“Ci sono uomini, anche sapienti, che non amano il mare e lo sciabordio delle onde sulle spiagge dorate: ci giudicano strani, noi che amiamo il mistero dell’antico e infinito abisso. Ma per me negli umori dell’oceano c’è un fascino misterioso, indefinibile. Sarà il biancore della spuma malinconica sotto la luna cerea e morta; saranno le onde che si frangono eterne su rive sconosciute. In ogni caso esso è lì, e così sarà quando la vita scomparirà e rimarranno solo le creature sconosciute che scivolano nelle sue profondità oscure. Quando vedo le terribili onde che sorgono con forza interminabile, mi prende un’estasi simile alla paura: allora devo inchinarmi dinanzi alla potenza dell’oceano, perché altrimenti lo odierei e odierei le sue acque meravigliose”.
(tratto da L’Oceano Di Notte, 1936, H.P. Lovecraft in collaborazione con R.H. Barlow)
CIAO DANIEL! PER GLI AHAB E’ LA PRIMA APPARIZIONE SU METALITALIA.COM: TI VA DI PRESENTARE LA BAND A CHI ANCORA NON LA CONOSCE?
“Ciao a tutti! Gli Ahab sono una doom metal band tedesca fondata da Chris e me (rispettivamente Christian Hector, chitarra, e Daniel Droste, voce e chitarra, ndR) nel 2004. Il progetto è nato per dare sfogo alla nostra volontà di comporre musica pesante, lenta ed oscura e che avesse come concept lirico il tema nautico. Nelle nostre prime pubblicazioni, il mini ‘The Oath’ e il debutto ‘The Call Of The Wretched Sea’, abbiamo usato elementi funeral doom per dare vita ad una sorta di colonna sonora al libro ‘Moby Dick’ di Herman Melville. La nostra ultima uscita, invece, ‘The Divinity Of Oceans’, è liricamente basata sui tomi di Nathaniel Philbrick e Owen Chase. Il nostro sound ha sviluppato molta varietà, trattenendo solo alcuni elementi funeral da una parte e diventando molto più pesante dall’altra. E questo è tutto”.
“THE CALL OF THE WRETCHED SEA” E’ STATO UN SUCCESSO SORPRENDENTE, SIA IN TERMINI DI RESPONSO VENDITE CHE DI CRITICHE: COME VEDI OGGI QUEL DISCO, ORA CHE SIETE IN PIENA FASE EVOLUTIVA? SEI ANCORA SODDISFATTO DI QUANTO COMPOSTO?
“Assolutamente sì! Suppongo che un produttore direbbe che in quel lavoro ci sia fin troppo riverbero, ma noi siamo del tutto soddisfatti di quel suono cavernoso e del materiale scritto in toto. Ovviamente l’album non si può considerare perfetto e di certo ci sono le classiche piccole cose che uno pensa che avrebbe potuto fare meglio, ma sono proprio questi ‘difetti’ che rendono unico quel disco. Credo che non saremmo stati in grado di ripeterci su quei livelli, neanche se lo avessimo voluto e cercato. ‘The Call Of The Wretched Sea’ è stato il nostro primo full-length, quindi è e resterà sempre speciale per me!”.
UNA DELLE DOMANDE CHE SICURAMENTE TUTTI VI FANNO E’: DA DOVE E’ NATA L’IDEA DI UNIRE LA VOSTRA MUSICA A TEMATICHE NAUTICHE? COSA E’ SCATTATO NEL VOSTRO CERVELLO PER FARVI CREARE UN BACKGROUND COSI’ AFFASCINANTE E SOPRATTUTTO COSI’ PERFETTO PER IL DOOM METAL?
“Nel 2004 andai nello studio del nostro precedente bassista (Stephan Adolph, ndR) per registrare un pezzo interamente scritto da me. Il mio obiettivo era quello di comporre materiale pesante e lento, avente delle lyrics riguardanti l’oceano ed il mare; ed infatti avevo già pronto un testo che parlava di queste cose, seppur senza far parte di alcuna storia. In quello stesso periodo, senza essere a conoscenza della mia canzone, Chris mi confidò la sua intenzione di fondare un gruppo doom metal con monicker Ahab e con lyrics attinenti a ‘Moby Dick’ di Melville. Ed era ovviamente ciò che io stavo cercando! Gli ho fatto sentire il brano, gli è piaciuto e così abbiamo deciso di unire le forze. La canzone di cui parlo è ‘The Stream’, più tardi pubblicata sull’EP ‘The Oath’”.
COME VI SIETE APPROCCIATI ALLA COMPOSIZIONE DEL NUOVO “THE DIVINITY OF OCEANS”? CERTAMENTE SI TRATTA DI UN LAVORO BEN DIVERSO DAL PRECEDENTE, CHE ABBRACCIA MOLTE PIU’ INFLUENZE SPAZIANDO PER VENT’ANNI DI MUSICA…
“Dunque, la musica doveva per forza essere diversa, considerato il fatto che stavamo raccontando una storia differente. Inoltre, va detto che il processo di songwriting questa volta non è stato uguale a quello di ‘The Call Of The Wretched Sea’. I brani del nostro debutto sono stati composti in ordine di tracklist, dalla prima traccia all’ultima, e non abbiamo fatto nessun cambiamento nel mentre delle registrazioni. Diciamo che sono stati poco studiati a tavolino. Per ‘The Divinity Of Oceans’, invece, ho avuto la possibilità di registrare tutte le idee che sono nate nel mio studio privato. Abbiamo solo dovuto scegliere il materiale migliore messo su traccia negli ultimi dodici mesi ed incastrarlo nel migliore dei modi per dare vita a brani interessanti. L’unica eccezione alla composizione di questa sorta di puzzle sonori è ‘Redemption Lost’, scritta invece a parte e tutta d’un fiato”.
NONOSTANTE ELEMENTI FUNERAL DOOM SIANO ANCORA PRESENTI NEL VOSTRO STILE, CREDO CHE “THE DIVINITY OF OCEANS” SIA PIU’ ORIENTATO VERSO UNA MISCELA TRA LA SCENA INGLESE DEATH-DOOM DEI NINETIES E QUELLA DEATH AMERICANA TUTTORA PORTATA AVANTI DA MORBID ANGEL, IMMOLATION E COMPAGNIA BELLA. COSA NE PENSI?
“Penso che per un ascoltatore sarebbe più facile rispondere a questa domanda. Quando ho composto i brani ero talmente concentrato e rapito dall’intensità del progetto Ahab che sinceramente ho perso l’interesse nell’ascolto di qualsiasi altra musica, se si esclude la radio in macchina. Probabilmente ho cercato di mantenere la mente più libera possibile dalle influenze, per essere appunto in grado di scrivere qualcosa che non somigliasse a nessuna band più o meno famosa. Come musicisti si cerca sempre di fare del nostro meglio per evitare similitudini con altre formazioni, ma la maggior parte delle volte ciò non funziona. Come fosse uno specchio della nostra anima, la musica che componiamo è sempre il risultato di ciò che ascoltiamo. E ciò che abbiamo ascoltato e che soprattutto ci è piaciuto, nonostante resti sepolto negli angoli remoti del cervello, ci influenza che lo si voglia o no. Ma per risponderti con precisione: apprezzo moltissimo i gruppi che hai citato nella domanda e, se proprio dovessi scegliere, allora ti direi che preferisco la scena doom inglese a quella scandinava”.
Il capodoglio (Physeter macrocephalus, Linneo, 1785) è il più grande di tutti gli Odontoceti e il più grande animale vivente munito di denti, misurando fino a 18 metri di lunghezza. L’enorme testa e la forma caratteristica del capodoglio, così come il ruolo centrale che ricopre in “Moby Dick” di Herman Melville, hanno consentito a molti di descriverlo come l’archetipo della balena. Anche a causa di Melville, il capodoglio viene associato comunemente con il Leviatano della Bibbia.
IL NUOVO CONCEPT RIGUARDANTE LA BALENIERA ESSEX E’ FORSE PIU’ TERRIFICANTE E ANGOSCIANTE DI UNA STORIA COME “MOBY DICK”. COME AVETE DECISO DI ADATTARE IL VOSTRO SUONO AI FATTI NARRATI NEI LIBRI DI PHILBRICK E CHASE?
“Be’, la differenza principale tra ‘Moby Dick’ ed il naufragio della Essex è che quest’ultima storia è accaduta veramente. Quindi, per dare una sensazione di concretezza, abbiamo diminuito il riverbero praticamente ovunque nel disco, per farlo suonare più pulito e preciso, ma anche ben più pesante e opprimente. Ne usiamo comunque parecchio, di riverbero, perché in fin dei conti è un effetto che serve bene a descrivere musicalmente la vastità e l’imponenza dell’oceano, però ora si è in grado di percepire alla grande tutto ciò che accade durante un brano (ride, ndR)”.
UN ALTRO ASPETTO PIUTTOSTO MUTATO RISPETTO AL PASSATO E’ L’AUMENTATO USO DELLE TUE CLEAN VOCALS. RICORDO BENE LA VOSTRA PERFORMANCE AL SUMMER BREEZE DEL 2008 E L’ATMOSFERA ERA GRANDIOSA. COSA MI PUOI DIRE A PROPOSITO DELLE VOCI?
“Ho voluto avere più spazio interpretativo e varietà sulle voci in quanto penso che queste dovevano evolversi al passo della musica. Abbiamo sperimentato molto in studio, ad eccezione sempre di ‘Redemption Lost’, della quale avevamo già in mente tutto. E non abbiamo solo fatto esperimenti sul diverso approccio vocale, bensì anche su vari modi di sillabare i versi, qualcosa in cui non mi ero mai cimentato prima”.
“THE CALL OF THE WRETCHED SEA” GENERA IMMAGINI DI TERRORE ABISSALE ED IMMENSA OSCURITA’, MENTRE “THE DIVINITY OF OCEANS” SPOSTA IL VOSTRO LIVELLO DI CUPEZZA DALLA NOTTE PROFONDA AD UN MINACCIOSO TRAMONTO CARICO DI NUBI. QUALI SONO LE SENSAZIONI CHE PIU’ VI PREME ESPRIMERE ATTRAVERSO LA MUSICA DEGLI AHAB?
“Davvero difficile risponderti in poche parole. Io quando compongo lo faccio attorniato da diverse immagini nella mia testa: trovarsi persi e senza possibilità di aiuto, di speranza…deboli e minuscole creature al cospetto dell’oceano così vasto…la Morte sembra essere sempre presente e pare essere l’unico possibile Destino”.
CREDO CHE IL NUOVO DISCO POSSA ESSERE CONSIDERATO IL PIU’ ‘COMMERCIALE’ ALBUM DI FUNERAL DOOM METAL MAI COMPOSTO. PENSI CHE IL FUNERAL POSSA VENIR FUORI DALLA SUA NICCHIA MASOCHISTA GRAZIE A LAVORI COME IL VOSTRO?
“Bah, suppongo che il funeral doom nella sua forma più pura è e rimarrà sempre troppo particolare per poter piacere a tanta gente e per diventare un genere ‘di successo’. Però ti dico anche che gli Ahab non penso suonino più funeral doom. Guarda, se gli Ahab riescono a far diventare più popolare un genere difficile come il nostro solo grazie alla nostra musica…be’, sarebbe davvero splendido!”.
QUASI TUTTI VOI AVETE ALTRI PROGETTI MUSICALI, MIDNATTSOL E DEAD EYED SLEEPER I PRINCIPALI: QUAL E’ LA VOSTRA PRIORITA’ ATTUALE? GLI AHAB STANNO DIVENTANDO QUALCOSA DI IMPORTANTE?
“Per quanto mi riguarda, cerco sempre di dedicare lo stesso tempo e la stessa attenzione a tutti i gruppi nei quali sono coinvolto. Il fatto che io sia uno dei fondatori degli Ahab e che comunque in questa band riesca ad esprimere molta della mia concezione musicale fa sì che io consideri gli Ahab come qualcosa di davvero speciale per me”.
COSA MI PUOI DIRE DELLA VOSTRA ATTIVITA’ LIVE? VI VEDREMO IN ITALIA A BREVE?
“Saremo on the road in Germania questo settembre per supportare i Dornenreich nel loro Nachtreisen Tour. Poi faremo da headliner ad un piccolo festival doom in Belgio ad ottobre. E ti posso dire che al momento stiamo negoziando un’offerta per suonare in Italia verso fine anno, ma ancora niente è stato confermato (abbiamo ricevuto l’intervista a fine agosto, nel frattempo la data è stata confermata: 28 novembre all’Olden Live Pub di Lonato del Garda, per il Kolony Metal Fest, ndR)”.
BENE, DANIEL, TI RINGRAZIO PER IL TEMPO CONCESSOCI E TI AFFIDO LA CHIUSURA DELL’INTERVISTA. CI VEDIAMO A FINE NOVEMBRE!
“Be’, grazie mille per il vostro interesse e per questa intervista. Ogni tanto passate a dare un occhio sul nostro MySpace per i prossimi concerti, le news e tutte le altre attività. Un saluto ai doomster italiani!”.