi e immagine compresi. Ne abbiamo parlato con il chitarrista Riccardo Ricotti e con il frontman Davide Guarinoni!
DEFINITE LA VOSTRA PROPOSTA “SURREALISTIC DEATH METAL”. VI ANDREBBE DI ELABORARE?
Rico: “Innanzitutto ciao e grazie per l’attenzione nei nostri confronti, spero che ‘CLX Stormy Quibblings’ vi sia piaciuto! Surrealistic death metal? Certamente! Abbiamo coniato questo termine per riassumere con una sola parola il carattere delle nostre tematiche a 360 gradi, comprendendo l’estetica, le atmosfere/lyrics ed ovviamente la musica. Simile al surrealismo artistico d’avanguardia, cerchiamo di ricreare qualcosa che non ha un senso apparente e scontato, ma ne crea uno ulteriore fine a sé stesso (più sintetico di così non riesco proprio ad essere). Credo sia un termine che calzi a pennello e che descriva perfettamente il taglio progressive della nostra musica, specialmente in ‘CLX’. D’altronde il taglio surreale è stato pesantemente utilizzato negli anni 70 proprio dai padri fondatori del progressive come fonte ispiratrice di tematiche e soprattutto copertine!”.
VENENDO AL DISCO, HO TROVATO “CLX…” PIÙ OMOGENEO E FLUIDO DEL SUO PREDECESSORE. PIÙ MATURO, IN UNA PAROLA. PENSO CHE LE VOSTRE INFLUENZE SIANO STATE MEGLIO RIELABORATE E INSERITE IN COMPOSIZIONI CHE SI ASCOLTANO CON MAGGIOR FACILITÀ. COSA NE PENSATE?
Rico: “Il primo album conteneva molti riff scritti prima del cosiddetto ‘salto di qualità’ che abbiamo deciso di fare dopo l’entrata in formazione di Alessandro Bassi, batterista posseduto; di conseguenza, le canzoni (nonostante mi piacciano ancora moltissimo) risultano più schizofreniche e meno indirizzate verso quello che realmente vogliamo ora!”.
CHI O COSA VI HA ISPIRATO NELLA COMPOSIZIONE DI QUESTO ALBUM? VI È QUALCOSA CHE AVETE DECISO DELIBERATAMENTE DI FARE O TUTTA LA VOSTRA MUSICA NASCE SPONTANEAMENTE?
Rico: “La musica, e l’arte, come dovrebbe essere per tutti, nasce spontaneamente da un mix di ispirazioni ibride che non possono essere spiegate concretamente, credo, così anche le canzoni di questo album nascono da un mix di ispirazioni spontanee che vengono buttate nell’enorme calderone della salaprove, all’interno del quale si mischiano ai pareri e decisioni di tutti. Trovo sbagliato partire da una forzatura, o condizionare la scrittura di una canzone in base ai gusti del pubblico. Spesso su alcune canzoni si parte da un’idea di base del tipo: ‘questa la voglio con un intermezzo acustico’ o ‘qua ci mettiamo un outro spaziale per forza!’. Ogni CD però ha un ‘taglio’ di base stabilito, altrimenti non si crea un’identità, ma solo un contenitore di riff (come molti CD che escono ultimamente), cosa molto sbagliata, a parere mio”.
QUALI SONO GLI ELEMENTI CHE SECONDO VOI NON DEVONO ASSOLUTAMENTE MANCARE IN UN BRANO DEGLI AGONY FACE?
Dave: “Beh, direi che qualunque pezzo degli Agony Face per essere definito tale deve contenere senza dubbio un pizzico di ‘follia’ e gli elementi descritti prima. La nostra musica vogliamo che sia ‘bella’ non perché death, prog, metal o cazziamari; all’inteno di ogni nostro pezzo troverai la stessa cura e attenzione ai particolari che è stata prestata sul quello precedente e su quello successivo”.
PERCHÈ TECHNO-DEATH METAL E NON DEATH METAL E BASTA? OPPURE, PERCHÈ DEATH E ATHEIST E NON CANNIBAL CORPSE E DISMEMBER? SPIEGATECI I GUSTI E LE INFLUENZE DEGLI AGONY FACE.
Rico: “Inanzitutto per una questione di gusto personale riguardante un ‘ceppo’ di musica che più ci ha cresciuto artisticamente rispetto ad altri percorsi più o meno brutali. In secondo luogo, la sezione Death/Atheist permette di utilizzare tutti i colori e le sfumature a disposizione nella tavolozza e non solo i primari Cannibal Corpse/Dismember, rispettabilissimi nel loro eccezionale inizio, ma a mio avviso troppo limitanti nel 2013. Le nostre influenze poi in realtà sono molto differenti, tutti e 5 ascoltiamo generi e gruppi COMPLETAMENTE diversi, infatti ci scorniamo spesso per inserire o togliere parti che ad alcuni magari fanno storcere inizialmente il naso!”.
VI RITENETE UNA BAND ORIGINALE?
Dave: “Beh, dipende che canone si stabilisce: se il paragone è con il death tecnico contemporaneo spero di sì, sicuramente non ci riteniamo legati agli stereotipi nonostante la nostra musica sia ovviamente orientata ad un certo tipo di sound. Facciamo Progressive death perché ci piace farlo e non perché uno di noi ha i capelli lunghi o li ha portati, questo di per sè crediamo sia originale”.
I TESTI E L’ARTWORK SEMBRANO AVERE UN CERTO PESO PER IL GRUPPO. VEDETE AGONY FACE COME UN’ESPRESSIONE ARTISTICA A TUTTO TONDO? È SEMPRE STATA VOSTRA INTENZIONE DARE AD OGNI ASPETTO UNA IMPORTANZA ADEGUATA, SENZA SCADERE IN CLICHÈ?
Rico: “Ci siamo impegnati per creare un prodotto, come dicevo prima, più completo possibile, che sia godibile a livello estetico a 360 gradi (purtroppo nei nostri limiti economici), senza trascurare né le tematiche, né la cover, né il book interno. L’intenzione di dare l’importanza a tutto non è affatto casuale, come non è casuale cercare di evitare come la peste, sempre nei limiti del possibile, lo standard di un certo genere musicale con tutte le sue ovvietà e banalità che spesso si porta dietro se esasperate!”.
UNA DELLE NOVITÀ IN CASA AGONY FACE È IL CONTRATTO CON LA MY KINGDOM MUSIC. PERCHÈ AVETE OPTATO PER QUESTA SOLIDA ETICHETTA ITALIANA? AVETE CONTEMPLATO L’IDEA DI AUTO-PRODURVI SU TUTTI I FRONTI, COME ALTRE BAND STANNO FACENDO DI QUESTI TEMPI?
Dave: “Autoprodurci? Devo ammettere che per un attimo l’idea ci ha sfiorato. Farsi conoscere nell’era dei social network è sicuramente più facile, ma purtroppo non sempre è utile quanto avere qualcuno del mestiere che ti supporta. Presentarsi senza un ‘biglietto da visita’ concreto spesso non aiuta, molti scout delle label non ascoltano neanche il materiale che gli viene mandato. Abbiamo cominciato a spedire promo alle label più di rilievo e devo ammettere di non aver ricevuto solo una proposta, tuttavia quella di My Kingdom Music era quella più interessante e onesta. Il lavoro che stanno facendo per noi è ottimo, abbiamo completa sintonia con la casa e loro con noi”.
PROBABILMENTE PARECCHIE PERSONE SCARICHERANNO IL NUOVO DISCO DA INTERNET ILLEGALMENTE. QUAL È LA VOSTRA POSIZIONE SUL DOWNLOADING? LO VEDETE CON FASTIDIO O PENSATE CHE LA COSA PIÙ IMPORTANTE SIA CHE PIÙ GENTE POSSIBILE ASCOLTI LA VOSTRA MUSICA?
Rico: “Credo sia inutile combattere contro i mulini a vento, o farlo con le armi sbagliate. E’ inutile chiudere gli occhi e dire: ‘Il downloading è sbagliato, non fatelo, comprate fisicamente tutti i CD che ascoltate’. Non è più così e non lo sarà mai più. Internet è uno strumento molto potente che permette di fare conoscere band provenienti dall’altra parte del globo con pochi click, noi compresi. E’ ovvio che poi le band vanno supportate realmente tramite l’acquisto dei merchandise e delle copie, digitali o fisiche che siano. Ma questo avviene (per fortuna o prutroppo) spesso DOPO averle conosciute o ascoltate. L’obbiettivo nostro è che più persone possibile ascoltino il nostro CD e la nostra musica, con o senza downloading non possiamo stabilirlo nè controllarlo. Facciamo tutto questo per passione e non in vista di un utopico (visto come funziona il mercato malato anche per colpa del downloading) ideale economico”.
QUAL È L’ASPETTO CHE APPREZZATE DI PIÙ DELL’ATTUALE SCENA METAL E QUELLO CHE INVECE DETESTATE?
Rico: “Apprezziamo il fatto che ora esistono molte realtà differenti e non solo pochi gruppi ‘portanti’ rispetto a molto tempo fa: i tempi cambiano, purtroppo o per fortuna, molto velocemente e le mode inutili svaniscono in un battito di ciglia! Detestiamo il canone di certi ascoltatori: se non hai un certo tipo di atteggiamento o look allora risulti fuoriluogo o stonato, etc, etc. Ma fottetevi! Se fosse per queste persone saremmo ancora a suonare le marcette anni 20’ con il grammofono. Avanti con l’evoluzione e la sperimentazione incontrollabile, senza limiti o canoni prestabiliti, senza preconcetti o inutili giudizi borchiati”.
VI ABBIAMO VISTO CALCARE IL PALCO NUMEROSE VOLTE. QUANTO È IMPORTANTE LA DIMENSIONE LIVE PER IL GRUPPO? AVETE IN PROGRAMMA UN VERO E PROPRIO TOUR PER PROMUOVERE “CLX…”?
Dave: “I live sono molto importanti per gli Agony Face, sul palco mettiamo in ‘scena’ la nostra musica e concretizziamo per quanto possibile la nostra vena surreale. Abbiamo avuto la fortuna e l’onore di salire su dei bei palchi e condividerli con delle grandi band, ora abbiamo in programma un concerto il 7 dicembre a Milano in cui presenteremo live molti pezzi di ‘CLX’ (l’intervista è stata realizzata sul finire dello scorso anno, ndR). Per le altre date stiamo lavorando non ad un vero e proprio tour, ma a qualcosa del genere, quindi stay tuned!”.
IL DEATH METAL NON È PIÙ UN OGGETTO MISTERIOSO NEL PANORAMA MUSICALE ITALIANO. NEGLI ULTIMI ANNI SONO USCITE NUMEROSE BAND DI VALORE, CHE HANNO OTTENUTO RISCONTRI IMPORTANTI ANCHE E SOPRATTUTTO ALL’ESTERO. VOI VI SENTITE PARTE DI UNA SCENA? QUESTA MINI-ESPLOSIONE VI HA PORTATO QUALCHE TIPO DI BENEFICI O LA COSA NON VI HA TOCCATO?
Dave: “Sì, negli ultimi anni il death metal italiano è molto considerato all’estero e questo sicuramente per noi è un bene, perché dalla critica estera non siamo più visti come degli ‘sconosciuti’, ma facenti parte di una scena ben consolidata. Ogni nuova band viene però vista come un universo a sè e se da un lato la scena esistente dà una mano, dall’altro rischia di porre dei termini di paragone a volte soggetti al gusto personale. In ogni caso, non ci spaventa, anzi siamo molto orgogliosi che la musica estrema italiana stia facendo il giro del mondo, finalmente. E ci sono ancora moltissime band che meritano di essere prodotte e conosciute!”.
DOVE VEDETE GLI AGONY FACE DA QUI A CINQUE ANNI? VI SONO DEGLI OBIETTIVI CHE VI SIETE FISSATI O DELLE SODDISFAZIONI CHE DOVETE ANCORA TOGLIERVI?
Dave: “Da qui a cinque anni? Non saprei proprio, sinceramente; forse con altri due album e qualche esperienza live in più. I nostri obiettivi sono semplici: CONQUISTARE L’ASIA E RITORNARE AL BARATTO DI SPEZIE! Scherzo, continuare a suonare e fare la musica che ci piace e farla ascoltare al maggior numero di persone possibile. Poi ci sono tanti altri sassolini che ognuno di noi vorrà togliersi, ma il tutto sarebbe troppo lungo da elencare”.
GRAZIE MILLE! LE ULTIME PAROLE FAMOSE?
Dave: “Ti ringraziamo molto per le interessanti domande e ringraziamo tutti i lettori di Metalitalia.com! Supportate il più possibile l’underground ed i live! STAY SURREAL!”.