ALTER BRIDGE – Cielo cammina con me

Pubblicato il 28/11/2019 da

A Mark Tremonti, si sa, non piace restare con le mani in mano, ma preferisce posizionarle sul manico della sua sei corde: tra impegni da solista e con la sua band madre, il guitar hero italo-americano è perennemente impegnato, mostrando una vena compositiva sicuramente più fertile della sua dialettica. Sarà per la stanchezza degli impegni di cui sopra, ma, quando lo raggiungiamo telefonicamente a fine giornata per parlare di “Walk The Sky”, il buon Mark si mostra ancora più telegrafico del solito. A voi dunque il resoconto della chiacchierata, in attesa di rivederlo in azione nel terreno di gioco a lui più congeniale, ovvero sul palco nell’imminente data milanese insieme a band di eguale spessore come gli Shinedown …

VISTI I SEMPRE PIU’ NUMEROSI IMPEGNI DI ENTRAMBI, COME VI SIETE APPROCCIATI STAVOLTA ALLA COMPOSIZIONE DI “WALK THE SKY”?
– Io e Myles abbiamo lavorato alla pre-produzione stavolta separatamente, dato che per gli impegni dell’uno e dell’altro non è stato possibile farlo insieme. Dopodichè siamo entrati in studio per 5 settimane con il resto della band, per rifinire il tutto e registrare.

L’ESPERIENZA ORCHESTRALE DEL “LIVE AT THE ROYAL ALBERT HALL” HA INFLUITO IN QUALCHE MODO NEL SONGRWITING?
– Non proprio, è stato sicuramente un bellissimo esperimento ma è rimasto un caso isolato: per il disco siamo tornati al nostro abituale modo di comporre.

“IN THE DEEP” FIN DAL PRIMO ASCOLTO SPICCA PER UNO STILE DIVERSO: COM’E’ NATA?
– L’ha scritta Myles, per cui bisognerebbe chiedere a lui. Sicuramente il suo solo project, come tutte le cose che facciamo al di fuori della band, ci influenza a livello inconscio, anche se poi gli Alter Bridge hanno un loro sound ben definito.

ANCHE “PAY NO MIND” MOSTRA QUALCHE SPUNTO DA COLONNA SONORA: E’ UN ESPERIMENTO PASSEGGERO, O QUALCOSA DA TENERE A MENTE PER IL FUTURO?
– Ogni volta che facciamo un disco cerchiamo di includere qualcosa di nuovo, per variare un po’. Stavolta abbiamo deciso di sperimentare un po’ di più con gli arrangiamenti, e questo è un buon esempio in questo senso. Non so dire se lo faremo ancora in futuro, ma di sicuro dalle reazioni ottenute direi che ha funzionato bene come esperimento.

RISPETTO AGLI ESORDI GLI ALTER BRIDGE SONO MOLTO PIU’ HEAVY E CAPITA DI SENTIRTI ANCHE CANTARE: COME FAI A TENERLI SEPARATI RISPETTO AL TUO PROGETTO SOLISTA?
– Il mio solo project è sicuramente più heavy, anche per il fatto di avere musicisti diversi. Non c’è una linea precisa di separazione, ma diciamo che i riff più metal li tengo per i Tremonti.

SIETE IN TOUR CON DUE PESI MASSIMI COME SHINEDOWN E SEVENDUST: POSSIAMO DEFINIRLO UNA SORTA DI MINI-FESTIVAL?
– E’ veramente un bill fantastico, non vediamo l’ora di suonare con loro dato che sono veramente musicisti fantastici, oltre che dei buoni amici. Sarà un grande show, non perdetevelo!

COME MUSICISTA HAI VENDUTO MILIONI DI DISCHI, SUONATO CON L’ORCHESTRA, CREATO UNA BAND DI SUCCESSO DOVE CANTI ANCHE…QUAL E’ LA PROSSIMA SFIDA?
– Semplicemente continuare a comporre nuova musica, è quello che mi piace e che mi riesce meglio. Tutto il resto non è che una naturale conseguenza.

SE TI VENISSE CHIESTO DI APRIRE CON GLI ALTER BRIDGE PER UNA BAND, CHI SCEGLIERESTI?
– I Metallica sono la mia band preferita, quindi sì, mi piacerebbe un giorno aprire per loro con gli Alter Bridge.

A PROPOSITO DI METALLICA, IMMAGINO TU ABBIA SENTITO DEI PROBLEMI DI DIPENDENZA DI HETFIELD: ESSENDO PERENNEMENTE IN TOUR O IN STUDIO, COME FATE A MANTENERVI COSI’ IN FORMA?
– Cerchiamo semplicemente di essere responsabili in quello che facciamo: per qualcuno è più facile, per qualcuno è più difficile; ad esempio il nostro bassista Brian in passato ha avuto problemi di dipendenze per cui ora non beve nemmeno una birra, mentre io e Myles siamo più fortunati. In ogni caso, è bene conoscere i propri limiti e stare attenti a non superarli.

QUEST’ANNO “ONE DAY REMAINS” COMPIE QUINDICI ANNI E “HUMAN CLAY” VENTI: AVETE IN PROGRAMMA QUALCHE CELEBRAZIONE?
– No, ora siamo completamente concentrati sul nuovo disco degli Alter Bridge e basta: non ci saranno celebrazioni di alcun genere, così come non suoneremo mai canzoni dei Creed con gli Alter Bridge.

SCOTT STRAP (EX-CANTANTE DEI CREED) E’ USCITO DA POCO CON IL SUO DISCO SOLISTA: HAI AVUTO MODO DI SENTIRLO?
– Quello che ho sentito mi è piaciuto molto, quindi sono contento per lui: gli auguro davvero il meglio.

SO CHE SEI UN FAN DI “GAME OF THRONES”: COSA NE PENSI DEL FINALE? E COSTA STAI GUARDANDO ORA?
– Mi è piaciuto fino a un certo punto, ma diciamo che il finale mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, come del resto credo a molti altri. Ora sto guardando “The Boys”, una serie TV sui supereroi distribuita da Amazon Prime Video.

DA PADRE DI DUE FIGLI PRE-ADOLESCENTI, LI HAI GIA’ AVVIATI ALLA BUONA MUSICA?
– I miei figli ovviamente apprezzano gli Alter Bridge ma non sono amanti del metal, non ancora quanto meno. Ascoltano Post Malone, Twenty One Pilots, Imagine Dragons…quello che va di moda tra i ragazzini al giorno d’oggi.

GIA’ CHE SIAMO IN TEMA, COSA NE PENSI DELLA COLLABORAZIONE TRA POST-MALONE ED OZZY?
– Post Malone è un grande, a prescindere dai gusti personali trovo che sia un ottimo musicista.

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