ALTER BRIDGE – Scacco Al Re

Pubblicato il 11/11/2022 da

Se dal vivo sono sempre stati una certezza, in studio gli Alter Bridge sembravano in modalità pilota automatico con un hard rock moderno e potente ma lontano dagli apici qualitativi dei primi quattro dischi, complici i diversi impegni solisti dei songrwiter Tremonti & Kennedy. Sarà l’effetto del lockdown o la volontà di zittire i detrattori, ma l’ultimo “Pawns And Kings” segna un ritorno là dove li avevamo lasciati con “Fortress”, per cui c’è molta attesa per l’imminente calata italica – insieme peraltro ai sempre divertenti Halestorm. A raccontarci la genesi del settimo sigillo della band floridiana è il bassista Brian Marshall, figura meno esposta dei due frontmen ma non per questo meno interessante, tra aneddoti sulla vita on the road e passioni personali al di fuori del music business…

CIAO BRIAN, COME STAI?
– Alla grande, grazie! Sono reduce da un paio di settimane di prove per recuperare la forma da tour: credo di aver imparato settanta canzoni, mentre gli altri solo una ventina (risate, ndr).

IL NUOVO ALBUM SUONA PIU’ HEAVY RISPETTO ALLE ULTIME PRODUZIONI: COME SI E’ SVOLTO IL PROCESSO DI REGISTRAZIONE?
– Prima di cominciare il processo di registrazione eravamo tutti d’accordo di suonare più diretti, senza troppe sovraregistrazioni o effetti. Con questo approccio credo sia venuto naturale suonare in modo più heavy, solo chitarra-basso-batteria. Ovviamente poi Mark e Myles hanno composto molto durante questi ultimi due anni e condiviso il materiale con tutti e quattro su Dropbox, così la fase di pre-produzione è durata un paio di settimane in cui abbiamo provato quattordici canzoni in tutto. Alla fine poi ne abbiamo registrate dodici ma sul disco ne sono finite solo dieci, perchè ci sembrava le altre due fossero meno adatte nel contesto dell’album e comunque i pezzi in scaletta hanno una durata mediamente lunga, quindi non abbiamo lasciato i fan senza musica a sufficienza. Per quanto riguarda i due brani tagliati, non so ancora dire che fine faranno, ma credo prima o poi avremo modo di farli sentire.

TITOLI COME “THIS IS WAR” O “DEAD AMONG THE LIVING” FANNO PENSARE AD UN LAVORO PIU’ CUPO ANCHE A LIVELLO LIRICO…
– Effettivamente i titoli sono un po’ cupi, ma ad esempio “This Is War” fa riferimento ad una lotta personale che Myles ha voluto rappresentare, nulla di politico o altro. In generale comunque quando registriamo quando i testi non sono ancora completi, soprattutto quando a comporli è Myles, che ha bisogno di lavorare in solitudine su questo aspetto, quindi anche per me l’ascolto finale è una sorpresa dato che nei demo in pre-produzione in genere sono strumentali o con delle linee vocali non definitive.

MICHAEL ‘ELVIS’ BASKETTE PIU’ CHE UN PRODUTTORE E’ ORMAI IL VOSTRO QUINTO MEMBRO: AVETE MAI PENSATO DI CAMBIARE?
– Credo siamo talmente abituati a lavorare con lui che sarebbe strano cambiare, d’altro canto avere qualcuno esterno alla band ci aiuta fin dalle fasi iniziali di pre-produzione per dare un giudizio critico su quello che abbiamo preparato, ‘massaggiando’ i pezzi fino a trovare la forma definitiva. Al tempo stesso ormai ci conosciamo da tanto tempo ed abbiamo un ottimo rapporto che finora ha portato a degli ottimi risultati, quindi non vediamo la necessità di cambiare.

QUAL E’ IL TUO PEZZO PREFERITO DA SUONARE LIVE?
– In genere la parte più divertente è sempre suonare i pezzi nuovi, perchè sono quelli più freschi e stimolanti. Per “Pawn And Kings” ci sarà da divertirci vista la natura delle nuove canzoni, per ora ci siamo presi una settimana di prove in Germania per scaldare i motori insieme visto che non facevamo un tour dai tempi della pandemia, ma d’altronde dopo vent’anni penso ci metteremo poco a ritrovare l’intesa. Per quanto riguarda i pezzi vecchi mi diverte comunque suonarli, anche quelli di “One Day Remains” che resta uno dei preferiti del nostro pubblico a partire da “Open Your Eyes”. Alla fine ogni sera è diversa in qualche modo, ma noi cerchiamo di mettere insieme una scaletta che sia divertente per noi da suonare e per il pubblico da ascoltare.

SI VEDONO SEMPRE PIU’ TOUR CELEBRATIVI: FARETE ANCHE VOI QUALCOSA PER IL VENTENNALE DI “ONE DAY REMAINS” NEL 2023?
– Probabilmente faremo anche noi un’edizione speciale del disco, mentre per il tour è qualcosa di cui abbiamo parlato un paio di volte, come peraltro avevamo già fatto con i Creed per “My Own Prison” e forse anche per “Human Clay”, ma probabilmente più uno show singolo che un tour. Non mi dispiacerebbe anche un set acustico, sarebbe divertente per un tour magari più intimo e rilassante rispetto al solito.

A PROPOSITO DI CREED, VI VEDREMO ANCORA IN AZIONE INSIEME?
– Siamo tutti presi da altre cose, compreso Scott che sento ancora di tanto in tanto anche se ora vive a Nashville. Per quanto mi riguarda le porte sono sempre aperte e posso dire mi farebbe piacere, ma ovviamente non dipende tanto da me quanto dalla convergenza di personalità ed altri impegni (Mark coi Tremonti, Scott coi Projected…), quindi vedremo se ci sarà mai questa possibilità.

DA DOVE NASCE LA TUA PASSIONE PER IL REAL ESTATE?
– Il real estate è sempre qualcosa che mi ha affascinato, fin da quando mi era capitato tanti anni fa di dover gestire alcune proprietà. Per questo ho approfondito un po’ la materia con alcuni professionisti del settore e nel 2015 ho deciso di provare aiutando un amico del settore. E’ qualcosa che mi permette di lavorare anche da remoto, e mi aiuta a restare vicino a casa con la mente anche quando sono in tour, avendo al tempo stesso un’altra fonte di guadagno oltre alla musica: gestisco i rapporti nei tempi morti del tour, mentre per accompagnare fisicamente i clienti c’è mia moglie, anche lei coinvolta come me con regolare licenza.

FARETE VENTICINQUE DATE IN CIRCA UN MESE E MEZZO: TRA UNO SHOW E L’ALTRO RIUSCITE A VISITARE LE CITTA’ DOVE SUONATE?
– In realtà i day-off sono in genere usati per gli spostamenti, quindi direi di no, se c’è un buco di un giorno tra uno show e l’altro è probabile sia interamente passato sul tour bus. Per il resto quando possibile cerco di fare del mio meglio per vedere la città e assaggiare il cibo locale, soprattutto se in Italia (risate, ndr). Ad esempio a fine novembre avremo qualche giorno libero prima di chiudere il tour in Inghilterra, quindi mi raggiungerà mia moglie così potremmo passare qualche giorno insieme.

TUA MOGLIE E’ ANCHE FOTOGRAFA: LA CREATIVITA’  E’ DI CASA?
– Sì, è sempre stata appassionata di fotografia ed è una persona molto creativa, ma è diventata professionista solo da quest’estate, facendo foto ad egli amici che hanno generato un passaparola al punto da farle aprire un sito. Qui in Florida ci sono un sacco di turisti, quindi anche questo è un modo per unire la propria passione con una fonte di guadagno: prima faceva l’igienista dentale, quindi è decisamente più contenta di non dover sentire l’alito della gente (risate, ndr).

L’ULTIMA VOLTA IN EUROPA ERAVATE CON GLI SHINEDOWN, ORA CON GLI HALESTORM: SCEGLIETE VOI LE BAND DI SPALLA?
– In genere ne parliamo prima insieme e cerchiamo di trovare band che ci piacciono e con cui possiamo trovarci bene, per cui poi il nostro management contatta il loro e vediamo se c’è coincidenza di calendario. I Gojira per esempio sono molto più pesanti di noi, e probabilmente non erano la nostra prima scelta, ma alla fine è stata un’ottima combinazione perchè ai nostri fan sono piaciuti molto e anche con i ragazzi della band si è creata un’ottima intesa.

MARK TREMONTI E’ UN GRANDE FAN DI FILM HORROR: ANCHE TU?
– In realtà no, io e mia moglie siamo grandi appassionati di documentari, come ad esempio “Into The Deep” o “Perfect Bet”, così come mi piace guardare il football o il baseball. I miei due figli invece sono grandi fan di Michael Myers e Jason, quindi ora che è uscito il nuovo “Halloween Ends” uno dei due mi sta supplicando di portarlo al cinema anche se ha solo nove anni!

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