ALTER BRIDGE – Crossing the Bridge

Pubblicato il 10/08/2008 da
 
In attesa del concerto che si rivelerà come uno dei migliori a cui il sottoscritto abbia avuto il piacere di assistere, e dopo l’anteprima offertaci da Myles Kennedy qualche tempo fa, Metalitalia.com ha incontrato per voi Mark Tremonti, chitarrista/compositore dalle spiccate doti, che ha scritto pagine di storia con i Creed, e che oggi si ritrova al timone di una delle più grandi band del pianeta, gli Alter Bridge. Il concerto, praticamente sold-out, è alle porte, ed un eccitato Mark nasconde a fatica la gioia di aver tra le mani una band di questo calibro…
 
 

CIAO MARK! COME STANNO ANDANDO LE COSE IN QUESTO TOUR?
“Le cose vanno benissimo. Abbiamo appena suonato in Spagna e lo show era sold out. Ci stiamo divertendo davvero moltissimo, ed è sempre un piacere suonare per dei fan così calorosi. In America l’audience si comporta in modo molto meno partecipativo”.
 
“BLACKBIRD” E’ STATO PUBBLICATO ORMAI DA QUALCHE MESE. COME E’ STATO RICEVUTO? C’E’ QUALCOSA CHE CAMBIERESTI, A FREDDO?
“Non cambierei una virgola di quell’album. Forse l’unica cosa su cui agirei in modo diverso è la scelta dei singoli per l’album. Ma come sai questa è una cosa puramente commerciale, che talvolta sembra avere davvero poche attinenze con la musica e l’arte”.
 
AVETE REGISTRATO UNA NUOVA VERSIONE DI “WATCH OVER ME” CON CRISTINA SCABBIA DEI LACUNA COIL…
“Sì, è stata una scelta azzeccata quella di chiamare Cristina. E’ una ottima cantante, ed il suo lavoro si è rivelato perfetto per noi. Il pezzo andrà nelle radio, ed è già stato pubblicato sul nostro MySpace. Non so se uscirà anche nei negozi, ma sono sicuro che piacerà ai nostri fan, che avranno modo di sentirla gratuitamente”.
 
CHE DICI, QUESTA SERA CI SARA’ CRISTINA SUL PALCO A DUETTARE CON MYLES?
“Purtroppo no. Eravamo già d’accordo, ma purtroppo è impegnata in Australia per la sua band, e così è saltato tutto. Ci avrebbe fatto piacere conoscerla di persona sul palco, sarà per la prossima volta!”.
 
SO CHE NON E’ COSI’ FACILE RISPONDERE, MA SAPRESTI DIRMI QUAL E’ IL TUO PEZZO PREFERITO DELL’ALBUM?
“Sicuramente ‘Blackbird’, la title-track. Io sono fermamente convinto che quello sia il miglior pezzo che abbia mai composto in tutta la mia carriera. E’ per questo che una volta terminato tutti eravamo certi che proprio quella dovesse essere la title-track”.
 
COME DESCRIVERESTI I VOSTRI ALBUM A COLORO I QUALI FOSSERO ANCORA ALL’OSCURO DELLA VOSTRA PROPOSTA?
“Innanzitutto consiglierei loro di sentire prima ‘Blackbird’, perchè è la migliore dimostrazione di cosa siamo oggi e di cosa amiamo suonare. E’ un perfetto mix delle nostre influenze e delle nostre esperienze. Poi viene il nostro primo album, “One Day Remains”, che contiene molti potenziali singoli, e che dovrebbe essere facilmente appetibile agli amanti del metal e della melodia. Almeno credo!”.
 
COME TUTTI SAPPIAMO, IL VOSTRO PRIMO ALBUM NON E’ STATO PER NULLA PROMOSSO DALLA VOSTRA CASA DISCOGRAFICA DELL’EPOCA. ORA CHE SIETE APPRODATI ALLA UNIVERSAL REPUBLIC, AVETE PER CASO MESSO NERO SU BIANCO QUALCHE ACCORDO PARTICOLARE DI MARKETING?
“Purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di assicurarci in quel senso. Ci hanno proposto un ottimo contratto, tuttavia a causa dei costi elevati di produzione non ci hanno assicurato che potremo produrre video particolarmente elaborati. Come sai le emittenti televisive musicali sono poco interessate a questo genere di musica, e quindi quello dei video si rivelerebbe un investimento a vuoto. Siamo concentrati più sulla promozione via radio e concertistica. Ormai la maggior parte delle band si sono dovute adattare a questa nuova situazione.
 
MA PERCHE’ LA WIND-UP VI HA ABBANDONATI COSI’ A VOI STESSI? I VOSTRI SINGOLI HANNO UN POTENZIALE COMMERCIALE ENORME!
“Vedi, ritengo che il problema principale sia da ricercare nel fatto che il loro unico interesse allora era quello di riportare in vita i Creed. Una volta che tale sforzo si è rivelato vano, ci hanno messi sotto contratto quasi come ripiego. Siamo felici ora di far parte di una etichetta che ha dimostrato di credere in noi”.
 
I DUE ELEMENTI PRINCIPALI DELLA VOSTRA MUSICA SONO IL TUO GUITAR-WORK E LA VOCE DI MYLES KENNEDY. CREDI CHE LA BAND AVREBBE SUONATO IN MODO DIVERSO SENZA MYLES?
“Certamente. Lui è una grande personalità nella band, ed anche se specialmente nel primo album ho composto tutto io, ho potuto constatare come i pezzi avessero preso nuova vita una volta che Myles ha registrato le sue parti. E’ un ottimo elemento, non c’è che dire”.
 
CHE PROGETTI AVETE DOPO QUESTO TOUR?
“Continueremo a lavorare sodo con la band, perchè ci sta dando grandi soddisfazioni e ci sta dando modo di conoscere un sacco di gente nuova. Quindi appena tornati a casa ci metteremo subito al lavoro per il prossimo album. Al di fuori della band, invece, ho appena finito di lavorare ad un DVD didattico di chitarra, che sarà pubblicato nei prossimi mesi”.
 
L’ULTIMA INEVITABILE DOMANDA SUI CREED: IN UN’INTERVISTA HAI DICHIARATO CHE LA BAND SI E’ SCIOLTA A CAUSA DELLA DIFFERENZA DI VISIONE DELLA MUSICA FRA VOI ED IL CANTANTE, SCOTT STAPP. DOPO POCO E’ USCITO CON IL SUO LAVORO SOLISTA, STILISTICAMENTE MOLTO AFFINE A QUANTO PROPOSTO CON LA BAND. COSA INTENDEVI DIRE, QUINDI, PARLANDO DI DIFFERENZE?
“Il problema principale con Scott era di tipo interpersonale. Era diventato davvero complicato andare d’accordo con un personaggio simile, e con il suo modo di agire aveva letteralmente paralizzato la band. Era diventato impossibile lavorare a dei pezzi nuovi; anzi, addirittura non potevamo neanche iniziare a pensarci! Una volta separati, credo che lui abbia voluto mantenere i fan dei Creed, mentre io ho voluto cambiare radicalmente, ingaggiando un cantante di tutt’altro stile e componendo pezzi decisamente più heavy”.
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