Da che mondo e mondo il rock ‘n’ roll è sempre stata una musica ‘di pancia’, che prende tutte le pulsioni interne e le trascina in un turbinio di note, accordi e parole cantate, niente di più e niente di meno. Sembra facilissima la ricetta ma non è assolutamente così, però di sicuro gli australiani Airbourne sono riusciti a confermarsi fra i migliori in questa disciplina, arrivando col loro quinto album “Boneshaker” a propagare nuovamente il sacro verbo: il chitarrista ritmico Harri Harrison si rivela interlocutore intensamente gioioso ed assolutamente convinto di ciò che sia il vero rock…
Artista: Airbourne | Fotografo: Matteo Musazzi | Data: 29 ottobre 2019 | Venue: Alcatraz | Città: Milano
DUNQUE ANCHE IL VOSTRO NUOVO ALBUM ESCE CON L’INTENTO DI FAR SCUOTERE LE OSSA, COME IL TITOLO “BONESHAKER” VUOL FARE INTENDERE, VERO?
– Certamente, perchè questa è la missione degli Airbourne! Già la copertina del lavoro che, è bene dirlo, è venuta prima del titolo del nuovo CD, vuole essere sprezzante e richiamare alcuni classici temi di dischi rock a noi cari ma rappresentare anche tutto quello che sono gli Airbourne. Anche il titolo ha seguito questo richiamo ed è venuto fuori mentre stavamo decidendo l’ordine dei brani: semplice, diretto e perfettamente cucito su queste canzoni.
SEMBRA QUASI CHE UN RITORNO ALLE RADICI ANCORA PIÙ PRIMIGENIE DEL ROCK SEMBRA QUASI UN MESSAGGIO DA PARTE VOSTRA: DIECI CANZONI IN TRENTA MINUTI CONTRO UN MONDO CHE PARE ESSERE SEMPRE MENO ROCK?
– Quello che dici è assolutamente vero! Pensiamo che i dischi prodotti negli ultimi decenni si siano focalizzati un po’ troppo sul concetto di perfezione e, così facendo, molti dischi odierni sembrano essere assolutamente deboli per quanto riguarda l’energia e l’eccitazione che dovrebbero portarsi dietro. Noi, al contrario, volevamo che ogni nota su “Boneshaker” saltasse fuori dalle casse e suonasse il più naturale ed energica possibile. Questo è un party album e dovrebbe far venire ad ognuno l’umore giusto, pronto per rockeggiare!
A QUESTO PUNTO NASCE SPONTANEA UNA DOMANDA: PERCHÉ LA SCELTA DI UN PRODUTTORE COME DAVE COBB?
– La domanda è più che legittima: Dave ha avuto un successo enorme nell’ambito della musica country e penso che al momento sia il produttore più conosciuto del mondo, ora come ora. La prima volta che abbiamo parlato, sapevamo benissimo che sarebbe stata la persona giusta per gli Airbourne perchè lui è rock’n’roll dentro e fan assoluto di gruppi come AC/DC, The Who e Rolling Stones, proprio come noi!
SE SI SCORRE LA LISTA DEI TITOLI DELLE CANZONI CI SI RENDE SUBITO CONTO CHE CI SI TROVA DI FRONTE AD UN ROCK’N’ROLL CARICO DELLA CLASSICA SIMBOLOGIA ROCK FATTA DI MOTORI, DONNE E DIVERTIMENTO: COSA DIRE DEI TESTI DI QUESTO NUOVO ALBUM?
– Certo, molti dei titoli si spiegano da soli ed i testi sono nati basandosi sull’energia ed il feeling che la musica ci dava: se andiamo a scavare un po’ più a fondo, le canzoni sono in grado di connettersi alle persone in maniera diversa grazie alle diverse esperienze che ogni persona ha vissuto nella propria vita ed a come queste persone si pongono nei confronti di un brano. Amiamo questo aspetto della musica e piuttosto che dire alla gente esattamente ciò che una canzone vuol dire preferiamo che gli ascoltatori abbiano la libertà assoluta di interpretare i testi secondo ciò che la musica gli comunica.
AVETE REGISTRATO “BONESHAKER” COME SE FOSSE UNA SERIE DI JAM SESSION?
– Di sicuro registrare questo CD è stato molto bello e liberatorio. Quando siamo arrivati in studio il primo giorno Dave (Cobb) aveva già predisposto una batteria ed un pugno di amplificatori cercando di riprodurre il modo in cui fu registrato “Led Zeppelin II”: era tutto molto vicino ed eravamo separati solo da piccole paratie. Praticamente era la configurazione di una sala prove, solo che eravamo invece in un mega studi odi registrazione fra i più famosi al mondo con un produttore meraviglioso! Ecco, abbiamo registrato l’album così, in circa cinque settimane: è stato il record di velocità per noi da quando ci siamo formati!
PER QUANTO RIGUARDA INVECE TUTTO QUELLO CHE È VENUTO PRIMA DELLE REGISTRAZIONI COSA PUOI DIRE?
– Guarda, se ti riferisci alla composizione dei brani posso dirti che è avvenuto praticamente tutto in studio: quando siamo arrivati avevamo solo qualche riff e un paio di idee per le canzoni, dopodichè abbiamo lavorato a tutto con Dave: è un produttore che ama ‘sporcarsi le mani’, si è seduto con noi e con una chitarra in mano ha cominciato a lavorare sull’idea di ua linea melodica fino a quando non era convinto che fosse stata sviluppata bene. Ciò che è venuto dopo è stato collegare gli strumenti e suonare con potenza: la maggior parte di ciò che sentite su “Boneshaker” è stato catturato alla prima, seconda o terza registrazione.
COSA SONO GLI AIRBOURNE NEL 2019 E COSA RAPPRESENTA QUESTO NUOVO DISCO PER VOI?
– Innanzitutto pensiamo che questo disco sia la cosa più vicina a vedere un nostro concerto dal vivo perchè è energico, crudo e le chitarre sono fottutamente ad alto volume e dirette: proprio come ad un nostro live, è tutto fatto per sentire proprio una sberla! E noi come siamo nel 2019? Esattamente come la nostra musica!
PENSI CHE CI SIA UNA CANZONE CHE RIESCE A DEFINIRE MEGLIO “BONESHAKER” RISPETTO ALLE ALTRE?
– Difficile dirlo, perchè sono state tutte composte in un lasso di tempo molto breve e racchiudono un’energia che alla fine fa sì che tutte rappresentino questo nuovo CD al cento per cento. Però, se devo pensare da chitarrista, direi “Burnout The Nitro”: il riff è quasi country ma lo abbiamo ipervitaminizzato e velocizzato per farlo diventare un concentrato di rock’n’roll. Veramente bello suonarlo dal vivo, te lo assicuro.
A TUO PARERE, AL GIORNO D’OGGI, È PIÙ FACILE – INTESO DAL PUNTO DI VISTA COMMERCIALE – SUONARE ROCK ‘N’ ROLL O GENERI PIÙ SPERIMENTALI E, SOPRATTUTTO, PERCHÉ?
– Per quanto riguarda gli Airbourne non è difficile suonare rock perchè è dentro di noi, scorre nelle nostre vene e lo amiamo fottutamente! Non vorremmo e non potremmo suonare nessun altro genere. Credimi, essere in tour è stressante e ci si perdono tante cose che alla fine mancano, così come matrimoni, funerali, compleanni e tutto ciò che ci sta in mezzo: ma come ho detto noi siamo qui perchè ci piace ciò che facciamo e siamo talmente fortunati da avere una famiglia che sta crescendo sempre di più ed è quella composta da rocker che vengono ai concerti ogni sera per dare di matto con noi.
A PROPOSITO DI TOUR: COSA VI PIACE DI PIÙ DELL’ESSERE IN GIRO A SUONARE?
– Ci piace stare in tour e adoriamo stare sul palco con un muro di amplificatori Marshall dietro di noi. La cosa più divertente, ma allo stesso tempo la peggiore, che ci sia mai capitata in tour è successa poco tempo fa: prima di un bis sono dovuto andare a fare un bisogno ma gli altri ragazzi si sono dimenticati di ‘dare il quattro’ e hanno cominciato a suonare “Ready To Rock”! Sono arrivato sul palco durante il primo verso e mi sono unito agli altri: alla fine abbiamo riso come matti. Rock ‘n’ roll, senza basi e senza inganni: ecco perchè qualche piccolo incidente può capitare.