Intervista a cura di Matteo Cereda
Traduzione di Maurizio Borghi
Dopo aver intervistato telefonicamente Mike Tremonti per l’uscita di “AB III”, in occasione della calata italica durante il Sonisphere Festival di Imola Metalitalia.com ha l’occasione di scambiare quattro chiacchere col frontman e il batterista degli Alter Bridge, Myles Kennedy e Scott Phillips. Un’occasione per tastare il polso ad una delle realtà più fulgide della scena rock attuale, in particolar modo con un frontman sempre più sotto i riflettori in seguito al coinvolgimento nella band di Slash. Di seguito ciò che è rimasto nel nostro registratore…
COMINCIAMO DAL VOSTRO ULTIMO ULTIMO DISCO “AB III”, COME E’ STATO ACCOLTO?
Myles Kennedy: “E’ stata una reazione sorprendente, in senso molto positivo”.
Scott Phillips: “Abbiamo avuto molti feedback positivi. Quando lavori duro speri in reazioni del genere, ma questo disco è stato accolto con tale calore da superare ogni più rosea aspettativa”.
CONSIDERATO L’ENORME SUCCESSO DEL PRECEDENTE “BLACKBIRD”, QUAL’E’ STATA LA SFIDA PIU’ GRANDE NEL PRODURRE IL SUO SUCCESSORE?
SP: “Come hai detto ‘Blackbird’ è stato un disco davvero fortunato. La sfida più grande che ci si è posta è stata quella del tempo: abbiamo avuto solo sei settimane per cercare di mettere insieme il materiale, contro i mesi del disco precedente. Una sfida importante che abbiamo superato mettendo tutto l’impegno possibile”.
A NOSTRO PARERE ANCHE LA QUALITA’ DELLA PRODUZIONE SALE DI DISCO IN DISCO. COME SIETE RIUSCITI A MIGLIORARE COSTANTEMENTE E AD ARRIVARE A CERTI LIVELLI?
MK: “Di sicuro ci ha aiutato il produttore: abbiamo confermato Mikael Baskette e il suo team di produzione, un gruppo di professionisti che è diventato come una seconda famiglia per gli Alter Bridge e si è confermata come un punto cruciale della buona riuscita della raccolta”.
SP: “Hanno catturato la nostra essenza su disco. Potrebbe sembrare banale ma molte volte la differenza tra una registrazione e il gruppo in sede live differisce in maniera sostanziale, in ‘AB III’ invece questa distanza è stata colmata magnificamente”.
APPENA PRIMA DI “AB III” AVETE PUBBLICATO ANCHE IL VOSTRO PRIMO DVD LIVE. COSA RICORDATE DI QUEL CONCERTO IMMORTALATO NELL’HOME VIDEO?
MK: “Ero davvero strapazzato. Era una delle ultime date di un lungo tour, la mia voce era stanca, e contemporaneamente volevo essere al meglio per l’occasione. La tensione non mi si è scrollata di dosso facilmente, è andata bene alla fine ma ricordo ancora quella sensazione”.
SP: “Non siamo un gruppo di novellini ma con una produzione tanto diversa dal solito è difficile far finta di nulla, non tenere in considerazione tutta la gente che ti sta attorno, le telecamere. Tutta questa pressione extra ci ha reso più difficile del solito uscire e divertirci”.
PERCHE’ AVETE SCELTO AMSTERDAM?
MK: “Innanzitutto il locale dove è stato registrato il concerto è davvero eccellente. In Olanda poi abbiamo un bel giro di fan, quindi abbiamo deciso di premiarli in questo modo, andando allo stesso tempo a colpo sicuro. Sai, non puoi portare tutta l’attrezzatura e trovarti con 100 persone davanti!”.
VOLETE ILLUSTRARCI I VOSTRI PROSSIMI PROGRAMMI?
SP: “Con lo show del Sonisphere italiano si chiude il nostro tour europeo. Myles si tratterrà nel Vecchio Continente per qualche data con Slash, mentre il resto del gruppo si prenderà un mesetto di vacanza prima del tour che ci terrà impegnati negli Stati Uniti coi Theory Of A Madman. Successivamente toccherà all’Australia e poi di nuovo Europa, per un tour da headliner questo autunno”.
SO CHE E’ PRESTO, MA AVETE GIA’ QUALCHE NUOVA CANZONE IN CANTIERE?
MK: “Stiamo lavorando su qualche idea, ma siamo a livello embrionale, decisamente”.
MYLES, PUOI RACCONTARCI DELLA TUA ESPERIENZA CON SLASH? COME TI TROVI?
MK: “E’ fantastico. E’ un’esperienza che mi ha insegnato e continua ad insegnarmi parecchio. Suonare con una leggenda come Slash è un’opportunità che hanno avuto poche persone, una occasione che ti spinge al 110% ogni sera”.
SAPPIAMO CHE REGISTRERAI TUTTE LE CANZONI DEL SUO PROSSIMO ALBUM…
MK: “Cominceremo a registrare… bella domanda. Stiamo scrivendo entrambi in questo momento e stiamo tentando di trovare un buco. Come ha appena detto Scott la mia agenda con gli Alter Bridge è davvero fitta di appuntamenti”.
MYLES, QUANDO NON ERI ANCORA FAMOSO HAI AVUTO UNA PICCOLA PARTE NEL FILM “ROCKSTAR”, CON MARK WAHLBERG: COME HAI OTTENUTO IL RUOLO?
MK: “Il mio gruppo dell’epoca era tutt’altro che famoso. Ho avuto la parte perchè un’amicizia comune, nel giro del cinema, cercava un attore che potesse cantare realmente, senza essere doppiato. Non mi feci scappare l’opportunità ovviamente, e bastò un provino per veder realizzata un’esperienza davvero divertente, e per entrare in contatto con quel mondo incredibile che è Hollywood. Grazie Brandon!”.
TI SEI ORAMAI IMPOSTO COME UNO DEI PIU’ GRANDI PROFESSIONISTI SULLA SCENA ROCK: COME FAI A MANTENERE LA TUA VOCE SEMPRE AD ALTISSIMI LIVELLI?
MK: “E’ indubbio che io abbia ricevuto un grande dono. Il mio talento mi ha permesso di esprimermi e di farmi notare. E’ però con lo studio del canto, il perfezionamento, l’esercizio e un’ora al giorno di riscaldamento che la mia estensione è aumentata e sono potuto arrivare dove sono oggi”.