ALCHEMIST – Death Metal Freaks

Pubblicato il 15/11/2007 da

Una band davvero più unica che rara gli Alchemist. Dei personaggi che non hanno paura ad osare e a proporre sempre soluzioni nuove e, in un certo qual modo, avanguardistiche. Non temono di miscelare il death metal con la psichedelia e l’industrial. Complice anche una padronanza tecnica e compositiva notevole, gli australiani quasi sempre riescono nei loro intenti e dopo sei album sono ancora più vivi ed attivi che mai. Come ci dirà Adam Agius nell’intervista, sfornare sei lavori ed ottenere il rispetto di pubblico e critica pur senza arivare al successo commerciale è impresa non da poco. Purtroppo la band non è ancora molto conosciuta nel nostro paese ma l’augurio è che il recente “Tripsis” possa spalancare loro qualche porta e magari aiutarli ad organizzare qualche data anche qui in Italia. Lasciamo la parola al singer.


IL VOSTRO NUOVO ALBUM E’ FINALMENTE NEI NEGOZI: SIETE SODDISFATTI DEL RISULTATO FINALE?
“Sì, è uscito proprio come volevamo: pesante e grezzo con diversi rimandi psichedelici. Siamo tutti molto orgogliosi del risultato finale”.

COME SI SVOLGE IL PROCESSO DI COMPOSIZIONE DI UNA VOSTRA TRACCIA?
“Di solito parte tutto da un beat o un loop e poi noi ci jammiamo attorno fino a che suona grosso modo come una canzone. E’ un processo relativamente lungo quello di andare dall’idea iniziale al risultato finale e le tracce possono stravolgersi completamente”.

LA VOSTRA E’ UNA MUSICA MOLTO PROFONDA: COSA CERCATE DI TRASMETTERE CON ESSA?
“Cerchiamo innanzitutto l’originalità, di creare una musica catchy ma unica, in modo che gli ascoltatori possano dire: ehi, questi sono gli Alchemist, non ci sono dubbi”.

DI COSA TRATTANO I TESTI?
“Della condizione umana, di come mi sento, di quello che non mi piace, del dolore, della gioia, delle ambizioni, delle delusioni e di tutte quelle cose con le quali ognuno deve fare i conti nella propria vita”.

QUESTO E’ IL VOSTRO SESTO ALBUM: ONESTAMENTE SIETE SODDISFATTI DI TUTTO QUANTO AVETE FATTO FIN’ORA?
“Certo, perchè non dovremmo? E’ un fatto eccezionale quello di sopravvivere così a lungo senza bisogno del successo commerciale”.

“TRIPSIS” SEMBRA PIU’ AGGRESSIVO DEI VOSTRI ALBUM PRECEDENTI: COME MAI AVETE FATTO QUESTA SCELTA?
“E’ vero, è decisamente più aggressivo: suppongo che dipenda essenzialmente dal fatto che per qualche motivo eravamo noi a sentirci più aggressivi e forse lo abbiamo fatto anche perchè non ci piace ripetere lo stesso album all’infinito”.

CERCA DI DESCRIVERE “TRIPSIS” A QUALCUNO CHE NON HA MAI ASCOLTATO GLI ALCHEMIST…
“E’ semplicemente un album di metallo estremo con dei tratti psichedelici e dei frangenti ritmici thrasheggianti”.

QUAL E’ IL SIGNIFICATO DELLA COPERTINA?
“Non ha un significato preciso: è solamente merito di Roys che se ne è occupato. Rappresenta una splendida visione per presentare la band”.

LA RELAPSE NELLA BIO RACCOMANDA LA VOSTRA PROPOSTA AGLI AMANTI DI STRAPPING YOUNG LAD, CULT OF LUNA, VOIVOD E GODFLESH: SEI D’ACCORDO RIGUARDO A QUESTI TERMINI DI PARAGONE?
“Sì, direi che abbiamo diversi elementi in comune con le band appena citate. Poi descrivere la proposta degli Alchemist è arduo per chiunque, quindi credo che alla Relapse abbiano fatto un ottimo lavoro”.

IN PASSATO AVETE UTILIZZATO MELODIE MEDIORIENTALI SU UNA STRUTTURA DEATH: A LORO MODO LO HANNO FATTO ANCHE NILE, ORPHANED LAND E GRIP INC.: COSA PENSI DI QUESTI GRUPPI?
“Riguardo agli Orphaned Land ci hanno appena supportato durante il Prog Power festival in Olanda e sono stati grandissimi, anche se decisamente non aggressivi. I Nile come persone non mi fanno una grande impressione ma alla fine la loro musica mi piace. Comunque non ci interessa se altre band utilizzano inserti mediorientali, tanto mica li abbiamo inventati noi. La maggior parte dei gruppi ha un approccio differente dal nostro alla materia e poi noi abbiamo usato queste soluzioni solo una volta e poi abbiamo voluto cambiare per non ripeterci”.

QUALI SONO I GRUPPI PSYCH CHE VI ISPIRANO MAGGIORMENTE?
“C’è tutto un movimento a fine anni sessanta e non possiamo esimerci dal citare Pink Floyd e Soft Machines: altre fonti di ispirazione sono stati certo prog settantiano come quello dei King Crimson e il kraut rock dei Can”.

IN PASSATO LA PSICHEDELIA ERA SOPRATTUTTO UNO STILE DI VITA E MOLTI ARTISTI UTILIZZAVANO DROGHE PER APRIRE LA LORO MENTE: COSA PENSI DI TUTTO CIO’?
“Penso che vada bene se comunque sei una persona che ragiona. Anche noi abbiamo assunto acidi un paio di volte vent’anni fa, ma abbiamo presto capito che la psichedelia è uno stato mentale che può essere raggiunto anche senza l’aiuto di droghe”.

AL GIORNO D’OGGI C’E’ QUALCHE GRUPPO VALIDO IN AUSTRALIA?
“Non molto purtroppo: la maggior parte delle giovani band copiano la musica proveniente dall’Europa e dagli Stati Uniti. A me piace una band che si chiama Pod People, una band doom death notevole”.

RIUSCIRETE A VENIRE IN ITALIA PER SUONARE LIVE?
“Mi dispiace amico, ma per ora non è possibile in quanto non c’è abbastanza interesse nei nostri confronti. Però torneremo in Europa nel 2008 per una serie di date ai grandi festival, quindi non è detto che non si riesca ad organizzare una puntatina dalle vostre parti”.

QUAL E’ STATA LA VOSTRA REAZIONE QUANDO VI HANNO DETTO CHE SARESTE STATI HEADLINER AL PROG POWER FESTIVAL?
“Eccezionale, non ci volevamo credere ma poi ci siamo detti: ‘andiamo laggiù e facciamolo…fuoco alla miccia’”.

ABBIAMO FINITO, VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA?
“Grazie per le domande, speriamo davvero di poter venire in Italia. Se qualcuno è interessato a organizzare delle date può rivolgersi al seguente indirizzo e mail: guido@relapse.com”.

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